di Dario Tagliamacco
Il Venezuela non è solamente un Paese con grandissime risorse petrolifere, grazie alle sue acque può vantare una notevole produzione di gamberetti in forte crescita che lo rendono il decimo esportatore a livello mondiale.
Eduardo Castillo, presidente della Società venezuelana di acquacoltura (SVA), a metà aprile di quest’anno ha informato che la produzione annuale di gamberetti in Venezuela ha raggiunto le 65.000 tonnellate, trasformando il Paese nel decimo esportatore mondiale. Di tale quantità, 5.000 tonnellate sono destinate al consumo interno, il resto invece viene esportato poiché il gamberetto venezuelano è di alta qualità.
L’allevamento dei gamberetti si concentra sulle coste degli Stati Zulia e Falcón, la produzione, adattandosi alle condizioni economiche e ambientali del Paese, ha registrato una crescita esponenziale nel nuovo secolo. L’alto tasso di esportazioni ha generato un reddito vitale per una nazione che dal 2017 è colpita dalle sanzioni economiche.
Arnaldo Figueredo, direttore esecutivo della Società venezuelana di acquacoltura, ha spiegato che in questo momento in Venezuela ci sono più di 19.000 ettari di stagni per gamberetti che si distribuiscono in quasi 700 allevamenti. Questo significa che il Paese caraibico non è dipendente unicamente dalla produzione di petrolio che in questi anni a causa delle misure coercitive è diminuita.
Nelle vicinanze del lago di Maracaibo, il più grande dell’America Latina, simbolo del “Venezuela Saudita” del xx secolo poiché al suo interno venne scoperto un vasto giacimento di petrolio, si è sviluppata un’industria ittica che ha dato una spinta all’economia venezuelana, soprattutto negli anni della crisi dal 2016 al 2020. Il lago ha avuto dei problemi a causa dello sfruttamento dell’oro nero perché molte fuoriuscite lo hanno inquinato e in alcune aree l’acqua si è tinta di un preoccupante colore verde.
Quando tutto sembrava pregiudicato è invece fiorita l’industria della pesca e dei gamberetti, come racconta Fernando Villamizar, presidente dell’Associazione dei produttori di gamberetti del Venezuela (Asoproco): “Il suo bacino offre grandi virtù e la temperatura delle sue acque è ideale per la produzione di molte specie. Ci sono varietà di gamberetti che sono autoctone del lago, come i gamberi bianchi, i gamberi marroni, che possono essere catturati, ma coltiviamo altre varietà come i gamberi dalle zampe bianche”.
Il Venezuela ha registrato la crescita della coltivazione e produzione di organismi acquatici grazie agli sforzi di molte aziende che si sono evolute nelle modalità di allevamento. Come mostrato da Eduardo Castillo, il Paese sta pianificando a lungo termine per portare la produzione attuale di 60.000 tonnellate a 600.000 mila tonnellate in 10 anni. Inoltre, i dazi statunitensi rappresentano un’opportunità perché migliorano la competitività con i prezzi proposti dalla nazione caraibica. Attualmente il consumo di gamberetti in Venezuela è relativamente basso a causa di due fattori, primo: l’industria dell’acquacoltura per ora si è concentrata nella produzione di un prodotto di alta qualità per l’esportazione; secondo: il gambero nella società venezuelana è visto come un cibo elitario. In questa direzione le autorità stanno costruendo campagne informative per incentivarne il consumo interno.
Secondo i dati forniti dalla Società venezuelana di acquacoltura (SVA), il 60% della produzione di gamberetti è destinata al mercato europeo, nazioni come Olanda, Spagna, Francia, Inghilterra ricevono il pregiato crostaceo caraibico. L’Europa in questi anni ha aumentato i suoi acquisti, ad esempio la Francia ha raddoppiato le sue importazioni di gamberetti venezuelani da 9.071 tonnellate nel 2022 a oltre 18.000 tonnellate nel 2023. Oltre al Vecchio continente le esportazioni si dirigono verso Stati Uniti e Cina.
Il dirigente della Società venezuelana di acquacoltura (SVA), Castillo, ha comunicato che la produzione ittica supera le 300.000 tonnellate annuali, di queste circa 95.000 tonnellate vengono esportate. Oltre a ciò, l’industria dei gamberetti genera tra i 14.000 e i 17.000 posti di lavoro diretti, contribuendo allo sviluppo delle aree rurali del Paese.
Nonostante i problemi economici e ambientali affrontati dal Venezuela, l’industria dei gamberetti ha adottato sistemi di produzione nuovi che migliorano la qualità del prodotto. Questo ha permesso di posizionare il crostaceo al sesto posto nelle esportazioni nazionali con un fatturato di circa 214 milioni di dollari nel 2023. Durante i primi mesi del 2024 l’acquacoltura ha registrato una crescita del 55% e i livelli di cattura sono cresciuti del 6%.
Secondo la direttrice dell’acquacoltura del Ministero della pesca e dell’acquacoltura, María Verónica López, il Venezuela può effettuare 5,21 cicli all’anno di allevamento di gamberetti nel bacino del lago di Maracaibo in un sistema composto da tre fasi.
Come spiegato dall’esperta, i cicli in mare richiedono più tempo e il loro processo di ingrasso è diverso a causa della qualità dell’acqua in termini di produttività naturale e parametri fisico-chimici.
Nel lago di Maracaibo, dato che si tratta di acqua salmastra e ricca di sostanze nutritive, il periodo di coltivazione sotto il sistema di trasferimento dura tra i 56 e i 60 giorni, mentre in altri luoghi del mondo ci vuole un tempo di 75 e 90 giorni Infine non bisogna dimenticare che grazie alla crescita graduale delle infrastrutture, sostenuta dalle politiche del Governo con l’obiettivo di elettrificare e gassificare il settore per ridurre il consumo di diesel, le aziende venezuelane hanno ottenuto importanti certificazioni a livello internazionale che attestano le loro attività responsabili e sostenibili.
Il CeSE-M sui social