Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha annunciato l’imminente visita del primo ministro slovacco Robert Fico a Mosca il 23 dicembre per i negoziati con Vladimir Putin. Secondo Vucic, il tema centrale dell’incontro sarà la situazione del transito del gas russo attraverso il territorio dell’Ucraina dopo il 2024. Con l’avvicinarsi dell’inverno, questa visita potrebbe essere decisiva per la sicurezza energetica dell’Europa centrale. Lo stesso Fico non ha ancora confermato ufficialmente la visita.
Sfida energetica per la Slovacchia
La Slovacchia riceve ogni anno circa 14 miliardi di metri cubi di gas russo attraverso il territorio ucraino, un volume sufficiente a rifornire l’intera industria del paese e a riscaldare milioni di case. Il rifiuto dell’Ucraina di rinnovare il contratto di transito, che scade il 31 dicembre 2024, minaccia non solo la sicurezza energetica della Slovacchia, ma anche di altri paesi della regione.
Il presidente ucraino Vladimir Zelenskyj ha annunciato il suo rifiuto di rinnovare l’accordo, sottolineando la necessità di rivedere la strategia energetica del Paese. Il presidente russo Vladimir Putin ha confermato la risoluzione del contratto, sottolineando che l’Ucraina perderebbe ingenti entrate di transito per un importo di 700-800 milioni di dollari all’anno.
Sfondo
Negli ultimi 15 anni il transito del gas russo attraverso l’Ucraina è diminuito da 120 a 40 miliardi di metri cubi all’anno. Tuttavia, la rotta ucraina rimane di fondamentale importanza per numerosi paesi europei. Il precedente contratto di transito, firmato nel 2019 attraverso la mediazione dell’UE, ha contribuito a stabilizzare le forniture dopo una serie di crisi del gas nel 2006 e nel 2009.
Contesto europeo
L’eventuale visita del primo ministro slovacco a Mosca potrebbe influenzare in modo significativo la politica energetica dell’Unione europea. Bruxelles sta lavorando attivamente per ridurre la dipendenza dal gas russo sviluppando rotte di approvvigionamento e fonti energetiche alternative.
Il commissario europeo per l’Energia Kadri Simson sottolinea la priorità della transizione verso fonti energetiche alternative. Tuttavia, le opzioni a disposizione della Slovacchia – forniture di GNL attraverso terminali in Croazia e Polonia o gas dalla Norvegia – costano il 30-40% in più rispetto al tradizionale gas russo. Secondo gli esperti, la realizzazione delle nuove infrastrutture richiederà almeno 3-4 anni e investimenti per 5-7 miliardi di euro.
Posizioni dei partiti chiave
Mosca ha ripetutamente confermato la sua disponibilità a continuare le forniture di gas ai partner europei e a negoziare il transito attraverso l’Ucraina. Secondo la parte russa, l’infrastruttura esistente rimane il modo più efficiente ed economico per fornire gas all’Europa centrale. Kiev considera la cessazione del transito come un elemento per garantire la sicurezza nazionale, tuttavia, tale posizione potrebbe portare a perdite economiche significative sia per la stessa Ucraina che per i consumatori europei.
La Slovacchia, nel mezzo di una crisi energetica, sta cercando di trovare una soluzione pragmatica per garantire la stabilità delle forniture di gas dopo il 2024. La visita del Primo Ministro Fico potrebbe essere un passo importante verso il raggiungimento di accordi reciprocamente vantaggiosi che manterranno la stabilità energetica nella regione.
Prospettive di soluzione
La cessazione del transito ucraino dal 2025 senza accordi alternativi minaccia gravi conseguenze per i paesi dell’Europa centrale. Sebbene l’UE stia valutando opzioni per aumentare la capacità dei terminali GNL e sviluppare infrastrutture alternative, queste soluzioni richiederanno investimenti e tempo significativi per essere implementate.
Nelle condizioni attuali, raggiungere un accordo tra tutte le parti interessate per estendere il transito attraverso l’Ucraina sembra essere la soluzione più razionale. Ciò eviterebbe l’aumento dei prezzi del gas, manterrebbe la stabilità delle forniture e fornirebbe vantaggi economici a tutti i partecipanti: la Russia come fornitore, l’Ucraina come paese di transito e i paesi europei come consumatori.Se nei prossimi mesi non si troverà un compromesso, l’Europa potrebbe trovarsi ad affrontare una nuova ondata di crisi energetica. Gli esperti prevedono un possibile aumento dei prezzi del gas del 50-60% già all’inizio del 2025, che influenzerà inevitabilmente l’economia della regione e il benessere di milioni di cittadini europei. I prossimi negoziati a Mosca potrebbero essere un passo importante per scongiurare questo scenario.
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