di Giulio Chinappi
Lo scorso 9 ottobre, il Mozambico ha votato per eleggere il nuovo Presidente e rinnovare il parlamento, in elezioni segnate dalle contestazioni dell’opposizione, secondo la quale la vittoria del candidato FRELIMO, Daniel Chapo, porrebbe dubbi sulla trasparenza del processo elettorale.
Lo scorso 9 ottobre hanno avuto luogo elezioni generali in Mozambico, con gli oltre 17 milioni di elettori registrati che sono stati chiamati a eleggere il Presidente della Repubblica, i 250 membri dell’Assemblea della Repubblica e i rappresentanti delle dieci assemblee provinciali. Le elezioni hanno avuto luogo in un contesto complesso, segnato da un clima di crescente tensione politica, sospetti di corruzione e problemi di sicurezza interna. Il risultato elettorale, come prevedibile, ha visto il trionfo del partito al governo, il Fronte di Liberazione del Mozambico (Frente de Libertação de Moçambique, FRELIMO), con Daniel Chapo proclamato Presidente eletto e successore del suo compagno di partito Filipe Nyusi. Tuttavia, il leader dell’opposizione Venâncio Mondlane, sostenuto dal partito PODEMOS (Partido Otimista pelo Desenvolvimento de Moçambique), ha contestato i risultati ufficiali, sostenendo di aver vinto con il 53% dei voti.
Il Mozambico è giunto a queste elezioni in una situazione politica delicata, con l’opposizione in forte contestazione nei confronti del partito FRELIMO, protagonista della lotta di liberazione e al potere sin dall’indipendenza del Paese dal Portogallo nel 1975. Negli ultimi anni, tuttavia, il FRELIMO è stato oggetto di critiche per presunti episodi di autoritarismo, impunità e corruzione, specialmente dopo le controverse elezioni del 2019 e le elezioni locali del 2023. In quest’ultimo caso, le elezioni furono segnate da accuse di brogli, causando proteste violente nella capitale, Maputo, e in altre città del Paese.
In questo clima di sfiducia, l’elezione del 2024 era vista come un’opportunità per rafforzare la democrazia e migliorare la trasparenza nel sistema elettorale mozambicano. Tuttavia, le elezioni hanno nuovamente sollevato dubbi sulla legittimità del processo democratico, indipendentemente dall’esito finale. Inoltre, tra le principali problematiche che il governo non è ancora riuscito affrontare vi sono l’insicurezza nel nord del Paese, in particolare nella provincia di Cabo Delgado, il contrasto all’alto tasso di disoccupazione giovanile, la povertà diffusa e una crisi economica inasprita da scandali di corruzione.
Secondo i dati ufficiali pubblicati dalla Commissione Nazionale Elettorale (CNE), Daniel Chapo ha ottenuto il 71% dei voti, mentre Venâncio Mondlane ha raggiunto il 20,3%, seguito dal leader di RENAMO (Resistência Nacional Moçambicana) Ossufo Momade con il 5,8% e da Lutero Simango del Movimento Democratico del Mozambico (Movimento Democrático de Moçambique, MDM) con il 3,2%. Il tasso di affluenza è stato del 43%, un dato che evidenzia una partecipazione elettorale limitata, probabilmente influenzata dalle difficili condizioni socio-economiche del Paese e dalla sfiducia nella classe politica.
Come anticipato, l’opposizione, guidata da Mondlane e dal partito PODEMOS, ha respinto i risultati ufficiali, affermando che, secondo i propri osservatori, Mondlane avrebbe vinto le elezioni con il 53% dei voti. Per avvalorare le proprie dichiarazioni, PODEMOS ha presentato più di 300 chilogrammi di schede elettorali tabulate, cercando di dimostrare che ci sia stata una manipolazione del conteggio a favore del FRELIMO. Le accuse di brogli elettorali hanno sollevato una preoccupazione diffusa tra la popolazione, portando a proteste in diverse città, durante le quali almeno 10 manifestanti sono stati uccisi dalle forze di polizia.
Secondo gli osservatori, in Mozambico, la sfiducia verso il partito FRELIMO è cresciuta nel tempo, soprattutto tra i giovani, che costituiscono la maggioranza della popolazione. Essi lamentano una classe politica percepita come corrotta e incapace di rispondere alle loro necessità, come la creazione di posti di lavoro e il miglioramento dei servizi pubblici. Sebbene il successo di Mondlane e di PODEMOS tra i giovani rifletta il desiderio di cambiamento e l’insoddisfazione nei confronti del sistema politico attuale, questo non significa che le accuse di brogli dell’opposizione siano effettivamente giustificate, visto l’alto tasso di astensione che ha certamente assorbito gran parte dei dissensi.
Se le preoccupazioni della popolazione sono legittime, non dobbiamo neppure dimenticare il sostegno che l’Unione Europea ha garantito PODEMOS, ufficialmente in nome della trasparenza elettorale, ma che invero solleva serie preoccupazioni sulla neutralità internazionale e rappresenta l’ennesima forma di ingerenza occidentale negli affari interni di un altro Paese. Intervenire apertamente a favore di un partito di opposizione rischia, inoltre, di aggravare le tensioni interne del Mozambico, delegittimando il processo democratico e riducendo la fiducia nell’imparzialità degli osservatori internazionali.
Indipendentemente dalle proteste dell’opposizione, il Presidente eletto, Daniel Chapo, dovrà affrontare sfide significative, tra cui il problema dell’insurrezione nella provincia settentrionale di Cabo Delgado, dove un gruppo affiliato allo Stato Islamico ha lanciato attacchi sin dal 2017. L’instabilità nella regione ha costretto centinaia di migliaia di persone a lasciare le proprie case, con gravi ripercussioni sulle economie locali e sui progetti di estrazione del gas naturale.
Un altro problema cruciale per il nuovo governo sarà quello economico. Il Mozambico è reduce da una crisi finanziaria dovuta a uno scandalo di debito nascosto, noto come “scandalo dei bond del tonno”, che ha portato all’arresto di alti funzionari governativi e ha causato una sospensione degli aiuti internazionali da parte del Fondo Monetario Internazionale. Chapo ha promesso di affrontare questi problemi, ma la sfiducia della popolazione e la mancanza di risorse potrebbero ostacolare le sue iniziative.
La crisi alimentare e la vulnerabilità climatica sono ulteriori problemi che necessitano di una risposta rapida e concreta. Il Mozambico, infatti, è fortemente esposto ai cambiamenti climatici, che hanno causato una grave siccità e carenze alimentari. Secondo il Programma Alimentare Mondiale, circa 1,3 milioni di persone nel Paese sono affette da gravi carenze alimentari, una situazione aggravata dal fenomeno climatico El Niño.
La situazione politica in Mozambico resta dunque instabile, e le prospettive per il futuro sono assai incerte. L’opposizione ha già annunciato che non riconoscerà i risultati elettorali e ha esortato i propri sostenitori a protestare contro quelli che considera dei brogli. Queste manifestazioni, iniziate poco dopo l’annuncio dei risultati, hanno coinvolto molte città, tra cui la capitale Maputo e la città settentrionale di Nampula. Dal canto suo, la polizia ha risposto con la forza, usando gas lacrimogeni e blocchi stradali per impedire ai manifestanti di raggiungere il centro delle città.
Il governo FRELIMO ha condannato gli atti di violenza durante le manifestazioni, dichiarando che garantirà l’ordine pubblico e la sicurezza della popolazione. Tuttavia, le tensioni restano alte, e molti osservatori temono che la repressione delle proteste possa portare a ulteriori violenze.
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