di Andrea Turi
L’America Latina è una regione dinamica e complessa, definita anche dalle sue contraddizioni: paesaggi mozzafiato e disuguaglianze sociali, ricca cultura e storia di sfruttamento, modernità e tradizioni antiche; terra di profonda resilienza, creatività e ricchezza culturale, l’America Latina è una vasta regione geografica e culturale che si estende dall’estremo nord del Messico fino alla punta meridionale del continente sudamericano, includendo anche i Caraibi1.
Comprende più di 20 Paesi, uniti da un’eredità storica comune, ma caratterizzati da una straordinaria diversità etnica, linguistica e culturale; famosa per la sua straordinaria varietà di paesaggi, che spaziano dalle imponenti catene montuose delle Ande e della Sierra Madre, alle vaste foreste pluviali dell’Amazzonia, ai deserti come l’Atacama in Cile, fino alle fertili pianure della Pampa argentina e del Pantanal brasiliano, le sue coste si affacciano su due oceani (Pacifico e Atlantico), offrendo una biodiversità tra le più ricche del pianeta; la sua storia è segnata dalla conquista europea nel XVI secolo, quando gli imperi spagnolo e portoghese colonizzarono gran parte del continente, imponendo la loro cultura, religione e lingua. Tuttavia, prima della colonizzazione, la regione era abitata da civiltà avanzate come i Maya, gli Aztechi e gli Inca, le cui influenze sono ancora evidenti nella cultura contemporanea mentre il periodo coloniale è stato caratterizzato dallo sfruttamento delle risorse naturali e dalla schiavitù delle popolazioni indigene e africane, portate nei Caraibi e nelle Americhe per lavorare nelle piantagioni. Tuttavia, il XIX secolo vide una serie di guerre di indipendenza, con figure storiche come Simón Bolívar e José de San Martín che guidarono i movimenti rivoluzionari contro il dominio europeo2.
Lo scrittore colombiano Gabriel Garcia Marquez ebbe a dire che “l’America Latina non vuole essere un giocattolo della politica internazionale, ma una parte importante del mondo libero e autonomo”. Terra di incontri e scontri, continente che ha vissuto tragedie storiche, ma che ha sempre avuto la capacità di rigenerarsi e continuare a sognare, regione del mondo ricca di risorse naturali, con una popolazione giovane e dinamica e un ruolo crescente nell’economia globale, l’America Latina e l’area caraibica (da qui LAC) sono attori chiave in un contesto globale contemporaneo in rapido cambiamento e rivestono un’importanza sempre più crescente sotto vari aspetti: economico (molti Paesi dell’America Latina, come il Brasile e il Messico, hanno economie significative e in crescita mentre, nel complesso, la regione è ricca di risorse naturali come petrolio, minerali e metalli preziosi, il che la rende un’area cruciale per le catene di approvvigionamento globali), commerciale (quello latinoamericano è un mercato importante per le imprese globali considerato che le sue economie emergenti offrono opportunità di investimento e di commercio per le aziende di tutto il mondo, soprattutto per quelle operanti in settori strategici come l’energia, l’agricoltura e la tecnologia), culturale (l’America Latina ha una ricca eredità culturale che influisce sulla cultura globale, attraverso la musica, il cinema, la letteratura e la cucina) e demografico (la sua crescente popolazione giovane rappresenta una forza demografica significativa nelle dinamiche globali del futuro prossimo).
Nell’attuale scenario geopolitico, l’America Latina e i Caraibi si trovano a fronteggiare una serie di sfide complesse, dettate da dinamiche globali in evoluzione costante, costretti a muoversi spesso tra le pressioni dei grandi attori internazionali e le proprie problematiche interne ma con ben presenti le opportunità che si offrono per rafforzare il proprio ruolo sulla scena globale anche se, è tuttora una realtà complessa che deve ancora trovare la sua unità regionale.
Da sempre considerata l’appendice meridionale del continente nordamericano, trattata dagli analisti alla stregua giardino di casa di Washington, l’America Latina ha storicamente subito gli effetti del peso specifico degli interessi – sia economici che politici – degli Stati Uniti d’America che hanno mantenuto un forte controllo sulle dinamiche della regione, definendola e ricollocandola all’interno della loro sfera d’influenza fin dagli inizi del XIX secolo: era il 1823, nel pieno fermento delle guerre di indipendenza dal gioco coloniale delle potenze europee, quando il quinto Presidente degli Stati Uniti, James Monroe, proclamò la dottrina (passata alla storia proprio con il suo nome, la Dottrina Monroe, appunto) che divenne uno dei pilastri fondamentali della politica estera statunitense nei confronti dell’America Latina per gran parte del XIX e del XX secolo e le cui intenzioni, nel proclamare in sostanza “l’America agli Americani (leggasi gli Stati Uniti d’America, ndr)”, intendevano limitare gli interventi delle potenze straniere nel continente americano totalmente inteso; nello specifico, però, veniva asserito che qualsiasi tentativo di interferire negli eventi relativi all’America del Sud sarebbero stati considerati alla stregua di una minaccia diretta agli stessi Stati Uniti e tale dottrina si fondava su due concetti principali strettamente legati tra loro: quello del non intervento europeo (secondo il quale le potenze europee non dovevano interferire negli affari delle nazioni americane appena indipendenti, né cercare di ristabilire il precedente dominio coloniale) e la non interferenza degli Stati Uniti negli affari europei (in cambio del disimpegno europeo nel continente sudamericano, Washington si impegnava a non intervenire nei conflitti interni delle potenze europee o nei loro affari coloniali in altre parti del mondo).
Con il passare del tempo, però, tale dottrina mutò il suo carattere difensivo in una sorta di piattaforma giustificativa di qualsiasi ingerenza e intervento diretto statunitensi negli affari interni dei Paesi dell’America Latina e dell’area dei Caraibi; tale cambiamento di approccio si è accentuato nel corso del XX secolo quando, cioè, a partire dal 1904 con l’adozione del cosiddetto corollario Roosevelt3 si affermò in via unilaterale il diritto degli Stati Uniti di intervenire negli affari dei Paesi latinoamericani in caso di instabilità politica o finanziaria, giustificando, sia in teoria che in pratica, ogni tipo di intervento diretto nella regione per necessità di sicurezza nazionale (qualsiasi tentativo di interferire negli eventi relativi all’America del Sud sarebbero stati considerati alla stregua di una minaccia diretta agli stessi Stati Uniti) e di protezione di un emisfero occidentale sempre più plasmato dagli interessi di una politica di Washington che vestiva i panni dell’imperialismo. Alla luce di quanto detto non è difficile, allora, rilevare come tale dottrina abbia giocato un ruolo significativo nella formazione dei principi di politica estera statunitense – tuttora in essere – e nel costituire il primo passo per la costruzione di un mondo unipolare guidato da Washington; in questa visione, l’America Latina diventa, così, un fattore imprescindibile sia per la sicurezza nazionale statunitense che per la proiezione della sua potenza sullo scenario internazionale.
Come sostiene a ragione Daniele Benzinel suoarticolo Geopolitica e Geoeconomia dell’integrazione. L’America Latina nel sistema mondiale all’inizio del XXI secolo, non deve quindi stupire il fatto che storicamente gli Stati Uniti – esercitando una notevole influenza nella regione attraverso legami economici, relazioni diplomatiche e pesanti ingerenze politiche – hanno plasmato il corso degli eventi e contribuito a trasformare la fisionomia politica dell’area: “gli ultimi due secoli dell’America Latina sono stati profondamente segnati dalla costante ingerenza politica, economica e militare degli Stati Uniti, che ne hanno orientato il corso a più riprese. La pretesa egemonica di escludere l’influenza di altri Paesi e di mantenere salda la propria è un fatto facilmente constatabile e determinante per l’evoluzione storica della regione. La Dottrina Monroe, che sancisce unilateralmente la supremazia nordamericana nel continente rispetto agli altri Paesi europei, e quella del destino manifesto, che stabilisce una specie di diritto naturale di ampliare a Ovest la propria frontiera sono state invocate ininterrottamente per giustificare ogni sorta di intrusione ed espansione territoriale. Rappresentano, in questo senso, il nucleo fondante attraverso cui gli Usa hanno elaborato, messo in pratica e costantemente aggiornato la propria politica emisferica. In base ad esse, hanno lavorato assiduamente per frenare ogni tentativo di unificazione politica e integrazione economica a Sud del Rio Bravo che ne minacciasse, fosse anche minimamente, gli interessi4”.
Tale atteggiamento di spavalderia imperialista fu accentuato dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica cui seguì la fine dell’era della Guerra fredda e con essa della fine della divisione in blocchi contrapposti5, eventi che permisero la diffusione della credenza che si potesse instaurare quel momento unipolare incardinato sul Washington Consensus6 teorizzato dallo scienziato politico Charles Krauthammer, il quale, dalle colonne dell’influente rivista di relazioni internazionali, Foreign Affairs, declamò tanto fiero quanto sicuro che “il mondo immediatamente successivo alla Guerra Fredda non è multipolare. È unipolare. Il centro del potere mondiale è la superpotenza incontrastata, gli Stati Uniti, affiancati dai suoi alleati occidentali”7. Seppur nel medio periodo vengano previste dinamiche e tendenza multipolari, Krauthammer affermava senza ombra di dubbio che “adesso, è il momento unipolare, […] un singolo polo di potere mondiale che consiste negli Stati Uniti all’apice dell’Occidente industrializzato. La preminenza statunitense si basa sul fatto che è l’unico Paese dotato di risorse militari, diplomatiche, politiche ed economiche tali da essere un attore decisivo in qualsiasi conflitto in una qualunque parte del mondo in cui essi scelgano di essere coinvolti8”.
L’America Latina e i Caraibi divenivano, allora, ancor di più un affaire statunitense: le politiche di stampo imperialista messe in atto dagli strateghi economici di Washington e dalle istituzioni internazionali ad essi asserviti – come il controllo delle risorse naturali (petrolio, zucchero, banane, ecc.) – furono giustificate dalla necessità di mantenere stabilità e sicurezza nella regione, le quali, alla fine, furono ottenute anche promuovendo, appoggiando e sostenendo cambi di regime politico in senso autoritario – i cui rappresentanti divennero i più strenui difensori e promotori degli interessi economici statunitensi nella regione – e, spesso, a scapito della sovranità nazionale e del benessere delle popolazioni.
L’euforico sentimento di onnipotenza che caratterizzò l’inizio della fase unipolare – tanto che qualcuno si spinse a sostenere che la Storia fosse finita9 – non si sarebbe potuto protrarre sul lungo tempo. Già nel 1993, in un lungo e approfondito articolo pubblicato sulla rivista “International Security”, Christopher Layne previde che l’unipolarismo non era che un’illusione poiché, prima o poi, nuovi e grandi potenze sarebbero emerse e altre ancora sarebbero apparse nello scenario internazionale; Layne arrivò ad affermare che il momento unipolare non fosse altro che un interludio geopolitico che darà il via alla multipolarità tra il 2000 e il 2010, una teorizzazione quanto mai profetica che si basava – ci informa lo stesso Layne – sulle teorie di Kenneth N. Waltz, secondo cui in politica internazionale la presenza di una potenza schiacciante porta gli altri Stati ad operare un bilanciamento contro di essa.
Sebbene gli Stati Uniti rimangano una potenza dominante nella regione, la loro influenza si è gradualmente ridotta anche perché il XXI secolo ha portato una maggiore complessità geopolitica nella regione, con potenze emergenti come la Russia e la Cina e l’Unione Europea che hanno sfidano (e sfidano ancora) l’egemonia di Washington nell’area LAC.
