Come è possibile leggere sul sito ufficiale www.associna.com, Associna è la prima e principale associazione delle nuove generazioni italo-cinesi nati o cresciuti in Italia. Nata spontaneamente sul web nel 2005, essa è divenuta nel tempo un’associazione di respiro nazionale. Oggi l’Associazione è operativa nelle principali città italiane dove sono presenti cittadini di origine cinese: Milano, Prato, Roma, Padova, Genova, Torino, Bologna, Firenze. Ad Associna va attribuito l’apertura e la diffusione del dibattito sulle Seconde Generazioni di origine cinese fra le istituzioni, le organizzazioni italiane e le associazione cinesi. Oggi l’Associazione rappresenta un punto di riferimento non solo per le seconde generazioni italo-cinesi, ma per tutti coloro che vogliono conoscere più da vicino la cultura cinese e la multiculturalità di ragazzi cresciuti in Italia, dall’aspetto orientale.
Annualmente i consociati Associna si ritrovano al fine di consolidare il network tra imprese, oltre che per fare il punto della situazione e ridefinire gli obiettivi da raggiungere. L’importanza di Associna è cresciuta al punto che attualmente questo evento è stato affiancato da convegni tematici su argomenti di attualità per la comunità cinese in Italia. Quest’anno il tema scelto è stato: Le seconde Generazioni Italo-Cinesi.
Le nuove leve ricoprono un ruolo di rilievo crescente nella comunità italo-cinese. Come riportato nell’introduzione del giornalista del Corriere della Sera Dario Di Vico, queste contribuiscono attivamente in tutti gli ambiti della comunità locale passando dagli aspetti culturali, sociali fino a quelli politici. Naturalmente l’ambito di maggiore impegno è quello economico. In questo senso le attività dei giovani italo-cinesi si dividono in base alla loro formazione: questi ragazzi sono infatti stati i primi ad avere avuto la possibilità di intraprendere gli studi universitari. I neo laureati bilingue – se non addirittura trilingue (vedi Inglese) – sono molto ricercati sul mercato del lavoro e sono principalmente occupati in grandi multinazionali. I giovani che al contrario non si sono accostati alla carriera universitaria dimostrano atrettanta intraprendenza attraverso nuove iniziative economiche basate sulla cooperazione italo-cinese.
L’importanza delle nuove promesse italo-cinesi è ribadita anche dal vicepresidente di Associna il Dottor Francesco Wu, il quale sostiene come grazie alle loro competenze linguistico culturali, le seconde generazioni abbiano potuto incrementare in prima battuta gli investimenti italiani in Cina, e in seconda battuta favorire altresì gli investimenti cinesi in Italia. La cooperazione sino-italiana che ne è nata ha portato risultati molto positivi ad entrambi i sistemi (Italia e Cina) in un periodo di carenza di investimenti post crisi 2008.
In linea con questa interpretazione la ditrettrice dell’Istituto Confucio, la dottoressa Elisa Maria Giunipero, ha spiegato come le nuove leve rappresentino un ponte verso l’integrazione con la comunità locale. La dottoressa Giunipero ha calorosamente invitato i ragazzi italo-cinesi alla partecipazione agli eventi universitari e culturali al fine di conoscere meglio la realtà locale e sentirsene parte attiva. Iniziative di questo segno sono ad esempio le guide turistiche scelte tra gli studenti della magistrale di lingue straniere presso l’università Cattolica di Milano per i turisti cinesi proveniente dalla madrepatria. Queste visite guidate lanciate in occasione dell’Expo si prefiggevano di far apprezzare fino in fondo le bellezze del Castello Sforzesco ed in particolare la Pietà Rondanini attraverso dettagliate spiegazioni in lingua. A seguito del grande successo, l’iniziativa è attualmente stata riproposta vertendo questa volta sul Museo Ambrosiano. L’ambizione della dottoressa Giunipero sarebbe quella di includere non solo i turisti cinesi, che in numero sempre maggiore scelgono l’Italia come meta dei loro viaggi, ma anche la comunità cinese locale al fine di rafforzare il proprio sentimento di identità e attaccamento al territorio.
