A cura di Giulio Chinappi
Il Forum Economico Orientale di Vladivostok ha visto la partecipazione di oltre 60 Paesi, Italia compresa, pronti ad investire in Russia, smentendo ancora una volta la propaganda occidentale che continua a parlare di un presunto “isolamento” di Mosca.
Tra il 5 e l’8 settembre, la città di Vladivostok ha organizzato la settima edizione del Forum Economico Orientale, un evento volto a incoraggiare gli investimenti nelle regioni asiatiche della Russia, che quest’anno ha assunto il titolo di “Sulla strada per un mondo multipolare”. Di fronte ad una propaganda occidentale che continua a sbandierare un presunto “isolamento” della Russia da parte della comunità internazionale, il Forum economico ha rappresentato un grande successo per Mosca, con la partecipazione di rappresentanti di oltre sessanta Paesi e la firma di più di 260 accordi per un valore complessivo di 52,5 miliardi di dollari, secondo quanto dichiarato dal vice primo ministro russo Jurij Trutnev.
Tra i principali Paesi che hanno preso parte all’evento non figurano solamente i principali amici della Russia, ma anche numerosi Paesi occidentali come Australia, Austria, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia, Svizzera, Giappone, Irlanda e Italia, i cui imprenditori non sembrano intenzionati a seguire le scellerate politiche suicide dei propri governi.
L’evento maggiormente atteso della quattro giorni del Forum era certamente l’intervento che il presidente Vladimir Putin ha tenuto nella serata del 7 settembre. Il leader russo ha toccato tutti gli argomenti più scottanti del momento, inviando messaggi importanti ai governi occidentali.
Parlando della proposta dell’Occidente di imporre un tetto massimo alle risorse energetiche russe, Putin ha risposto che si tratta di “una soluzione assolutamente stupida“, “che non porterà nulla di buono a coloro che decideranno di implementarla“. Inoltre, il presidente ha ricordato che esistono obblighi contrattuali vincolanti, che i governi occidentali sembrano intenzionati a violare. In questo caso, ha detto Putin, “neanche noi li rispetteremo“, lasciando intendere che la Russia è pronta a rispondere interrompendo tutte le forniture.
Il capo dello Stato ha tuttavia sottolineato che la Russia non interromperà i contatti con i Paesi occidentali: “Siamo interessati ai giovani che vengono qui e studiano. Siamo anche interessati alle aziende che vengono qui e lavorano con noi, nonostante tutte le restrizioni. Ci sono molti uomini d’affari a cui piace la Russia, che si fidano della Russia e vogliono lavorare qui – li diamo il benvenuto“.
Putin ha ribadito l’intenzione del governo russo di continuare il proprio programma di sviluppo economico delle regioni orientali del territorio nazionale: “Continueremo a sostenere il rapido sviluppo delle regioni dell’Estremo Oriente, utilizzando nuove e regolari misure di sostegno statale“, ha affermato il presidente. Putin ha aggiunto che il tasso di crescita della produzione industriale nel Distretto Federale dell’Estremo Oriente russo supera la media nazionale di circa un terzo. Altri 5 miliardi di rubli (81,97 milioni di dollari) dovrebbero essere destinati ai lavori di ristrutturazione delle città dell’Estremo Oriente, secondo quanto affermato dall’inquilino del Cremlino.
Putin ha anche sottolineato come le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dagli altri Paesi occidentali contro la NATO stiano avendo un impatto molto limitato sull’economia russa. Secondo i dati ufficiali, il calo complessivo dell’economia russa nel 2022, contrariamente alle previsioni, sarà insignificante, intorno al 2%: “Si prevedeva che ci sarebbe stato un calo molto ampio dell’economia e del PIL. Questo non accadrà. Ci sarà un calo, ma sarà insignificante, intorno al 2-2,5%“, ha affermato Putin.
Parlando dell’operazione militare speciale in Ucraina, Putin ha ricordato che questa non rappresenta altro che una risposta alla guerra che il governo di Kiev stava portando avanti dal 2014 contro le popolazioni russofone dell’ex repubblica sovietica: “Vorrei sottolineare ancora una volta che non abbiamo iniziato nulla in termini di operazioni militari. Stiamo solo cercando di porre fine alle ostilità“.
Oltre al presidente russo, anche altri leader politici internazionali sono intervenuti all’evento di Vladivostok. Il primo ministro armeno Nikol Pashinyan ha affermato che Erevan non ha paura delle sanzioni occidentali secondarie a causa della cooperazione con Mosca: “Grazie alle decisioni prese dal presidente russo e dal governo russo, siamo stati in grado di gestire insieme queste minacce. Sarebbe stato molto difficile per l’Armenia farcela da sola“.
Luvsannamsrain Oyun-Erdene, primo ministro della Mongolia, ha incontrato personalmente Vladimir Putin, il quale ha sottolineato che il fatturato commerciale tra Russia e Mongolia è in crescita e la cooperazione economica si sta sviluppando, ricordando che i due Paesi hanno celebrato lo scorso anno i cento anni di relazioni diplomatiche bilaterali.
Il generale Min Aung Hlaing, primo ministro del Myanmar, ha assistito alla firma di un accordo tra la Russia e il suo Paese per la cooperazione sull’uso pacifico dell’energia nucleare per il 2022-2023: “La Roadmap fissa le fasi definite per l’ulteriore cooperazione Russia-Myanmar in ambito nucleare. In particolare il documento prevede l’ampliamento del quadro giuridico bilaterale, la possibilità di realizzare un piccolo progetto di reattori modulari in Myanmar, nonché la formazione del personale e il lavoro relativo a il miglioramento dell’accettazione pubblica dell’energia nucleare in Myanmar“, afferma il comunicato stampa rilasciato da Rosatom.
Iván Adolfo Acosta Montalván, ministro dell’Industria e del Credito Pubblico del Nicaragua, ha sottolineato che il Paese centramericano sostiene la Russia sulla questione delle sanzioni occidentali contro Mosca. “Ci aspettiamo di avere l’opportunità di parlare di esportazioni e importazioni di prodotti russi“, ha affermato il ministro al Forum Economico Orientale. “Dato che Vladivostok è un importante porto dell’Oceano Pacifico, questo è abbastanza vantaggioso per noi, poiché anche il nostro porto principale di Corinto si trova nell’Oceano Pacifico. È possibile stabilire una rotta praticabile tra Vladivostok e Corinto, a beneficio di entrambi i Paesi“, ha aggiunto il ministro Acosta.
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