di Giulio Chinappi
Il Tagikistan, in una svolta storica, rinnova il proprio assetto geopolitico. L’accordo sul confine con il Kirghizistan, la collaborazione strategica con la Russia e il successo elettorale del partito di governo delineano un nuovo efficace corso di stabilità, cooperazione e sviluppo regionale nell’Asia centrale.
Articolo pubblicato su Strategic Culture Foundation
Il Tagikistan è una delle cinque ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, guidata, sin dal 1992, dal presidente Emomalī Rahmon. Negli ultimi giorni, questo paese è stato protagonista della politica regionale per mezzo di uno storico accordo stipulato con il Kirghizistan, che ha definito in maniera chiara il confine nazionale tra le due repubbliche, ponendo fine ad una disputa che andava avanti sin dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica. Secondo gli analisti, questo importante trattato, frutto di quasi 23 anni di negoziazioni, è destinato a portare notevoli benefici in termini di stabilità territoriale, facilitando la cooperazione e lo sviluppo economico della regione. Contestualmente, il Tagikistan continua a rafforzare i propri legami strategici con la Russia, la quale si conferma il principale partner commerciale ed energetico, e, dal punto di vista della politica interna, ha recentemente vissuto il successo elettorale del partito di governo, che consolida la stabilità del Tagikistan sotto la leadership di Rahmon.
Lo storico accordo con il Kirghizistan apre una nuova era per l’Asia centrale
La firma del trattato sul confine nazionale tra il Tagikistan e il Kirghizistan rappresenta senza dubbio uno degli eventi più rilevanti del panorama geopolitico recente. Dopo anni di dispute e negoziati, i presidenti dei due paesi hanno finalmente trovato un punto d’incontro. Il trattato è stato firmato a Biškek durante una visita ufficiale del presidente tagiko Emomalī Rahmon in territorio kirghiso, e rappresenta la conclusione di un percorso lungo e articolato iniziato nel dicembre 2002. Durante l’incontro, il presidente kirghiso Sadır Japarov ha sottolineato come questo accordo non solo risolva vecchie controversie legate alla definizione dei confini, ma apra anche la strada a una cooperazione multilaterale in settori strategici.
I confini dell’Asia centrale, tracciati in modo spesso arbitrario durante l’epoca sovietica, hanno generato tensioni e conflitti in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, con conseguenze che hanno interessato profondamente le relazioni tra i paesi della regione. In particolare, la mancata demarcazione precisa dei confini ha portato a scontri e disordini nelle aree di confine, dove le risorse naturali, in particolare quelle idriche, sono state oggetto di contesa (vedi il caso della suddivisione delle acque del Mar Caspio). Con la firma del trattato, però, questi problemi dovrebbero essere superati, consentendo la riapertura di valichi di frontiera e l’attivazione di collegamenti di trasporto, stradali, ferroviari e persino aerei, che erano stati sospesi in passato a causa delle tensioni.
Il trattato, oltre a stabilire una linea di confine chiara e definitiva, prevede anche meccanismi di cooperazione transfrontaliera che mirano a favorire lo sviluppo economico e sociale delle regioni coinvolte. In particolare, la riapertura dei valichi di frontiera dovrebbe presto dare risultati tangibili, con l’incremento dei flussi commerciali tra il Tagikistan e il Kirghizistan e la possibilità di un migliore coordinamento per la gestione delle risorse idriche e dei terreni agricoli, risorse che rivestono un ruolo fondamentale per le economie di entrambe le nazioni.
L’accordo ha, quindi, un duplice impatto: da un lato, pone fine a dispute storiche che hanno minato la sicurezza e la stabilità regionale; dall’altro, crea le premesse per una cooperazione che potrebbe favorire investimenti e progetti di sviluppo comune, contribuendo in maniera significativa alla prosperità dell’intera area dell’Asia centrale. Il presidente Sadır Japarov ha dichiarato in una conferenza stampa che, “d’ora in poi e per sempre, il confine tra il Kirghizistan e il Tagikistan diventerà un simbolo di amicizia eterna tra i nostri popoli fratelli”, sottolineando l’importanza emotiva e politica di questo accordo per il futuro delle relazioni bilaterali.
Come detto, l’accordo sul confine tra Tagikistan e Kirghizistan ha conseguenze che vanno ben oltre i confini di questi due paesi. La chiarezza territoriale derivante dal trattato favorisce un clima di fiducia reciproca, elemento essenziale per il rafforzamento della cooperazione regionale in Asia centrale. In un’area dove le tensioni derivanti da dispute confini erano all’ordine del giorno, la risoluzione pacifica di tali controversie crea un ambiente più stabile e favorevole alla cooperazione multilaterale.
