Amico di Trotzkij e finanziatore di Lenin, rese possibile la Rivoluzione con le idee. E i finanziamenti.
Era enorme, ma si è fatto piccolo al cospetto della grande storia. Ha fatto la storia ma è ancora poco noto. O rimosso. Cento anni fa, il 12 dicembre 1924, nella lussuosa dimora di Schwanenwerder – Berlino era già crepuscolare -, lasciava il “behemotico” corpo mortale Izrail’ Lazarevič Gel’fand ovvero Alexander Helphand, meglio noto come “Parvus”. Nel gennaio del ’24 era morto Lenin, il volto della Rivoluzione; Helphand aveva fatto in tempo a sapere della nascita della nipote, figlia del suo primogenito Yevgeny Gnedin, che sarà “dissidente” sovietico.
La pubblicazione “L’essenza dell’oggi nei fatti di ieri”, al solito concisa ma densa, di Lorenzo Somigli per Artverkaro Edizioni, realtà under 30, che arricchisce – e svecchia – il panorama editoriale italiano, si propone di andare più a fondo sulla figura di Helphand-Parvus.
“Si chiude un secolo, un segmento omogeneo di tempo, facciamo i conti con la storia e con i nostri rimossi. I turchi tornano a Damasco e si può parlare serenamente di Parvus per capire anche il nostro presente”, spiega l’autore. “Con Artverkaro Edizioni – aggiunge Somigli – stiamo facendo un lavoro culturale necessario: offrire una prospettiva diversa sulla contemporaneità e una retrospettiva sulla storia, sui passaggi chiave che ancora ci condizionano. Come la Rivoluzione russa”.
La giovinezza a Odessa, il primo viaggio in Russia, l’impegno con la Socialdemocrazia tedesca, gli editoriali sempre illuminanti, il primo Soviet, gli anni al fianco dei Giovani Turchi, i lucrosi affari, la stanzetta di Lenin, il treno e il colpo di mano “tecnico”, gli ultimi anni e le profezie sull’unificazione dell’Europa e il mercato comune, la “democratizzazione” della Russia, obiettivo che ancora affascina gli strateghi anglosassoni.
Questi alcuni dei passaggi analizzati in “L’essenza dell’oggi nei fatti di ieri”. “Parvus” cento anni dopo torna a far riflettere.
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