L’appello all’appartenza alla comunità locale è stato ripreso anche dall’Assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, la dottoressa Carmela Rozza che ha sottolineato come Milano possa vantare una tradizione cosmopolita di apertura che ha permesso di accogliere migranti interni ed esterni senza pregiudizi, alla sola condizione di lavorare attivamente al benessere della comunità nel suo complesso. Per questo motivo la dottoressa Rozza ha sottolineato che è premura del Comune di Milano adoperarsi per superare gli stereotipi che associano i cinesi a merce contraffatta di bassa qualità, al fine di riconoscere e premiare gli imprenditori cinesi onesti e volenteresi che operando nel rispetto della legge mettono concretamente in essere un virtuoso meccanismo sinergico tra Paese di orgine e realtà locale.
Questa tedenza è consolidata al punto che la collaborazione sino-italiana in ambito commerciale ha raggiunto anche livelli istituzionali come dimostrato dagli stretti legami intercorrenti tra Associna e l’Assessore alla Politica del Lavoro, Att. Produttive, Comm. e Risorse Umane del Comune di Milano, la dottoressa Cristina Tajani. In questo senso, le statistiche della Camera di Commercio dimostrano con la forza dei numeri come le aziende e gli investimenti cinesi abbiano contribuito in modo significativo allo sviluppo economico e alla crescita occupazionale nel territorio milanese durante il periodo di crisi del 2008. Milano rappresenta il fulcro del sincretismo sino-italiano che ha le sue punte di diamante in settori quali design e moda. Ormai da dieci anni in questi settori Cina e Italia dimostrano uno spiccato interesse reciproco, che si concretizza in scambi di soggiorno studio e lavoro tra i due Paesi. Numerosi sono ormai i cinesi che approdano nelle università milanesi per apprendere le arti tecnico-scientifiche e del fashion, come altrettanti sono i designer e gli architetti italiani che realizzano in Cina i loro progetti. Simbolo di questo scambio è da un lato la Beijing Design Week con sede a Milano, come altresì la Milano Design Week che avrà luogo il prossimo Novembre a Shanghai. Queste iniziative rappresentano importantissime vetrine internazionali per dar lustro al Made in Italy e per risaltare ulteriormente il ruolo di Milano, come città all’avanguardia nel campo del design e della moda.
Nel contributo successivo, il console Meng riconosce il merito delle seconde generazioni per aver saputo portare avanti i valori tradizionali cinesi quali la laboriosità, l’intelligenza e l’inclusività, grazie ai quali stanno contribuendo positivamente allo sviluppo armonioso della società italiana come ai rapporti sino-italiani. Lungo è infatti l’elenco delle imprese cinesi che partecipano attivamente allo sviluppo dell’economia milanese. L’integrazione e la collaborazione tra comunità sono in costante aumento favorite anche dal carattere bilingue e interculturale delle seconde generazioni che riescono a mediare facilmente tra attori cinesi e attori italiani.
