La macchina della propaganda contemporanea: la guerra cognitiva

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di Dario Tagliamacco

La propaganda psicologica è una forma di comunicazione pervasiva che mediante l’uso di tecniche psicologiche cerca di influenzare le opinioni e gli atteggiamenti degli esseri umani. Attraverso la manipolazione delle emozioni si possono modificare le opinioni e le percezioni della realtà.

La propaganda è la diffusione di informazioni vere o false con l’obiettivo di influenzare il punto di vista e i comportamenti della gente. Nella storia è stata usata dai detentori del potere quali governi, partiti politici o grandi aziende, per promuovere i propri interessi e indirizzare l’opinione pubblica. La propaganda ha diverse forme, dalla pubblicità ai discorsi politici, dai messaggi lanciati dai cosiddetti personaggi famosi alle campagne di pubbliche relazioni. L’obiettivo è sempre lo stesso, ossia convincere le persone ad accettare determinate idee e valori che il sistema ritiene come indispensabili.

Karl Marx scriveva: “Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza materiale dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché a essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale”. Da queste parole si evince che la classe che governa la società, utilizzando la propaganda psicologica evita che la classe dominata si ribelli e accetti di conseguenza l’ordine costituito.

Il potere contemporaneo rispetto al passato ha una potenza superiore in termini di mezzi scientifici, psicologici e culturali per la manipolazione dei pensieri. Infatti riesce a convincere milioni di persone che l’umanità oggi è più libera, indipendente, profonda e riflessiva rispetto ai secoli passati. Questo è un gioco perverso che rende la propaganda psicologica maggiormente vincente e l’uomo meno reattivo poiché convinto di essere libero.

La società mercantilista per il suo funzionamento ha bisogno di spogliare le persone della loro personalità, facendo in modo che esse siano in balia di qualunque pifferaio magico. In questo senso la gente subisce una vera e propria guerra cognitiva che vuole plasmare e strumentalizzare le coscienze per poterle dominare. Per muovere le masse verso un obiettivo, il sistema non usa più i fucili o le spade che lo mostrerebbero come “entità non democratica” bensì una guerra psicologica costante.

Secondo la narrativa dominante, la propaganda colpisce unicamente i Paesi chiamati “dittature” o “autocrazie”, tuttavia nelle cosiddette “democrazie liberali” a dispetto di ciò che viene raccontato, gli obiettivi sono sempre gli stessi, controllare il disagio delle masse verso i privilegi di coloro che si trovano in cima della piramide sociale. La tecnica si basa sulle menzogne, mescolando verità con fantasia, cambiando il passato con il futuro e facendo paragoni assurdi.

Se facciamo un discorso sul potere mondiale ci accorgiamo che ai vertici si trovano sempre gli Stati Uniti, invece i Paesi tacciati di autoritarismo, mancato rispetto dei diritti umani, assoluta mancanza di pluralismo politico, sono quelli che non si piegano al dominio della nazione che vede il mondo come una sua proprietà. L’impero americano in tutto il ventesimo secolo ha usato la propria industria culturale per conquistare i popoli allargando lo scontro oltre il campo militare.

L’Unione Sovietica, nemico giurato degli Stati Uniti per quasi tutta la seconda metà del ventesimo secolo, denunciava “l’imperialismo culturale” delle emittenti statunitensi, accusate di violare la sovranità della nazione e la sua autonomia culturale. La popolazione sovietica, influenzata dai messaggi statunitensi che le mostravano “il sogno americano”, ha contribuito al disfacimento del primo Stato socialista della storia.

Il potere non è collegato alle ideologie, il suo fine è la massificazione del sé e dei profitti connessi ad esso. Il sistema dominante, che si autorappresenta come il bene, non conosce differenze o sfumature di pensiero e di azione. Ciò che viene raccontato alle persone fin dalla nascita è che la società non è perfetta, questo per far credere loro che ci sia una sorta di autocritica, tuttavia non ci sono alternative e pertanto nulla può cambiare. Il “buon cittadino” ad esempio deve accettare che il 69% della ricchezza globale è controllata da Paesi che rappresentano solo il 21% della popolazione mondiale, o che la ricchezza mondiale è concentrata in poche mani mentre gran parte della popolazione vive in condizioni di povertà.

