di Giulio Chinappi
Le elezioni legislative di Nuova Delhi segnano una svolta storica: per la prima volta, il BJP di Narendra Modi conquista la capitale, spodestando l’AAP. Intanto, nello Stato di Chhattisgarh, il governo intensifica la repressione contro i militanti maoisti, acuendo le tensioni politiche nazionali.
FONTE ARTICOLO: https://giuliochinappi.wordpress.com/2025/02/13/india-il-bjp-di-modi-vince-nella-capitale-ma-stermina-i-comunisti-nello-stato-di-chhattisgarh/
Lo scorso 5 febbraio si sono tenute le attese elezioni legislative nella capitale federale dell’India, Nuova Delhi, che per la prima volta hanno premiato il BJP (Bharatiya Janata Party), la formazione guidata dal Primo Ministro Narendra Modi. Alla guida del governo dal 2014, Modi non era mai riuscito ad espugnare la capitale, controllata, negli ultimi undici anni, dalla formazione centrista dell’Aam Aadmi Party (AAP), traducibile come “Partito dell’Uomo Comune”.
In effetti, il BJP aveva già governato la capitale Nuova Delhi, ma questo era avvenuto ben prima dell’ascesa di Narendra Modi, nel periodo tra il 1993 e il 1998. Tuttavia, negli ultimi 27 anni, la formazione della destra nazionalista indù aveva accumulato solo sconfitte, cedendo il governo prima agli storici rivali dell’Indian National Congress (INC) tra il 1998 ed il 2013, e successivamente all’AAP. Secondo gli analisti, la sconfitta del Ministro capo uscente, Atishi Marlena, e del leader dell’AAP, Arvind Kejriwal, costituisce una grave battuta d’arresto per l’opposizione al governo di Modi.
Per comprendere le ragioni di questo risultato, bisogna tornare indietro nel tempo. Fondato nel novembre del 2012, l’AAP aveva inizialmente costruito il proprio successo nella capitale proponendosi come movimento dal basso guidato da un leader carismatico e popolare come Arvind Kejriwal. Tuttavia, con il passare del tempo, l’AAP ha cambiato la propria natura, venendo percepito come parte integrante di quel sistema che inizialmente aveva tentato di combattere: “Quello che una volta era iniziato come un movimento popolare si è trasformato in un semplice partito politico“, ha dichiarato l’esperto Neelanjan Sircar, del Centro di Ricerca Politica di Nuova Delhi, intervistato da Al Jazeera. “Kejriwal è ormai solo un politico e, una volta svanito il suo carisma, il legame con gli elettori si è indebolito“.
Dal canto suo, il BJP sta invece continuando la sua ascesa in tutto il Paese, conquistando la vittoria in tre importanti Stati (Maharashtra, Haryana e Delhi) negli ultimi mesi e rafforzando la propria pesa sulla politica nazionale. Per quanto riguarda la capitale, abitata da oltre 33 milioni di persone, gli analisti hanno sottolineato come una percentuale significativa degli elettori delle caste superiori, che rappresentano quasi il 40% della popolazione di Delhi, abbia scelto il BJP, attratta dalle promesse di sussidi, sviluppo e da un desiderio di cambiamento dopo oltre un decennio di governo dell’AAP.
Tuttavia, oltre alle promesse riguardante il welfare, il BJP ha puntato molto anche sulla propria anima nazionalista indù, acuendo le discriminazioni nei confronti delle numerose minoranze etnico-religiose che popolano l’India, in particolare quelle musulmane. Uno di questi casi riguarda la popolazione di etnia Rohingya, proveniente dal Myanmar e dal Bangladesh, e oggi molto numerosa sia a Nuova Delhi che in altre aree dell’India a causa dei conflitti interni che hanno imperversato per decenni nell’ex Birmania. Secondo le statistiche dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) aggiornate al 2019, in India risiedono almeno 40.000 Rohingya, di cui 1.100 residenti nella capitale, ma molto probabilmente questi numeri sono delle sottostime.
