Le tensioni azero-iraniane causeranno ripercussioni di vasta portata per l’Eurasia

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di Andrew Korybko

Traduzione a cura di Marco Ghisetti

I loro problemi dimostrano che la causa comune dell’integrazione eurasiatica è molto più difficile da ottenere che non discuterne.

Le tensioni sono recentemente aumentate tra l’Azerbaigian e l’Iran quando quest’ultimo ha lanciato delle esercitazioni militari vicino al confine, unendole a delle dure parole da parte dei suoi funzionari statali. Tra queste, il profilo Twitter della Guida Suprema Khameini ha cinguettato messaggi tra i quali:

“La sicurezza è il perno fondamentale in vista di ogni tipo di progresso. Coloro che credono che sia possibile affidare la propria sicurezza a qualcun altro farebbero bene a sapere che saranno presto colpiti per aver affidato la loro sicurezza a degli stranieri”

“Le questioni riguardanti i vicini nord-occidentali dell’Iran dovrebbero essere risolte in maniera saggia per il tramite delle nazioni, in cooperazione con gli eserciti dei Paesi vicini ed evitando presenze di forze militari straniere”

“Per le questioni riguardanti il nord-est dell’Iran, le forze armate iraniane agiscono con autorità e saggezza. È bene che anche gli altri agiscano con saggezza e non causino problemi alla regione. ‘Coloro che scavano una fossa per i loro fratelli saranno i primi a caderci dentro’”

Gli analisti generalmente concordano sul fatto che sono quattro i fattori che spiegherebbero le recenti azioni dell’Iran:

* La de facto alleanza che intercorre tra l’Azerbaigian e il rivale dell’Iran “Israele”;

* In prospettiva il Corridoio Zangezur ridurrà l’importanza rivestita dall’Iran nel facilitare il commercio azero-turco;

* La detenzione da parte dell’Azerbaigian di camionisti iraniani che transitavano verso l’Armenia;

* Le recenti esercitazioni militari trilaterali in Azerbaigian tra Azerbaigian, Pakistan e Turchia, che secondo l’Iran comporteranno la militarizzazione della regione.

Ciò che accomuna questi fatti è che l’Iran è sempre più preoccupato del fatto che i suoi interessi di sicurezza nazionale siano in gioco. La Repubblica Islamica si trova ora intrappolata in un

dilemma della sicurezza con l’Azerbaigian per via dell’esito della guerra del Karabakh dell’anno scorso, per quanto nel conflitto l’Iran abbia sostenuto politicamente Baku.

L’Azerbaigian percepisce questi fatti nel seguente modo:

* L’Azerbaigian gode del sovrano diritto di collaborare con chi vuole, senza schierarsi contro nessuno;

* L’Azerbaigian mira a collocarsi all’incrocio delle rotte commerciali nord-sud ed est-ovest dell’Eurasia;

* I camionisti iraniani sono tenuti a rispettare le leggi dell’Azerbaigian nei territori che furono dell’Armenia e che ora sono stati liberati;

* Le esercitazioni militari multilaterali hanno un effetto stabilizzatore sulla regione, sono pacifiche e fatte nel rispetto della sovranità azera.

Dal punto di vista iraniano;

* Israele sta sfruttano l’Azerbaigian come trampolino di lancio per destabilizzare l’Iran settentrionale;

* L’Iran non vuole che il Corridoio Zangezur sostituisca tutto il ruolo dell’Iran settentrionale nelle rotte commerciali est-ovest;

* L’Azerbaigian sta arbitrariamente trattenendo i camionisti iraniani con ragioni che sono a somma zero nei confronti dell’Armenia;

* L’Iran avrebbe dovuto essere invitato a partecipare alle esercitazioni militari di modo da poter essere rassicurato circa le intenzioni dei Paesi coinvolti.

In risposta, la replica azera potrebbe essere la seguente:

* L’Iran è paranoico e quindi sta forse giocando la carta “israeliana” per motivi di politica interna ed interessi personali;

* Non è colpa di Baku se l’economia delle regioni settentrionali dell’Iran non è in grado di offrire un’alternativa alla rotta commerciale est-ovest;

* L’Iran è solidale con l’Armenia e per questo potrebbe rifornirla di armi coprendo la cosa come trasporti regolari;

* L’Iran non è stato invitato alle esercitazioni perché non tutti e tre i Paesi coinvolti hanno pienamente fiducia in lui, cosa per cui l’Iran non ha che da biasimare sè stesso.