L’importanza della Russia nella regione dell’Asia centrale
Parallelamente agli sviluppi sul fronte confini, la Russia continua a giocare un ruolo chiave nel plasmare il nuovo scenario politico del Tagikistan e delle altre ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale, per le quali rappresenta un partner di primaria importanza. La Russia è da tempo il principale partner commerciale ed energetico del Tagikistan e, recentemente, ha rafforzato ulteriormente la sua cooperazione con il paese centroasiatico, confermando il proprio impegno nel sostenere la stabilità e lo sviluppo dell’intera regione.
Durante un recente vertice al Cremlino, il presidente tagiko Emomalī Rahmon ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin per discutere di vari temi strategici. In quell’occasione, Rahmon ha ribadito che la Russia rimane il principale partner economico del Tagikistan, evidenziando come i legami commerciali e culturali tra i due paesi stiano crescendo costantemente. Putin, da parte sua, ha sottolineato il ruolo cruciale della Russia nel garantire la sicurezza regionale, in particolare attraverso il supporto fornito in termini di forniture energetiche e cooperazione militare.
Come ci si può facilmente immaginare, uno degli aspetti più rilevanti della cooperazione russo-tagika riguarda il settore energetico. Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia fornisce al Tagikistan grandi volumi di petrolio e prodotti derivati, coprendo quasi interamente il fabbisogno energetico della repubblica. Questa fornitura è essenziale per sostenere lo sviluppo industriale e garantire la stabilità dei prezzi nel mercato locale. Inoltre, la Russia sta contribuendo allo sviluppo del settore idroelettrico del Tagikistan. Ad esempio, la centrale idroelettrica Sangtudinskaya, costruita con la partecipazione russa, genera una quota significativa dell’energia consumata nel paese, evidenziando così come il supporto energetico russo sia fondamentale per la crescita economica tagika.
Oltre al settore energetico, la cooperazione si estende anche all’ambito della sicurezza. Durante i colloqui, il presidente Rahmon ha evidenziato come i servizi speciali e le forze dell’ordine del Tagikistan e della Russia abbiano stretto un’intesa operativa per contrastare le minacce comuni, quali il terrorismo, l’estremismo, la criminalità organizzata transnazionale e il crimine cibernetico. Questa collaborazione ha permesso di ottenere risultati concreti nella prevenzione di episodi violenti e nel mantenimento della stabilità regionale, un fattore essenziale per la crescita e lo sviluppo dell’intera area.
Il vice primo ministro russo Aleksandr Novak ha poi annunciato l’interesse della Russia nel realizzare ulteriori progetti infrastrutturali nel Tagikistan, come la costruzione di nuove centrali elettriche e l’ammodernamento di quelle esistenti. Tali investimenti rappresentano un ulteriore tassello per consolidare l’integrazione economica tra i due paesi, contribuendo a creare un modello di sviluppo sostenibile che possa essere esteso a tutta la regione dell’Asia centrale. La partecipazione di aziende statali come Rosatom, attive nello sviluppo di tecnologie energetiche e nell’estrazione di risorse strategiche, testimonia la volontà di Mosca di offrire un supporto completo al Tagikistan, sia sul fronte energetico che su quello tecnologico.
Durante l’incontro al Cremlino, il presidente Rahmon ha espresso soddisfazione per la visione condivisa con il presidente Putin, sottolineando come la cooperazione bilaterale non solo rafforzi i legami economici, ma contribuisca anche a stabilire un quadro di sicurezza e sviluppo a lungo termine per l’intera area. Da parte del governo tagiko, il sostegno russo è considerato un elemento chiave per garantire la stabilità politica ed economica del paese, in un contesto globale in cui le sfide transnazionali richiedono soluzioni condivise e multilaterali.
Le elezioni legislative garantiscono la stabilità interna
Mentre il Tagikistan rafforza i propri legami esteri e stabilisce accordi di grande rilevanza regionale, la scena politica interna resta stabile, garantendo la continuità della linea governativa. Le recenti elezioni legislative per il rinnovamento della camera bassa, l’Assemblea dei Rappresentanti (Majlisi namoyandagon), hanno visto il trionfo del Partito Popolare Democratico del Tagikistan (Hizbi xalqii demokratii Tojikiston), il partito di governo che fa capo al presidente Rahmon, il quale ha ottenuto una netta maggioranza dei seggi (49 sui 63 a disposizione). Questo risultato elettorale è stato accompagnato da un’alta affluenza di votanti e da valutazioni positive da parte degli osservatori nazionali e internazionali, che hanno sottolineato la trasparenza e la correttezza del processo elettorale.
