Quest’anno scadono gli Obiettivi di sviluppo del Millennio, e la comunità globale è pronta a mettere a punto dei nuovi obiettivi di sviluppo a settembre, al summit delle Nazioni Unite a New York. La terza conferenza internazionale sul finanziamento per lo sviluppo, tenutasi ad Addis Abeba la settimana scorsa, ha posto le basi per ulteriori dialoghi su come porre fine alla povertà estrema e perseguire gli altri obiettivi dopo quelli del Millennio.
La terza conferenza internazionale sul finanziamento per lo sviluppo (FfD3) è iniziata il 13 luglio 2015 nella capitale dell’Etiopia, Addis Abeba, ed è finita il 16 luglio 2015. La conferenza globale, la prima nel continente africano, ha attratto quasi 5000 delegati da tutto il mondo. I delegati comprendevano capi di Stato, ministri delle finanze, degli affari esteri, e della cooperazione allo sviluppo, rappresentanti delle organizzazioni della società civile e il settore commerciale. Questo dimostra come gli Obiettivi di sviluppo sostenibile del post 2015 vengano presi seriamente.
La scelta di Addis Abeba come sede per questa conferenza internazionale è ben giustificata: la capitale dell’Etiopia è una città molto sicura ed è la sede di grandi organizzazioni internazionali come l’Unione africana (UA) e la Commissione economica per l’Africa (UNECA, dall’acronimo inglese di United Nations Economic Commission for Africa). Ha un’ottima infrastruttura e può essere presa a modello di come i finanziamenti utilizzati in modo mirato possano stimolare investimenti massicci e lo sviluppo urbano. Rappresenta anche il fulcro e il punto d’incontro per il Corno d’Africa allargato, all’interno dei grandi blocchi regionali della Comunità dell’Africa orientale (anche se l’Etiopia non è ancora membro) e del Mercato comune dell’Africa orientale e meridionale (COMESA, dall’acronimo inglese di Common Market for Eastern and Southern Africa). Tutti i grandi hotel internazionali di Addis sono stati inondati di attività per gli eventi collaterali diffusi nella città: il Radison Blue Hotel, l’Hilton Hotel, il Jupiter Hotel, l’Hotel Intercontinental, e così via.
Qual è l’obiettivo principale del FfD3? Le risoluzioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (68/204 e 68/279), che specificano i termini di riferimento della conferenza, hanno identificato tre principali aree su cui concentrarsi:
1. Valutare il progresso fatto dall’implementazione del Consenso di Monterrey e della Dichiarazione di Doha, identificando gli ostacoli e le limitazioni trovati nel raggiungimento dei traguardi e degli obiettivi accordati, così come azioni ed iniziative per superare queste limitazioni;
2. Indirizzare questioni nuove ed emergenti incluse nel contesto dei recenti impegni multilaterali per promuovere la cooperazione internazionale allo sviluppo;
l’attuale panorama di cooperazione allo sviluppo in evoluzione;
la connessione tra tutte le fonti di finanziamento allo sviluppo;
le sinergie tra gli obiettivi di finanziamento lungo le tre dimensioni di sviluppo sostenibile;
la necessità di supportare il programma di sviluppo delle Nazioni Unite oltre il 2015.
3. Rinvigorire e rafforzare il processo di finanziamento per lo sviluppo.
Nel settembre del 2015 le Nazioni Unite terranno un summit per concordarsi sugli obiettivi di sviluppo sostenibile come séguito al programma del post 2015. La linea guida è quella di chiamare la comunità globale a combattere la vulnerabilità e la povertà estrema, ma proteggendo l’ecosistema comune: nel mondo non c’è mai stata un’intenzione così forte di eliminare la povertà estrema.
QUALI SONO I PROBLEMI PRINCIPALI?
Lo scenario di fondo alla conferenza FfD3 è la scadenza degli Obiettivi di sviluppo del Millennio nel 2015. Quindi la questione chiave è: come si è comportata la comunità internazionale nell’andare incontro agli Obiettivi di sviluppo del Millennio? Che cosa ha funzionato e che cosa no? L’esperienza guadagnata dai risultati dell’implementazione degli Obiettivi del Millennio può essere d’aiuto per perfezionare la fase successiva degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, entro la fine di quest’anno.
La maggior parte degli osservatori degli Obiettivi del Millennio sottolinea il bisogno di combinare lo sradicamento della povertà alla promozione dell’uguaglianza e dell’equità. L’enorme divario tra i ricchi e i poveri è scandaloso. E un buon numero di partecipanti alla conferenza di Addis Abeba ha evidenziato che non sono le risorse a mancare, ma piuttosto il loro accesso e l’equità.