Riprendendo le parole del poeta fiorentino Mario Luzi possiamo asserire che “come in altri momenti della storia è in corso un sommovimento planetario dell’umano, inteso anche in senso fisiologico: il mondo non vuole più stare nella «geometria» che si è creata nei millenni trascorsi. Naturalmente, come sempre, si deve dare la colpa a qualcuno. […] La verità è che la parte povera del mondo cerca un nuovo assestamento provocando un’agitazione che dura da secoli, ma che si è fatta particolarmente acuta dopo il colonialismo. Ci sono delle fasi nella storia umana, e questa che stiamo vivendo è una di quelle, nelle quali lo scontro è più duro e feroce. Oggi lo scontro è tra l’Occidente – in sostanza l’America, la più forte e ormai unica grande potenza al mondo – e coloro che della prosperità dell’Occidente hanno avuto solo le briciole. Miliardi di esseri umani sono stati sacrificati a questa prosperità. È questa, se ci pensiamo, la ragione più evidente del sommovimento che percorre questo mondo insoddisfatto, sofferente, bisognoso, sfruttato e umiliato. Bisogna riconoscerlo alla fine: la nostra prosperità è stata ricavata dall’immiserimento di gran parte della popolazione del pianeta10. La multipolarità, infine, è arrivata e con la sua forza sta travolgendo quell’ordine costituito che sembrava inattaccabile; è, così, che l’America Latina ed i Caraibi sono passati dall’essere il cortile di casadegli Stati Uniti a campo di battaglia pivotale tra le grandi potenze mondiali attualmente in lotta per imporre la propria visione del mondo nella lotta dicotomica unipolarismo – multipolarismo; trovandosi in una posizione interessante e complessa all’interno del contesto globale multipolare, vale a dire in un mondo caratterizzato da più poli di potere,i Paesi dell’area LAC hanno iniziato, così, ad esplorare relazioni più diversificate con sempre più consapevolezza della possibilità di prendere un ruolo più attivo e indipendente sulla scena mondiale, sfruttando le loro risorse naturali e la loro posizione strategica.
In questo contesto, la Repubblica Popolare Cinese ha saputo interpretare le proprie ed altrui necessità, bisogni e possibilità ed è, così, diventata un attore chiave nella regione di cui ci stiamo occupando: negli ultimi decenni , la Cina vi ha giocato un ruolo crescente, diventando uno dei principali partner commerciali regionali ed il primo destinatario delle esportazioni di molti Paesi, in particolare per quel che riguarda le materie prime ed i prodotti agricoli; oltre al commercio, Pechino ha investito così massicciamente in infrastrutture, nel settore energetico e in quello delle telecomunicazioni, da cambiare la geografia geopolitica regionale, mettendo in crisi l’egemonia economica degli Stati Uniti che, adesso, vedono minacciata anche la loro supremazia egemonica continentale fino a pochi decenni fa mai messa in discussione.
Non è, dunque, peregrino sostenere che la crescente presenza della Cina in America Latina e nei Caraibi sia uno dei fenomeni geopolitici più significativi del XXI secolo. Pechino ha sviluppato una strategia complessa e multidimensionale nella regione basata sull’intreccio di interessi economici, diplomatici e geopolitici capace di ridefinire, al contempo, i rapporti di forza globali attraverso la promozione di un nuovo modello di cooperazione tra Paesi basato sul mutuo beneficio e vantaggio e incardinato sul concetto di win-win – ignoto al modus operandi e al pensiero occidentale in materia – e sui cinque principi della coesistenza pacifica declinati per la prima volta nel lontano 1955 da Zhou EnLai durante i lavori della Conferenza di Bandung: mutuo rispetto della sovranità e integrità territoriale; regola fondamentale di non-aggressione, principio di non-interferenza negli affari interni degli altri Paesi; mantenimento di uno stato di uguaglianza e cooperazione per un vantaggio comune; stato di coesistenza pacifica tra Paesi. Sono questi i principi sanciti in Indonesia a guidare tutt’oggi l’approccio in politica estera della Repubblica Popolare Cinese come già avvenuto, ad esempio, per l’Africa. Si può, dunque, affermare senza timori di smentita che in quell’occasione si posero le condizioni di base per il successivo sviluppo della cooperazione sud-sud che, nel tempo, si è saputa ampliare e rinnovare seguendo pedissequamente lo spirito di Bandung, il quale, dopo quasi settanta anni, ha saputo porsi come pietra angolare della costruzione di un nuovo ordine multipolare, cooperativo e sostenibile11; sotto l’egida della cooperazione sud-sud e invocando costantemente i principi della coesistenza pacifica, infatti, la Repubblica Popolare Cinese ha saputo promuovere una visione dell’ordine internazionale modellato su un sistema di relazioni paritarie tra le parti – in opposizione alle relazioni gerarchiche tipiche del rapporto nord-sud e del tutto sbilanciato a favore dei potenti e ricchi Stati del nord del Mondo – apprezzato anche nell’area LAC dove la Cina ha cominciato a ritagliarsi in ruolo sempre più importante, se non necessario.
La Repubblica Popolare Cinese viene proclamata il 1° ottobre 1949 e sin dagli albori il Paese ha cercato di stabilire relazioni diplomatiche con quella regione: sebbene la nuova Cina forgiata da Mao Zedong non fosse in grado di affermare la propria influenza in America Latina – anche perché non presente nell’area con forze militari – Pechino sostenne moralmente – e talvolta materialmente – i diversi movimenti rivoluzionari e comunisti che si battevano nel continente. In una prima fase, quindi, i rapporti furono forgiati principalmente da affinità elettive ed ideologiche.
Non casuale, quindi, il fatto che il primo Paese a riconoscere la Cina nata dalla rivoluzione comunista fu il Governo rivoluzionario comunista di Cuba guidato da Fidel Castro il quale, era il 2 settembre del 1960, durante un comizio davanti ad un milione di persone chiese l’autorizzazione al proprio Paese di interrompere le relazioni diplomatiche dell’isola con la Repubblica di Cina (Taiwan) per stabilirne, di nuove, con Pechino12.
L’instaurazione di relazioni diplomatiche tra Cina e Cuba fu come una piccola scintilla capace di innescare un incendio nella regione e aprire nuovi orizzonti all’amicizia tra la Cina e la regione LAC. Negli anni Sessanta, altri Paesi manifestarono interesse alla normalizzazione delle relazioni con Pechino ma, ancora una volta, l’opposizione e l’interferenza di Washington fecero naufragare questi tentativi13. Le relazioni con l’America Latina fecero un importante passo in avanti nel dicembre del 1970 quando il Cile, sotto l’amministrazione di Salvador Allende, divenne il primo Paese sudamericano a stabilire relazioni diplomatiche con il Governo cinese. Questo il comunicato congiunto con cui si sanciva l’inizio di una nuova era di amicizia tra i due Paesi14: “gli Ambasciatori della Repubblica Popolare Cinese e della Repubblica del Cile in Francia, Huang Chen e Enrique Bernstein Carabantes, debitamente autorizzati dai rispettivi Governi, hanno convenuto quanto segue: in conformità con i principi del rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale, della non ingerenza negli affari interni o esterni e dell’uguaglianza e reciprocità, il Governo della Repubblica Popolare Cinese e il Governo della Repubblica del Cile hanno deciso di stabilire relazioni diplomatiche a partire da questa data e di scambiare gli ambasciatori entro il più breve periodo possibile.
Il Governo cinese ribadisce che Taiwan è una parte inalienabile del territorio della Repubblica Popolare Cinese. Il Governo cileno prende atto di questa dichiarazione del Governo cinese.
Il Governo cileno riconosce il Governo della Repubblica Popolare Cinese come l’unico governo legale della Cina.
Il Governo cinese e il Governo cileno hanno concordato di fornirsi reciprocamente tutta l’assistenza necessaria per l’istituzione di missioni diplomatiche nelle rispettive capitali e per lo svolgimento delle loro funzioni, sulla base del rispetto dell’uguaglianza e della reciprocità e in conformità con la prassi internazionale.
Parigi, 15 dicembre 197015.
Con la morte di Mao Zedong nel 1976, la figura di Deng Xiaoping riemerse come figura dominante della scena politica cinese: il passaggio di potere segnò la fine dell’era maoista e l’inizio di un periodo di profonde riforme e apertura al mondo avviando una modernizzazione senza precedenti del Paese asiatico. Rimanendo fedele alla guida del Partito Comunista, trasformò profondamente la Cina, gettando le basi per la crescita economica che si sarebbe verificata negli anni successivi. Nei dieci anni in cui ha guidato la Repubblica Popolare Cinese, infatti, l’azione di Deng Xiaoping ha avuto un impatto significativo sulle relazioni della Cina con l’America Latina, segnando un deciso cambio di passo rispetto all’era di Mao Zedong, inaugurando una nuova fase nelle relazioni diplomatiche ed internazionali di Pechino: con l’inizio delle riforme economiche nel 1978, Deng, infatti, promosse la cosiddetta politica di “Riforma e Apertura” (改革开放), mirante a trasformare la Cina da un’economia pianificata a un’economia di mercato socialista, un processo di apertura economica che aveva una dimensione esterna cruciale la quale includeva il rafforzamento delle relazioni con i Paesi del Sud del mondo16; aprendo la Cina ai mercati globali e con un piglio più pragmatico e meno ideologizzato, Deng Xiaoping ha indicato la strada maestra verso legami – sia politici che economici – sempre più stretti con il continente sudamericano puntando alla costruzione di rapporti proficui con gli Stati e i loro Governi, indipendentemente dal loro orientamento politico, favorendo la crescita economica e l’accesso alle risorse naturali necessari per lo sviluppo economico cinese17. Lo stesso Deng ebbe a dichiarare nel 1988 che “le persone stanno dicendo che il XXI secolo sarà l’era del Pacifico. Io credo fermamente che quando arriveranno quei tempi ci sarà anche un’era latinoamericana, e, spero un’era del Pacifico, un’era dell’Atlantico e l’era dell’America Latina apparirà nello stesso tempo” aggiungendo, inoltre, che “la politica della Cina è di sviluppare e mantenere buone relazioni con i Paesi dell’America Latina e fare delle relazioni sino-latinoamericane un modello di cooperazione Sud-Sud18.
La Cina, allora, iniziò a vedere l’America Latina come una regione strategica sia perché garantiva l’accesso alle materie prime necessarie per alimentare la crescita economica cinese sia perché rappresentava un vasto mercato di destinazione della propria produzione industriale. Così, proprio a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, le interazioni commerciali tra la Cina e l’America Latina hanno cominciato a svilupparsi in modo strutturato, soprattutto con quei Paesi ricchi di risorse naturali come petrolio, minerali e prodotti agricoli, i quali ben presto divennero partner sempre più importanti per Pechino; anche se il volume degli scambi non era ancora paragonabile ai livelli raggiunti nei decenni successivi e sebbene gli investimenti diretti della Cina nell’area LAC fossero in quegli anni ancora limitati, le politiche avviate da Deng gettarono le basi per il susseguente aumento degli investimenti cinesi nella regione – che si sarebbe intensificato negli anni 2000 e, specialmente, con la recente espansione continentale della Belt and Road Initiative – contribuendo a portare la Cina ad essere uno dei principali partner economici della regione oltre che un rilevante attore globale.
Nel 2001, le relazioni tra Cina e i Paesi dell’America Latina registrarono un significativo cambio di passo: il Presidente della Repubblica Popolare Jiang Zemin – dal 9 al 19 aprile – intraprese un viaggio che lo portò in Cile, Brasile, Argentina, Uruguay, Cuba, e Venezuela i cui obiettivi principali erano quelli di consolidare le relazioni diplomatiche con i principali partner regionali e, al contempo, espandere la cooperazione economica e commerciale tra le parti, promuovendo investimenti reciproci e un incremento degli scambi soprattutto in settori quali infrastrutture e sfruttamento delle materie prime, ambiti nei quali furono raggiunti e firmati importanti accordi.