Il successo del partito di governo è interpretato come un chiaro segnale di stabilità politica e di fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche del Tagikistan. Tale consenso popolare fornisce al governo il mandato necessario per proseguire con le riforme economiche e sociali, rafforzando al contempo la posizione del paese nelle relazioni internazionali. In particolare, la vittoria elettorale rappresenta un importante strumento politico per sostenere l’implementazione degli accordi di cooperazione con la Russia e per consolidare il trattato di confine con il Kirghizistan, elementi che insieme contribuiscono a definire il nuovo assetto geopolitico della regione.
Il presidente Emomalī Rahmon ha sottolineato durante gli incontri con i suoi omologhi kirghiso e russo che il successo elettorale del partito di governo non è solo una questione di numeri, ma un segnale concreto della volontà dei cittadini di vedere il Tagikistan progredire verso un futuro di maggiore stabilità, prosperità e integrazione regionale. Con il sostegno popolare e il rafforzamento dei legami internazionali, il governo tagiko si trova ora in una posizione privilegiata per avviare progetti di sviluppo che puntano a migliorare le infrastrutture, a promuovere il commercio e a garantire una migliore gestione delle risorse naturali.
Va tuttavia notato che, per la prima volta dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica, il Partito Comunista del Tagikistan non ha eletto deputati alla camera bassa, perdendo i due scranni conquistati nella precedente legislatura. Oltre al Partito Popolare Democratico, le altre forze rappresentate sono il Partito Agrario del Tagikistan (7 seggi), il Partito delle Riforme Economiche del Tagikistan (5 seggi), il Partito Socialista del Tagikistan (1 seggio) e il Partito Democratico del Tagikistan (1 seggio).
Conclusioni
L’attuale panorama politico del Tagikistan è segnato da una serie di sviluppi che stanno ridefinendo il ruolo del paese nell’Asia centrale. Lo storico accordo sul confine con il Kirghizistan, firmato dai presidenti Emomalī Rahmon e Sadır Japarov, rappresenta un punto di svolta fondamentale, poiché pone fine a dispute secolari e apre nuove prospettive di cooperazione economica e di sviluppo infrastrutturale. Questo accordo, unitamente alla crescente integrazione con la Russia, dove il presidente Vladimir Putin ha confermato il sostegno energetico, strategico e tecnologico, crea le basi per un ambiente regionale più stabile e prospero.
Le implicazioni positive di questi accordi si estendono ben oltre le questioni territoriali. Una definizione chiara dei confini e la riapertura dei valichi di frontiera favoriscono lo scambio commerciale, la cooperazione nella gestione delle risorse idriche e lo sviluppo di infrastrutture comuni, elementi indispensabili per la crescita sostenibile di tutta l’Asia centrale. Inoltre, la cooperazione in ambito di sicurezza e difesa tra Tagikistan e Russia, che include lo scambio di informazioni tra i servizi speciali e il coordinamento delle politiche contro il terrorismo e il crimine cibernetico, rafforza ulteriormente il tessuto di stabilità regionale.
Sul fronte interno, il successo elettorale del Partito Popolare Democratico del Tagikistan conferma la solidità delle istituzioni democratiche e la volontà dei cittadini di sostenere politiche che favoriscano lo sviluppo e la cooperazione internazionale. Con un governo rafforzato e un mandato popolare chiaro, il Tagikistan si prepara a intraprendere un percorso di riforme e investimenti strategici, in linea con le nuove dinamiche geopolitiche dell’Asia centrale.
Questi sviluppi possono dunque segnare l’inizio di una nuova era per il Tagikistan, in cui il passato, segnato da tensioni e conflitti, si trasformi in un’opportunità per costruire relazioni durature e per promuovere la cooperazione in un’area strategica del mondo. La storia dimostra che la stabilità e lo sviluppo richiedono impegno, dialogo e una visione a lungo termine: oggi, il Tagikistan, grazie agli accordi con il Kirghizistan e alla forte collaborazione con la Russia, si pone all’avanguardia di un cambiamento positivo che promette di avere ripercussioni ben oltre i suoi confini nazionali, gettando le basi per una regione dell’Asia centrale più integrata e prospera.
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