Cina-Italia, le nuove vie della cooperazione

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a cura della Redazione del Centro Studi Eurasia e Mediterraneo

Venerdì 6 settembre presso la sede di Economy Group a Milano si è tenuto un importante incontro dedicato alla cooperazione tra Italia e Cina.

Era infatti presente una nutrita delegazione cinese composta da:

He Ping, membro del Comitato permanente della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (CPPCC), Presidente del Comitato degli affari esteri; Presidente della All-China Journalists Association e già Presidente dell’agenzia di stampa Xinhua;

Wang Bingnan, Vicepresidente del Comitato degli affari esteri della CPPCC, già Viceministro del Ministero del Commercio;

Chen Siqing, Vicepresidente del Comitato degli affari esteri della CPPCC, già Presidente della Industrial and Commercial Bank of China;

Gu Xueming, membro del Comitato degli affari esteri della CPPCC, direttore dell’Istituto di ricerca sullo sviluppo aperto e innovativo dell’Università di Shenzhen,Professore emerito;

Wang Yanjun, Direttrice della Divisione di Comunicazione del Comitato degli affari esteri della CPPCC;

Yang Xinwei, Segretario di He Ping.

Era inoltre presente Huijuan Wang, Console Generale Aggiunto del Consolato Generale della Repubblica popolare cinese a Milano.

Un focus del Centro Studi Eurasia e Mediterraneo

Nutrita e composita anche la delegazione da parte italiana:

Luca D’Ambrosio, Partner e International Contact RSM;

Sergio Luciano, direttore responsabile Economy Group;

Francesco Manacorda, giornalista La Repubblica;

Marina Marinetti, condirettore Economy Group;

Tiziano Marino, senior analist, Ce.S.I.;

On. Irene Pivetti, imprenditrice;

Alessandro Tosatto, film-maker, collaboratore Cctv;

Riccardo Venturi, giornalista Investire;

Stefano Vernole, Vicepresidente Centro Studi Eurasia Mediterraneo;

Alessandro Zadro, Resp. Centro Studi, Italy China Council Foundation.

L’occasione è stata significativa per approfondire diverse tematiche sia geopolitiche che economiche in un anno in cui ricorre il ventesimo anniversario del partenariato strategico globale tra Italia e Cina e i settecento anni della morte di Marco Polo.

La delegazione cinese ha sottolineato l’importanza della qualità nelle relazioni italo-cinesi passate, presenti e future; quando 40 anni fa la Repubblica Popolare Cinese ha intrapreso il suo significativo e strabiliante percorso di modernizzazione, l’Italia era uno dei Paesi modello e ancora oggi rappresenta per Pechino un punto di riferimento nel contesto europeo.

He Ping, in particolare, ha evidenziato come la Cina continuerà ad essere aperta al mondo e a condividere le proprie risorse e competenze con tutti, cercando di superare le attuali diatribe geopolitiche e commerciali con Unione Europea e Stati Uniti. A proposito delle accuse di sovrapproduzione rivolte a Pechino, si è ricordato come l’85% delle auto elettriche prodotte in Cina vengano assorbite dallo stesso mercato cinese, mentre l’80% delle auto elettriche esportate dalla Cina fuori dal Paese siano le statunitensi Tesla.

Lo stesso vale per la polemica sui sussidi pubblici ai produttori privati, visto che negli Stati Uniti o in Francia compagnie come la Boeing e altre agiscono in contesti decisamente più monopolistici di quello cinese. L’indagine europea non avrebbe peraltro rispettato gli standard del WTO ma questo atteggiamento ostile di Bruxelles ha scoraggiato gli investitori cinesi nella UE (lo stesso può dirsi per l’utilizzo frequente del golden power nei confronti degli investimenti cinesi in Europa), danneggiando la catena di approvvigionamento globale.

Tuttavia, il grado di apertura del mercato ha fatto sì che nel 2023 fossero registrate in Cina 24.000 imprese europee (7432 italiane), mentre nel 2024 sono stati realizzati 6.000 nuovi progetti.

Possibilità di investimento esistono anche nel mercato delle stock options che a Shenzen e a Pechino offrono opportunità alle PMI e non solo alle grandi imprese. Lo stesso può dirsi per una possibile cooperazione italo-cinese in Africa (continente geopoliticamente centrale), dove sia Roma che Pechino potrebbero stringere una collaborazione vantaggiosa per entrambe.

 Il Terzo plenum del XX Comitato centrale del Partito comunista dello scorso luglio ha ribadito che la Cina si aprirà sempre più verso gli investimenti esteri di qualità ed esplorerà in modo significativo le possibilità generate dalle nuove forze produttive come l’Intelligenza Artificiale che hanno aperto una nuova era industriale e tecnologica ma sempre nel rispetto del rapporto armonioso tra uomo e natura e della salvaguardia dell’ambiente.

L’On. Irene Pivetti, che pure ha riconosciuto gli straordinari progressi della Cina in vari ambiti, ha voluto rimarcare le forti carenze del Dragone nella comunicazione strategica e nella mancanza di una lobby pro Pechino professionale presso le istituzioni europee[1].

Pur accogliendo e concordando in parte con queste critiche, la delegazione cinese ha tenuto a ribadire che le attuali sfide mondiali e i grandi cambiamenti globali che stanno intercorrendo necessitano di unire le forze secondo il principio enunciato da Xi Jinping di una comunità umana dal futuro condiviso. Obiettivo della Cina è cercare ciò che unisce, non ciò che divide.

NOTE AL TESTO

[1] L’Unione Europea ha da tempo un registro dei lobbisti, che indica le regole per svolgere l’attività e prevede l’adesione a un codice di condotta. il sistema, noto come EU Transparency Register, è una banca dati contenente i “rappresentanti di interessi” (organizzazioni, associazioni, gruppi e liberi professionisti) impegnati in attività volte a influenzare le politiche e il processo decisionale dell’UE che conta oggi più di 12.000 iscritti. E’ paradossale che la Cina venga periodicamente accusata dal mainstream di voler influenzare il processo decisionale europeo quando in realtà è uno dei pochi Paesi che non ha mai strutturato una lobby per difendere i propri legittimi interessi in Europa.

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