a cura di Giulio Chinappi
La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco ha evidenziato come Cina e Unione Europea possano costruire un nuovo ordine internazionale fondato su cooperazione, dialogo e reciproco rispetto, superando divisioni storiche e abbracciando un futuro multipolare in un’epoca di grandi trasformazioni globali.
FONTE ARTICOLO: https://giuliochinappi.wordpress.com/2025/02/18/cina-ed-europa-dovrebbero-scrivere-insieme-una-nuova-narrativa-per-un-mondo-multipolare/
La 61ª Conferenza sulla Sicurezza di Monaco (MSC) si è tenuta in Germania da venerdì a domenica, e la presenza della delegazione cinese ha portato una ventata di calore in Europa. Alcuni media europei hanno osservato che, rispetto ai politici di alcune grandi potenze, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi “ha usato un tono più accomodante e riconciliatorio nei confronti degli europei”, assicurando loro che la Cina è un partner affidabile. Anche il South China Morning Post di Hong Kong ha riferito che la Cina “ha lanciato un’offensiva di charme”, dimostrando un atteggiamento amichevole e cooperativo e una posizione costruttiva.
Quest’anno si celebra il 50° anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra la Cina e l’Unione Europea (UE), e Wang ha trasmesso in modo chiaro la “visione del mondo” della Cina all’Europa e al mondo, sia attraverso il suo discorso alla MSC che nei suoi incontri con dignitari, tra cui il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot e l’Alta rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Kaja Kallas: la Cina sarà sicuramente un fattore di certezza in questo sistema multipolare e si sforzerà di essere una forza costruttiva salda in un mondo in cambiamento. Allo stesso tempo, la Cina ha sempre considerato l’Europa un polo importante nel mondo multipolare, ritenendo che le due parti siano partner e non rivali e che la tendenza verso la multipolarità offra a Cina ed Europa maggiori possibilità di collaborare per cercare il “denominatore comune”.
Il tema del rapporto della MSC di quest’anno si concentra anch’esso sulla “multipolarizzazione”, evidenziando come questa tendenza possa rappresentare un’opportunità per la governance globale oppure portare al rischio di disordine a causa di una crescente polarizzazione, sottintendendo la confusione dell’Europa riguardo al proprio ruolo nel contesto della multipolarità. Attualmente, il conflitto tra Russia e Ucraina continua a prosciugare le risorse strategiche dell’Europa, le politiche unilaterali degli Stati Uniti incidono sulla fiducia transatlantica, mentre la concorrenza tecnologica emergente, le frizioni economiche e la crisi energetica hanno, in misura variabile, esacerbato le ansie strategiche del continente. L’UE stessa è un’unione di stati sovrani che possiedono intrinsecamente il gene del multilateralismo e comprende che il protezionismo, i blocchi tecnologici e il modello del “piccolo cortile, alta recinzione” non faranno altro che aggravare i rischi globali. Questioni quali il divario digitale, la crisi climatica e le carenze nella governance richiedono una cooperazione equa tra più attori per essere risolte, e gli interessi e gli obiettivi di Cina ed Europa sono fortemente allineati in questi ambiti.
Riguardo alla crisi ucraina, che rappresenta una grande preoccupazione per gli europei, Wang ha dichiarato che fin dal giorno successivo allo scoppio della crisi la Cina ha invitato a una risoluzione tramite dialogo e consultazione. Questo sentimento è condiviso dagli europei, desiderosi di pace. La Cina ha sempre sostenuto che la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i paesi debbano essere rispettate, sottolineando che le controversie vanno risolte attraverso il dialogo e la consultazione.
L’Iniziativa per la Sicurezza Globale proposta dalla Cina, che enfatizza concetti di sicurezza comuni, completi, cooperativi e sostenibili, offre nuove idee per alleviare le tensioni in Europa.
Per quanto riguarda il conflitto tra Russia e Ucraina, la Cina non è rimasta inerte né ha cercato di trarre profitto dalla situazione. Al contrario, ha costantemente invitato tutte le parti a esercitare moderazione e si è opposta alla strumentalizzazione del conflitto, sforzi che risultano evidenti a tutti. La Cina è fermamente impegnata a essere una forza costruttiva per la pace in Europa, elemento di grande importanza per il continente.
Negli ultimi anni, in un contesto internazionale in rapido mutamento, le relazioni tra Cina e UE hanno mantenuto una stabilità complessiva. La Cina ha sempre promosso la cooperazione economica e commerciale con l’UE con un atteggiamento di reciproco beneficio e vantaggio, facilitando vari aspetti degli scambi tra persone tra le due parti. Tra i paesi facenti parte del “circolo senza visto” della Cina, le nazioni europee rappresentano la quota più alta. Dal volume commerciale di 2,4 miliardi di dollari registrato quando la Cina stabilì relazioni diplomatiche con la Comunità Europea nel 1975 a quasi 800 miliardi di dollari odierni; dalle “alte montagne e lunghe strade” del commercio di beni al funzionamento di oltre 19.000 treni merci all’anno, entrambe le parti possono constatare chiaramente che la complementarità economica tra Cina ed Europa supera di gran lunga l’aspetto competitivo.
Ora, nella tendenza irreversibile verso la multipolarità, l’ambito della cooperazione tra Cina e UE si è ulteriormente ampliato. Entrambe le parti condividono il consenso sul valore del libero scambio e sul mantenimento della stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento globali, oltre a individuare potenziali punti di crescita per la cooperazione in settori emergenti come l’economia digitale e l’intelligenza artificiale. Esiste un ampio spazio win-win tra la richiesta europea di “autonomia strategica” e la necessità della Cina di uno sviluppo di alta qualità.
La MSC ha sempre rappresentato un barometro delle prospettive di sicurezza dell’Europa. Negli ultimi anni, i temi dei suoi rapporti sono passati da “l’assenza dell’Occidente” a “superare l’impotenza”, fino all’attuale focalizzazione sulla “multipolarizzazione”, riflettendo una transizione nella strategia di sicurezza europea da una risposta passiva a un adeguamento pragmatico. La conferenza di quest’anno presenta un evento dedicato alla Cina, con circa il 30 per cento degli interventi provenienti da paesi del “Sud Globale”, a dimostrazione del rispetto dell’Europa per l’evoluzione della struttura di potere internazionale.
Tuttavia, osserviamo anche che, essendo limitata dalla dipendenza dagli Stati Uniti in materia di sicurezza, esistono ancora divisioni interne all’Europa riguardo alla sua politica nei confronti della Cina. Alcuni politici considerano la Cina un “rivale sistemico”, e le fluttuazioni nella politica nei suoi confronti potrebbero rallentare il progresso della cooperazione tra la Cina e l’UE. Per trasformare il consenso in azione, è necessario colmare le doppie lacune di percezione e di interessi.
Nonostante le sfide affrontate negli ultimi anni, entrambe le parti sperano ancora di portare avanti e rafforzare l’amicizia e la cooperazione instaurate negli ultimi 50 anni. La Cina è sempre stata promotrice della pace e sostenitrice della cooperazione, fungendo costantemente da forza costruttiva negli affari tra Cina ed Europa e a livello internazionale. Sia nelle negoziazioni sul clima che nella governance dell’intelligenza artificiale, esistono ampi interessi comuni tra la Cina e l’UE nel mantenimento di un quadro multilaterale. In questo mondo in trasformazione, una cooperazione ulteriore tra Cina ed Europa sarà utile per costruire un ordine internazionale più equo e ragionevole, scrivendo insieme una nuova narrativa per un mondo multipolare.
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