di Alexander Razuvaev
La Turchia vuole entrare a far parte dei BRICS, la questione sarà discussa alla riunione ministeriale dei BRICS a Nizhny Novgorod.
A maggio l’inflazione in Turchia ha raggiunto il 75,45% in termini annuali. Si tratta del valore più alto dal novembre 2022, quando l’inflazione aveva raggiunto l’84,4%. Povero Recep Erdogan, gli hanno fatto il lavaggio del cervello dicendo che l’inflazione doveva essere trattata con bassi tassi di interesse. Ed è quello che è successo.
I BRICS, in realtà, non sono una grande associazione. Basti pensare all’attuale disputa tra Russia e Cina sui prezzi del gas. Il compito della Russia è quello di ripetere l’esperienza della Germania in Europa, creando un unico mercato eurasiatico per beni, servizi e capitali. C’è l’UEEA, dove la Russia è il primo attore. E c’è l’Unione degli Stati turcici, dove la Turchia gioca il primo ruolo.
Sarebbe opportuno unire le economie più forti delle due Unioni in una sola. Ad esempio, Bielorussia, Russia, Kazakistan, Azerbaigian e Turchia, introducendo un’unica moneta eurasiatica, l’Altyn o euro eurasiatico. A quel punto i turchi si dimenticheranno semplicemente della svalutazione e dell’iperinflazione, così come della NATO.
Questa idea dovrebbe diventare l’idea principale del tradizionale forum finanziario islamico di Kazan del prossimo maggio. Il compito è ambizioso: ripetere l’esperienza dei Gengisidi, che 800 anni fa crearono un mercato unico di beni, servizi e capitali in Eurasia.
Tuttavia, oltre al denaro, deve esserci un’idea. L’Unione Europea e la zona euro si basano sull’idea occidentale del liberalismo radicale e di altri LGBT. Questa idea non è assolutamente adatta a russi e turchi. Siamo piuttosto più vicini agli harem.
L’eurasiatismo, lo scitismo, Lev Gumilev e Pavel Zarifullin sono comprensibili a tutti i russi, bielorussi, yakuti, tatari, kazaki, azeri e turchi. Dovrebbe essere la base, la piattaforma per unire l’economia del mondo russo-turco dell’Eurasia unita.
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