Il viaggio di Jiang Zemin ebbe un’importanza strategica e segnò l’inizio di un nuovo interesse cinese per le dinamiche dell’America Latina tanto che gli organi di stampa di Pechino sottolinearono che questo viaggio all’estero di Jiang dimostrava i buoni auspici e l’interesse della Cina per la regione. Era, infatti, passata l’era in cui – anche a causa delle tensioni della Guerra Fredda e della posizione internazionale relativamente isolata della Cina – i Paesi esitavano a intraprendere un commercio diretto con la neonata Repubblica Popolare Cinese (RPC) e bisognava guardare al futuro – anche immediato – con rinnovato entusiasmo e fiducia, pronti a cogliere le opportunità e affrontare le sfide che sarebbero sopraggiunte con atteggiamento positivo e collaborativo; come dichiarò Qiu Xiaoqi, direttore per l’America Latina del Ministero degli Affari Esteri, “un aspetto importante della visita è quello di contribuire ad aumentare i legami economici e commerciali tra Cina e America Latina e ad espandere la cooperazione in vari campi” che avrebbero portato i propri benefici non solo alle parti in causa ma a tutta l’umanità: “la Cina sta cercando di consolidare la sua posizione in una regione importante per lavorare per la crescita economica e la pace nel mondo”. Con queste parole si espresse un diplomatico che non fece altro che confermare quanto detto dal Presidente Jiang Zemin il quale, durante quella sua visita nel continente, ripeté a più riprese il concetto che il XXI secolo sarebbe stato quello in cui la Repubblica Popolare Cinese e l’America Latina avrebbero cooperato in tutti i campi, procedendo uniti mano nella mano, e che sarebbe stato anche il secolo in cui i popoli di Cina e dell’America Latina avrebbero costruito un domani migliore19”.
Il 6 aprile 2001, Jiang Zemin tenne un discorso davanti alla platea dell’Economic Commission for Latin America and the Caribbean (ECLAC) intitolato “Lavoriamo insieme per una nuova era di cooperazione amichevole tra Cina e America Latina e Caraibi”, con il quale propose diverse iniziative, indicando che fosse quanto mai “necessario incoraggiare le consultazioni per portare avanti la cooperazione Sud-Sud in modo trasversale. Si tratta di un modo importante per i Paesi in via di sviluppo di affrontare insieme la mutata situazione mondiale e di rafforzare il loro potere globale e la loro posizione internazionale. È imperativo raddoppiare gli sforzi per esplorare e aprire nuovi canali e forme di cooperazione, mettendo in gioco i nostri rispettivi vantaggi e potenzialità per la complementarità reciproca e lo sviluppo condiviso, in modo da iniettare nuovo dinamismo nella cooperazione Sud-Sud20”.
Per la prima volta nella politica estera cinese nei confronti dell’America Latina, l’accento è stato posto sul concetto di cooperazione Sud-Sud sulla cui base Jiang Zemin presentò ai Governi latinoamericani una proposta per creare un fronte comune per i Paesi in via di sviluppo al fine di rafforzare il loro potere politico ed economico in un nuovo ordine internazionale, più equo e giusto e basato su uno sviluppo comune che avrebbe aiutato a raggiungere la prosperità condivisa21: in questo nuovo ordine, l’America Latina avrebbe iniziato ad assumere una rinnovata rilevanza nel contesto internazionale anche grazie all’impulso e all’azione di Pechino. Espressione concreta di questa volontà fu, nel giugno 2002, la proposta cinese rivolta al Cile di avviare i negoziati per un accordo di libero scambio, che sarebbe diventato il primo accordo di libero scambio tra la Cina con un paese latinoamericano, una pietra miliare nelle relazioni sino-latinoamericane22.
Il lavoro di Jiang Zemin fu portato avanti dal suo successore alla guida della Repubblica Popolare Cinese, Hu Jintao che visitò l’area LAC in due occasioni, nel 2004 (quando si recò in Brasile, Argentina, Cile e Cuba) e nel 2008 quando giunse nuovamente nella regione in visita ufficiale per partecipare al vertice dell’Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), in Perù (anche Costa Rica23 e Cuba furono inserite nell’itinerario).
Uno dei discorsi più densi di significato tenuti da Hu Jintao nella regione è senza ombra di dubbio quello pronunciato il 12 novembre 2004 davanti al Congresso Nazionale del Brasile, un limpido esempio della linea politica della Cina nei confronti dell’America Latina; un discorso con il quale il leader cinese intese rafforzare la presenza di Pechino, contribuendo a stabilire le basi per una cooperazione di lungo periodo, una sorta di dichiarazione programmatica con la quale si palesavano le intenzioni cinesi di divenire un attore di primo piano nella regione LAC.
Hu mise in luce l’importanza di un partenariato strategico sino-latinoamericano basato su fiducia e rispetto reciproci, mutua assistenza, complementarietà economica e cooperazione vantaggiosa per entrambe le parti; di una cooperazione economica e commerciale che prevedesse un’espansione del commercio bilaterali promettendo di aumentare gli investimenti cinesi nella regione, specialmente per quel che riguardava i settori delle infrastrutture, dell’energia, delle risorse naturali e dell’agricoltura; auspicò, inoltre, una maggiore integrazione economica tra i Paesi latinoamericani con Pechino che si dichiarava pronta e disposta a sostenere questa prospettiva attraverso iniziative commerciali e finanziarie e relazioni, anche multilaterali, attraverso forum e piattaforme regionali; il discorso brasiliano evidenziava anche la volontà cinese di creare un ordine mondiale più equo e giusto da sviluppare sulle basi del multilateralismo e su una rinnovata cooperazione internazionale.
Così, Hu davanti ai rappresentanti del popolo brasiliano: “il 2004 è un anno significativo nella storia delle relazioni tra Cina e Brasile. Il Presidente Lula ed io abbiamo realizzato uno scambio di visite in occasione del 30° anniversario dell’istituzione dei legami diplomatici tra i nostri due Paesi. Basandoci sulla realtà e guardando al futuro, abbiamo definito congiuntamente i quattro principi che guidano lo sviluppo delle relazioni bilaterali: (I) aderire alla consultazione su un piano di parità e aumentare la fiducia politica reciproca; (II) insistere sulla reciprocità e sul vantaggio reciproco ed espandere i contatti economici e commerciali; (III) mantenere consultazioni e coordinamento e rafforzare la cooperazione internazionale; (IV) promuovere gli scambi non governativi e aumentare la comprensione reciproca. Concordiamo sul fatto che il rafforzamento del partenariato strategico tra Cina e Brasile non solo giova alla prosperità e al progresso di entrambi i Paesi, ma contribuisce anche al mantenimento della pace nel mondo e alla promozione dello sviluppo comune. Sono convinto che, finché le due parti lavoreranno insieme, i legami Cina-Brasile godranno sicuramente di un futuro ancora più luminoso.
Signore e signori, il Brasile è la prima tappa della mia visita nei Paesi dell’America Latina. Questa visita permette ai miei colleghi e a me di apprezzare ancora una volta la magnificenza e la fertilità delle montagne e dei fiumi dell’America Latina, la diversificazione e la gloria della storia e della cultura latinoamericana e la brillantezza dello sviluppo moderno.
Nel corso degli anni, in questa terra meravigliosa, i popoli latinoamericani non solo hanno creato una splendida civiltà, ma hanno anche dato un grande contributo al mantenimento della pace nel mondo e alla promozione dello sviluppo comune. Meraviglie come la piramide Maya e la città Inca, la centrale idroelettrica di Itaipu e il Centro dell’Avana per l’ingegneria genetica e la biotecnologia hanno testimoniato l’eccezionale creatività del popolo latinoamericano. Le figure storiche, da Bolivar a Jose Marti, da Neruda a Borges, hanno dimostrato l’ammirevole spirito pionieristico del popolo latinoamericano. Le cause elevate, dalla giusta lotta per il diritto alle 200 miglia marittime all’istituzione della Zona libera da nucleare in America Latina, dall’esplorazione della via di sviluppo dell’America Latina alla promozione dell’integrazione dell’America Latina, hanno illustrato lo spirito inflessibile del popolo latinoamericano. Il processo di esplorazione del popolo latinoamericano avanza con grande slancio e le culture diversificate brillano di ispirazioni e fascino duraturo. La grande civiltà creata dal popolo latinoamericano brilla come una perla nel giardino delle civiltà umane. Guardando al mondo, i governi e i popoli dell’America Latina stanno portando avanti le riforme e cercando lo sviluppo nonostante le difficoltà e le sfide, hanno ottenuto risultati sconvolgenti e si sono guadagnati il rispetto di tutti i Paesi del mondo. Guardando al futuro, l’America Latina, che vanta un vasto territorio, ricche risorse, una galassia di persone di talento e una solida base economica, gode di un grande potenziale e di promettenti prospettive di sviluppo. Sono fermamente convinto che su questa grande terra dalla storia gloriosa il popolo latinoamericano scriverà sicuramente una pagina più luminosa della sua storia.
Signore e signori, la Cina è un’antica civiltà con più di cinquemila anni di storia. Nel corso dell’evoluzione storica, il popolo cinese ha sempre lottato senza sosta per una buona vita. Nel secolo scorso, per i primi cinquant’anni il popolo cinese ha combattuto con sublime eroismo per l’indipendenza e la liberazione nazionale e alla fine ha fondato un nuovo Paese, la Repubblica Popolare Cinese, in cui è padrone di sé stesso. Negli ultimi cinquant’anni, tutte le nazionalità della Cina hanno lavorato insieme senza sosta per esplorare la strada dello sviluppo adatta alle proprie condizioni nazionali, lavorando duramente per costruire una vita prospera e ottenendo grandi risultati.
[…]La Cina sostiene una politica estera indipendente di pace con l’obiettivo di mantenere la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo comune. Il rafforzamento della solidarietà e della cooperazione con gli altri Paesi in via di sviluppo è un principio fondamentale della politica estera cinese. La Cina è, come sempre, un buon amico e partner degli altri Paesi in via di sviluppo nel mondo e sarà sempre dalla parte dei Paesi in via di sviluppo. Rafforzare costantemente la solidarietà e la cooperazione tra i Paesi in via di sviluppo non è solo la scelta logica per cercare uno sviluppo comune, ma anche il modo principale per spingere l’istituzione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale equo e ragionevole.
Vorrei sottolineare in particolare che lo sviluppo pacifico della Cina, che ha un quinto della popolazione mondiale, non costituirà mai una minaccia per nessun Paese o popolo, ma contribuirà alla pace e allo sviluppo mondiale e porterà sicuramente a importanti opportunità di sviluppo per la maggior parte dei Paesi del mondo. La Cina ha inizialmente instaurato l’economia socialista di mercato e sta portando avanti l’apertura a tutto tondo, il che spingerà sicuramente la cooperazione economica e tecnologica della Cina con varie regioni del mondo, compresa l’America Latina, a godere di un futuro sempre più prospero.