L’enfasi sulla sostenibilità ha quindi portato alla discussione di problemi finora trascurati nei discorsi sullo sviluppo. I nuovi problemi che sono stati identificati per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sono i seguenti:
ACQUE E IGIENE RURALI
L’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 6 riguarda la gestione sostenibile dell’acqua e dell’igiene per tutti. Nelle aree rurali dell’Africa l’acqua pulita e l’igiene rappresentano le sfide principali: milioni di persone fanno ancora affidamento all’acqua prelevata dai ruscelli, che spesso viene raccolta dalle donne per tutto il giorno. Ed è comune nella maggior parte dei villaggi africani che le donne e i bambini vadano a prendere l’acqua dagli stessi ruscelli da cui beve il bestiame. Non stupisce il fatto che le malattie causate dall’acqua siano la principale minaccia per la maggior parte delle persone dell’Africa rurale. I governi raramente considerano l’acqua potabile e l’igiene come una parte essenziale dello sviluppo sostenibile. Ma la Banca di sviluppo africana ha preso il problema dell’acqua molto seriamente destinando circa 5 miliardi di dollari statunitensi a progetti collegati con l’acqua in Africa.
INVESTIMENTI NELL’INFRASTRUTTURA DEI TRASPORTI
E’ risaputo che l’infrastruttura dei trasporti sia la chiave per facilitare la mobilità delle merci e delle persone nel continente africano. Questo aspetto è ancora più cruciale tenendo conto dei molti Paesi senza sbocco sul mare che sono intrappolati nei confini coloniali: i benefici della globalizzazione resteranno un sogno distante se l’infrastruttura dei trasporti non dovesse essere migliorata. L’accesso ai mercati globali e regionali può essere reso possibile solo se il viaggio via strada, mare o aereo sia ben sviluppato. Alcuni degli ostacoli per un sistema di trasporti efficiente sono auto-inflitti dagli Stati stessi, come quando i Paesi confinanti non riescono ad armonizzare le regole e le procedure di confine, creando così strozzature sui posti di frontiera.
Corridoi di sviluppo come il Corridoio del Nord della Comunità dell’Africa orientale, che comprende gli Stati di Uganda, Kenya e Ruanda, creano posti di lavoro, aumentano la libera circolazione di persone e merci e accrescono i ricavi per i rispettivi Paesi.
QUALITÀ DI UN’ISTRUZIONE SUPERIORE E DELLE COMPETENZE
Fino a questo momento i governi africani hanno fatto degli investimenti nell’istruzione primaria universale, facendo intendere che l’alfabetizzazione e l’abilità di calcolo siano cruciali per lo sviluppo. Ma questa attenzione sull’istruzione primaria non tiene conto del fatto che essere soltanto in grado di leggere, scrivere e contare non aumenta in modo definitivo le proprie competenze nella vita. Aspetti chiave come la sanità, l’innovazione agricola, l’informazione e la comunicazione tecnologica, e perfino la capacità di insegnare a livelli primari e secondari, sono abilità intellettuali raggiungibili soltanto con livelli di istruzione superiori. Infatti, per costruire competenze nelle istituzioni locali e per trovare soluzioni ai problemi, è necessario avere un’istruzione superiore. Lo sviluppo delle competenze umane è centrale per lo sviluppo sostenibile in Africa, ma il continente continua a cercare soluzioni esterne; un approccio, quest’ultimo, che non è sostenibile.
Quando vengono identificati i settori da finanziare, dovrebbe essere reso noto che alcuni settori avranno un effetto moltiplicatore se dovessero essere finanziati sufficientemente. Un’istruzione superiore con la parità dei sessi è tra questi. Sono proprio coloro che hanno beneficiato di un’istruzione superiore ad essere in grado di impegnarsi nel cambiamento trasformazionale, sia socialmente che politicamente. Le madri istruite sono portate ad assicurare una buona istruzione anche per i propri figli. E sono proprio le donne istruite ad essere in grado di negoziare i propri diritti riproduttivi e di lottare per politiche di parità tra i sessi.
Il ruolo dell’innovazione e della ricerca nelle università è cruciale per il cambiamento trasformazionale. I modelli coloniali tradizionali di un’istruzione superiore non porteranno al desiderato sviluppo sostenibile. Quindi devono essere esplorati nuovi modelli istruttivi che usano la distanza o l’apprendimento online. La “fuga di cervelli” ha derubato l’Africa di molti professori talentuosi; ma questi talenti in esodo possono contribuire all’apprendimento anche a distanza, tramite corsi online.
MODERNIZZARE L’AGRICOLTURA: AGRO-ECOLOGIA ED ETNOBOTANICA
L’Africa è ancora largamente basata su un’economia di sussistenza con la maggioranza della popolazione (quasi l’80%) che fa affidamento all’agricoltura. Ciononostante la maggior parte dei Paesi assegna all’agricoltura meno del 10% del proprio budget. La modernizzazione dell’agricoltura aiuterà a migliorare le rese dei raccolti e a garantire la sicurezza alimentare.
Siccome lo sviluppo sostenibile è la preoccupazione principale, è necessario connettere l’agricoltura con l’ecologia: da qui agro-ecologia ed etnobotanica. Ciò contribuirà a preservare la biodiversità. L’Africa ospita migliaia di rare specie vegetali che vengono utilizzate per l’etnomedicina, ma queste piante devono essere preservate e trattate al fine di segregare i loro elementi curativi. Insieme ad agro-ecologia ed etnobotanica troviamo l’ecoturismo.
