di Giulio Chinappi
Un governo guidato interamente da donne prende il potere in Islanda. Dopo elezioni segnate da cambiamenti radicali, Kristrún Frostadóttir assume la leadership di una coalizione progressista pronta ad affrontare sfide economiche, sociali e ambientali.
FONTE ARTICOLO: https://giuliochinappi.wordpress.com/2024/12/24/islanda-nasce-il-governo-delle-valchirie/
Il 21 dicembre è stata una giornata importante per l’Islanda, con la formazione del governo guidato da Kristrún Frostadóttir, leader dell’Alleanza Socialdemocratica (Samfylkingin – jafnaðarflokkur Íslands), e sostenuto da una coalizione di tre partiti che vedono ai propri vertici altrettante donne. Sebbene l’Islanda sia sempre stata all’avanguardia per quanto riguarda la partecipazione femminile alla politica, il nuovo esecutivo si è guadagnato il soprannome di “governo delle valchirie” [1] per celebrare il ruolo di spicco delle donne nella politica nazionale attraverso un riferimento mitologico che evoca forza, coraggio e leadership.
Come abbiamo ricordato in un nostro precedente articolo, le elezioni legislative del 30 novembre erano state convocate in seguito al collasso del governo di coalizione guidato dal Partito dell’Indipendenza (Sjálfstæðisflokkurinn), al potere per sette anni. Il crollo dell’esecutivo è stato causato da divergenze su temi cruciali come l’immigrazione, la politica energetica e la gestione economica.
I risultati delle urne hanno segnato un netto cambiamento nel panorama politico islandese, con l’Alleanza Socialdemocratica, guidata dalla giovane e carismatica Kristrún Frostadóttir, che ha ottenuto il 20,8% dei voti, conquistando 15 seggi nel Parlamento (Alþingi). Questo risultato ha rappresentato un raddoppio dei consensi rispetto alle elezioni del 2021, testimoniando il desiderio di cambiamento degli islandesi.
La seconda forza politica, il Partito dell’Indipendenza, ha invece registrato il peggior risultato della sua storia, con il 19,4% dei voti e 14 seggi. Anche altri partiti storici, come il Movimento Sinistra-Verde (Vinstrihreyfingin – grænt framboð) e il Partito Pirata (Píratar), hanno subito una pesante disfatta, perdendo tutta la loro rappresentanza parlamentare.
Tra i vincitori, oltre all’Alleanza Socialdemocratica, sono emersi il Partito Riformista (Viðreisn) e il Partito Popolare (Flokkur fólksins), che hanno registrato i loro migliori risultati di sempre, eleggendo rispettivamente undici e dieci deputati. Sono state proprio queste due forze politiche a risultare fondamentali per la formazione della nuova coalizione di governo, grazie al ruolo assunto dalla leader riformista Þorgerður Katrín Gunnarsdóttir e da quella popolare Inga Sæland, che sono andate appunto a formare il trittico delle “valchirie” insieme al nuovo primo ministro Kristrún Frostadóttir.
Dopo i risultati elettorali, la presidente Halla Tómasdóttir, eletta nello scorso mese di giugno, ha conferito a Kristrún Frostadóttir, in quanto leader del partito con il maggior numero di consensi, il mandato per formare un governo. Come detto, la leader socialdemocratica ha immediatamente avviato colloqui con il Partito Riformista, guidato da Þorgerður Katrín Gunnarsdóttir, e con il Partito Popolare, guidato da Inga Sæland. Una volta raggiunto l’accordo, la coalizione, composta da queste tre forze politiche, ha raggiunto una maggioranza di 36 seggi su 63 nell’emiciclo di Reykjavík.
Attraverso l’accordo tra le tre forze politiche di cui sopra, il governo Frostadóttir ha già delineato una serie di priorità per affrontare le sfide che il paese deve fronteggiare. La crisi del costo della vita è una delle questioni più urgenti, con l’inflazione, che ha raggiunto il picco del 10,4% a febbraio 2023, che rappresenta una delle principali preoccupazioni per gli islandesi. Sebbene il tasso sia sceso al 5,1% nell’ottobre 2024, questo rimane significativamente alto rispetto agli standard internazionali. In risposta a questi dati preoccupanti, la coalizione ha promesso misure concrete per ridurre il costo della vita e migliorare il potere d’acquisto dei cittadini.