A partire dagli anni ‘90, tranne che in alcuni anni, il commercio bilaterale tra Cina e America Latina ha mantenuto un tasso di crescita a due cifre. Nei 10 anni dal 1993 al 2003, il volume degli scambi Cina-America Latina è aumentato di sei volte e dal 2000 al 2003 è raddoppiato. I margini di crescita dell’anno scorso e di quest’anno superano costantemente il 50%. Negli ultimi anni le esportazioni dell’America Latina in Cina sono aumentate rapidamente, con una crescita del 79% l’anno scorso e del 45,6% da gennaio a settembre di quest’anno. Da un punto di vista generale, l’America Latina ha un surplus commerciale con la Cina. Attualmente gli investimenti industriali cinesi in America Latina ammontano a quasi 1,6 miliardi di dollari e, considerando anche gli investimenti finanziari, la cifra supererà i 4 miliardi di dollari. Poiché l’economia cinese continua a crescere, la Cina è molto ottimista riguardo agli investimenti in America Latina. Anche il rapporto della Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (CEPAL) sottolinea che la crescita economica della Cina alimenta chiaramente lo sviluppo economico dell’America Latina. Sono fermamente convinto che con gli sforzi congiunti di entrambe le parti la strada della cooperazione economica e tecnologica tra Cina e America Latina diventerà senza dubbio sempre più ampia.
La Cina e l’America Latina sono geologicamente lontane l’una dall’altra, ma hanno una lunga storia di contatti amichevoli. Abbiamo esperienze simili di lotta per la liberazione nazionale, di salvaguardia dell’indipendenza nazionale e di costruzione delle nostre cause nazionali, il che ci permette di avere sentimenti interconnessi e lo stesso linguaggio in molte questioni importanti e di diventare buoni amici “anche se siamo lontani migliaia di chilometri”. La Cina attribuisce grande importanza al ruolo positivo dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi nel mantenimento della pace nel mondo e nella promozione dello sviluppo comune e spera sinceramente di rafforzare la cooperazione globale in diversi settori con questi Paesi e di costruire relazioni amichevoli stabili a lungo termine per arricchire e far progredire la cooperazione Sud-Sud.
Una buona notizia è che, con il sostegno dei Paesi latinoamericani, poco tempo fa la Cina è diventata osservatore del Parlamento Latinoamericano (PARLATINO) e dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), il che crea una nuova arena per rafforzare l’amicizia Cina-America Latina ed espandere la cooperazione bilaterale.
La Cina si sta sviluppando, così come l’America Latina. Per promuovere ulteriormente questo sviluppo, entrambe le parti devono rafforzare la cooperazione e creare nuove condizioni per la cooperazione. La cooperazione tra Cina e America Latina si trova di fronte a opportunità storiche senza precedenti. Quando anni fa il Presidente del Brasile visitò la Cina, Deng Xiaoping gli disse che il XXI secolo avrebbe dovuto essere il secolo del Pacifico e dell’America Latina. Entrambe le parti dovrebbero cogliere le opportunità e lavorare insieme per portare la cooperazione amichevole tra Cina e America Latina a livelli sempre nuovi.
Spero che con i nostri sforzi congiunti le relazioni Cina-America Latina possano raggiungere i seguenti obiettivi di sviluppo nel prossimo futuro.
– Sostenersi reciprocamente a livello politico e costruire un’amicizia a tutto tondo. Entrambe le parti dovrebbero rafforzare ulteriormente le comunicazioni, il coordinamento e la collaborazione nelle principali questioni riguardanti la pace e lo sviluppo mondiale, promuovendo la democrazia nelle relazioni internazionali, portando avanti l’istituzione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale equo e ragionevole e salvaguardando i dovuti diritti e interessi dei Paesi in via di sviluppo.
– Completarsi a vicenda dal punto di vista economico e costruire un partenariato reciprocamente vantaggioso per entrambe le parti a nuovi punti di partenza. Entrambe le parti dovrebbero intraprendere azioni attive per cercare di aumentare il volume del commercio bilaterale a più di 100 miliardi di dollari nel 2010, raddoppiando il livello attuale, e allo stesso tempo fare grandi progressi nel campo degli investimenti, raddoppiando il volume totale degli investimenti e facendo sì che entrambe le parti diventino partner di maggiore importanza l’una dell’altra.
– Rafforzare gli scambi culturali e fungere da modello di dialogo tra le diverse civiltà. Entrambe le parti dovrebbero organizzare scambi culturali diversificati per consentire a entrambi i popoli, soprattutto alle giovani generazioni, di ottenere maggiori comunicazioni di anime e comprensione reciproca, contribuendo così allo sviluppo diversificato delle culture mondiali.24.
Per raggiungere questi obiettivi, Hu Jintao propose tre iniziative: “in primo luogo, approfondire il consenso strategico comune e rafforzare la fiducia politica reciproca. Sulla base del meccanismo di dialogo esistente tra la Cina e le principali organizzazioni regionali dell’America Latina, si dovrebbe istituire gradualmente una piattaforma di cooperazione con una copertura più ampia per integrare il meccanismo. Ci auguriamo sinceramente di costruire relazioni normali con tutti i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, nel tentativo di creare condizioni migliori per consentire alla Cina di condurre una cooperazione completa e reciprocamente vantaggiosa con tutti i Paesi di questa regione, che non solo sia conforme alla tendenza dei nostri tempi, ma che serva anche l’interesse di tutte le parti interessate.
In secondo luogo, concentrarsi sul lavoro pratico e sull’innovazione e sfruttare il potenziale di cooperazione. La struttura del commercio dovrebbe essere ottimizzata costantemente e si dovrebbe prestare attenzione alla cooperazione nello sviluppo di nuove industrie ad alta tecnologia e ad alto valore aggiunto. Nel frattempo, l’espansione degli investimenti reciproci dovrebbe essere considerata una priorità per aumentare il livello di cooperazione economica bilaterale nel breve e medio termine. Una volta che le condizioni saranno mature, entrambe le parti potranno istituire una zona di libero scambio o raggiungere altri accordi reciprocamente vantaggiosi attraverso i negoziati. In linea con le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) e seguendo il principio di giustizia e razionalità, entrambe le parti dovrebbero rafforzare le comunicazioni, affrontare razionalmente le frazioni commerciali e mantenere attivamente lo slancio generale della cooperazione economica e commerciale bilaterale.
In terzo luogo, valorizzare gli scambi culturali e migliorare la comprensione reciproca. L’amicizia tra i popoli delle due parti può essere rafforzata attraverso la creazione di centri culturali reciproci, la promozione della cooperazione turistica, il rafforzamento degli scambi dei mass media e lo svolgimento di attività come lo scambio di studenti all’estero e l’organizzazione del Festival della gioventù Cina-America Latina, ecc.
Signore e signori, Amici, la distanza non potrà mai separare la vera amicizia. Le relazioni tra la Cina e l’America Latina non sono mai state così strette come oggi e domani entrambe le parti saranno sicuramente ancora più vicine. Uniamo le nostre mani e cogliamo le opportunità storiche per aprire nuovi fronti nelle amichevoli relazioni di cooperazione tra la Cina e l’America Latina, portando benefici a entrambi i popoli e rafforzando la nobile causa della promozione della pace e dello sviluppo mondiale25”.
Sotto la guida di Hu Jintao, il Governo della Repubblica Popolare Cinese redasse un primo documento organico sulle relazioni con la regione dell’America Latina e i Caraibi: è il 2008 quando viene pubblicato un white paper – un documento ufficiale che fornisce informazioni dettagliate su un argomento specifico, solitamente legato ad una specifica tematica, utilizzato per spiegare un concetto complesso, proporre soluzioni a un problema o delineare un approccio strategico – dal titolo Documento di politica cinese sull’America Latina e i Caraibi illustrante la visione, gli obiettivi e le strategie di Pechino nelle relazioni con i Paesi dell’area LAC ed in cui si delineavano le aree chiave di collaborazione tra le Parti e si indicavano le politiche economiche, diplomatiche e di cooperazione.
Il documento si apre con una chiara presa di coscienza sul contesto in cui la Repubblica Popolare Cinese si troverà ad agire negli anni che sarebbero sopraggiunti; si legge, infatti, che “il mondo di oggi sta subendo grandi trasformazioni e aggiustamenti. La pace e lo sviluppo sono la tendenza dei tempi. Il passaggio al multipolarismo è irreversibile e la globalizzazione economica sta prendendo piede. La pace e lo sviluppo mondiale si trovano di fronte a nuove opportunità e a diverse sfide. È nell’interesse fondamentale dei popoli di tutti i Paesi e nella loro comune aspirazione condividere le opportunità di sviluppo, affrontare congiuntamente le sfide e promuovere la nobile causa della pace e dello sviluppo dell’umanità.
La Cina, il più grande Paese in via di sviluppo del mondo, è impegnata in un percorso di sviluppo pacifico e nella strategia win-win dell’apertura. È pronta a portare avanti una cooperazione amichevole con tutti i Paesi sulla base dei Cinque principi della coesistenza pacifica e a costruire un mondo armonioso di pace duratura e prosperità comune.
I Paesi dell’America Latina e dei Caraibi sono una parte importante del mondo in via di sviluppo e una forza rilevante sulla scena internazionale. Nelle nuove circostanze, lo sviluppo delle relazioni tra la Cina e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi si trova di fronte a nuove opportunità. Con la pubblicazione di questo documento politico sull’America Latina e i Caraibi, il Governo cinese intende chiarire ulteriormente gli obiettivi della politica cinese in questa regione, delineare i principi guida per la futura cooperazione tra le due parti in vari campi e sostenere una crescita solida, costante e a tutto tondo delle relazioni della Cina con l’America Latina e i Caraibi”.
Il documento prosegue indicando come “i Paesi della regione hanno esplorato attivamente percorsi di sviluppo adatti alle loro condizioni nazionali. Hanno mantenuto la stabilità politica e una crescita economica continua, e la vita delle persone è in costante miglioramento. I Paesi dell’America Latina e dei Caraibi nutrono un forte desiderio di auto-sviluppo attraverso l’unità e l’impegno a promuovere la pace, la stabilità e lo sviluppo regionale. La regione nel suo complesso si sta rafforzando e la sua influenza internazionale è in aumento. I Paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno partecipato attivamente agli affari internazionali e hanno contribuito in modo significativo alla pace mondiale e allo sviluppo comune. Stanno svolgendo un ruolo sempre più importante negli affari regionali e internazionali”. […] Le due parti si trovano in una fase di sviluppo simile e devono affrontare il compito comune di raggiungere lo sviluppo. Entrambe le parti nutrono il desiderio di una maggiore comprensione reciproca e di una più stretta cooperazione. Nei circa vent’anni successivi alla fondazione della Nuova Cina nel 1949, la Cina e l’America Latina e i Caraibi hanno condotto principalmente scambi interpersonali. Negli anni ‘70 e ‘80, la Cina ha stabilito legami diplomatici con la maggior parte dei Paesi della regione. La cooperazione amichevole tra le due parti in vari campi ha registrato una crescita epocale negli anni Novanta. Dall’inizio del XXI secolo, le due parti hanno beneficiato di scambi ad alto livello più frequenti, di una maggiore fiducia politica reciproca e di una più stretta cooperazione in economia, commercio, scienza e tecnologia, cultura e istruzione, nonché di un sostegno reciproco e di uno stretto coordinamento negli affari internazionali. Sono stati compiuti nuovi progressi nelle relazioni tra le due parti a tutto tondo, a vari livelli e in un ampio spettro di settori.
La cooperazione amichevole tra la Cina e l’America Latina e i Caraibi serve l’interesse fondamentale dei due popoli. La futura crescita delle relazioni tra le due parti gode di un grande potenziale e di ampie prospettive e contribuirà in modo più significativo alla pace e allo sviluppo dell’umanità”.
