di Giulio Chinappi
Un rapporto pubblicato dalle autorità cinesi sulla situazione demografica dello Xinjiang smentisce punto per punto la propaganda anticinese che parla di “lavori forzati”, “genocidio culturale” o addirittura “pulizia etnica” delle minoranze. Disponibile il rapporto integrale tradotto in italiano.
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Dinamiche e dati della popolazione dello Xinjiang (ITA)Download
Nella giornata del 26 settembre, il Consiglio di Stato della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato un libro bianco che descrive in dettaglio lo sviluppo demografico nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang. Questo documento ha il doppio valore di dare una panoramica precisa e dettagliata sulla situazione e sulle prospettive demografiche della regione, ma anche di mettere a tacere la propaganda anticinese che utilizza lo Xinjiang come uno dei propri baluardi per screditare l’operato del governo di Pechino.
Il rapporto dimostra come, negli ultimi 70 anni, lo Xinjiang abbia visto una crescita demografica rapida e costante, un miglioramento della qualità della vita della popolazione, una maggiore aspettativa di vita e un’urbanizzazione e modernizzazione più rapide, processi dei quali hanno potuto beneficiare tutte le diverse etnie che abitano lo Xinjiang, compresa quella uigura: “Lo sviluppo demografico dello Xinjiang testimonia il progresso sociale della regione. Segna il successo di un Paese multietnico unificato nel garantire la sana crescita della popolazione delle sue minoranze etniche“, si legge in un articolo di commento pubblicato dal Quotidiano del Popolo.
Questi dati smentiscono i maniera decisa le menzogne diffuse dalla propaganda anticinese, che accusa la Cina di pratiche come i “lavori forzati”, la “sterilizzazione obbligatoria” o il “genocidio culturale”, fino ad arrivare a millantare una presunta “pulizia etnica” di una popolazione che in realtà è in costante crescita sin dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese, nel 1949. Tali pratiche, del resto, sarebbero contrarie alle stesse leggi e alla stessa Costituzione della Cina. Tali accuse infondante, rappresentano “una calunnia contro la politica cinese nello Xinjiang e i successi ottenuti nello sviluppo della regione, e una grave violazione del diritto internazionale e dei principi fondamentali delle relazioni internazionali“, secondo il Quotidiano del Popolo, che non esita a definirle “la menzogna del secolo“.
Di recente, l’ambasciatore cinese a Londra, Zheng Zeguang, ha avuto modo di smentire la propaganda anticinese sulle questioni che riguardano lo Xinjiang nel corso di una conferenza stampa. Il governo cinese rimane fermo nella sua determinazione ad attuare le politiche pertinenti sullo Xinjiang. “Continueremo a promuovere lo sviluppo di alta qualità, la solidarietà etnica e il progresso sociale, e a migliorare la vita delle persone nello Xinjiang, in modo che le persone di tutti i gruppi etnici della regione possano godere di una vita felice“, aveva affermato l’ambasciatore, in linea con quelle che sono le politiche applicate tanto dal governo centrale di Pechino quanto dal governo regionale di Ürümqi. “Negli ultimi 40 anni, la popolazione di uiguri nello Xinjiang è aumentata da 5,55 milioni a 11,6 milioni. L’aspettativa di vita per gli uiguri è aumentata da 30 a 72 anni negli ultimi 60 anni. Cos’altro è più lontano dal “genocidio”?“, aveva aggiunto Zheng Zeguang, rispondendo alle accuse che generalmente vengono formulate dalla stampa asservita all’imperialismo.
Senza dilungarci oltre, non ci resta che invitarvi alla lettura completa del documento allegato per prendere visione nel dettaglio dei numeri presentati e per comprendere realmente quali sono le condizioni di vita della popolazione dello Xinjiang, regione nella quale sono presenti non solo gli Uiguri, ma oltre 50 gruppi etnici diversi che vivono a stretto contatto fra loro.
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