Il multipolarismo in un sistema internazionale frammentato: ascesa e caduta del multipolarismo dipendono dai BRICS?
Recentemente due articoli hanno affermato l’utilità dei BRICS nelle strutture della politica gobale e della governance internazionale.
Il primo, pubblicato su Project Syndicate da Ana Palacia, ex Ministro degli Esteri spagnolo, era intitolato “l’errore dei BRICS” (the BRICS’ fallacy). Il fulcro dell’argomentazione è che i BRICS non saranno in grado di interpretare un ruolo di leadership mondiale, semplicemente perché il “durevole dominio” degli Stati Uniti non può essere rimpiazzato da blocchi di potere sostitutivi. Nel riconoscere che “l’ordine internazionale si trova ad un punto di svolta”, Palacia sottolinea l’importanza degli Stati Uniti all’interno del sistema internazionale, che spera “possa aiutare a spronare gli USA a dedicarsi nuovamente alle proprie responsabilità internazionali”. Questo perché “i BRICS restano un fattore” ma semplicemente non “il solo fattore” in grado di garantire una leadership globale.
Il secondo articolo, intitolato “BRICS sul punto di collassare poiché i membri non mostrano coesione” (BRICS in danger of collapsing as members fail to cohere), è stato pubblicato sul quotidiano sudafricano “The Business Day”. Gli autori, Daniel e Virk, pongono l’accento sulle disparità economiche fra i cinque Paesi e sulla loro inconsistenza quando si parla di strategie di governance globale su temi come la “Responsibility to Protect”. Gli autori concludono che “le differenti priorità ed aspettative [dei BRICS] potrebbero indebolire il loro sforzo collettivo volto alla creazione di un ordine mondiale equo e democratico”.
Entrambi i punti di vista sono indicativi di una crescente ossessione a proposito dei BRICS. Questa preoccupazione nei riguardi dei BRICS, però, rende chiaro che l’incessante reazione critica sull’argomento BRICS è la prova di come i BRICS rappresentino qualcosa di più di un problema con il quale confrontarsi.
A questo punto il fascino nei confronti dei BRICS merita di essere contestualizzato all’interno della realtà globale.
Nell’attuale paesaggio globale la sfida alla legittimità dei BRICS possiede una sua validità, considerata la natura di un mondo multipolare in evoluzione dove esistono diversi centri di potere economico e politico.
Pertanto i BRICS sono solo una delle configurazioni all’interno dell’emergente sistema globale multipolare, nel quale l’economia non è il solo focus predominante.
Una questione più urgente è dove sia emersa la nozione secondo la quale si crede che i BRICS rappresentino una sfida al dominio americano o che competeranno su questo terreno con gli Stati Uniti.
I BRICS stanno affrontando senza dubbio delle sfide economiche, ma in nessun modo ciò segnerà il destino del multipolarismo o il bisogno di rinforzare un mondo unipolare.
Come tutti gli Stati in crescita, sperimenteranno delle congenite difficoltà nella gestione di questioni come la stabilizzazione e la maturità economica e politica. Questo è proprio ciò che l’Occidente ha a sua volta sperimentato durante la sua trasformazione in centro globale del potere.
E’ questo che sta accadendo ai BRICS? Oppure sono giunti al punto di rottura? E’ troppo presto per iniziare a parlare in toni apocalittici.
Perché? Innanzitutto perché nonostante il declino dei BRICS riguardi dinamiche interne, allo stesso modo esso avrà ripercussioni ed effetti economici globali, dal momento che viviamo in un sistema internazionale interdipendente.
In secondo luogo, il fattore multipolare non è solamente il fattore BRICS, ma anche MINT, MIKTA, IBSA, CIVETS, N-11. Questo è un gruppo di economie asiatiche, latinoamericane ed africane che hanno senza dubbio le medesime aspirazioni dei BRICS e che possono essere a loro volta identificati come potenziali contendenti per il la leadership globale. Se i BRICS di oggi sono questi, chi saranno quelli di domani? Ed assisteremo alle medesime preoccupazioni che abbiamo veduto nel caso dei BRICS?
In terzo luogo, non si possono disaggregare fattori assoluti, in questo caso il rendimento economico dei BRICS, con l’obiettivo di costruire un modello geopolitico di regressione che determini con certezza il futuro della governance gobale. Questo perché in fin dei conti l’interdipendenza sottostà a quasi tutte le transazioni globali. In tal modo mentre una volta si sosteneva che “quando gli USA starnutiscono il mondo intero si prende un raffreddore”, oggi il raffreddore viene trasmesso da un’orchestra di diversi starnuti.
Dopo tutto ciò che si è detto e fatto, possiamo al massimo fare previsioni ragionevoli sul futuro dei BRICS, e forse affermazioni leggermente più certe sul ruolo immediato degli Stati Uniti nella governance globale. In nessun modo, però, possiamo sottovalutare l’esistenza e la continua formazione di diversi centri di potere nell’attuale arena geopolitica.
Forse ciò che serve è comprendere quanto sia diventato frammentato il sistema internazionale.
Sanusha Naidu
Edwin Rwigi per www.fahamu.org
Naidu e Rwigi sono a capo del “Fahamu’s Emerging Powers in Africa Project”. I loro punti di vista sono strettamente personali.
Traduzione per il CESEM di Lorenzo Pedrini.
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