Il professor Cologna dell’Università dell’Insubria riconosce a sua volta la presenza di sinergie virtuose tra seconda generazione e comunità locali, ma condiziona il successo di queste collaborazioni all’implementazione di riforme istituzionali. Il professore sottolinea come a causa della faragginosa legge italiana sul riconoscimento della cittadinanza, solo una minoranza della comunità cinese in Italia abbia la cittadinanza italiana. Questa condizione di disagio, oltre a richiedere riforme atte alla semplificazione dei processi di naturalizzazione, deve essere anche accettata come dato di fatto: non tutti i residenti cinesi in Italia sono infatti interessati a diventare cittadini italiani. Tale contesto eterogeneo richiede strategie che superino l’idea di comunità basata esclusivamente sul principio di cittadinanza. In questo senso il professore ha richiamato le autorità nazionali come quelle europee ad agire con maggiore coerenza ed accortezza nei rapporti con la Cina. Nel concreto la sua proposta si incentrerebbe su un rafforzamento dei diritti di residenza finalizzati a rendere partecipi tutti gli individui presenti sul territorio, in un processo di inclusione ad ampio raggio. In particolare speciale attenzione va riservata all’integrazione delle seconde generazioni perchè questo passaggio generazionale sta rivelando delle criticità: per la prima volta, infatti, una quota significativa di giovani ha avuto accesso agli studi universitari e per questo ambisce a carriere di alto livello che si discostano dalla gestione delle aziende familiari lanciate con fatica dai loro stessi genitori. In questo senso la nuova generazione si sta dimostrando molto più innovativa e orientata al settore dei servizi rispetto a quella precedente. Tali caratteristiche rappresentano un punto di forza nei nuovi modelli di business delle seconde generazioni, che si stanno mostrando molto attente alle fasce di mercato deboli e trascurate, come gli aziani e i ceti medi impoveriti dalla crisi. Altri grandi punti di forza delle seconde generazioni sono costituiti dalla trasversalità e dall’inclusività. Un esempio lampante si osserva nel settore dei servizi, a partire dai bar, che sono aperti a tutte le fasce di pubblico sia per età che per etnia. Inoltre i rapporti informali che vanno dalla collaborazione fino all’amicizia tra italiani e cinesi permettono a questi ultimi di potersi avvantaggiare di consigli, oltre che all’appoggio delle reti familiari locali. In questa prospettiva il professore ha sottolineato come gli italiani che studiano il cinese debbano essere considerati come compagni e non rivali delle seconde generazioni, in quanto le competenze culturali e la mediazione linguistica sono fattori altrettanto decisivi oltre alla mera padronanza linguistica. In questo senso le opportunità di interazione sino-italiana possono essere sintetizzate come segue: 1) imprese cinesi familiari a Milano; 2) imprese italiane operanti in Cina; 3) aziende cinesi che operano in Italia. Per questo motivo il successo della seconda genrazione cinese non è limitato alla comunità cinese ma va considerato come un successo di Milano nel suo complesso.
La fruttuosa sinergia tra seconde generazioni e comunità locale è confermata dal Dott. Andrea Orlandi, il direttore di Extra banca, il primo istituto di Credito dedicato agli stranieri che per ora vanta 5 sedi: due a Milano, Prato, Brescia e Roma. Il dott. Orlandi loda in questo senso il credito di fiducia che la comunità cinese è riuscta a costruirsi nel tempo presso le banche, fondata sul rispetto dei termini e delle scadenze di pagamento. La comunità cinese si è sempre distinta per la sua laboriosità e per questo essa, come anche la sua rappresentanza di Associna, è sempre stata benvista e integrata nella realtà locale milanese. Il direttore ha tenuto inoltre a evidenziare nuove tendenze: al momento è già possibile parlare di una terza generazione che si affaccia sul mercato del lavoro italiano, inoltre i nuovi immigrati provenienti dalla Cina non sono più spinti da ristrettezze economiche, quanto piuttosto da precisi interessi commerciali strategici oltre che piani di investimento. Il dottor Orlandi rimprovera solamente due mancanze da parte della comunità cinese: il mantenimento della predilezione tipica dei cinesi per l’economia reale e il commercio piuttosto che per le attività finanziarie e di investimento speculativo. Questa tendenza si lega alla propensione di delegare la gestione delle attività bancarie alle donne, in quanto considerate di secondo livello, rispetto alla gestione diretta dell’azienda appannaggio preferienzale del padre di famiglia. Inoltre se da un lato i cinesi, con una quota del 70% sono i primi clienti nel settore business, dall’altro canto non sono molto chiari e trasparenti nella tracciabilità degli investimenti e nell’impiego dei prestiti. Questa opacità rappresenta un grandissimo problema per gli istituti di credito che devono sempre riferire delle loro attività alla Banca Centrale Italiana. Una possibile soluzione a questa grave mancanza sarebbe costituita dalla formazione di personale italiano più competente e abile nella comunicazione in cinese in grado cioè di spiegare in modo esaustivo ai clienti cinesi i documenti e le procedure burocratiche richiesti per agire in conformità alle normative nazionali.
