Comore: il partito di governo stravince le elezioni legislative

4 mins read
Start

di Giulio Chinappi

Le elezioni legislative nelle Comore, segnate dalla vittoria schiacciante del partito del presidente Assoumani, evidenziano le tensioni politiche interne e la problematica della successione all’attuale leader.

Le recenti elezioni legislative delle Isole Comore, tenutesi lo scorso 12 gennaio, con un secondo turno il 30 gennaio 2025 in alcune circoscrizioni, hanno visto il trionfo del partito di governo, la Convention for the Renewal of the Comoros (CRC), guidato dal presidente Azali Assoumaniconfermato lo scorso anno per un quarto mandato, ma hanno sollevato numerosi interrogativi sia a livello interno che internazionale.

Le Isole Comore, un piccolo arcipelago situato nell’Oceano Indiano, a pochi chilometri dalla costa orientale dell’Africa, hanno una storia politica particolarmente turbolenta. Fin dal conseguimento dell’indipendenza dalla Francia nel 1975, il paese è stato teatro di numerosi colpi di stato e tentativi di insurrezione. Con una popolazione di circa 800.000 abitanti, le Comore si trovano spesso a dover affrontare sfide di stabilità politica e di gestione del potere in un contesto caratterizzato da profonde divisioni territoriali e da un sistema di rotazione del potere tra le tre isole principali.

Il governo attuale, guidato da Azali Assoumani, è il risultato di un percorso segnato da esperienze militari e politiche che hanno portato a una concentrazione del potere. Assoumani, salito al potere nel 1999 con un colpo di stato, ha poi visto alternarsi periodi di governo e dimissioni forzate, per poi ritornare in scena attraverso vittorie elettorali e cambiamenti costituzionali che gli hanno consentito di aggirare i limiti di mandato precedentemente stabiliti. Questi meccanismi, insieme alle trasformazioni normative intervenute nel 2023 che hanno ampliato l’Assemblea parlamentare, hanno contribuito a rafforzare il controllo del presidente e del suo partito sulla scena politica nazionale.

Venendo alle questioni odierne, le elezioni legislative di quest’anno hanno visto la partecipazione di numerosi partiti e candidati, sebbene il panorama politico sia stato fortemente dominato dalla CRC. Secondo i dati pubblicati dalla Commissione Elettorale Indipendente, il partito di governo ha ottenuto una vittoria schiacciante, aggiudicandosi 28 seggi su un totale di 33 nella prima tornata elettorale, e poi altri tre al secondo turno, per un totale di 31 deputati appartenenti alla formazione di Assoumani. Gli altri due seggi sono finiti nelle mani di un candidato indipendente e di Ibrahim Ali Mzimba, considerato come il leader dell’opposizione parlamentare e capo del Party for the Reform of Institutions (PRI), che nella circoscrizione di Mbadjini Ngouengwe ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.

Un aspetto che ha suscitato le rimostranze riguarda l’elezione di Nour El Fath Azali, il figlio trentanovenne del presidente Assoumani. Candidato nella circoscrizione di Hambou, Nour El Fath ha ottenuto oltre il 78% dei voti, confermandosi così non solo come figura politica emergente, ma anche come potenziale erede politico all’interno di un sistema che molti osservatori definiscono sempre più “dinastico”. Dal punto di vista dell’opposizione, il ruolo crescente di Nour El Fath all’interno della politica comoriana solleva interrogativi sulla possibilità che il potere venga trasmesso in maniera ereditaria, nonostante le smentite da parte del presidente Assoumani.

Per queste ragioni, il clima post-elettorale nelle Comore è stato subito caratterizzato da forti tensioni. Diversi partiti di opposizione, alcuni dei quali hanno boicottato il voto, hanno denunciato irregolarità durante le votazioni, accusando il governo di aver messo in atto pratiche fraudolente e di aver realizzato un’operazione di “ballottaggio orchestrato” per consolidare il proprio potere. In particolare, il principale partito oppositore, denominato Juwa Party, ha deciso di non prendere parte alle elezioni, denunciando la totale mancanza di trasparenza: secondo il Segretario Generale Hassane Ahmed el-Barwane, il boicottaggio stesso ha messo in luce “la frode elettorale e il riempimento delle urne a cielo aperto“.

