di Giulio Chinappi
Le elezioni legislative del 12 marzo in Belize hanno confermato il governo di Johnny Briceño, sotto il quale il paese ha assunto un ruolo di primaria importanza nella difesa dei diritti palestinesi e nella cooperazione internazionale, in particolare con il vicino Messico.
FONTE ARTICOLO: https://giuliochinappi.wordpress.com/2025/03/15/il-belize-assume-un-nuovo-ruolo-internazionale-con-il-governo-di-johnny-briceno/
Le elezioni legislative tenutesi in Belize lo scorso 12 marzo hanno confermanto la fiducia popolare nei confronti del governo in carica guidato dal primo ministro Johnny Briceño e dal suo partito, il People’s United Party (PUP), appartenente all’area della sinistra cristiana. Questa tornata elettorale, caratterizzata da una vivace partecipazione elettorale (64,97% di affluenza alle urne) e da dinamiche politiche interne complesse, non solo ha sancito la continuità di un governo che ha saputo consolidare il proprio consenso nelle precedenti elezioni, ma ha anche evidenziato il crescente ruolo internazionale del Belize, in particolare nella difesa dei diritti del popolo palestinese e nella recente cooperazione con il Messico per la fornitura di energia elettrica, dimostrando il sostegno dei cittadini nei confronti delle posizioni assunte dall’esecutivo in carica.
Le elezioni del 12 marzo sono state convocate in leggero anticipo rispetto alla scadenza naturale dell’assemblea nazionale, aperta lo scorso 11 dicembre 2020, a seguito delle elezioni generali del novembre 2020. Secondo la Costituzione del Belize, il Parlamento deve essere sciolto dopo cinque anni dalla prima seduta dell’assemblea precedente, salvo un eventuale scioglimento anticipato su consiglio del primo ministro. Fin dall’inizio del 2025, il primo ministro Briceño aveva già lasciato intendere che le elezioni sarebbero state indette nella prima metà dell’anno, confermando così la sua volontà di cercare la continuità al governo.
Il percorso verso la giornata elettorale, tuttavia, non è stato privo di controversie. Nel mese di febbraio, il tribunale ha esaminato una richiesta formale presentata dall’avvocato trinidadiano Anand Ramlogan, il quale chiedeva che il governo posticipasse le elezioni per permettere un’adeguata revisione delle circoscrizioni elettorali. La richiesta, motivata dall’esigenza di un’eventuale ridistribuzione dei seggi per garantire una rappresentanza più equa, è stata però respinta dalla magistratura, permettendo così la prosecuzione del processo elettorale. La decisione del tribunale ha evidenziato, ancora una volta, l’importanza di rispettare i termini costituzionali, rafforzando la legittimità delle elezioni indette il 12 marzo.
Il panorama politico del paese centramericano si è presentato in questa tornata elettorale fortemente polarizzato. Da un lato, il governo in carica, rappresentato dal People’s United Party, si è proposto di consolidare il proprio potere dopo la storica vittoria ottenuta nelle elezioni del 2020, dove il PUP aveva conquistato 26 seggi su 31. La leadership di Johnny Briceño, che ha già guidato il paese in una fase di successi elettorali e amministrativi, si è mostrata determinata a rafforzare il consenso popolare, non solo grazie alle politiche interne, ma anche grazie alla sua visione di un Belize attivo sulla scena internazionale.
Il PUP ha potuto vantare una solida base di sostegno, dimostrata anche dalle vittorie nelle elezioni comunali del 2021 e nelle elezioni suppletive del 2021 e del 2024, che hanno ulteriormente consolidato la presenza del partito in ogni ambito della politica locale. Un aspetto innovativo di questa tornata è stato rappresentato da due candidati del PUP – Anthony Mahler e Henry Charles Usher – che, per la prima volta nella storia del paese, sono stati automaticamente proclamati vincitori nelle loro rispettive circoscrizioni, in assenza di sfidanti. Questo fatto ha messo in luce la crescente fiducia della popolazione nel partito governativo e ha sottolineato come il PUP sia riuscito a creare una base di consenso così solida da scoraggiare persino la partecipazione dell’opposizione in alcuni settori.
