di Giulio Chinappi
Yamandú Orsi, candidato del Frente Amplio, ha vinto il ballottaggio del 24 novembre, segnando il ritorno della sinistra al governo in Uruguay. Il presidente eletto promette dialogo, integrazione e un paese senza esclusi, affrontando sfide economiche, sociali e politiche nei prossimi anni.
Lo scorso 24 novembre, l’Uruguay ha scritto un nuovo capitolo della sua storia politica con l’elezione di Yamandú Orsi alla presidenza. Il candidato del Frente Amplio (FA), ex sindaco di Canelones e figura prominente della sinistra uruguayana, ha sconfitto infatti Álvaro Delgado, rappresentante della Coalición Republicana di centro-destra, in un ballottaggio acceso e caratterizzato da un’ampia partecipazione popolare (89,36% degli aventi diritto). Con questa vittoria, il Frente Amplio si assicura il ritorno al potere dopo un quinquennio di governo della destra liberale, guidata dal presidente uscente Luis Lacalle Pou, impossibilitato dai dettami costituzionali a presentarsi per un secondo mandato consecutivo.
Secondo i risultati ufficiali, Orsi e la sua collega candidata alla vicepresidenza, Carolina Cosse, hanno ottenuto oltre 1,2 milioni di voti, pari al 52,00% dei voti validi, superando per circa 93.000 schede i consensi ottenuti dal binomio formato da Delgado e Valeria Ripoll. Secondo i commentatori, questo risultato rappresenta non solo un ritorno del Frente Amplio alla guida del paese, ma anche una rinnovata fiducia nella capacità della sinistra di affrontare le sfide economiche, sociali e istituzionali che caratterizzano l’Uruguay contemporaneo.
La vicepresidente eletta, Carolina Cosse, è stata la prima a parlare dopo l’annuncio dei risultati, omaggiando l’ex presidente Tabaré Vázquez (2005-2010 e 2015-2020), scomparso quattro anni fa poco dopo la fine del suo secondo mandato, e ricordando l’eredità dei leader storici del Frente Amplio, in particolare quella dell’altro ex presidente José “Pepe” Mujica (2010-2015), oggi 89enne e da molti considerato come il vero artefice della vittoria di Orsi. Nel suo discorso, la futura vicepresidente ha sottolineato l’importanza dell’unità nazionale e ha dichiarato: “Oggi inizia il cammino verso il futuro dell’Uruguay, un cammino di speranza“.
Subito dopo l’intervento di Carolina Cosse, Yamandú Orsi ha tenuto il suo primo discorso come presidente eletto in un clima di grande entusiasmo. Ringraziando i militanti del Frente Amplio per il loro impegno, ha ricordato a sua volta figure di riferimento come Tabaré Vázquez, José Mujica e Danilo Astori, ex ministro dell’Economia (2005-2008 e 2015-2020) e vicepresidente del paese sotto il mandato di Mujica, a sua volta recentemente scomparso. Orsi ha sottolineato l’importanza del dialogo come strumento per costruire un paese più giusto e democratico, affermando: “Sarò il presidente che convocherà al dialogo. Un presidente che lavorerà per una società più integrata, dove nessuno sarà lasciato indietro dal punto di vista economico, sociale o politico“.
Questo messaggio di inclusione è stato accompagnato da un invito ai cittadini che non hanno votato per il Frente Amplio a partecipare alla costruzione di un Uruguay migliore, ribadendo che il progresso si fonda sul confronto di idee e sul rispetto reciproco. A loro volta, sia il candidato sconfitto Álvaro Delgado che il presidente uscente Luis Lacalle Pou hanno riconosciuto immediatamente la vittoria di Orsi, aprendo la strada al dialogo tra il futuro governo e l’opposizione di destra. Lacalle Pou si è detto disponibile a collaborare per garantire una transizione fluida, mentre Delgado ha espresso le sue congratulazioni al nuovo presidente, dimostrando il rispetto per il processo democratico che caratterizza la politica uruguayana.
Con l’elezione di Orsi, dunque, il Frente Amplio riprende il controllo della presidenza, che aveva perso nel 2020 dopo 15 anni consecutivi di governo. La leadership di Orsi, caratterizzata da una forte esperienza amministrativa e da un profilo conciliatore, rappresenta una nuova opportunità per il movimento di sinistra di riaffermare la propria visione politica e sociale. Inoltre, la coalizione progressista ha anche ottenuto la maggioranza in entrambe le camere del parlamento bicamerale di Montevideo, eleggendo 48 deputati su 99 (maggioranza relativa) e 16 senatori su 30 (maggioranza assoluta). Il Partido Nacional di Delgado si afferma invece come prima forza di opposizione, con 29 deputati e 9 senatori.
Il mandato di Orsi inizierà ufficialmente il 1° marzo 2025, ma le sfide che il suo governo dovrà affrontare sono già evidenti, anche per via della disastrosa eredità che il nuovo presidente sarà costretto a raccogliere dopo cinque anni di governo della destra liberale. Una delle priorità sarà la riforma della sicurezza sociale, tema centrale durante la campagna elettorale e oggetto di un plebiscito che ha visto il 39% dei votanti esprimersi contro l’attuale sistema.
Un’altra questione urgente è rappresentata dalla sicurezza, considerata una delle principali preoccupazioni dei cittadini. Orsi ha dichiarato che il suo governo si concentrerà sulla riduzione della povertà, con particolare attenzione alla povertà infantile, e sull’attuazione di politiche che promuovano l’uguaglianza e la giustizia sociale.
Tuttavia, come abbiamo sottolineato in precedenza, alle elezioni legislative il Frente Amplio ha ottenuto la maggioranza assoluta al Senato, ma non nella Camera dei Deputati, il che renderà necessarie negoziazioni con l’opposizione per approvare le riforme principali. In questo contesto, la capacità di Orsi di dialogare con attori politici diversi sarà fondamentale per garantire la governabilità e permettere, allo stesso tempo, l’attuazione delle riforme promesse.
La vittoria di Orsi è stata accolta con entusiasmo in tutto l’Uruguay, come ci ha raccontato, con la sua preziosa testimonianza da Montevideo, Aurora Meloni, ma ha ricevuto anche il plauso da vari leader della regione e del mondo, in particolare da quelli della sinistra progressista latinoamericana. Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra i paesi del Mercosur e la necessità di lavorare insieme per uno sviluppo sostenibile. Anche altri presidenti latinoamericani, come il venezuelano Nicolás Maduro, il colombiano Gustavo Petro e la messicana Claudia Sheinbaum, hanno espresso il loro sostegno al nuovo governo uruguayano, interpretando il successo del Frente Amplio come un segnale positivo per i movimenti progressisti dell’intera regione.
La vittoria di Yamandú Orsi segna dunque una svolta importante nella politica uruguayana e un’occasione per rilanciare i valori di uguaglianza, inclusione e solidarietà dopo cinque anni di governo della destra liberale che ha messo a repentaglio le conquiste dei quindici anni precedenti. Con un messaggio di unità e dialogo, il nuovo presidente si prepara ad affrontare le sfide del suo mandato con l’obiettivo di costruire un Uruguay più giusto e prospero. Il ritorno del Frente Amplio alla guida del paese rappresenta, in definitiva, una nuova opportunità per consolidare i progressi sociali e democratici dell’Uruguay, riaffermandone il ruolo come esempio di stabilità e partecipazione politica nella regione, e dando nuova linfa vitale ai movimenti progressisti in tutta l’America Latina.
Il CeSE-M sui social