Incomprensibile politica estera dell’Italia. Premio a membro del gruppo terroristico MEK

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di Maria Morigi

Da tempo la politica estera italiana non solo è miope ed arrogante, ma, individuando l’Iran come nemico della civiltà occidentale, conferma l’attitudine dello Stato italiano ad essere subordinato in modo del tutto acritico e irrazionale a decisioni prese altrove. Il che dimostra anche una pervicace tendenza a ignorare fatti storici, dati oggettivi testimoniati, inchieste e rapporti di esperti consegnati e valutati in sedi ufficiali. 

Di tale tendenza alla faciloneria e all’opportunismo che caratterizzano i nostri ultimi Ministeri degli Esteri potrei citare numerosi episodi. Ad esempio quello verificatosi alla festa ufficiale dello scorso 10 febbraio all’Ambasciata di Roma per l’anniversario della Rivoluzione iraniana del 1979, quando, a seguito del messaggio moderato e distensivo dell’Ambasciatore, l’intervento  del viceministro degli Esteri italiano, ospite e relatore ufficiale, ha stigmatizzato l’aiuto offerto dall’Iran alla resistenza palestinese e ha citato le stragi di Gaza come fossero una diretta conseguenza della politica anti-israeliana di Teheran. Le circa 200 persone invitate, italiani e stranieri, sono rimaste a dir poco sbalordite!

Oggi, leggendo Theran Times (1) vengo a conoscenza di una lettera aperta indirizzata alle autorità italiane da parte dei familiari delle vittime iraniane di terrorismo. I familiari protestano contro la decisione del Parlamento italiano di conferire il riconoscimento Women of Courage Award 2025” a un membro  della  “Associazione della gioventù iraniana in Italia” legata strettamente e affiliata al gruppo terroristico anti-iraniano Mujahedin-e Khalq (MEK). Il premio è stato consegnato dal Vicepresidente del Parlamento italiano.

Quindi i casi sono due:

1- Il Vicepresidente del Parlamento italiano ignora tutta la storica questione del terrorismo in Iran e il percorso che ha portato i terroristi del MEK  – la cui attività criminale continua da almeno mezzo secolo – a cercare ombrello politico prima in Francia e poi in Albania con la costituzione di campi profughi e di addestramento ormai noti e certificati per pratiche di detenzione in disprezzo di ogni diritto umano (veri e propri lager), attività illegali, commercio di droga, riciclaggio, schiavismo, sfruttamento sessuale di donne e minori, incitamento alla prostituzione ecc..

2- Il Vicepresidente del Parlamento italiano sa bene quello che sta facendo, e, premiando il gruppo dei peggiori nemici interni dell’Iran, obbedisce alle pressioni diplomatiche di finanziatori che dietro le quinte si adoperano per screditare l’immagine dell’Iran.

Déjà vu, si dirà, infatti analogo copione è stato quello del  riconoscimento del WUC  (World Uyghur Congress) accolto a braccia aperte in Europa e USA perché formato da esuli uiguri, in realtà separatisti e terroristi della peggior specie, autori di attentati e stragi, da Pechino ad Urumqi fin dagli anni Novanta, e cacciati dalla Cina. A quel tempo, ovviamente, la Repubblica Popolare Cinese era il nemico da combattere e screditare attraverso la propaganda dei diritti umani. Il fine era di sdoganare terroristi per farli diventare vittime del “regime cinese antidemocratico”. I mezzi per ottenere un risultato, ora come allora, erano finanziamenti torbidi e propaganda costruita da notizie fakes. Ricordo anche che Ilham Tohti, economista e attivista di etnia uigura che sta scontando l’ergastolo in Cina con accuse di terrorismo e separatismo, dal Parlamento europeo è stato insignito a ottobre 2019 del Premio Sakharov per la libertà di pensiero.

 Tornando alla lettera aperta indirizzata alle autorità italiane, le famiglie definiscono il gesto del Parlamento italiano come un “atto vergognoso” che ignora la lunga storia di violenza e terrorismo, attentati suicidi, attacchi esplosivi, rapimenti, torture e assassinii stragi e lutti provocate dal gruppo MEK, sia all’interno dell’Iran che all’estero, oltre alle attività distruttive delle cosiddette “Unità Ribelli” del MEK, la cui missione prevede sabotaggi e l’uso di bombe artigianali contro siti governativi e religiosi in Iran. “23.000 vittime del terrorismo in Iran hanno perso la vita a causa delle atrocità commesse da questo gruppo”.

Infine ci tengo a ricordare che sulla questione MEK è stato organizzato  a Modena un Convegno il 12 ottobre 2024 “LA LOTTA DELL’IRAN AL TERRORISMO INTERNO E INTERNAZIONALE NEL MONDO MULTIPOLARE”. Durante i lavori del convegno hanno parlato testimoni diretti dei soprusi ed  è stato fatto il punto sugli aspetti settari e violenti del gruppo terroristico MEK, con l’intervento di dottori di ricerca, esperti in geopolitica e relazioni internazionali, giornalisti, saggisti e autorità religiosa. Evidentemente voci inascoltate che non sono riuscite a giungere nelle stanze del Ministero degli Esteri. 

Avendo partecipato al Convegno di Modena e avendo a lungo lavorato su gruppi terroristici di varia filiazione, ho l’impressione se non, purtroppo, la certezza che questa attribuzione del premio Women of Courage Award 2025” non sia affatto una coincidenza o una semplice mancanza di attenzione da parte del Parlamento italiano: il disegno è preciso e chiaro, bisogna obbedire all’ordine atlantista e a alle sanzioni contro i “nemici cattivi”, ritornando in spirito e in pratica alla famosa dichiarazione di “Stato canaglia – Rogue state” di reaganiana memoria che oggi senza difficoltà può essere affibbiata anche all’Iran.

Pare infatti quanto mai necessario distinguere tra Impero del Bene e Impero del Male, accontentando l’ottusità di un’opinione pubblica ormai azzerata dalle paure incombenti.

NOTE AL TESTO

(1) https://www.tehrantimes.com/news/510850/Families-of-Iranian-terrorism-victims-slam-Italian-parliament-s

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