Il giornalista Di Vico ha tenuto a sottolineare come i rapporti tra seconde generazioni – comunità cinese nel suo generale – con la società locale possano variare fortemente a seconda che si prenda in considerazione una realtà globalizzata dinamica e cosmopolita come Milano, piuttosto che un territorio rurale più tradizionale come la campagna veneta, la cui struttura economica caratterizzata dalla presenza di numerosi centri di eccellenza di scarse dimensioni è stata tra le più colpite dall’ingresso nel mercato del lavoro della comunità cinese. In questo senso il giornalista del Corriere della Sera ha ammonito sull’urgenza di inverventi a sostegno delle piccole e medie imprese in quanto queste realtà disagiate potrebbero diventare possibili focolai di intollerenza verso le comunità cinesi, percepite come minaccia all’equilibrio socio economico.
Da questa osservazione trae spunto il responsabile in Italia di Zheijang Rifa Precision Machinery Co Ldt che sottolinea l’importanza di trovare un punto di equilibrio tra le opportunità locali e le esigenze delle aziende cinesi interessate a investire in Italia. In questo senso il dott. Wang Hong ha tenuto a sottolineare come la sua multinazionale, nonostante abbia acquisito ben due prestigiose aziende dell’eccellenza Made in Italy abbia mantenuto tutto il personale italiano, perchè ne ha riconosciuto la formazione di ottima qualità. In questo senso ha precisato che gli investimenti cinesi non sono meramente orientati all’acquisizione del know-how italiano finalizzato a sè stesso. Al contrario la formazione di gruppi aziendali mira a massimizzare il potenziale di ogni singolo compenente aziendale.
Al momento il dott. Wang Hong rileva con soddisfazione come i rapporti commerciali siano in sostanziale sviluppo specialmente nel settore tecnico-scientifico in cui la sua azienda è attiva. L’invito del dott. Wang Hong per le seconde generazioni è di trarre massimo profitto da questa convergenza positiva. In questo senso, più volte il dott. Wang Hong ha ribadito l’imperativo per i giovani di mantenere la propria identità cinese affiancata da una solida formazione scientifico-ingegneristica in quanto queste doti sono maggiormente ricercate nel mercato del lavoro.
Anche l’Industrial and Commercial Bank of China nella persona del general manager della sede di Milano dedica particolare attenzione alla nuova generazione concretizzata attraverso un impegno materiale con le assunzioni di bilingue. Il general manager Jin Yangkun ha tenuto a riporcorrere la lunga storia che caratterizza e unisce Cina e Italia a partire dalla Via della Seta. A seguito della globalizzazione i rapporti tra i due Paesi sono diventati ancora più intensi, al punto che la Cina rappresenta per l’Italia il 3° mercato export come anche import a livello mondiale. L’importanza di questi legami sono testimoniati dall’attenzione che le istituzioni italiane dedicano alla Cina, come dall’interesse del mercato cinese per il Made in Italy con particolare riguardo ai settori di alta qualità della moda, del cibo e del design; oltre che dall’interesse degli imprenditori italiani per entrare nel mercato cinese. In questo senso i contatti tra imprese cinesi e imprese italiane non mancano, anche perchè favoriti e sostenuti dall’azione della ICBC.
