Le tensioni del Donbass rappresentano un pericolo avvertito in tutto il mondo, al punto che anche il ministro degli Esteri cinese Wang Yi è intervenuto sulla questione, invitando le potenze NATO a rispettare gli Accordi di Minsk.
La Conferenza di Monaco di Baviera sulla sicurezza, tenutasi sabato, è stata l’occasione per discutere della principale minaccia alla sicurezza mondiale nel momento presente, ovvero le tensioni nella regione del Donbass fomentate dall’imperialismo occidentale attraverso la marionetta del governo ucraino. Proprio nelle ore in cui Kiev bombardava massicciamente Donetsk, il ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, Wang Yi, è intervenuto sulla questione, invitando le parti al rispetto degli Accordi di Minsk e a non fomentare il clima di guerra.
Wang ha ricordato che le tensioni lungo il confine occidentale della Russia sono state causate dalle politiche espansionistiche portate avanti dagli Stati Uniti attraverso la NATO, che ha inglobato la maggioranza dei Paesi che un tempo facevano parte del Patto di Varsavia. “Se la NATO continua ad espandersi verso est, è favorevole al mantenimento della pace e della stabilità in Europa?“, ha chiesto retoricamente il diplomatico cinese. Secondo Wang, la NATO è un prodotto della guerra fredda e continua a comportarsi come se fossimo nel bel mezzo della guerra fredda, mentre dovrebbe portare i necessari aggiustamenti per adattarsi al nuovo contesto internazionale.
Wang ha ribadito la posizione della Cina secondo cui la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i Paesi dovrebbero essere rispettate e salvaguardate, aggiungendo che l’Ucraina non fa eccezione al principio. Tuttavia, ha esortato le parti interessate a rispettare gli Accordi di Minsk, che prevedono la concessione di un’ampia autonomia alle regioni russofone del Donbass da parte del governo di Kiev. “Tutte le parti devono assumersi le proprie responsabilità e lavorare per la pace, piuttosto che aumentare le tensioni e sensazionalizzare il rischio di una guerra”, ha dichiarato il ministro.
“Le osservazioni di Wang hanno chiarito ancora una volta alla comunità internazionale che l’approccio della Cina alla crisi ucraina è quello di promuovere la riconciliazione, invece di aggiungere benzina sul fuoco”, ha dichiarato Li Haidong, professore dell’Istituto di Relazioni Internazionali presso l’Università Cinese degli Affari Esteri, intervistato dal Global Times. “Ci impegniamo a promuovere una posizione costruttiva e responsabile di tutte le parti coinvolte nella crisi ucraina e a contribuire veramente a una pace duratura in Europa. . Ci auguriamo che tutte le parti coinvolte nella crisi ucraina raggiungano un consenso per risolvere i conflitti”, ha aggiunto l’accademico.
Secondo il professor Li Haidong, la principale responsabilità delle attuali tensioni in Ucraina ricade sugli Stati Uniti, che con le loro dichiarazioni fuorvianti e le interferenze nelle questioni interne degli altri Paesi rischiano di far scoppiare una guerra civile su larga scala nell’ex repubblica sovietica: “Invece di trattare l’Ucraina come un paese degno di rispetto, gli Stati Uniti hanno sfruttato il Paese come una pedina nella loro competizione geopolitica con la Russia. Questa è la causa principale della tragedia in Ucraina”.
Sulla questione è intervenuto anche Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Affari Esteri di Pechino: “Diffondere informazioni false e creare un’atmosfera tesa non aiuterà a risolvere la crisi ucraina, mentre sostenere lo scontro di gruppo e maneggiare il bastone delle sanzioni aggiungerà solo ostacoli al dialogo e ai negoziati”, si legge nella nota ufficiale del ministero diffusa dal portavoce in occasione di una conferenza stampa tenuta giovedì. “Gli Stati Uniti dovrebbero prendere sul serio l’affrontare le legittime preoccupazioni della Russia sulle questioni di sicurezza e svolgere un ruolo costruttivo nella ricerca di una soluzione politica della questione ucraina sulla base degli Accordi di Minsk, piuttosto che esaltare la crisi e causare tensioni”, ha detto.
Non dimentichiamo che Joe Biden in persona aveva annunciato ai suoi alleati della NATO che la Russia avrebbe attaccato l’Ucraina il 16 febbraio, fatto che non si è verificato. Alcuni media, addirittura, hanno azzardato l’ora dell’inizio della guerra, fissandola alle 3 del mattino di Mosca. In precedenza, le fonti statunitensi avevano affermato in numerose occasioni che Mosca sarebbe passata all’offensiva entro la fine dei Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022, che si concludono oggi. Al contrario, è l’Ucraina che sta continuando a bombardare le regioni russofone del Donbass, dimostrando come non sia affatto la Russia a voler causare lo scontro armato. “Gli Stati Uniti sono ansiosi di usare l’ansia europea per la presenza russa per alimentare l’isteria e legare saldamente l’Europa al carro anti-russo degli Stati Uniti propagandando la ‘minaccia della Russia’”, ha commentato Yang Jin, ricercatore associato presso l’Istituto di Studi Russi, dell’Europa Orientale e dell’Asia Centrale, intervistato dal Global Times.
Gli interventi della Cina sulla questione del Donbass dimostrano come Pechino abbia oramai assunto un ruolo di primo piano sulle questioni di politica internazionale, tale da contrastare le politiche imperialiste statunitensi. Coerentemente con il proprio orientamento in politica estera, la Repubblica Popolare Cinese dimostra di opporsi alla mentalità di competizione derivante dalla guerra fredda promossa dagli Stati Uniti e di favorire la soluzione pacifica e diplomatica delle dispute nel rispetto degli accordi presi.
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