Un portavoce delle forze di opposizione che hanno comunque partecipato alle votazioni, Abdallah Mohamed, ha dichiarato ai media che il voto era stato “macchiato da numerose irregolarità” e che i rappresentanti dell’opposizione sarebbero stati espulsi dai seggi in alcuni casi. Queste accuse, tuttavia, sono state prontamente smentite dal ministro delle Elezioni, Fakridine Mahamoud, il quale ha invitato gli oppositori a presentare prove concrete in tribunale. Dopo il voto, il presidente Assoumani ha minimizzato le critiche, affermando che le accuse di frode non avevano alcun fondamento e che i risultati confermavano la legittimità del processo elettorale.

Le critiche nei confronti del governo di Assoumani non si limitano alla mera concentrazione del potere, ma riguardano anche la presunta violazione del principio di rotazione del potere tra le isole comoriane. Infatti, secondo il sistema istituzionale, la guida del paese dovrebbe ruotare tra le isole principali – un meccanismo studiato per garantire l’equilibrio tra le diverse minoranze e una rappresentatività equa. Secondo questo principio, il successore di Assoumani dovrebbe provenire dall’isola di Anjouan, il che escluderebbe automaticamente suo figlio Nour El Fath dalla corsa alla presidenza. A tal proposito, il vice segretario generale del governo, Mahamoud Salim Hafi, ha precisato che i commenti relativi a un’eventuale “trasmissione ereditaria” del potere sarebbero stati frutto di un’errata interpretazione, evidenziando come il presidente Assoumani intenda scegliere, nel 2029, un “figlio del partito” in senso figurato, e non un erede diretto.

Secondo gli analisti, l’esito delle elezioni legislative e le tensioni emerse rappresentano le due facce del futuro politico dell’arcipelago. Da un lato, la vittoria della CRC rafforza il potere del presidente Azali Assoumani e la continuità di un regime che, nonostante le frequenti controversie, ha saputo mantenere un certo grado di stabilità in un contesto altrimenti turbolento. Dall’altro lato, le accuse di frode e il crescente malcontento dell’opposizione sollevano il rischio di un ulteriore inasprimento delle tensioni politiche, che potrebbero sfociare in proteste o, nel peggiore dei casi, in un nuovo episodio di instabilità.

A livello regionale, le Comore si trovano a dover bilanciare le proprie politiche interne con le pressioni e le influenze provenienti dall’esterno. Le recenti dinamiche elettorali, con un governo che ha saputo consolidare il proprio potere nonostante le critiche, si inseriscono in un contesto geopolitico in cui anche paesi esteri, quali la Russia e la Cina, continuano a manifestare interesse nei confronti dell’arcipelago. Gli episodi di cooperazione e le visite ufficiali – come quella del presidente Assoumani a eventi internazionali in Russia – evidenziano come la politica interna comoriana si intrecci con gli interessi globali, rendendo il quadro politico ancora più complesso e stratificato.

In un’epoca in cui la politica globale è sempre più interconnessa, la situazione nelle Isole Comore rappresenta un banco di prova per la capacità di un piccolo Stato di navigare tra le insidie di un sistema elettorale imperfetto, le pressioni esterne e le dinamiche interne di potere. Nel futuro prossimo potremo capire se il paese saprà orientarsi verso un futuro di maggiore stabilità e riforma, oppure se le divisioni attuali daranno vita a nuove crisi come quelle che ne hanno caratterizzato il passato.

Iscriviti alla nostra Newsletter
Enter your email to receive a weekly round-up of our best posts. Learn more!
icon

Progetto di Ricerca CeSE-M

Dispacci Geopolitici

MATERIALI CORSO ANALISTA GEOPOLITICO 2023

Il CeSE-M sui social

Naviga il sito

Tirocini Universitari

Partnership

Leggi anche