Il finanziamento ai piccoli agricoltori è cruciale per lo sviluppo sostenibile nell’Africa rurale. I motori della sicurezza alimentare in Africa non sono i grandi agricoltori commerciali, ma quelli piccoli delle zone rurali. E nell’agricoltura rurale, i finanziamenti dovrebbero essere destinati alle donne perché rappresentano i principali fautori dell’economia di sussistenza rurale.
FINANZIAMENTI PER LA SANITÀ
Poi tocca alla salute, perché solo cittadini sani possono combattere la povertà. Gli Obiettivi del Millennio erano giustamente prevenuti sulla sanità – riducendo la mortalità materna e infantile, riducendo l’infezione da HIV e l’AIDS. Un’agricoltura migliore e un’istruzione di livello sono possibili solo se si ha una popolazione sana.
MOBILITAZIONE DELLE RISORSE DOMESTICHE E LA FINE DEI FLUSSI FINANZIARI ILLECITI
Cosa implica la mobilitazione delle risorse domestiche per l’Africa? Implica politiche fiscali efficienti. Una riscossione ed un uso efficienti delle entrate può essere la strada giusta per promuovere lo sviluppo sostenibile. Infatti i Paesi dove le autorità fiscali sono state efficienti nella riscossione delle imposte, e dove tali imposte sono state utilizzate bene, si trovano in una situazione migliore.
L’altro meccanismo per aumentare i finanziamenti domestici è tramite la filantropia. Ci sono molti miliardari africani che possono contribuire allo sviluppo sociale attraverso la filantropia, ma la cultura del dare a livello locale deve essere ancora inculcata nelle menti delle persone.
I flussi illeciti tramite l’evasione fiscale e le vistose frodi minano lo sviluppo sostenibile in Africa. E’ ormai risaputo che enormi somme di aiuti esteri destinati all’Africa sono finite nei bilanci occidentali. Non si può sperare di sradicare la povertà con questo tipo di flussi illeciti in Africa.
FORME DI FINANZIAMENTO NON-TRADIZIONALI: BANCHE BASATE SULLA FEDE
Mentre la comunità globale continua a cercare metodi innovativi per porre fine alla povertà globale, potrebbe essere utile rivolgersi a metodi di finanziamento non-tradizionali, come le banche basate sulla fede. Il sistema bancario islamico, dove vengono applicati tassi d’interesse pari a zero, è un’area che vale la pena di essere esplorata. C’è anche l’innovativa Banca centenaria in Uganda, guidata dalla Chiesa cattolica, che concede prestiti per l’istruzione e l’agricoltura. Questa banca ha infuso molta fiducia tra i suoi clienti e se il suo modello fosse replicato nel resto dell’Africa sub-sahariana, potrebbe portare a una rivoluzione finanziaria in un continente dove la percentuale della popolazione con un conto in banca è ancora inferiore al 30%.
CONCLUSIONE
Gli Obiettivi di sviluppo del Millennio scadono quest’anno, e la comunità globale è pronta a mettere a punto dei nuovi obiettivi di sviluppo a settembre, al summit delle Nazioni Unite a New York. La terza conferenza internazionale sul finanziamento per lo sviluppo, tenutasi ad Addis Abeba, ha posto le basi per ulteriori dialoghi su come porre fine alla povertà estrema. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile saranno un altro elenco di propositi per i prossimi quindici anni? Mentre la comunità internazionale questa volta dovrebbe dimostrare maggior impegno, anche l’Africa ha la responsabilità di essere alla guida del processo e di contribuire alla realizzazione del programma del post 2015.
Le aree critiche che necessitano di attenzione urgente sono state enunciate: modernizzazione dell’agricoltura, istruzione superiore, forme di finanziamento non-tradizionali, finanziamenti per la sanità, mobilitazione delle risorse domestiche, investimenti nell’infrastruttura dei trasporti, e acqua e igiene rurali.
Perché questo si concretizzi richiediamo che la volontà politica sia dalla parte dei leader globali e dei capi di Stato africani. Ma c’è anche la necessità di sollecitare il supporto del settore privato, delle organizzazioni della società civile, e delle organizzazioni basate sulla fede. E come ha affermato interlocutore dopo interlocutore alla conferenza internazionale FfD3 di Addis Abeba, “gli Obiettivi di sviluppo sostenibile non sono auspicabili, ma realizzabili.”
Odomaro Mubangizi
Odomaro Mubangizi (PhD) insegna filosofia e teologia all’Istituto di Filosofia e Teologia di Addis Abeba, dove è anche preside del Dipartimento di Filosofia.
Articolo originale: “Financing for development: A Pan-African perspective”
Di Odomaro Mubangizi 22-07-2015, http://pambazuka.org/en/category/features/95213
Traduzione per il CESEM di Nebojsa Radonic
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