La terza parte del documento – La politica della Cina in America Latina e nei Caraibi – è di particolare rilevanza poiché vengono delineate le linee strategiche che Pechino intendeva dispiegare nei rapporti con la regione negli anni a seguire: “rafforzare la solidarietà e la cooperazione con altri Paesi in via di sviluppo è la pietra angolare della politica estera indipendente della Cina. Il Governo cinese considera le sue relazioni con l’America Latina e i Caraibi da un punto di vista strategico e cerca di costruire e sviluppare un partenariato globale e cooperativo caratterizzato da uguaglianza, mutuo beneficio e sviluppo comune con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Gli obiettivi della politica cinese nei confronti dell’America Latina e dei Caraibi sono:
– Promuovere il rispetto e la fiducia reciproci ed espandere il terreno comune. Sulla base dei cinque principi della coesistenza pacifica, la Cina e l’America Latina e i Caraibi si tratteranno da pari a pari e si rispetteranno reciprocamente. Rafforzeranno il dialogo e la comunicazione, accresceranno la fiducia politica reciproca, amplieranno il terreno comune strategico e continueranno a mostrare comprensione e sostegno sulle questioni che coinvolgono i rispettivi interessi fondamentali e le principali preoccupazioni.
– Approfondire la cooperazione e ottenere risultati vantaggiosi per tutti. Le due parti faranno leva sui rispettivi punti di forza, sfrutteranno il potenziale della cooperazione e cercheranno di diventare partner dell’altra parte nella cooperazione economica e nel commercio per il mutuo beneficio e lo sviluppo comune.
– Attingere ai reciproci punti di forza per promuovere il progresso comune e intensificare gli scambi. Le due parti intensificheranno gli scambi culturali e interpersonali, impareranno l’una dall’altra e promuoveranno congiuntamente lo sviluppo e il progresso della civiltà umana.
– Il principio di una sola Cina è la base politica per l’instaurazione e lo sviluppo delle relazioni tra la Cina e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi e le organizzazioni regionali. La stragrande maggioranza dei Paesi della regione è impegnata nella politica dell’unica Cina e nella posizione di sostenere la riunificazione della Cina e di non avere legami o contatti ufficiali con Taiwan. Il Governo cinese apprezza questa posizione. La Cina è pronta a stabilire e sviluppare relazioni tra Stati con tutti i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi sulla base del principio di una sola Cina26.
Altri passaggi rilevanti del documento mettono in evidenza la volontà di Pechino di mantenere lo slancio degli stretti scambi con i leader dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi per aumentare la comprensione e la fiducia reciproca, intensificare lo scambio di esperienze sulla governance e consolidare la base politica per la crescita delle relazioni con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi; di continuare nel rafforzamento del coordinamento e della cooperazione sulle questioni internazionali con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi e a mantenere regolari consultazioni con loro sulle principali questioni internazionali e regionali: “le due parti – si legge – continueranno a sostenersi reciprocamente su questioni importanti come la sovranità e l’integrità territoriale. La Cina è pronta a collaborare con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi per rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite, rendere l’ordine politico ed economico internazionale più giusto ed equo, promuovere la democrazia nelle relazioni internazionali e sostenere i diritti e gli interessi legittimi dei Paesi in via di sviluppo. La Cina sostiene un maggiore ruolo dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi negli affari internazionali; di continuare a lavorare con le sue controparti latinoamericane e caraibiche nello spirito di uguaglianza e mutuo beneficio per espandere ed equilibrare il commercio bidirezionale e migliorare la struttura del commercio per raggiungere uno sviluppo comune. Allo stesso tempo, lavorerà con questi Paesi per risolvere adeguatamente le frizioni commerciali attraverso la consultazione e la cooperazione: “la Cina, sulla base del mutuo vantaggio e della cooperazione win-win, prenderà in considerazione la possibilità di concludere accordi di libero scambio con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi o con le organizzazioni di integrazione regionale”.
Il 26 giugno 2012 Wen Jiabao, allora Primo Ministro della Repubblica popolare cinese, visitò l’America Latina per la terza volta e, a conclusione del tour che lo aveva portato in Brasile, Argentina, Uruguay e Cile, scelse la Commissione Economica per l’America Latina e i Caraibi delle Nazioni Unite (ECLAC) per pronunciare un discorso in cui avanzò cinque proposte concrete attraverso le quali la Cina intendeva definire la sua futura presenza nella regione. Nell’occasione, Wen Jiabao manifestò la volontà di compiere sforzi congiunti per seguire un’agenda intensa che denotasse il salto sostanziale compiuto dalla Cina per quanto riguardava la forma e la sostanza della sua politica rispetto all’area LAC: in questo contesto, il messaggio che Pechino intendeva inviare attraverso uno dei suoi più qualificati portavoce – il Primo Ministro appunto – rappresentava una svolta nella qualità delle relazioni con l’America Latina. Si trattava, infatti, di una proposta globale significativamente motivata dalla volontà di consolidare un dialogo politico che segnasse un salto sostanziale nella forma e nella sostanza dell’ideale cinese di un progetto di prosperità condivisa.
“L’America Latina e i Caraibi – iniziò Wen Jiabao – sono una terra magica conosciuta per la sua vasta estensione, il paesaggio spettacolare, le ricche risorse e le splendide culture. È il luogo in cui si sono sviluppate le culture Maya, Inca e Azteca, ed è la patria di meraviglie naturali e di un’antica civiltà del mondo. La lussureggiante ed estesa foresta vergine amazzonica, le maestose montagne delle Ande e l’affascinante mare dei Caraibi rendono questa regione un luogo caratteristico e incantevole. Il calendario astronomico inventato dai Maya, le piramidi del Sole e della Luna costruite dagli Aztechi e le coltivazioni di mais, patate dolci e zucche degli Inca sono le belle conquiste della civiltà umana conosciute e condivise in tutto il mondo. Esse testimoniano l’eccezionale ingegno dei popoli che abitano questa terra. L’America Latina è nota per la sua ricca letteratura e arte. Ha prodotto le appassionate e squisite canzoni e danze latine e giganti della letteratura come Pablo Neruda, Gabriel García Márquez e Jorge Luis Borges. La civiltà latinoamericana è nata attraverso il lungo percorso di sviluppo di questa regione. È anche il prodotto degli scambi e dell’apprendimento reciproco con altre civiltà del mondo. Queste interazioni culturali sono uno sviluppo naturale, indipendente dalla volontà delle persone. Sia la civiltà latinoamericana che quella cinese sono aperte, inclusive e innovative, sempre pronte ad attingere alle belle conquiste di tutte le civiltà umane. Questo è il motivo fondamentale per cui le nostre due civiltà sono sopravvissute e hanno prosperato.
Questa è la mia terza visita in America Latina. Mi ha dato l’opportunità di acquisire maggiori conoscenze di prima mano e di riflettere a fondo sui Paesi latinoamericani. Ovunque sia andato, da Rio de Janeiro a Montevideo, da Buenos Aires a Santiago, ho potuto percepire la calda ospitalità del popolo latinoamericano e la vivacità dello sviluppo economico e sociale della regione. Ciò che mi ha colpito maggiormente è che i governi dei Paesi latinoamericani hanno adattato le loro politiche interne ed estere alle mutate circostanze degli ultimi anni, concentrandosi sul perseguimento di uno sviluppo economico e sociale coordinato. Avete contrastato efficacemente la crisi finanziaria internazionale, avete raggiunto una costante ripresa economica e siete diventati uno degli importanti motori della ripresa globale. Avete compiuto sforzi concertati per promuovere l’integrazione regionale e avete istituito la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC). Ciò ha rafforzato la coerenza, la capacità e l’influenza della regione. L’America Latina e i Caraibi sono oggi una grande potenza emergente in rapida ascesa e svolgono un ruolo sempre più importante e costruttivo nella governance economica globale, nello sviluppo sostenibile e in altre questioni critiche. In qualità di buoni amici e partner del popolo latinoamericano e caraibico, ci sentiamo davvero felici per i risultati raggiunti. Crediamo fermamente che un’America Latina e i Caraibi in crescita siano al servizio della pace e dello sviluppo mondiale.
Nonostante la distanza geografica, le nostre due parti hanno un’antica storia di scambi amichevoli. Entrando nel nuovo secolo, le nostre relazioni si sono avviate su una rapida strada di sviluppo, mostrando un solido slancio di crescita a tutte le dimensioni, ad ampio raggio e a più livelli. Gli scambi ad alto livello tra noi sono diventati più stretti e la fiducia politica reciproca si è approfondita. Nel 2008, il Governo cinese ha pubblicato il Documento di politica cinese sull’America Latina e i Caraibi, proponendo di costruire un partenariato globale e cooperativo caratterizzato da uguaglianza, mutuo beneficio e sviluppo comune tra le due parti. Il documento è stato ben accolto dai Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. La nostra cooperazione pratica ha compiuto progressi sostanziali. Dal 2001, il commercio bidirezionale è cresciuto a un tasso medio annuo di oltre il 30%, raggiungendo l’anno scorso 241,5 miliardi di dollari. La Cina è diventata il secondo partner commerciale dell’America Latina e un’importante fonte di investimenti. La nostra cooperazione nei settori della finanza, delle risorse, dell’energia, delle infrastrutture, dell’alta tecnologia, dell’agricoltura e in altri campi si è ampliata e gli scambi culturali e interpersonali si sono intensificati.
Sia la Cina che l’America Latina sono luoghi di nascita della civiltà umana, con condizioni nazionali simili e splendide culture. Oggi ci troviamo nella stessa fase di sviluppo, affrontiamo lo stesso compito di sviluppo e condividiamo ampi interessi comuni. Finché continueremo a trattarci sulla base del rispetto reciproco e dell’uguaglianza, e ad assecondare gli interessi fondamentali e le principali preoccupazioni dell’altro, potremo essere buoni amici che si fidano e si affidano l’uno all’altro, e buoni partner che attingono ai reciproci punti di forza e cooperano per il mutuo vantaggio. La nostra amicizia sarà solida come l’Himalaya e le Ande.
Il mondo di oggi sta vivendo una fase di grande sviluppo, di grandi aggiustamenti e di grandi cambiamenti. L’impatto della crisi finanziaria internazionale continua ad aggravarsi e la ripresa economica mondiale rimane difficile e tortuosa. Sono in corso profonde trasformazioni nelle relazioni tra i Paesi e nel sistema internazionale, che presentano un numero crescente di nuove questioni alla comunità internazionale. Sia la Cina che i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi sono Paesi in via di sviluppo che godono di prospettive rosee e di una crescita vigorosa. Entrambi sono parti importanti della potenza emergente nel mondo e forze positive per la pace mondiale e lo sviluppo comune. Nella complessa situazione internazionale, i nostri interessi comuni e le nostre esigenze reciproche stanno crescendo e le nostre imprese e i nostri popoli sono sempre più desiderosi di intensificare gli scambi e la cooperazione. Una più forte cooperazione win-win e la fiducia reciproca tra noi servono gli interessi fondamentali dei nostri popoli e lo sviluppo equilibrato, la prosperità e la stabilità del mondo. La Cina è pronta a far progredire il suo partenariato globale e cooperativo con l’America Latina e i Caraibi con la massima sincerità e a portare la nostra cooperazione pratica a un nuovo livello. In questo contesto, desidero avanzare le seguenti proposte:
– In primo luogo, approfondire la cooperazione strategica sulla base della fiducia politica reciproca. Dovremmo aumentare i contatti ad alto livello, istituire varie forme di meccanismi di consultazione governativa, ampliare gli scambi tra legislature, partiti politici e governi locali e migliorare la condivisione di esperienze sulla governance. La Cina propone di lanciare un forum di cooperazione tra le due parti come piattaforma superiore per migliorare la nostra cooperazione generale. La Cina è un convinto sostenitore degli sforzi dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi nel cercare la forza attraverso l’unità. Vorremmo istituire un meccanismo di dialogo regolare tra i ministri degli Esteri e la troika della Celac e tenere il primo ciclo di dialogo entro quest’anno. Siamo anche pronti ad esplorare la possibilità di istituire un meccanismo di incontro dei leader Cina-CELAC al momento opportuno. Siamo ansiosi di lavorare con i Paesi di questa regione per svolgere un ruolo costruttivo negli affari internazionali e salvaguardare gli interessi comuni dei Paesi in via di sviluppo.