Tra le sfide imminenti il general manager Yangkum cita l’esigenza di conciliare i punti di forza delle aziende italiane alle esigenze dell’economia cinese, in questo senso menziona la buona pratica dei modelli di urbanizzazione Italiana come possibile riferimento per lo sviluppo urbano in Cina, oltre che le buone pratiche italiane nel settore dell’ecosostenibile e della sanità. Altro nodo di interesse è rappresentato dalla necessità di far conoscere, riconoscere ed apprezzare gli autentici prodotti del Made in Italy al mercato cinese. Infine un’ultima priorità è rappresentata dalla necessità di trovare un punto di equilibrio tra investimenti cinesi in Italia e andamento delle imprese italiane sul territorio. In questa prospettiva, a seguito della globalizzazione non ha più senso parlare di profitti unilaterali con perdite per la controparte. Ogni investimento deve obbligatoriamente portare a situazioni di equlibrio win-win perchè gli attori inclusi si trovano in una situazione di interdipendenza reciproca, per cui l’unica soluzione possibile è quella di uno sviluppo nel mutuo interesse.
In questa ottica il dott. Yangkum esorta la seconda generazione ad ampliare i propri traguardi ed orizzonti, pensando su vasta scala e nel lungo periodo ad uno sviluppo sostenibile e duraturo a vantaggio della società nel suo complesso. Per questo il suo appello è anche rivolto alle istituzioni italiane affinchè garantiscano pari opportunità per le seconde generazioni cinesi, che possano vedere riconosciuti e ricompensati i loro sforzi per il miglioramento della comunità locale di appartenzenza nel suo insieme.
Le richieste di riconoscimento della seconda generazione sono accolte dalla rappresentante della Comunità di Sant Egidio che collabora da tempo con Associna al fine di creare significativi legami intesi come forti relazioni atte a incidere e migliorare la comunità locale nel suo insieme. Prima di tutto la dottoressa Pero si è concentrata sul rapporto intergenerazionale all’interno della comunità cinese stessa. Come già fatto presente il rapporto tra genitori e figli è a tratti problematico perchè le nuove generazioni possono disporre di maggiori opportunità grazie agli sforzi e ai sacrifici dei loro genitori. Grazie ai maggiori strumenti a disposizione, come una formazione scolastica più solida e un rapporto con la realtà locale più consolidato, uniti allo spirito imprenditoriale cinese, le nuove leve hanno disposto di mezzi efficiaci per fronteggiare con successo la crisi del 2008 offrendo un apporto molto positivo alla città in un periodo di carenza di investimenti.
A questo punto seguono una serie di testimonianze di italo-cinesi che dopo aver studiato nelle università di Milano hanno avviato brillanti carriere di successo. Le loro testimonianze riflettono i loro sforzi e la loro determinazione nel raggiungere i propri obiettivi. Molti di loro hanno dovuto riscoprire le loro radici perchè l’integrazione nella comunità italiana si era spinta al punto da non permetter loro di esprimersi al livello di madrelingue in Cinese, per questo alcuni hanno vissuto crisi di identità e periodi di ridefinizione della propria appartenza. Tutti però dopo percorsi più o meno tortuosi sono riusciti a trovare un giusto equilibrio tra le proprie origini e comunità locale di appartenenza oltre che a coronare i loro sogni.
La cerimonia si è conclusa con la premiazione delle aziende della Seconda Generazione Italo Cinesi più esemplari dell’anno. I primi due riconoscimenti sono andati a Chinapower e all’Industrial and Commercial Bank of China. La premiazione più particolare però è stata il riconoscimento a Jacopo Lin, il primo carabiniere Italo-Cinese. La sua figura rappresenta il superamento della barriera noi/voi per andare verso un nuovo processo di formazione di nazione interculturale dove le varie comunità si relazionano tra loro in rapporti sinergici e mutuamente profittevoli nello sviluppo armonioso di un nuovo Stato Italiano interculturale.
Chiara Tavazzani
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