Si è tenuta sabato 21 maggio a Bologna la Festa nazionale per il 44° Anniversario dell’unificazione del Camerun, che ha visto la partecipazione di numerosi esponenti della qualificata comunità camerunense in Italia e del Console onorario a Firenze, avv. Ildo Morelli, organizzatore di un evento che ha l’obiettivo di unificare il più possibile le varie associazioni della diaspora.
I rapporti storici, rafforzati dalla recente visita del Presidente Sergio Mattarella a Yaoundè, possono essere sintetizzati nella cancellazione del debito camerunense (con la condizione che i soldi vengano investiti in progetti imprenditoriali e nel sociale) e nelle borse di studio concesse alle migliaia di studenti camerunensi in Italia (quasi il 4% del totale degli studenti stranieri), i quali scontano ancora il problema del riconoscimento della loro laurea nel Paese di appartenenza.
Il Camerun, che soffre ancora delle divisione linguistica tra francofoni ed anglofoni, paga un duro prezzo alla sua dipendenza finanziaria dalla Banca di Parigi e all’emissione del franco cfa, ragion per cui il Presidente Paul Biya sta cercando di smarcare il Paese dal controllo occidentale per avvicinarsi invece a Mosca (concessioni minerarie) e a Pechino (costruzione infrastrutture).
Si tratta tuttavia di una nazione potenzialmente ricchissima, vista l’ingente presenza nel suo sottosuolo di petrolio, minerali, metalli (rame in particolare) e diamanti.
Il terreno del Camerun è inoltre fertilissimo ed estremamente favorevole per l’agricoltura ma viene sfruttato soltanto per il 30% delle sue possibilità; anche le potenzialità turistiche sono enormi perché rimane probabilmente il paese paesaggisticamente più bello dell’Africa.
I principali investitori sono attualmente Francia, Stati Uniti d’America e Nigeria ma è molto forte anche il peso economico della diaspora; il Governo di Yaoundè ha da poco varato importanti progetti di rilancio, concedendo agevolazioni fiscali per le imprese e creando una zona economica speciale.
Sarano anni decisivi per lo sviluppo del Camerun, che deve scontarsi con enormi ostacoli e difficoltà: innanzitutto di accesso al credito perché la Banca Africana è ancora poco operativa, poi di salari dei lavoratori molto bassi e tutt’altro che garantiti, di assistenza sanitaria scarsa e mancata certezza del diritto.
Tuttavia questa nazione può vantare alcune eccellenze dal punto di vista artigianale e produzioni alimentari (miele e pepe soprattutto ma anche caffè) di elevata qualità, particolarmente appetibili per il mercato italiano ed europeo.
La sigla di joint ventures con imprese camerunensi e l’esportazione di prodotti e servizi ad alta innovazione tecnologica, rappresentano due opportunità importanti per i potenziali investitori.
E’ comunque la volontà popolare di radicare il proprio sviluppo nella cultura tradizionale camerunense che potrebbe rivelarsi l’arma vincente, trattandosi di un Paese ancorato all’idea del panafricanismo e con la volontà di uscire dalla stretta neocolonialista di alcuni attori internazionali imbevuti di eurocentrismo.
Stefano Vernole
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