– In secondo luogo, espandere gli interessi comuni concentrandosi sulla cooperazione economica e sul commercio. Il perseguimento di interessi comuni è al centro delle relazioni tra Cina e America Latina. La forte complementarietà delle nostre economie apre ampie prospettive di cooperazione commerciale. Le due parti dovrebbero opporsi al protezionismo commerciale, aprire maggiormente i mercati l’una all’altra, migliorare il mix commerciale, intensificare la cooperazione doganale e l’ispezione di qualità e portare il nostro commercio a oltre 400 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni. La Cina non persegue un surplus commerciale. Non importiamo solo materie prime da questa regione, ma vogliamo acquistare più manufatti e prodotti ad alto valore aggiunto, in modo da ottenere una crescita equilibrata e sostenibile del nostro commercio. Le nostre due parti dovrebbero intensificare la cooperazione in materia di investimenti e finanza. La Cina avvierà un fondo di cooperazione tra le due parti. Le istituzioni finanziarie cinesi contribuiranno al fondo con una prima tranche di 5 miliardi di dollari e accogliamo con favore la partecipazione dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi allo sviluppo del fondo per i nostri investimenti congiunti in progetti di cooperazione nei settori manifatturiero, delle alte e nuove tecnologie, dello sviluppo sostenibile e in altri campi.
– La China Development Bank coordinerà gli sforzi per istituire un prestito speciale di 10 miliardi di dollari per facilitare la nostra cooperazione nello sviluppo delle infrastrutture, tra cui ferrovie, strade, porti, centrali elettriche, reti elettriche e strutture di telecomunicazione che sono strettamente legate alla produzione e al sostentamento delle persone. Continueremo a incoraggiare le aziende cinesi competitive e rinomate a investire in questa regione per rafforzare la nostra cooperazione industriale. Allo stesso tempo, vogliamo esplorare la possibilità di istituire meccanismi di cooperazione industriale con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi e con la regione nel suo complesso, per promuovere legami e collaborazioni industriali più stretti. La Cina sta valutando la possibilità di firmare accordi di scambio di valuta con un maggior numero di Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, di regolare con loro il commercio bilaterale con le valute locali e di aprire più filiali bancarie nei rispettivi Paesi. Il governo cinese continuerà a fornire assistenza economica ai Paesi interessati di questa regione, in base alle proprie capacità, e a intraprendere più progetti a beneficio delle popolazioni locali. Il sesto vertice commerciale Cina-America Latina e Caraibi si terrà a Hangzhou, in Cina, il prossimo ottobre, e siamo lieti della partecipazione attiva delle aziende della regione.
– Terzo, salvaguardare la sicurezza alimentare attraverso la cooperazione agricola. L’America Latina e i Caraibi, dotati di terre fertili e di condizioni climatiche favorevoli, hanno un vantaggio unico nella produzione agricola, mentre la Cina è da tempo un mercato di esportazione stabile per i prodotti agricoli di questa regione. La nostra cooperazione agricola può portare benefici a entrambe le parti. La Cina propone di lanciare un forum dei ministri dell’Agricoltura Cina-America Latina e Caraibi e di tenere la prima riunione in Cina nel 2013. Proponiamo di istituire una riserva alimentare di emergenza di 500.000 tonnellate tra le due parti per la risposta ai disastri naturali e gli aiuti umanitari. Il Governo cinese contribuirà con 50 milioni di dollari alla creazione di un fondo speciale per la nostra cooperazione e sviluppo agricolo. Abbiamo in programma di creare da cinque a otto centri di ricerca e sviluppo agricolo, parchi dimostrativi di trasformazione agricola e zone di investimento agricolo in questa regione. Le due parti si scambieranno 500 esperti e tecnici agricoli nei prossimi cinque anni e si impegneranno a portare il nostro commercio di prodotti agricoli a oltre 40 miliardi di dollari.
– Quarto, rafforzare l’amicizia tra i popoli attraverso gli scambi culturali. La civiltà cinese e quella latinoamericana sono entrambe aperte e inclusive. Possiamo attingere ai reciproci punti di forza e cercare un progresso comune attraverso gli scambi. Contatti culturali e interpersonali più approfonditi contribuiranno ad ampliare la comprensione comune tra i nostri popoli e a trasmettere la nostra amicizia di generazione in generazione. Dovremmo promuovere attivamente il dialogo inter-civile, espandere la cooperazione nel campo dell’istruzione, della cultura, dei media, dello sport e in altri campi, e incoraggiare il rispetto reciproco e la coesistenza armoniosa tra razze, credenze religiose e culture diverse. Il Governo cinese sostiene la creazione di centri culturali cinesi in questa regione e offrirà 5.000 borse di studio ai Paesi dell’America Latina e dei Caraibi nei prossimi cinque anni. La Cina propone di lanciare un forum sull’innovazione scientifica e tecnologica tra le due parti per rafforzare la cooperazione nei settori dello spazio e dell’aviazione, delle nuove energie, delle risorse e dell’ambiente, degli oceani e della ricerca sulle scienze polari. Sosteniamo l’organizzazione di un forum di giovani leader politici tra Cina, America Latina e Caraibi per offrire maggiori opportunità di scambio tra le due parti.
Sia la Cina che i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi possiedono ricche risorse turistiche e vi è un grande potenziale per la nostra cooperazione in questo settore. È necessario istituire al più presto un meccanismo di facilitazione turistica tra le due parti per promuovere le reciproche risorse turistiche e incoraggiare le compagnie aeree ad aprire più voli diretti per facilitare gli scambi di personale.
Dal lancio del programma di riforma e apertura alla fine degli anni ‘70, la Cina, antico Paese dell’Est, ha subito cambiamenti epocali. Ma la condizione nazionale di base della Cina di essere un Paese in via di sviluppo rimane invariata. La politica estera della Cina, volta a rafforzare la solidarietà e la cooperazione con gli altri Paesi in via di sviluppo, rimane invariata. E la sincera amicizia del popolo cinese verso i popoli dell’America Latina e dei Caraibi rimane invariata. Con la crescita e i legami sempre più stretti con il mondo, la Cina ha bisogno, più di prima, di un ambiente esterno pacifico e stabile e di una più stretta cooperazione con gli altri Paesi. La coesistenza pacifica, l’apertura e l’inclusione e il perseguimento di uno sviluppo comune sono la preziosa esperienza che abbiamo acquisito nello sviluppo delle relazioni esterne negli ultimi 30 anni. Sono anche gli importanti principi che hanno reso possibile il nostro continuo progresso. La Cina seguirà incrollabilmente la via dello sviluppo pacifico, si impegnerà per un ambiente internazionale pacifico per svilupparsi e promuoverà la pace e la prosperità mondiale con il proprio sviluppo. Questo serve gli interessi fondamentali di tutto il popolo cinese e porterà maggiori benefici alle popolazioni di tutto il mondo, America Latina e Caraibi compresi. Lo sviluppo e il progresso della Cina rappresentano un’opportunità per il mondo, non una sfida, tanto meno una minaccia.
Come dice un proverbio cileno, “Gli amici sono come le stelle nel cielo. Anche se lontani, possono ancora vedersi”. Uniamo le mani e lavoriamo insieme per inaugurare una nuova era di amicizia duratura e di sviluppo comune tra la Cina e l’America Latina e i Caraibi27.
Lo stesso anno, il 18° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese – tenutosi tra l’8 e il 15 novembre del 2012 – portò con sé un importante ricambio ai vertici, poiché vedeva scadere il mandato per limiti di età per sette dei nove membri del Comitato permanente del Politburo, incluso l’uscente segretario generale del partito Hu Jintao. L’assemblea elesse il nuovo Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, i cui membri nominarono Xi Jinping alla carica di segretario generale. Oggi, ancora in molti, sono colpiti dall’attivismo diplomatico di Pechino e dalla visione, stile e spirito unici caratterizzanti l’azione della nuova leadership cinese. Le basi di questo rinnovato dinamismo in materia di relazioni internazionali sono da ricercarsi proprio in questo cruciale passaggio congressuale: da allora, infatti, la leadership centrale guidata dal segretario generale Xi Jinping studiò a fondo gli interessi nazionali ed internazionali della Cina adattandoli alla situazione in evoluzione e avanzando nuove idee sulla diplomazia cinese. Consapevole delle crescenti responsabilità del proprio Paese, Xi ha aperto nuove strade nella pratica diplomatica cercando un nuovo percorso verso lo status e postura internazionale che compete a Pechino.
Innanzitutto, la Cina ha iniziato a sostenere con maggiore forza un nuovo tipo di approccio nelle relazioni internazionali basate sul concetto di cooperazione vantaggiosa per tutti, mentre, contemporaneamente, si è impegnata a espandere gli interessi comuni con altri Paesi al fine di costruire una comunità di risultati e destino condivisi; dotata di una capacità di sviluppo tra le più alte del mondo, la Cina sta sperimentando qualcosa che nessuna grande potenza ha mai provato prima: rendere la cooperazione vantaggiosa per tutti il principio di base delle relazioni internazionali.
Sotto la guida di Xi Jinping, la Repubblica Popolare Cinese ha praticato in modo articolato un approccio più equilibrato per sostenere i principi e perseguire i propri interessi puntando, maggiormente, sulla buona fede nei rapporti tra le Parti, sull’amicizia, sulla giustizia e sulla forza morale.28
Era il 2014 quando lo stesso Presidente dichiarò durante una riunione dell’APEC che “dovremmo creare una struttura economica aperta e inclusiva e rispettare i diversi percorsi delle varie economie. Dovremmo cambiare il pensiero a somma zero e cercare risultati vantaggiosi per tutti. Dovremmo unire le nostre forze per rendere più grande la torta dello sviluppo asiatico e aumentare la prosperità comune”. Questa enfasi rivolta da Pechino agli interessi comuni e alla costruzione di una comunità dal destino condiviso è applaudita da sempre più Paesi nel mondo, compresi quelli dell’America Latina e dei Caraibi: così, in un periodo di turbolenza generalizzata, scontro e trasformazione, Cina e LAC – regione che sta vivendo una sorta di risveglio collettivo – sono forze costruttive per una nuova governance globale ed aspirano a promuovere congiuntamente la risoluzione pacifica delle controversie e delle differenze. Il Presidente Xi Jinping ha dato vigore a questa visione visitando la regione undici volte da quando è entrato in carica ed è passato circa un decennio da quando ha proposto di costruire una comunità dal futuro condiviso tra Cina, America Latina e Paesi caraibici; un decennio durante il quale la cooperazione tra Pechino e i Paesi LAC è passata da essere soltanto una teoria all’azione concreta, dal piano programmatico alla realtà.
Tra il 15 e il 23 luglio 2014, Xi ha effettuato visite di Stato in quattro Paesi dell’America Latina ed ha partecipato al vertice Cina – America Latina e Caraibi tenutosi a Brasilia, durante il quale – il 17 luglio 2014 – i leader intervenuti hanno convenuto di istituire un partenariato cooperativo globale Cina – LAC basato sull’uguaglianza, il reciproco vantaggio e lo sviluppo comune annunciando, inoltre, l’istituzione di un forum di dialogo tra Cina e la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC); questo vertice ha segnato, nei fatti, l’inizio della cooperazione globale tra le parti e tracciato il corso del futuro sviluppo delle relazioni tra la Cina e i Paesi LAC.
