di Giulio Chinappi
Le elezioni presidenziali finlandesi del 2024 hanno visto la vittoria di Alexander Stubb sul suo avversario Pekka Haavisto. La sua elezione solleva questioni riguardanti le relazioni con la Russia, viste le dichiarazioni fortemente antirusse di Stubb in campagna elettorale.
Il 11 febbraio 2024, l’attenzione del mondo politico europeo e internazionale si è concentrata sulla Finlandia, dove si è svolto il ballottaggio delle elezioni presidenziali, che ha fatto seguito al primo turno dello scorso 28 gennaio. Un evento di grande rilevanza non solo nazionale, che ha visto Alexander Stubb, ex Primo Ministro, emergere vittorioso su Pekka Haavisto, ex Ministro degli Esteri, con un risultato del 51,63% dei voti contro il 48,38% del suo avversario. Questo ha posto fine a una competizione elettorale che ha tenuto con il fiato sospeso l’intera nazione, e che ha premiato il candidato del Partito di Coalizione Nazionale (Kansallinen Kokoomus, Kok), lo stesso del Presidente uscente Sauli Niinistö.
La vittoria di Alexander Stubb segna un momento significativo nella politica finlandese, soprattutto per via dell’attuale situazione internazionale. Come detto, l’ex capo del governo succede al Presidente uscente Sauli Niinistö, giunto al termine dei suoi due mandati di sei anni e quindi impossibilitato a ricandidarsi secondo quanto previsto dalla legge costituzionale. Tuttavia, l’elezione di Stubb non si limita a un cambiamento di faccia al vertice del governo finlandese, ma potrebbe anche avere ripercussioni sulle relazioni internazionali, in particolare con la vicina Russia.
La Finlandia è un paese con una lunga storia di relazioni complesse con la Russia, con una frontiera terrestre che si estende per oltre 1.300 chilometri. Durante la campagna elettorale, entrambi i candidati hanno dovuto affrontare domande e preoccupazioni riguardanti il rapporto tra Helsinki e Mosca, con le tensioni che si sono ulteriormente acuite dopo l’improvvida decisione del governo finlandese di entrare a far parte della NATO. Le dichiarazioni e le azioni dei politici finlandesi hanno spesso riflesso il delicato equilibrio che il Paese deve mantenere tra i suoi interessi nazionali e le pressioni geopolitiche regionali, sebbene sia Stubb che Haavisto abbiano sostenuto la linea atlantista e antirussa del governo in carica e del Presidente uscente Niinistö.
Una delle prime questioni sollevate dopo la vittoria di Stubb riguarda proprio il futuro delle relazioni tra Finlandia e Russia. Durante la sua campagna elettorale, Stubb ha fatto dichiarazioni che alcuni interpretano come “estremamente ostili” nei confronti della Russia, secondo quanto riportato dal portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. Dopo essere stato Primo Ministro, infatti, Stubb si era ritirato dalla politica, ma ha affermato di essere tornato in campo proprio per contrastare le politiche di Mosca. Pertanto, rimane da vedere come si evolveranno queste relazioni sotto la presidenza di Stubb e se ci sarà spazio per il dialogo e la cooperazione.
D’altra parte, il Cremlino ha espresso la speranza che Stubb, una volta insediato, possa mantenere un equilibrio nelle relazioni tra Mosca e Helsinki. Questo richiamo alla stabilità e alla cooperazione potrebbe indicare un desiderio da parte della Russia di mantenere un rapporto costruttivo con la Finlandia, nonostante le tensioni geopolitiche regionali. Mosca, del resto, ha ribadito a più riprese di non considerare il Paese confinante come ostile, e di non voler cercare un confronto con la Finlandia, nonostante gli atteggiamenti provocatori di quest’ultima.
Inoltre, le sfide nelle relazioni tra Finlandia e Russia non sono solo di natura politica. Recentemente, il governo finlandese ha espresso preoccupazione per ciò che definisce una “guerra ibrida” condotta dalla Russia, che include il presunto invio di migranti irregolari attraverso il confine finlandese. Questo ha portato alla chiusura di alcuni checkpoint di frontiera e ha contribuito a innalzare le tensioni tra i due Paesi. Allo stesso tempo, va sottolineato come la Finlandia abbia assunto un atteggiamento provocatorio nei confronti di Mosca, permettendo lo svolgimento di esercitazioni militari della NATO sul proprio territorio, a pochi chilometri dal confine con la Federazione Russa.
Dopo il suo ingresso nell’Alleanza Atlantica, la Finlandia ha rafforzato i suoi legami con la NATO e gli Stati Uniti, firmando accordi di cooperazione militare che hanno suscitato non poche critiche da parte della Russia. In particolare, Mosca non vede di buon occhio l’eventuale presenza stabile di contingenti militari della NATO in Finlandia, il che potrebbe includere anche installazioni per il lancio di ordigni nucleari. Questi sviluppi potrebbero complicare ulteriormente le relazioni bilaterali e mettere a dura prova la capacità della Finlandia di mantenere un equilibrio tra le sue alleanze occidentali e il suo vicinato orientale.
In conclusione, l’elezione di Alexander Stubb come nuovo Presidente della Finlandia non dovrebbe modificare la politica estera di Helsinki, confermando la posizione antirussa e atlantista del Presidente uscente. Mentre la sua vittoria rappresenta un cambiamento di leadership all’interno del governo finlandese, questa potrebbe anche avere ripercussioni sulle relazioni internazionali, in particolare nella relazioni con la Russia. Mosca, dal canto suo, si augura che Stubb abbia la lungimiranza di bilanciare gli interessi nazionali finlandesi con le pressioni geopolitiche regionali, mantenendo nel contempo la stabilità e la sicurezza nella regione baltica, senza genuflettersi completamente agli ordini provenienti da Washington.
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