La Corea del Nord denuncia la perdita di biodiversità come pericolo per l’umanità

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a cura di Giulio Chinapppi

La perdita di biodiversità accelera, minacciando l’esistenza umana e devastando ecosistemi, in particolare a causa dell’Occidente industrializzato. Un articolo del Pyongyang Times mette in evidenza la posizione della Repubblica Popolare Democratica di Corea sull’importanza di preservarla.

Con il ritmo accelerato dell’estinzione della vita nel mondo odierno, la perdita di biodiversità e il degrado marcato degli ecosistemi hanno creato gravi pericoli per l’esistenza e lo sviluppo dell’umanità.

Secondo un rapporto pubblicato di recente dal World Natural Protection Fund, il numero di esemplari di animali selvatici è diminuito del 73 percento in 50 anni, dal 1970 al 2020. Nel suo rapporto del 2018, aveva già segnalato un calo di oltre la metà tra il 1970 e il 2014, prevedendo che due terzi degli animali selvatici sarebbero potuti scomparire entro il 2020.

Le conseguenze della rapida distruzione della biodiversità sono enormi.

I problemi che affliggono il mondo, come quelli legati alla popolazione, al cibo, alle risorse, all’energia e all’ambiente, sono direttamente o indirettamente connessi alla biodiversità.

Secondo le informazioni disponibili, molte varietà di colture e animali domestici sono scomparse nel settore agricolo nell’ultimo secolo, rappresentando una minaccia per la biodiversità agricola. Inoltre, le attività di pesca eccessiva nei principali bacini di pesca mondiali esercitano un’influenza negativa sulla biodiversità marina.

Nel 2019, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura ha pubblicato un rapporto in cui avvertiva che la produzione alimentare mondiale avrebbe affrontato una crisi a causa del declino della biodiversità. Nel 2022, le Nazioni Unite hanno rilasciato un rapporto che evidenziava come molte parti del mondo avessero esaurito risorse naturali e acqua, perdendo biodiversità e devastando il 40 percento delle terre emerse globali.

La distruzione della biodiversità comporta gravi effetti collaterali, come la diffusione delle malattie infettive.

Secondo una ricerca pubblicata su una rivista scientifica britannica a maggio, le attività umane che distruggono l’ambiente ecologico rappresentano il principale fattore di diffusione delle malattie infettive. In particolare, la distruzione della biodiversità aumenta dell’85 percento il rischio di epidemie di malattie infettive.

La distruzione della biodiversità è considerata una delle tre grandi crisi del pianeta, insieme al cambiamento climatico e all’inquinamento ambientale. Questi tre elementi sono strettamente intrecciati e interagiscono tra loro, aumentando i rischi in progressione geometrica.

Proteggere e mantenere la biodiversità significa preservare l’ambiente per l’esistenza umana.

La Convenzione delle Nazioni Unite sulla Biodiversità è stata adottata durante la conferenza ONU su ambiente e sviluppo del 1992.

Nel 2010, la decima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sulla Biodiversità ha avanzato obiettivi decennali per la protezione della biodiversità entro il 2020. Tuttavia, nessuno dei 20 obiettivi discussi è stato pienamente raggiunto.

A dicembre 2022, la quindicesima sessione della Conferenza delle Parti (COP15) della Convenzione ONU sulla Biodiversità ha concordato 23 nuovi obiettivi, tra cui la protezione di oltre il 30 percento delle terre e dei mari come ecosistemi sicuri entro il 2030.

Per raggiungere tali obiettivi sono necessari sforzi equi e imparziali da parte della comunità internazionale.

Il World Natural Protection Fund aveva già pubblicato dieci anni fa un rapporto in cui criticava gli Stati Uniti come principali responsabili dell’inquinamento dell’ecosistema globale, affermando che, se il mondo intero utilizzasse le risorse naturali con lo stesso ritmo degli americani, sarebbero necessari cinque pianeti equivalenti alla Terra per mantenere l’equilibrio ecologico. Un gruppo di ricerca internazionale ha inoltre rivelato che il 30 percento degli animali minacciati di estinzione è stato danneggiato dalla produzione di beni destinati all’esportazione dai paesi in via di sviluppo verso quelli occidentali sviluppati.

La realtà, in cui l’esistenza dell’umanità e il futuro del pianeta sono messi in pericolo dalla rapida distruzione della biodiversità, richiede urgentemente che tutti i paesi, inclusi quelli occidentali responsabili, partecipino attivamente alla protezione dell’ambiente.

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