La formula proposta dal Presidente cinese Xi Jinping e promossa nell’ambito del neonato Forum Cina – CELAC si basava sulla piattaforma 1+3+6, il framework di riferimento per sviluppare una maggiore cooperazione tra le parti: un “unico” piano, il piano di cooperazione Cina – LAC (2015-2019, esteso, poi, al 2025), con l’obiettivo di raggiungere una crescita inclusiva e uno sviluppo sostenibile; “tre” motori principali della cooperazione economica: commercio, investimenti e cooperazione finanziaria; “sei” settori considerato come priorità nelle relazioni di cooperazione Cina-LAC: energia e risorse, costruzione di infrastrutture, agricoltura, produzione, innovazione scientifica e tecnologica e tecnologia dell’informazione. Tale piattaforma è stata ideata per costruire una cooperazione più strutturata, profonda e sostenibile tra Pechino e la regione LAC in modo da consolidare, espandere e diversificare le relazioni economiche e commerciali delle parti in causa, facilitare lo sviluppo regionale attraverso il supporto agli Stati nello sviluppo della loro rete infrastrutturale e nel miglioramento delle capacità produttive e permettere alla Cina di rafforzare la propria presenza in un’area considerata sempre più strategica.
Istituito formalmente nel 2014, il Forum è stato ufficialmente inaugurato nel 2015 con una riunione dei Ministri degli Esteri svoltasi a Pechino e durante la quale sono stati adottati tre documenti ufficiali: la Dichiarazione di Pechino (la quale metterà in evidenza il consenso politico tra le due parti sulla promozione del nostro partenariato di cooperazione globale. Stabilirà la direzione generale per la cooperazione globale e la costruzione di forum e stabilirà i principi guida per approfondire la cooperazione tra le due parti), gli Accordi istituzionali e regole operative del Forum Cina – CELAC (documento progettato per promuovere l’edilizia istituzionale, in quanto definirà i meccanismi di coordinamento e cooperazione del forum, come la riunione ministeriale, il dialogo dei ministri degli Esteri cinesi e il “Quartetto29” del CELAC e la riunione dei coordinatori nazionali, in modo da fornire garanzie per l’attuazione del consenso politico e dei piani di cooperazione tra le due parti) e il Piano di Cooperazione Cina – CELAC (2015-2019) con il quale vengono identificate le aree prioritarie e specificherà le misure che la Cina e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi dovranno adottare nei prossimi cinque anni per promuovere la cooperazione globale. Copriranno i settori politico e di sicurezza, commercio, investimenti, finanza, infrastrutture, energia, risorse, industria, agricoltura, scienza, tecnologia e cultura30.
La riunione si aprì con il discorso inaugurale del Presidente cinese Xi Jinping: “Signore e signori, Cari amici, sei mesi fa, ho avuto un incontro di riferimento con i leader dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi a Brasilia. Le nostre due parti hanno deciso di stabilire una partnership di cooperazione globale con uguaglianza, mutuo vantaggio e sviluppo comune tra Cina, America Latina e Caraibi e lanciare ufficialmente il Forum Cina-CELAC. La decisione è in linea con la tendenza della pace, dello sviluppo e della cooperazione vantaggiosa per tutti i nostri tempi. È un’innovazione nelle relazioni Cina-America Latina e Caraibi.
Negli ultimi sei mesi, le nostre due parti hanno seguito la guida della Dichiarazione congiunta della riunione dei leader a Brasilia e hanno lavorato insieme per costruire una nuova relazione a cinque dimensioni caratterizzata da sincerità e fiducia reciproca in campo politico, vantaggiosa per tutti cooperazione sul fronte economico, apprendimento reciproco ed emulazione nella sfera culturale, stretto coordinamento negli affari internazionali, nonché la sinergia tra la cooperazione della Cina con la regione nel suo insieme e le sue relazioni bilaterali con i singoli Paesi regionali. Con l’approfondimento della cooperazione reciprocamente vantaggiosa in tutti i settori, le relazioni tra Cina, America Latina e Caraibi sono fiorenti.
- La nostra fiducia politica reciproca è stata rafforzata. Abbiamo mantenuto scambi e contatti di alto livello ad altri livelli e condotto un dialogo schietto e approfondito sul percorso di sviluppo, governance, politica estera e altri argomenti riguardanti i nostri rispettivi interessi fondamentali e le principali preoccupazioni. Di conseguenza, la nostra comprensione reciproca si sta approfondendo e il consenso strategico sta crescendo.
- La nostra cooperazione pratica è stata ampliata. Nell’ambito del quadro di cooperazione “1 + 3 + 6” proposto dalla Cina, le nostre due parti hanno lavorato duramente per sviluppare un piano di cooperazione per i prossimi cinque anni e far funzionare i tre motori del commercio, degli investimenti e della cooperazione finanziaria ad alta velocità. È stato deciso un gruppo di importanti progetti di cooperazione nei sei settori dell’energia e delle risorse, delle infrastrutture, dell’agricoltura, della produzione, dell’innovazione nella scienza e della tecnologia e delle tecnologie dell’informazione e altri sono in preparazione.
- I nostri scambi interpersonali sono stati intensificati. Esistono scambi regolari tra le nostre legislature, i partiti politici e le autorità locali e una solida cooperazione in scienza e tecnologia, istruzione, cultura, turismo e altri settori, contribuendo all’approfondimento dell’amicizia tra il nostro popolo e al crescente interesse reciproco.
- Il nostro coordinamento internazionale è stato rafforzato. Alle Nazioni Unite, APEC, G20, G77 e altre organizzazioni internazionali e meccanismi multilaterali, abbiamo intensificato il coordinamento e la cooperazione su questioni importanti come la governance globale, lo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici. L’importanza strategica e l’influenza internazionale della nostra cooperazione sono diventate tanto più evidenti.
- La nostra cooperazione globale è stata avanzata. Abbiamo completato i preparativi per questa riunione ministeriale inaugurale in soli sei mesi. Abbiamo esplorato con forza il disegno politico, la cooperazione pratica e l’edilizia istituzionale, messo in comune la nostra saggezza e costruito il consenso, gettando una buona base per un buon inizio nella nostra cooperazione generale. La rapida crescita a tutto tondo delle relazioni Cina-America Latina e Caraibi è il risultato del nostro accordo rafforzato sulle percezioni della tendenza globale, della nostra maggiore fiducia nelle prospettive delle nostre relazioni, del nostro più chiaro consenso nel vederci come opportunità di sviluppo e la nostra più forte aspirazione per una comunità Cina-America Latina e Caraibi di destini condivisi. Ciò serve gli interessi condivisi di entrambe le parti, nonché la pace e lo sviluppo dell’Asia, dell’America Latina e dei Caraibi e quello del mondo in generale.
Viviamo in un mondo che cambia, un mondo pieno di nuove opportunità e nuove sfide. Il mondo oggi sta assistendo a profondi adattamenti del sistema internazionale e dell’ordine internazionale e l’equilibrio internazionale del potere si sta spostando in un modo più favorevole alla pace e allo sviluppo nel mondo.
Un gran numero di Paesi in via di sviluppo ed economie dei mercati emergenti sono sulla buona strada per un rapido sviluppo. Attraverso la cooperazione Sud-Sud, sono riusciti a sfruttare lo slancio di sviluppo reciproco per crescere in forza e capacità di sviluppo indipendente, che di conseguenza ha aggiunto slancio alla crescita dell’economia mondiale post-crisi e ha notevolmente favorito lo sviluppo dell’ordine internazionale verso maggiore equità e giustizia.
È tempo che la Cina, i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi promuovano la nostra cooperazione e la portino a una profondità ancora maggiore. Se combinati, i Paesi della Cina e dell’America Latina e dei Caraibi coprono un quinto della massa terrestre totale del mondo e ospitano un terzo della popolazione mondiale. Insieme, rappresentiamo un ottavo dell’economia globale. Questo ci mette in una posizione avvantaggiata e ci offre preziose risorse per realizzare una crescita a tutto tondo e profonda delle nostre relazioni.
Utilizzando l’opportunità di oggi, desidero condividere con voi i seguenti pensieri sullo sviluppo del Forum nei prossimi anni.
Innanzitutto, dobbiamo impegnarci nel principio di cooperazione di agire come partner alla pari. I Paesi grandi e piccoli hanno tutti i loro meriti. I membri della Cina e del CELAC, per quanto diversi per dimensioni, forza e livello di sviluppo, sono membri uguali della famiglia del Forum Cina-CELAC. Potremmo riunirci sotto la visione di una consultazione amichevole, sviluppo congiunto e condivisione dei risultati, soddisfare gli interessi e le preoccupazioni reciproci e costruire il maggior consenso possibile in modo da gettare solide basi politiche per la cooperazione globale.
In secondo luogo, dobbiamo aderire all’obiettivo della cooperazione vantaggiosa per tutti. Come meccanismo di cooperazione governativa tra i membri della Cina e del CELAC, il forum copre politiche, economiche, commerciali, interpersonali, culturali, sociali, scientifici e tecnologici e molte altre aree. Le nostre due parti dovrebbero attenersi fermamente all’obiettivo di perseguire lo sviluppo comune, migliorare la costruzione istituzionale del forum e elaborare un progetto per condurre una cooperazione globale. Ciò ci consentirà di produrre raccolti precoci e di ottenere l’effetto di renderne uno più uno più grande di due e garantire lo sviluppo sostenibile del forum.
Terzo, dobbiamo perseguire la cooperazione in modi flessibili e pragmatici. Secondo la Cina, la cooperazione globale Cina-CELAC e la cooperazione bilaterale tra Cina e membri del CELAC dovrebbero essere condotte su base parallela, che si completano e si rafforzano a vicenda. Nell’ambito del forum Cina-CELAC e dei forum pertinenti su settori specifici, possiamo identificare aree prioritarie e progetti di cooperazione e svolgere una cooperazione bilaterale e multilaterale in modi diversificati per attingere ai reciproci punti di forza.
In quarto luogo, dobbiamo garantire una cooperazione aperta e inclusiva. Nel condurre la cooperazione nel quadro Cina-CELAC, è importante tenere pienamente conto dei diversi interessi e bisogni delle varie parti e adattarsi reciprocamente al livello di comfort. Accogliamo con favore la partecipazione attiva alla cooperazione globale Cina-CELAC da parte di altre organizzazioni regionali e istituzioni multilaterali in America Latina e Caraibi. Il forum contribuirà quindi non solo alla solidarietà e alla collaborazione tra le due parti, ma anche alla cooperazione Sud-Sud, allo sviluppo e alla prosperità del mondo.
Signore e signori, Cari amici,
L’America Latina e i Caraibi, che sono dotati di abbondanti risorse per lo sviluppo, sono una delle regioni emergenti più promettenti al mondo. Negli ultimi anni, la regione ha mantenuto un solido slancio di stabilità e sviluppo. Guidato dal CELAC e da altre organizzazioni regionali, ha realizzato nuovi progressi nel rafforzamento di sé stesso attraverso l’unità e l’accelerazione dell’integrazione regionale. Di conseguenza, la sua forza complessiva e influenza internazionale sono state migliorate. I Paesi della regione hanno attivamente perseguito la diplomazia multidirezionale e hanno dato la priorità alla promozione di legami amichevoli e cooperativi con la Cina e altri Paesi dell’Asia-Pacifico, creando così più spazio per promuovere la crescita a tutto tondo delle loro relazioni con la Cina.
Il popolo cinese si sta sforzando di finire la costruzione di una società di prosperità iniziale sotto tutti gli aspetti e realizzare il sogno cinese di un grande rinnovamento nazionale. Le persone in America Latina e nei Caraibi si stanno sforzando di realizzare il loro sogno di solidarietà, collaborazione, sviluppo e rivitalizzazione. Quindi siamo legati insieme da sogni condivisi e attività comuni.