Alcune persone che hanno un titolo di studio sono convinte che solo gli individui che vivono ai margini o che hanno un basso livello d’istruzione siano vittime della propaganda. Chiaramente non è così, la dipendenza da informazioni false non ha a che vedere con l’intelligenza o il grado culturale, questi due aspetti in realtà rafforzano la resistenza a riconoscere le informazioni costruite a tavolino. La capacità di riconoscere notizie create dalla propaganda si collega all’umiltà di comprendere i propri errori e alla capacità di avere un pensiero critico anche verso noi stessi. Queste caratteristiche mostrano la maturità emotiva e la profondità culturale di una persona.

L’Europa, soprattutto negli ultimi 35 anni, ha visto mutare le proprie tradizioni e valori, generazione dopo generazione senza rendersene conto, imitando gli Stati Uniti. L’ideologia neoliberista, dopo aver piegato completamente i cervelli degli occidentali, prova a colonizzare il resto del mondo tramite organizzazioni non governative che funzionano con soldi governativi, agenzie di stampa, film, musica, mode, ecc ecc.

Nel 2023 gli Stati Uniti hanno destinato 60,4 miliardi di dollari del Dipartimento di Stato all’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale (Usaid), con il fine di diffondere “democrazia” e “diritti”, belle parole dietro cui si nasconde l’imperialismo. Il neoliberismo si diffonde grazie all’opera di promotori e beneficiari quali oligarchie finanziarie e militari. Un potere che ingrandisce la sua egemonia tramite lo Stato statunitense e i suoi vassalli.

Le persone devono essere consapevoli che le loro menti sono sotto attacco, la guerra cognitiva è stata teorizzata dalla Nato negli ultimi anni ed è sostenuta dalla solita classe di intellettuali organici. Un documento importante redatto dagli strateghi della Nato spiega che i cinque principali ambiti della guerra, ovvero terra, aria, mare, spazio e cyberspazio, possono fornire vittorie tattiche ma solo il dominio sugli esseri umani porta alla vittoria finale.

La pubblicità è un aspetto pervasivo della società in cui viviamo, essa non fa appello alla ragione bensì all’emozione, i suoi metodi servono ad annullare le capacità critiche degli individui. La guerra cognitiva trionfa attraverso la comunicazione pubblicitaria o propagandistica, quest’ultima è ovunque, occupa l’immaginazione, modifica i modi di vivere, le preferenze e i modelli sociali. 

Se ci occupiamo del mondo dell’informazione, in Occidente i più famosi giornalisti dicono sempre di avere un “pensiero indipendente”, Noam Chomsky afferma: “Costoro non sarebbero lì se non avessero già dimostrato di scrivere o dire ogni volta, e spontaneamente, la cosa giusta. Se avessero iniziato la carriera scrivendo cose sbagliate, non sarebbero mai arrivati nel luogo dove ora possono dire, in apparenza, ciò che vogliono. Lo stesso vale per le facoltà universitarie nelle discipline che contano”.  Il giornalista britannico John Pilger, ha scritto di aver incontrato negli anni Settanta una delle principali propagandiste di Hitler, Leni Riefenstahl, secondo la quale per giungere alla totale sottomissione del popolo tedesco era stato necessario manipolare le menti della borghesia liberale e istruita, il resto era poi accaduto in automatico. 

Nel libro “La fattoria degli animali”,George Orwell fece una satira spietata dell’Unione Sovietica. Trent’anni dopo si è scoperto che, nell’introduzione da lui scritta, che era stata cancellata, egli scriveva “la censura letteraria in Inghilterra è efficace come quella di un sistema totalitario, solo la tecnica è diversa, anche qui, a ulteriore evidenza che le menti indipendenti, quelle che generano riflessioni sbagliate, vengono ovunque ostacolate o estirpate”.

Nel mondo contemporaneo le popolazioni sono vittime di un vero e proprio lavaggio del cervello compiuto da un ristretto numero di gruppi di potere, gli spazi per un pensiero divergente si sono chiusi, il mondo ha bisogno di intellettuali che possano guidare una rivoluzione culturale nella quale il popolo spegne gli apparati della propaganda, generatori di bugie che uccidono la verità e la vita. 

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