Mentre i media occidentali si sono affrettati ad attribuire la colpa del “massacro di Buča” all’esercito russo, persino il Pentagono ha affermato di non avere elementi che provano il coinvolgimento della Russia. Di seguito la traduzione dell’analisi effettuata da Gennadij Zjuganov, leader del Partito Comunista della Federazione Russa.
In Occidente è iniziata una vera isteria per le presunte “atrocità” dell’esercito russo nella città di Buča, vicino a Kiev. Le vittime di queste “atrocità” sarebbero state scoperte dopo che le nostre unità dell’esercito se ne sono andate. La Russia ha annunciato la necessità di una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per richiedere all’Ucraina di fornire prove. Il Ministero della Difesa della Federazione Russa ha già ufficialmente confutato queste accuse, affermando che nessun civile è rimasto ferito durante la permanenza dell’esercito russo in questa città. Le immagini delle persone presumibilmente uccise sono apparse solo il quarto giorno dopo l’arrivo dell’esercito ucraino. Ci sono altri fatti che testimoniano la natura scenica di questa provocazione.
Come è noto, la linea chiave della leadership politica e militare della Russia è la massima riduzione delle perdite tra la popolazione civile e della distruzione delle strutture civili. E in generale, le rappresaglie contro i civili sono estranee all’esercito russo e sovietico. Anche dopo l’ingresso nel territorio della Germania nazista nel 1944-45, dopo quelle mostruose atrocità che i nazisti commisero in URSS, all’Armata Rossa fu dato l’ordine severo di non vendicarsi della popolazione civile. E questo ordine è stato rigorosamente eseguito.
Al contrario, gli eserciti degli Stati Uniti e di altri Paesi della NATO sono diventati famosi per terribili massacri. Basti ricordare Hiroshima e Nagasaki, città pacifiche dove gli Stati Uniti hanno massacrato centinaia di migliaia di giapponesi usando armi nucleari. La scia di sangue si estende lasciata dagli americani si estende oltre: Corea, Vietnam, Jugoslavia, Iraq, Siria, Libia. Questi sono solo alcuni dei Paesi in cui gli americani si sono resi colpevoli di massacri o dove tali crimini sono stati commessi dalle mani dei loro mercenari locali.
Le provocazioni sanguinarie sono un marchio di fabbrica dell’imperialismo statunitense. Basti ricordare l’”incidente di Račak” in Kosovo, quando 34 militanti morti del gruppo terrorista UÇK [1] sono stati presentati come civili uccisi dall’esercito jugoslavo. Successivamente, esperti finlandesi indipendenti hanno confutato questa affermazione. Ma l’atto era compiuto. L’incidente di Račak è diventato il motivo dell’intervento della NATO contro la Jugoslavia. Durante i 78 giorni di spietati bombardamenti di città pacifiche, migliaia di persone sono state uccise e ferite e sono stati causati danni per oltre 100 miliardi di dollari.
È chiaro che le dichiarazioni sulle “atrocità” dell’esercito russo fanno parte della guerra dell’informazione degli Stati Uniti e dei loro alleati contro la Russia, dando loro un motivo per sostenere i neonazisti. L’attuale élite pro-NATO in Ucraina non è capace di tali provocazioni. Il mondo intero guarda con orrore al modo in cui i neonazisti in Ucraina usano i civili come scudi umani. La cattura da parte di terroristi di diversi ostaggi in Occidente è sempre presentata come un terribile crimine. Tuttavia, in Ucraina, dozzine di città e paesi sono stati trasformati in ostaggi, i cui abitanti non sono autorizzati dai nazisti locali a lasciare le aree delle ostilità. Le autorità ufficiali dell’Ucraina non solo non contribuiscono alla creazione di corridoi umanitari, ma impediscono anche in ogni modo possibile l’esodo dei cittadini dagli insediamenti nelle zone di combattimento.
In questa serie si inserisce, prima di tutto, la tragedia di Mariupol’, dove i militanti del reggimento nazista Azov hanno creato punti di fuoco in edifici a più piani, vietando ai residenti di questi edifici di lasciare la città. Questo è solo un episodio singolo, sebbene sia il più terribile esempio di genocidio deliberato, verso cui l’Occidente “civilizzato” chiude un occhio.
Il Partito Comunista della Federazione Russa condanna fermamente l’odiosa provocazione congiunta dei politici ucraini e occidentali e richiede un’indagine completa e approfondita non sui falsi inscenati, ma sui numerosi crimini reali dei nazisti banderisti, inclusa la brutale tortura del personale militare russo.
NOTE AL TESTO
[1] Ushtria Çlirimtare e Kosovës, ovvero Esercito di Liberazione del Kosovo, organizzazione paramilitare kosovaro-albanese, inserita nel 1998 nella lista ONU delle organizzazioni terroristiche.
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