La Russia salverà l’Europa dalla crisi energetica - Centro Studi Eurasia e Mediterraneo

La Russia salverà l’Europa dalla crisi energetica

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di Andrew Korybko

Originale: http://oneworld.press/?module=articles&action=view&id=2261

Traduzione di: Marco Ghisetti

Lungi dallo sfruttare l’energia come un’arma per far congelare l’Europa in seguito ad un presunto rancore geopolitico, la Russia ha sfruttato le proprie esportazioni di energia in questo periodo di crisi per risanare le relazioni bilaterali e migliorare il modo in cui i popoli dei propri vicini la percepiscono.

La falsa narrazione, usata come arma, degli Stati Uniti, che sostiene che la Russia starebbe usando le sue esportazioni di energia in Europa come se fossero un’arma, sono state zittite nel momento in cui la Grande Potenza Eurasiatica ha promesso di venire in aiuto dei propri vicini e aiutarli a sopravvivere alla crisi energetica in corso. Infatti, nonostante la paura che avevano fomentato sul gasdotto Nord Stream II appena completato, erano gli stessi Stati Uniti ad aver aumentato le loro importazioni di petrolio dalla Russia, tanto da spingere Bloomberg (che certamente non può essere considerato un emittente a favore della Russia, né tantomeno uno che fa “propaganda filo-Russia”) a riportare ad agosto che “la Russia ottiene la seconda posizione tra i fornitori stranieri di petrolio agli Stati Uniti”. Questo fatto sorprendente è stato confermato dalle statistiche pubblicate sul sito dalla US Energy Information Amministration.

L’uscente cancelliere tedesco Merkel, che è ritenuta essere la forza più potente ed influente dell’UE, ha detto che la Russia sta rispettando tutti i contratti stipulati e che non va biasimata per la crisi energetica europea. Il Presidente russo Putin aveva precedentemente attribuito l’impennata dei costi energetici a un’isteria e al disordine presenti sul mercato energetico causati dalla cattiva gestione della transizione carbonifera di molti Paesi. Ha anche detto che la Commissione Europea ha fatto un errore a passare dal stipulare contratti a lungo termine sul gas al commercio ad una gestione di mercato. Il Presidente russo ha poi riaffermato che Gazprom non ha mai rifiutato di aumentare le forniture di gas ogniqualvolta fosse richiesto ed ha incaricato il suo ministro dell’energia di garantire il transito attraverso l’Ucraina non venga interrotto. Tutti questi sviluppi dimostrano che la Russia è il partner energetico più affidabile dell’UE.

Il gasdotto Nord Stream II, recentemente completato, e il Turkish Stream contribuiranno alla sicurezza energetica dell’Unione, in particolar modo per quanto riguarda la possibilità di sopravvivere alla crisi energetica in corso. L’opposizione statunitense ad entrambi i progetti era dettata dall’egoismo e mirava a spingere gli alleati statunitensi ad affidarsi alla esportazioni di GNL statunitense, che sono molto più costose e relativamente meno affidabili. Il mondo intero può ora vedere che sarebbe stato controproducente se l’UE si fosse pienamente conformata ai voleri del proprio patrono. È una fortuna che ci siano ancora degli alleati degli Stati Uniti che conservano una parvenza di sovranità strategica e che hanno saggiamente approfondito i propri legami energetici con la Russia nonostante le pressioni statunitensi volte a tagliarli.

Tutto questo dimostra l’importanza di alcuni punti. In primo luogo, sono gli Stati Uniti ad essere il partner inaffidabile, in tutti gli aspetti, dell’Europa – non la Russia. La Grande Potenza Eurasiatica sta accorrendo in aiuto dei propri vicini, cosa che non sarebbe stata possibile se essi avessero ubbidito interamente alle pressioni statunitensi volte a tagliar fuori ogni loro legame energetico con Mosca. E qui si trova il secondo punto, ovvero che gli Stati Uniti hanno cercato di usare come arma le esportazioni di energia basandoli su pretesti russofobici di modo da rendere l’UE dipendente alle sue costose e meno sicure esportazioni di GNL. Il terzo punto è che gli Stati Uniti avevano in campo una narrativa falsa, che alla fine non ha nemmeno ottenuto i risultati desiderati, ma che riduce ulteriormente la loro credibilità agli occhi degli europei.

In futuro, gli europei farebbero meglio a capire che le politicamente interessate convinzioni russofobiche, da alcuni di loro purtroppo nutrite, sono il risultato di una campagna militare d’informazione degli Stati Uniti rivolta proprio contro di loro. Lungi dallo sfruttare l’energia per congelare l’Europa, la Russi ha usato le sue esportazioni di energia in questo periodo di crisi per risanare le sue relazioni bilaterali e migliorare la propria immagine agli occhi dei popoli vicini. L’approccio statunitense e russo alla cosiddetta “diplomazia energetica” non potrebbe essere più antitetico di quanto non lo è adesso: infatti, per gli Stati Uniti si tratta di sfruttare l’esportazione di energia come se fosse un’arma atta a dominare i propri “alleati”, laddove invece la Russia la vede come un’opportunità per migliorare relazioni, percezioni e tenori di vita.

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