Il BJP e altri gruppi di destra hanno attaccato per anni i Rohingya, accusandoli di legami con il terrorismo e chiedendone l’arresto e la deportazione. Molti sono stati rinchiusi in centri di detenzione nella capitale e in altre parti del Paese. Durante una conferenza stampa tenuta nel corsod ella campagna elettorale, il portavoce del BJP, Sambit Patra, ha accusato il governo uscente dell’AAP di “manipolazione demografica” per influenzare le elezioni. Infatti, il BJP ha più volte accusato l’AAP di aggiungere “bangladesi illegali” alle liste elettorali per ampliare la propria base di voti. Allo stesso modo, in un comizio elettorale, il Ministro dell’Interno Amit Shah ha promesso che, se il BJP fosse salito al potere, avrebbe “liberato Delhi da bangladesi e Rohingya illegali entro due anni“.
Nel frattempo, nello Stato di Chhattisgarh, a sua volta sotto la guida politica del BJP, il governo locale si diletta a sterminare i comunisti, come dimostra l’uccisione di 31 persone che, secondo le fonti ufficiali, sono state identificate come “ribelli maoisti“, che in India sono anche noti come “naxaliti“. I naxaliti sono una corrente comunista fondata nel 1967 da Charu Mazumdar, morto in carcere nel 1972 dopo essere stato imprigionato per le sue idee politiche, ed oggi sono attivi soprattutto negli Stati dell’Andhra Pradesh, Telangana, Maharashta e Chhattisgarh. Dall’inizio di quest’anno, si tratta della terza operazione di questo tipo portata avanti dalle autorità indiane, dopo l’uccisione di sedici naxaliti lo scorso 23 gennaio e di altri otto militanti maoisti il 31 gennaio.
“Centinaia di poliziotti e soldati paramilitari hanno lanciato un’operazione nelle foreste sulla base di informazioni di intelligence secondo cui un grande numero di ribelli maoisti si era radunato nella zona“, ha dichiarato l’Ispettore Generale della polizia statale, Pattilingam Sundarraj. “Questa è una grande vittoria nella direzione di un’India libera dai naxaliti“, ha dichiarato invece il Ministro dell’Interno Amit Shah, che lo scorso anno ha affermato che il governo prevede di sradicare la ribellione maoista entro il 2026. Nel complesso, la repressione ha portato alla morte di circa 287 militanti maoisti nell’ultimo anno, la maggior parte dei quali nello Stato di Chhattisgarh, secondo i dati ufficiali del governo.
I soldati indiani combattono i maoisti dal 1967, quando i ribelli hanno iniziato la lotta per chiedere più posti di lavoro, terre coltivabili e la redistribuzione delle ricchezze naturali per le comunità indigene povere del Paese. Anni di negligenza hanno isolato molte popolazioni locali, che soffrono la mancanza di lavoro, scuole e strutture sanitarie, rendendo le proposte dei naxaliti come l’unica possibile via d’uscita dalla povertà, come nel caso dello Stato di Chhattisgarh, tra i più poveri dell’intera federazione.
Nel contesto delle elezioni legislative di Nuova Delhi e delle operazioni militari contro i ribelli maoisti, emerge un quadro politico sempre più polarizzato in India. Da un lato, la vittoria del BJP nella capitale rappresenta un ulteriore consolidamento del potere del partito di Narendra Modi, rafforzato dal sostegno delle caste superiori e da una retorica nazionalista che ha trovato eco in un’ampia parte dell’elettorato. Dall’altro, la repressione delle minoranze e dei movimenti di opposizione, come i maoisti del Chhattisgarh, dimostra il carattere sempre più autoritario della leadership attuale. Mentre il BJP si impone come forza dominante, l’opposizione deve fare fronte ad una crescente marginalizzazione politica.
Il CeSE-M sui social