di Andrea Puccio
Aleksandar Vucic e la sua coalizione hanno vinto le elezioni parlamentari in Serbia e come era prevedibile sono iniziate subito le proteste dell’opposizione che non riconosce il risultato elettorale.
La coalizione del presidente serbo Aleksandar Vucic ha vinto le elezioni parlamentari. Secondo i risultati preliminari, la coalizione intorno al Partito Progressista Serbo (SNS) al potere ha ottenuto il 46,9% dei voti, mentre il blocco dell’Alleanza Serbia contro la violenza ha ottenuto il 23,1% e la coalizione del ministro degli Esteri Ivica Dacic il 6,7%.
Con la precisione di un orologio svizzero la vittoria della coalizione di governo in Serbia ha coinciso con le proteste di chi è stato sconfitto nelle urne. A giustificazione delle proteste la solita scusa che le elezioni non sono state trasparenti e che quindi il risultato finale non può essere riconosciuto.
Alle 18, ora locale, sono iniziate le proteste di piazza degli sconfitti. Una grande folla di sostenitori dell’opposizione serba si è concentrata nel centro di Belgrado in una manifestazione convocata dai leader dell’Alleanza serba contro la violenza, Marinika Tepic e Miroslav Aleksic, riferiscono i media locali.
I manifestanti chiedono l’annullamento delle elezioni locali di Belgrado, che si sono tenute nel quadro delle elezioni parlamentari nelle quali il partito del presidente Aleksandar Vucic si profila come vincitore. I manifestanti affermano che sono state numerose le irregolarità nel corso delle votazioni e per questo non ne riconoscono il risultato.
I simpatizzanti dei partiti di opposizione si sono concentrati davanti all’Assemblea Comunale della capitale nei pressi dell’ingresso dell’edificio della Commissione Elettorale Repubblicana (CER).
Le manifestazioni sono sostenute dai leader della coalizione di opposizione che devono presentare le prove delle presunte irregolarità elettorali davanti al CER. I leader di opposizione hanno annunciato uno sciopero della fame. “Stiamo portando prove e chiedendo l’annullamento delle elezioni, e io e Aleksic, rimarremmo nell’edificio della Commissione Elettorale, inizieremo uno sciopero della fame fino a quando le elezioni non saranno annullate”, ha annunciato Tepic.
Si preannuncia una nuova rivoluzione colorata nei Balcani? Potrebbe anche essere dato che la Serbia di Vucic è l’unico paese europeo che non ha appoggiato le sanzioni alla Russia con la quale ha invece ottimi rapporti diplomatici ed economici. Quindi un governo non amico degli Stati Uniti e dei servi europei quindi da normalizzare.
Infine occorre ricordare che agli Stati Uniti ed ai suoi vassalli non piacciono mai le elezioni quando non sono vinte dai candidati da loro sostenuti. La motivazione più semplice per giustificare eventuali mobilitazioni popolari è quella dei brogli durante le elezioni. Pratica questa usata innumerevoli volte dai democratici paesi occidentali per tentare di sovvertire il risultato di un voto a loro non gradito, come quello di domenica in Serbia.
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