Molto probabilmente la posizione iraniana è la seguente:

* Per l’Iran “Israele” è una minaccia reale, e la stretta collaborazione militare che intercorre tra Azerbaigian e “Israele” solleva molti sospetti;

* Il Corridioio Zangegzur non è qualcosa di cui si sapeva in anticipo, per cui l’Iran non ha avuto il tempo di adattarsi alla nuova situazione;

* Nella regione l’Iran persegue una politica equilibrata ed ha politicamente sostenuto l’Azerbaigian nonostante le pressioni interne;

* I legami dell’Iran con questi tre vicini sono complicati, per cui la sfiducia che ne intercorre non è semplicemente colpa dell’Iran.

Se questi reciproci sospetti persistono, conseguenze di vasta portata si prevedono per l’Eurasia:

* Il Corridoio di Trasporto Nord-Sud (CTNS) diventerebbe politicamente impraticabile;

* Il processo di pace di Astana potrebbe avere risvolti negativi qualora l’Iran dovesse ritenere che la Turchia stia incoraggiando l’Azerbaigian a mantenere un simile comportamento;

* In Afghanistan l’Iran potrebbe aggravare i problemi dei Talebani per infastidire indirettamente il Pakistan;

* Le complementari visioni di integrazione eurasiatica della Cina e della Russia faticherebbero a venire in essere.

Le tensioni nelle relazioni azero-iraniane non miglioreranno perché:

* Entrambi credono di star agendo nell’ambito dei loro diritti sovrani e nel perseguimento dei loro interessi di sicurezza nazionale;

* Il loro preesistente e parzialmente risolto dilemma della sicurezza è peggiorato in seguito ai recenti sviluppi;

* Entrambi credono che sia l’altro a fare pressioni per ottenere concessioni e far così perdere credibilità;

* Attori esterni, tra cui “Israele” e gli Stati Uniti, potrebbero cercare di alimentare le fiamme della sfiducia per scopi di divide et impera.

Non vi è soluzione a queste problematiche perché:

* Le loro azioni sono coerenti con la loro rispettiva identità geopolitica e con le mire regionali delle rispettive classi dirigenti;

* Le tensioni e la reciproca sfiducia erano in ebollizione già da un po’, ed era solo una questione di tempo prima che traboccassero;

* Entrambi necessitano di mostrarsi forti agli occhi della propria popolazione facendo vedere che non intendono scendere a compromessi;

* Attualmente le tensioni sono contenibili, dato che nessuno dei due desidera lo scoppio di una guerra siccome essa non sarebbe loro utile.

Riguardo all’ultimo punto, ciò è dovuto al fatto che:

* Ostilità formali rafforzeranno l’idea negativa che hanno l’uno dell’altro;

* Un conflitto azero-iraniano spingerebbe la Turchia e forse anche “Israele” a sostenere direttamente Baku;

* La minaccia di una guerra su più ampia scala è in conflitto con gli interessi di tutti gli attori regionali – eccezion fatta per “Israele”;

* Dopo un possible conflitto, l’Azerbaigian non farà che raddoppiare le politiche di cui l’Iran è attualmente così preoccupato.

Ipotizzando un periodo di tensioni regionali indefinitamente esteso, sono possibili le seguenti soluzioni:

* la CTNS diventa maggiormente multimodale e taglia fuori l’Azerbaigian;

* La visione W-CPEC+ della Cina è sostituita dal “Corridoio persiano” per acquetare le tensioni irano-pakistane;

* L’Iran viene messo da parte al processo di Astana e se ne va dalla Siria nel prossimo futuro;

* La Cina gestisce contemporaneamente i corridoi complementari est-ovest attraverso l’Azerbaigian e l’Iran.

Ne frattempo, sarebbe meglio se:

* Attori regionali responsabili, come Cina e Russia, smorzassero le tensioni;

* Attori irresponsabili, come “Israele” e Stati Uniti, evitassero di gettare benzina sul fuoco con la loro retorica divisiva;

* I funzionari statali azerbaigiani e iraniani abbassassero i toni nel loro modo di parlare;

* I due contendenti rivendicassero ufficiosamente la vittoria per ragioni di politica interna ed evitassero di peggiorare le loro relazioni in futuro.

Nel complesso, è chiaro che le tensioni azero-iraniane avranno conseguenze di vasta portata per l’Eurasia, anche se si spera che rimangano gestibili, fatto salvo per l’improbabile scoppio di una

guerra dovuto ad un errore di calcolo. Le difficoltà dimostrano che per quanto riguarda la causa comune dell’integrazione eurasiatica tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Originale in lingua inglese https://oneworld.press/?module=articles&action=view&id=2252

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