di Andrew Korybko
In poche parole, l’Iran è arrivato inaspettatamente a svolgere un ruolo fondamentale nella transizione sistemica globale alla multipolarità, motivo per cui il recente incidente connesso alla decisione politica dell’hijab obbligatorio viene adesso sfruttato come evento scatenante per un altro round di guerra ibrida.
Il Golden Billion dell’Occidente guidato dagli Stati Uniti sostiene apertamente l’ultimo tentativo di Rivoluzione Colorata contro l’Iran, sfruttando le percezioni nazionali e internazionali su un recente incidente collegato alla sua politica sull’obbligatorietà dell’hijab per giustificare un altro round di guerra ibrida .
Come ho spiegato in dettaglio al Young Journalists Club iraniano nel novembre 2019, “la guerra ibrida sostenuta dagli Stati Uniti mira a destabilizzare il vostro paese” esacerbando le linee di frattura preesistenti all’interno della società […] al fine di catalizzare un ciclo di destabilizzazione autosufficiente.
È quindi possibile per gli osservatori riconoscere simultaneamente come legittime le rimostranze dal punto di vista di alcuni dei partecipanti a questi ultimi disordini, concludendo, però, anche che i mezzi che stanno impiegando per riformare l’atto legislativo sotto attacco sono contrari agli interessi oggettivi del loro paese.
Questo rende la stragrande maggioranza dei partecipanti degli “utili idioti” per gli interessi di potenze straniere mentre altri sono dei veri e propri “agenti di influenza”. Alcuni sono anche certamente sul libro paga di agenzie di intelligence ostili. Stante così il contesto, si può dire che le dinamiche socio-politiche in atto sono sia organiche che creato in modo artificiale.
L’ultima instabilità che ha scosso l’Iran arriva in un momento significativo nella transizione sistemica globale al multipolarismo dopo, cioè, che la confluenza di questi complessi processi ha subito una accelerata a seguito dell’ultima fase del conflitto ucraino provocata dagli Stati Uniti, scoppiata a fine febbraio.
Da allora la Repubblica islamica è diventata parte dell’insostituibile valvola di sfogo dell’India dalla pressione occidentale sulla Russia – guidata dalla grande necessità strategica di scongiurare preventivamente la dipendenza potenzialmente sproporzionata del suo partner dalla Cina – attraverso il rilancio congiunto del corridoio di trasporto nord-sud (NSTC).
In effetti, questi tre Paesi stanno ora attivamente lavorando insieme per creare informalmente un terzo polo di influenza in quello che può essere descritto come l’ordine mondiale bipolare . Questo paradigma si riferisce alle due superpotenze, Stati Uniti e Cina, che esercitano la maggiore influenza sul sistema internazionale, seguite da grandi potenze come Russia, India e Iran, al di sotto delle quali ci sono stati relativamente di medie e piccole dimensioni con quasi nessuna influenza.
Ci si aspetta, quindi, che tutti e tre questi livelli entrino in vari gradi di cooperazione con gli Stati all’interno dei loro ranghi e oltre, il che alla fine porterà alla creazione di una complessa multipolarità.
Prima di ciò, tuttavia, questa emergente Troika formata da Russia, India e Iran prevede di aprire la strada a una forma di tripolarità eurasiatica per facilitare la fase finale della transizione sistemica globale in corso.
Russia e India non possono farlo da sole per ovvie ragioni geografiche che limitano notevolmente il loro reciproco potenziale economico; ergo la necessità che, a tal fine, entrambe facciano affidamento sull’Iran.
Dal grande punto di vista strategico degli Stati Uniti, è quindi assolutamente imperativo rimuovere l’Iran da questo asse multipolare trilaterale per poter “isolare” la Russia, riportare l’India sotto il suo controllo e preservare, così facendo, la sua declinante egemonia globale.
La Russia, così, per disperazione sarebbe costretta ad accettare accordi sbilanciati con la Cina, se non potesse nel frattempo fare affidamento sull’India in funzione di valvola di pressione alternativa attraverso la leva l’NSTC, nel caso in cui questo megaprogetto fosse reso impraticabile a causa di un ciclo autosufficiente in stile siriano di guerra ibrida in Iran.
Se così andassero le cose, senza la connettività geoeconomica abilitata dall’Iran, l’India non sarebbe in grado di fare affidamento sulla Russia come uno dei nuclei del terzo polo di influenza che la sua leadership prevede di creare.
La stabilità iraniana è quindi centrale per le loro grandi strategie complementari di questi due Paesi.
In caso contrario, nel peggiore degli scenari, la Russia diventerebbe il “partner junior” della Cina, evento che eserciterebbe enormi pressioni sull’India affinché diventi il ”partner junior” degli Stati Uniti in funzione di protezione dalla minaccia percepita rappresentata dalla Repubblica Popolare Cinese che sarebbe diventata, così, una superpotenza attraverso l’accesso illimitato alle risorse russe. Questo risultato perpetuerebbe indefinitamente l’attuale fase intermedia bipolare della transizione sistemica globale alla multipolarità.
È con questo obiettivo in mente che il Golden Billion occidentale che sta facendo del suo meglio per garantire che l’ultimo tentativo di Rivoluzione Colorata in Iran arrechi il massimo danno alla stabilità del Paese, il tutto nell’ottica di rendere impraticabile l’NSTC e quindi strangolare in culla questa Troika multipolare emergente.
In poche parole, l’Iran è arrivato inaspettatamente a svolgere un ruolo fondamentale nella transizione sistemica globale alla multipolarità attraverso i mezzi che sono stati spiegati in questa analisi, motivo per cui il recente incidente connesso alla sua politica dell’hijab obbligatorio viene sfruttato come evento scatenante per un altro round di guerra ibrida.
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