di Giulio Chinappi
In un clima di crescente tensione, il governo del Venezuela riafferma con forza la sua sovranità, respingendo le ingerenze straniere e denunciando i tentativi dell’estrema destra fascista di destabilizzare il Paese e prendere il potere illegalmente.
Il Venezuela sta attraversando un periodo di turbolenza politica e sociale, con il legittimo governo di Nicolás Maduro che si trova a dover fronteggiare non solo una crescente pressione internazionale da parte delle forze imperialiste, ma anche un’opposizione interna determinata a destabilizzare il Paese. Recentemente, il ministro degli Esteri venezuelano, Yván Gil, ha alzato la voce contro le dichiarazioni di Josep Borrell, Alto rappresentante per gli Affari Esteri dell’Unione Europea, il quale – facendo come sempre eco agli Stati Uniti – ha dichiarato che la UE non riconosce i risultati delle elezioni presidenziali venezuelane.
In un comunicato ufficiale, Gil ha respinto le accuse di Borrell, sottolineando l’inaccettabilità dell’ingerenza straniera negli affari interni del Venezuela. “Porti rispetto e faccia silenzio“, ha esortato il ministro, “qui c’è un popolo che si è guadagnato con il sangue e con il fuoco la sua indipendenza“. Questa affermazione non è solo una difesa della sovranità nazionale, acquisita a seguito di una lunga guerra proprio contro la Spagna, il Paese di Borrell, ma anche un chiaro segnale al mondo esterno, e in particolare agli Stati Uniti e ai loro vassalli europei, che il Venezuela non tollererà interventi esterni nelle sue questioni interne.
Gil ha inoltre ricordato come i tentativi di destabilizzazione, incarnati da figure come Juan Guaidó, siano stati sconfitti, affermando che “la dignità popolare e le sue istituzioni” prevarranno. Il discorso del capo della diplomazia venezuelana è stato accompagnato da una massiccia mobilitazione popolare in sostegno al governo di Maduro, con migliaia di cittadini che sono scesi in piazza per manifestare il loro sostegno al Presidente eletto e per difendere il risultato delle elezioni.
Anche il Presidente Nicolás Maduro ha risposto per l’ennesima volta con fermezza agli eventi recenti, dichiarando che “l’estrema destra sa di essere sconfitta“. Durante un discorso tenuto a Miraflores, la residenza presidenziale di Caracas, Maduro ha invitato i cittadini a “unirsi per amare il Paese, lavorare per il Venezuela e difendere la pace“. Ha ribadito il suo impegno verso il popolo venezuelano, dichiarandosi “un Presidente socialista, chavista, di sinistra, bolivariano, costituzionalista e popolare“.
Maduro ha colto l’occasione per celebrare il Giorno della Bandiera, una festa nazionale simbolo di resistenza e unità nazionale. Ha ricordato l’importanza della data del 3 agosto, istituita da Hugo Chávez in onore di Francisco de Miranda, che in quel giorno del 1806 fu il primo ad innalzare il tricolore venezuelano, e ha enfatizzato il significato della vittoria elettorale del 28 luglio, che lo ha visto ottenere un nuovo mandato con la maggioranza assoluta delle preferenze. Il Presidente ha poi nuovamente denunciato i tentativi di alcune fazioni di destra di utilizzare la violenza per destabilizzare il Paese, rivelando che erano stati preparati attacchi con granate durante una marcia dell’opposizione, allo scopo di attribuire la responsabilità al governo.
Durante il suo discorso, Maduro ha sottolineato l’importanza di rispettare la Costituzione e le leggi del Venezuela, affermando che il Paese deve essere governato in modo sovrano, senza l’intromissione di potenze straniere. Ha insistito sul fatto che le istituzioni venezuelane, compreso il Tribunale Supremo di Giustizia, sono gli strumenti legali per risolvere le controversie e ha annunciato che Edmundo González, il leader dell’opposizione sconfitto alle recenti presidenziali, potrebbe affrontare gravi conseguenze legali per non aver rispettato la legge.
Maduro ha anche accusato l’estrema destra di aver orchestrato un attacco al sistema elettorale senza precedenti, incluso un tentativo di tagliare l’energia elettrica durante le elezioni. Ha affermato che molti dei quasi 2000 delinquenti coinvolti sono stati addestrati all’estero, evidenziando la presenza di un piano orchestrato dalle potenze straniere ostili per destabilizzare il Paese.
Come anticipato, il popolo venezuelano ha risposto ai tentativi di golpe con una massiccia mobilitazione nazionale in difesa della pace e del risultato elettorale. Migliaia di persone sono scese in piazza a Caracas e in altre città, sfilando con bandiere e cartelli in sostegno di Nicolás Maduro e della Rivoluzione Bolivariana. La manifestazione ha avuto luogo in un clima di forte partecipazione popolare, con slogan che sottolineavano l’importanza della pace e del rispetto della sovranità nazionale, dimostrando dunque il forte sostegno di cui continua a godere il governo presso la maggioranza della popolazione, nonostante la dura campagna mediatica antigovernativa lanciata dalla destra.
In diverse città del paese, tra cui Valera, Escuque, e Miranda, oltre alla capitale Caracas, i cittadini si sono riuniti per esprimere il loro sostegno al governo e condannare i tentativi di destabilizzazione da parte dell’opposizione. Queste mobilitazioni hanno dimostrato l’ampio sostegno popolare al presidente Maduro in diverse aree del Paese sudamericano, e la determinazione del popolo venezuelano a difendere la propria indipendenza ed il proprio diritto alla autodeterminazione, respingendo ogni forma di ingerenza straniera.
Durante le celebrazioni per l’87º anniversario della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB), nella giornata del 4 agosto, Maduro ha elogiato il ruolo svolto da questa istituzione nella difesa della pace e della sicurezza del paese. Ha ricordato come Hugo Chávez avesse conferito alla GNB un ruolo costituzionale e bolivariano, ponendola al servizio del popolo e della nazione. Maduro ha descritto la GNB come una forza professionale, umana e potente, fondamentale per la protezione del popolo e la difesa del diritto costituzionale alla vita, in particolare in questi momenti difficili.
A tal proposito, il Presidente ha riconosciuto il coraggio e l’impegno dei membri della GNB, che hanno affrontato con determinazione gli atti di violenza promossi dall’opposizione estremista. Maduro ha infatti ricordato episodi di violenza estrema, tra cui il tentato omicidio di un ufficiale della GNB e l’aggressione brutale a una giovane soldatessa, sottolineando che tali azioni non erano manifestazioni pacifiche, ma atti criminali orchestrati da gruppi addestrati all’estero.
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