Nel suo complesso, la ripresa economica non può che essere una priorità centrale. Gli effetti della pandemia e delle eruzioni vulcaniche nel sud-ovest del paese hanno gravemente colpito l’economia islandese negli ultimi anni. La coalizione intende implementare politiche che stimolino la crescita economica, sostenendo le imprese locali e creando nuovi posti di lavoro.
Un altro aspetto cruciale del programma del nuovo esecutivo riguarda la politica energetica e la sostenibilità. L’Islanda, nota per il suo uso pionieristico di energie rinnovabili, si trova infatti di fronte alla necessità di bilanciare la crescita economica con la tutela dell’ambiente. Il nuovo governo intende promuovere politiche che favoriscano la transizione energetica e rafforzino la posizione del paese come leader mondiale nella sostenibilità.
Anche la gestione dell’immigrazione rappresenta una sfida complessa per il paese, che negli ultimi anni ha registrato un aumento significativo delle richieste di asilo. Secondo i dati ufficiali, le domande sono passate da meno di 1.000 all’anno a oltre 4.000, mettendo sotto pressione le infrastrutture e i servizi pubblici. Il governo Frostadóttir ha promesso un approccio equilibrato, che coniughi solidarietà e integrazione efficace.
Per quanto riguarda la composizione dell’esecutivo, il governo Frostadóttir è composto da 11 ministri: 4 provenienti dall’Alleanza Socialdemocratica, 4 dal Partito Riformista e 3 dal Partito Popolare. Questa distribuzione riflette un equilibrio tra le forze politiche della coalizione e un impegno a garantire rappresentatività e competenza. Tra i ministeri chiave si evidenzia il Ministero delle Finanze, affidato a un esponente del Partito Riformista, con l’obiettivo di attuare riforme fiscali e migliorare la sostenibilità delle finanze pubbliche; al Ministero dell’Ambiente e dell’Energia è stato assegnato un membro dell’Alleanza Socialdemocratica, per promuovere politiche innovative in campo ambientale; il Ministero degli Affari Sociali, invece, è guidato dalla leader del Partito Popolare Inga Sæland, con il compito di affrontare le disuguaglianze sociali e migliorare i servizi per gli anziani e i disabili; infine, alla leader riformista Þorgerður Katrín Gunnarsdóttir è stato affidato il Ministero degli Affari Esteri.
Subito dopo l’ufficializzazione della formazione del nuovo governo islandese, Kristrún Frostadóttir ha dichiarato: «Siamo pronti a lavorare per il bene del paese, ascoltando le esigenze dei cittadini e costruendo un futuro migliore per tutti». Le sue parole riflettono la determinazione di una leader che, a soli 36 anni, è riuscito a portare una ventata di aria fresca nella politica islandese, nella speranza che il suo governo riesca a rispondere con efficacia alle esigenze dei cittadini.
COMPOSIZIONE DEL GOVERNO DELLE VALCHIRIE
Portafoglio | Ministro | Partito |
---|---|---|
Primo Ministro | Kristrún Frostadóttir | Alleanza Socialdemocratica |
Ministro degli Affari Esteri | Þorgerður Katrín Gunnarsdóttir | Viðreisn |
Ministro degli Affari Sociali e delle Politiche Abitative | Inga Sæland | Partito Popolare |
Ministro delle Finanze e degli Affari Economici | Daði Már Kristófersson | Viðreisn |
Ministro dei Trasporti e degli Enti Locali | Eyjólfur Ármannsson | Partito Popolare |
Ministro dell’Ambiente, dell’Energia e del Clima | Jóhann Páll Jóhannsson | Alleanza Socialdemocratica |
Ministro della Cultura, dell’Innovazione e delle Università | Logi Már Einarsson | Alleanza Socialdemocratica |
Ministro dell’Istruzione e dell’Infanzia | Ásthildur Lóa Þórsdóttir | Partito Popolare |
Ministro della Salute | Alma Möller | Alleanza Socialdemocratica |
Ministro della Giustizia | Þorbjörg Sigríður Gunnlaugsdóttir | Viðreisn |
Ministro delle Industrie | Hanna Katrín Friðriksson | Viðreisn |
NOTE AL TESTO
[1] Nella mitologia norrena, le valchierie erano esseri femminili al servizio di Odino, incaricate di scegliere i guerrieri caduti in battaglia che avrebbero raggiunto il Valhalla.
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