Forum Economico di Vladivostok: la Russia sempre più rivolta verso Oriente

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di Giulio Chinappi

Dal 3 al 6 settembre, Vladivostok ha ospitato la nona edizione del Forum Economico Orientale, consolidando il ruolo della Russia nella cooperazione con l’Asia-Pacifico. L’evento ha attratto partecipanti da più di 75 Paesi, promuovendo nuove opportunità di sviluppo economico.

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Dal 3 al 6 settembre, Vladivostok ha ospitato la nona edizione del Forum Economico Orientale (EEF), un’iniziativa lanciata da Vladimir Putin per promuovere lo sviluppo economico delle regioni dell’estremo oriente russo. Questa iniziativa nasce infatti da una serie di constatazioni sia di politica interna che internazionale, che stanno portando la Russia ad orientarsi sempre più verso i partner della regione Asia-Pacifico, come sottolineato dallo stesso Putin alla vigilia del Forum.

Il ruolo della regione Asia-Pacifico negli affari internazionali si sta espandendo rapidamente. Qui si stanno creando nuove opportunità per una cooperazione produttiva, anche nell’ambito di strutture multilaterali autorevoli come l’Unione Economica Eurasiatica, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai e i BRICS“, ha affermato il leader russo. “Vorrei ribadire che la Russia è aperta al dialogo con tutti i partner interessati nella regione Asia-Pacifico ed è impegnata in una cooperazione attiva per costruire un sistema di relazioni internazionali più giusto e democratico, libero da imposizioni, dalla forza e dalla pressione delle sanzioni e basato sulla vera uguaglianza“.

L’iniziativa è stata accolta come al solito con grande entusiasmo da parte dei partner asiatici della Russia, ma anche da parte di Paesi di altri continenti (tra i partecipanti si annoverano infatti anche Paesi africani come Angola e Nigeria). Nel complesso, più di 4.200 persone provenienti da oltre 75 Paesi e territori hanno preso parte al Forum Economico Orientale, dimostrando come esso rappresenti una delle piattaforme commerciali più importanti per la cooperazione strategica e pratica nella regione Asia-Pacifico. “I meccanismi sviluppati dai partecipanti all’EEF determinano il vettore dello sviluppo della macroregione e assicurano alla Russia lo status di uno dei principali centri decisionali negli interessi degli stati sovrani della regione Asia-Pacifico“, ha spiegato Anton Kobjakov, consigliere di Putin e segretario esecutivo del Comitato organizzatore dell’EEF.

La nona edizione del Forum è stata organizzata sul motto “Estremo Oriente 2030. Unire le forze per creare nuovo potenziale“, ed i partecipanti sono stati chiamati a discutere sulle nuove forme di cooperazione nella regione Asia-Pacifico in vari settori, dal trasporto e l’energia all’ambiente e al turismo. Non a caso, oltre alla Russia, l’altra principale protagonista dell’evento è stata la Cina, che naturalmente non può essere dimenticata quando si parla dello sviluppo della regione Asia-Pacifico. La delegazione cinese a Vladivostok è stata guidata dal vicepresidente Han Zheng.

Nel corso di un suo intervento, il numero due della Repubblica Popolare Cinese ha affermato che le relazioni tra Russia e Cina nell’ambito della loro partnership strategica continuano a migliorare: “Quest’anno segna il 75º anniversario dell’instaurazione dei legami diplomatici tra Cina e Russia. Con la sua guida strategica e quella del presidente Xi Jinping, le relazioni di partnership globale e interazione strategica sino-russe continuano il loro sviluppo in ascesa“, ha detto Han, rivolgendosi direttamente a Putin. “Dall’inizio di quest’anno, lei e il presidente Xi Jinping vi siete già incontrati due volte, raggiungendo numerosi accordi importanti e tracciando il percorso per l’ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali“.

Han Zheng si è anche complimentato con Putin per l’organizzazione del Forum Economico Orientale, che oramai ha raggiunto una grande importanza internazionale, paragonabile a quella del Forum Economico di San Pietroburgo. “Negli ultimi anni, grazie ai vostri sforzi, il Forum Economico Orientale si è trasformato in una piattaforma economica fondamentale. Vediamo che è diventato utile per approfondire la comprensione reciproca e costruire la cooperazione. La parte cinese apprezza molto il ruolo e l’autorità dell’EEF“, ha affermato il vicepresidente.

Un altro argomento di primo piano discusso al Forum Economico Orientale è stato quello dell’allargamento dei BRICS, in vista del prossimo vertice della piattaforma multilaterale, che avrà luogo proprio in Russia, nella città di Kazan’. Tra i partecipanti, il primo ministro della MalaysiaAnwar Ibrahim, ha colto l’occasione per annunciare l’interesse di Kuala Lumpur per entrare a far parte dei BRICS. “La Malaysia e la Federazione Russa sono impegnate a rafforzare la cooperazione sulla sicurezza alimentare, attraverso la promozione del commercio e degli investimenti, lo sviluppo delle capacità e la ricerca e sviluppo“, si legge in una nota del governo di Kuala Lumpur.

La partecipazione della Malaysia al Forum Economico Orientale ha assunto una doppia valenza, in quanto il Paese occuperà la presidenza di turno dell’ASEAN nel 2025, prendendo il testimone dal Laos. “Attribuiamo molta importanza allo sviluppo delle relazioni con il sud-est asiatico“, ha affermato Putin in occasione del suo colloquio con il primo ministro Anwar Ibrahim. “Speriamo di riuscire a trovare nuove aree di cooperazione con questa regione in rapida crescita e promettente durante la vostra presidenza“.

Nel complesso, il Forum Economico Orientale ha confermato come la Russia stia diventando sempre più un Paese asiatico, un processo ulteriormente accelerato dalle scellerate politiche sanzionatorie messe in pratica dall’Europa. Secondo i dati presentati dal Servizio Federale Doganale Russo, la quota dei Paesi asiatici nel volume di scambi commerciali della Russia nel 2024 aumenterà dal 29% del 2014 al 66%, mentre la quota degli scambi con l’UE diminuirà dal 47% all’11%. In particolare, la quota della Cina nel commercio estero della Russia è aumentata dal 18% al 32% nel periodo di riferimento, mentre quella con i paesi dell’Unione Economica Eurasiatica (Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan) è aumentata dal 7% al 13%.

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