Dall’altra parte del panorama politico, lo United Democratic Party (UDP) si è trovato a dover fare i conti con una profonda crisi interna e una forte frammentazione. Dopo la schiacciante sconfitta elettorale del 2020, il partito ha dovuto affrontare non solo un significativo calo nel consenso popolare, ma anche una serie di controversie legate alla leadership. La figura di Patrick Faber, leader dell’UDP, è stata al centro di polemiche che hanno coinvolto episodi personali e accuse di comportamenti inappropriati, culminando con la sua temporanea sostituzione da parte di Moses “Shyne” Barrow. Tuttavia, la situazione non si è risolta definitivamente, e successivamente il partito ha subito un’ulteriore frammentazione interna con l’emergere di Tracy Panton, che ha a sua volta rivendicato la legittimità della guida del partito.
I dati ufficiali delle elezioni evidenziano una netta vittoria del People’s United Party, che ha ottenuto il 67,91% dei voti con 85.096 preferenze, traducendosi in 26 seggi parlamentari. Al contrario, l’UDP ha registrato risultati molto più deludenti: la fazione guidata da Moses “Shyne” Barrow ha ottenuto il 18,95% dei voti e 2 seggi, mentre quella sostenuta da Tracy Panton ha raccolto il 10,56% dei voti, ma con 3 scranni conquistati.
Come abbiamo accennato in precedenza, il Belize ha saputo distinguersi sulla scena internazionale per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e, in particolare, per il sostegno al popolo palestinese. Recentemente, Belize è entrato a far parte del “Gruppo de L’Aia”, un’iniziativa promossa dall’a ‘Internazionale Progresista, che ha visto la partecipazione di nove paesi impegnati a far rispettare il diritto internazionale nei confronti dell’occupazione illegale e dei crimini commessi a Gaza.
I paesi che aderiscono a questa iniziativa – oltre al Belize, vi figurano Bolivia, Cuba, Colombia, Honduras, Malaysia, Namibia, Senegal e Sudafrica – hanno firmato una dichiarazione in cui si impegnano a sostenere le ordinanze della Corte Penale Internazionale e della Corte Internazionale di Giustizia. L’obiettivo dichiarato è quello di porre fine all’impunità nei confronti dei responsabili dei crimini commessi nella Striscia di Gaza, imponendo sanzioni e misure restrittive che includano il blocco di investimenti e scambi commerciali che possano facilitare l’occupazione illegale.
Il governo beliziano, sotto la guida di Briceño, ha quindi assunto una posizione ferma e chiara a favore della giustizia internazionale, riconoscendo l’importanza di agire in un contesto globale in cui i diritti umani devono essere tutelati senza eccezioni. Questa scelta strategica ha rafforzato l’immagine di Belize come nazione attenta alle questioni internazionali e pronta a dare un contributo significativo alla lotta contro le violazioni dei diritti umani. Il sostegno al popolo palestinese, in questo quadro, rappresenta non solo un atto di solidarietà, ma anche una mossa politica che mira a posizionare Belize come attore di riferimento in un sistema internazionale sempre più multipolare e orientato alla giustizia.
Un altro aspetto di rilievo della politica estera beliziana riguarda la recente cooperazione con il Messico, finalizzata a rafforzare la sicurezza energetica del paese. In un contesto segnato da una crisi energetica globale, dovuta anche agli effetti di prolungate ondate di caldo e alla scarsità di risorse, l’accordo con il Messico rappresenta un intervento strategico per garantire la stabilità del sistema elettrico beliziano. Il dialogo bilaterale, rafforzato anche dalle recenti dichiarazioni del Ministero degli Esteri messicano, dimostra come il Messico si stia affermando come partner affidabile per i paesi centroamericani. L’accordo, oltre a garantire un supporto immediato al settore energetico del Belize, apre la strada a future collaborazioni in altri settori strategici, contribuendo a creare un quadro di stabilità e prosperità condivisa in una regione caratterizzata da dinamiche politiche ed economiche in rapido mutamento.
In definitiva, il successo elettorale del 2025 non ha rappresentato soltanto una testimonianza dei successi del governo Briceño sulle questioni interne, ma anche una dimostranzione del consenso popolare per una nuova fase di impegno e collaborazione a livello internazionale. Con una leadership determinata e una visione orientata al futuro, il Belize si prepara ad affrontare le sfide del domani, riaffermando il proprio ruolo di garante della democrazia, dei diritti umani e della cooperazione tra le nazioni. Una nazione piccola per dimensioni, ma grande per ambizione e per il contributo che può offrire alla comunità internazionale, pronta a trasformare le proprie vittorie elettorali in un modello di sviluppo e solidarietà globale.
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