La Cina è impegnata a perseguire una politica estera indipendente di pace, sviluppo pacifico e una strategia vantaggiosa per tutti. La Cina sostiene e pratica un giusto approccio ai principi e agli interessi e sostiene la buona fede, l’amicizia e la giustizia. La Cina integrerà il proprio sviluppo con lo sviluppo comune di altri Paesi in via di sviluppo e lavorerà con loro per costruire un nuovo tipo di relazioni internazionali di cooperazione vantaggiosa per tutti.
Guardando al futuro, la Cina manterrà un tasso di crescita medio-alto, poiché la sua economia è entrata in una nuova normalità. Nei prossimi cinque anni, la Cina importerà oltre 10 trilioni di dollari USA di merci e effettuerà investimenti in uscita $ 500 miliardi di dollari USA e oltre 500 milioni di visite all’estero saranno effettuate da turisti cinesi. Tutto ciò offrirà maggiori opportunità di mercato, investimenti, crescita e cooperazione ai Paesi dell’America Latina, dei Caraibi e del resto del mondo. Nei prossimi dieci anni lavoreremo insieme per aumentare il commercio bilaterale a $ 500 miliardi di Stati Uniti e gli investimenti diretti della Cina nella regione saliranno a 250 miliardi di dollari USA.
Le nostre due parti hanno progettato uno squisito emblema per il forum. Ha la forma di un paio di colombe di pace o due mani giunte, che simboleggia una stretta cooperazione tra le due parti che si librano a grandi altezze.
In una parola, tenendo presente l’obiettivo strategico e di lungo termine, la Cina lavorerà con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi per garantire il successo della nuova piattaforma di cooperazione globale Cina-CELAC. Dovremmo prendere la prima riunione ministeriale come nuovo punto di partenza e cogliere nuove opportunità nella cooperazione globale Cina-CELAC. Con questi sforzi, scriveremo un nuovo capitolo nella nostra partnership di cooperazione globale e porteremo le nostre relazioni a un livello superiore31.
Nella Dichiarazione di Pechino si può leggere che “noi, ministri degli Esteri e rappresentanti della Repubblica Popolare Cinese e dei Paesi membri della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC), abbiamo tenuto l’8 e il 9 gennaio 2015 a Pechino la prima riunione ministeriale del Forum Cina-CELAC sul tema “Nuova piattaforma, nuovo punto di partenza, nuova opportunità – sforzi congiunti per promuovere il partenariato di cooperazione globale tra Cina, America Latina e Caraibi” […] siamo determinati a lavorare insieme per rafforzare le nostre relazioni reciproche, nel quadro del Forum Cina-CELAC, a rispettare pienamente le norme e i principi del diritto internazionale, compreso il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale, a promuovere la cooperazione e il trattamento equo e ugualmente vantaggioso nel settore commerciale ed economico, l’apprendimento reciproco nel settore culturale, a rafforzare il dialogo costruttivo e la stretta consultazione negli affari internazionali e a rafforzare reciprocamente tutte le aree di cooperazione.
Siamo convinti che l’istituzione formale del Forum Cina-CELAC costituisca un’importante piattaforma per una cooperazione diffusa tra i Paesi. Il Forum, guidato dai Ministeri degli Esteri della CELAC e della Cina, affronterà questioni diplomatiche, politiche, economiche, scientifiche e tecnologiche, commerciali, finanziarie, culturali, sociali e ambientali, tra le altre che emergeranno dalle riunioni del Forum.
Siamo guidati dai principi di rispetto, uguaglianza, pluralità, mutuo beneficio, cooperazione, apertura, inclusione e non condizionalità; siamo decisi a portare avanti un dialogo nel quadro delle aree tematiche del Forum e di altre aggiunte di comune accordo, attraverso modalità innovative di cooperazione, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile comune, il benessere sociale, la crescita economica e dare nuovi contributi alla cooperazione Sud-Sud.
Determinati ad approfondire ulteriormente il partenariato di cooperazione globale tra le due parti, abbiamo raggiunto il seguente consenso sul Forum Cina-CELAC come nuova piattaforma, nuovo punto di partenza e nuova opportunità di dialogo e cooperazione:
– La Cina e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, in quanto Paesi in via di sviluppo ed economie emergenti, sono forze importanti per il raggiungimento della pace e della prosperità mondiale, nonché per la promozione del multilateralismo e di un mondo multipolare e per una maggiore democrazia nelle relazioni internazionali.
– Le parti sono pronte a intensificare il dialogo e la collaborazione sulle questioni regionali e globali di reciproco interesse, a migliorare la collaborazione sulle principali questioni globali, a rafforzare la voce dei Paesi in via di sviluppo negli organi decisionali delle istituzioni multilaterali e a continuare a dare contributi positivi alla pace, alla stabilità, allo sviluppo e alla prosperità.
– La Cina e l’America Latina e i Caraibi hanno obiettivi di sviluppo simili e condividono ampi interessi, pur riconoscendo le sfide specifiche affrontate dai membri meno sviluppati della CELAC. Concordiamo sul fatto che le nostre relazioni rappresentano un’importante opportunità di sviluppo reciproco.
– Ci impegneremo attivamente per mantenere scambi e contatti ad alto livello, compresi dialoghi istituzionalizzati ai livelli pertinenti, per rafforzare le esperienze di governance e migliorare le consultazioni su questioni internazionali.
– La promozione di una cooperazione reciproca sostanziale e completa è una priorità. Lavoreremo attivamente per sviluppare un quadro di cooperazione reciprocamente concordato, basato sul follow-up e sul monitoraggio di iniziative, programmi e progetti, al fine di promuovere il dialogo sulle nostre rispettive strategie di sviluppo e politiche macroeconomiche, trasformare e migliorare la cooperazione a un ritmo più veloce, con l’obiettivo di raggiungere una crescita inclusiva e uno sviluppo sostenibile.
– Ci impegneremo a incrementare gli scambi interpersonali attraverso una maggiore interazione tra gli organi legislativi, i governi statali e locali, i giovani e gli altri attori della società per promuovere la conoscenza reciproca e ampliare gli scambi e la cooperazione in settori quali l’istruzione, la formazione delle risorse umane, i think tank, i media, la cultura, lo sport, la scienza e la tecnologia, l’agricoltura, il turismo, l’energia, le risorse naturali e le infrastrutture.
– La cooperazione complessiva nell’ambito del Forum Cina-CELAC promuoverà l’approfondimento della cooperazione globale tra Cina e America Latina e Caraibi. In questo contesto, abbiamo adottato il “Piano di cooperazione tra la Cina e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi (2015-2019)”, che identifica le aree chiave e le misure specifiche di cooperazione tra la Cina e la regione nel prossimo periodo. Abbiamo inoltre adottato gli “Accordi istituzionali e le regole di funzionamento del Forum Cina-CELAC”, al fine di costruire il nostro quadro di dialogo e cooperazione.
– Concordiamo che il Piano di cooperazione Cina-Paesi dell’America Latina e dei Caraibi 2015-2019 del Forum Cina-CELAC sarà attuato, secondo i principi di flessibilità e partecipazione volontaria, in conformità con le politiche interne e le disposizioni del sistema giuridico nazionale di ciascuna Parte, e non influirà su alcun programma di cooperazione bilaterale precedentemente concordato dalle singole Parti né sostituirà gli accordi bilaterali, le decisioni e gli impegni stabiliti tra le Parti.
– Esploreremo attivamente la possibilità di tenere un incontro al vertice, quando le condizioni saranno mature, con la partecipazione dei leader della Cina e dei Paesi membri della CELAC, e incoraggeremo lo svolgimento di incontri in settori specifici nell’ambito del Forum Cina-CELAC.
– Riteniamo che ai Paesi caraibici debba essere riservato un trattamento speciale per quanto riguarda le strategie e i progetti di cooperazione nell’ambito del Forum32.
Il Piano di Cooperazione Cina – CELAC (2015-2019)3330 varato a Pechino in occasione della prima riunione ministeriale del Forum mira a creare una relazione più profonda tra la Cina e i Paesi LAC, mettendo in primo piano i vantaggi reciproci in termini di crescita economica, sviluppo tecnologico, e cooperazione politica (il successo nella piena attuazione del piano è visto come un passaggio significativo verso il miglioramento delle economie dell’America Latina e dei Caraibi e per gettare una solida base per lo sviluppo a lungo termine della cooperazione a tutto tondo tra la Cina e gli Stati dell’America Latina e dei Caraibi mirante al raggiungimento di una prosperità condivisa) e definendo tredici aree tematiche di lavoro: Politica e Sicurezza (I); Affari Internazionali (II); Commercio, Investimenti e Finanza (III); Infrastrutture e Trasporti (IV); Energia e Risorse Naturali (V); Agricoltura (VI); Industria, Scienza e Tecnologia (VII); Istruzione e Formazione delle Risorse Umane (VIII); Cultura e Sport (IX), Stampa, Media e Pubblicazioni (X); Turismo (XI); Protezione dell’ambiente, Gestione e Riduzione del rischio di disastri, Sradicamento della povertà e salute (XII), Amicizia tra i popoli (XIII); gli obiettivi specifici, invece, afferiscono allo sviluppo economico e commerciale (aumentare il commercio bilaterale e gli investimenti cinesi in infrastrutture, agricoltura, energia e industria nei Paesi LAC); alla cooperazione finanziaria (sostenere l’uso delle valute locali per facilitare gli scambi, promuovere la collaborazione tra banche e fondi di investimento, e rafforzare le strutture di credito); allo sviluppo infrastrutturale e della connettività (migliorare le infrastrutture nei settori delle telecomunicazioni, dei trasporti e delle risorse energetiche attraverso progetti di sviluppo congiunto); alla cooperazione in scienza, tecnologia e innovazione (promuovere scambi nel campo della scienza e della tecnologia e rafforzare le capacità di ricerca e innovazione); a favorire scambi culturali, educativi e di formazione, incrementando la cooperazione accademica e l’apprendimento reciproco; alla collaborazione internazionale (la Cina ha espresso più volte interesse a lavorare insieme ai Paesi dell’America Latina e dei Caraibi in contesti multilaterali, come le Nazioni Unite, e a sostenere il principio di sovranità e rispetto reciproco nelle relazioni internazionali).
Il 25 dicembre 2016, dando seguito alla fortunata visita di Stato del presidente Xi in Ecuador, Perù e Cile, il Governo cinese pubblicò un nuovo white paper dal titolo Documento di politica cinese sull’America Latina e i Caraibi3431, il secondo documento politico sull’America Latina e i Caraibi dopo quello adottato nel 2008; fornendo indicazioni per nuove idee, proposte e iniziative politiche; pubblicato in un momento delicato in cui la politica e l’economia mondiale stavano subendo profondi cambiamenti, il documento dimostra ancora una volta la promessa della Cina di sviluppare le relazioni con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Il documento, basato sull’esperienza della cooperazione passata, si concentra sulla risoluzione dei problemi e degli ostacoli nelle relazioni attuali e indica la direzione per lo sviluppo futuro.
In apertura, si legge che “il mondo di oggi sta vivendo cambiamenti storici senza precedenti, con la multipolarizzazione e la globalizzazione che stanno prendendo piede. L’ascesa dei mercati emergenti e dei Paesi in via di sviluppo è diventata una tendenza storica irresistibile. Allo stesso tempo, l’economia mondiale si sta riprendendo tra colpi di scena. Le questioni globali e regionali sono spesso oggetto di discussione. Le minacce alla sicurezza tradizionali e non tradizionali si intrecciano. Salvaguardare la pace nel mondo e promuovere lo sviluppo comune rimane un compito arduo.
La Cina è entrata in una fase cruciale per il raggiungimento del grande ringiovanimento della nazione cinese. Per realizzare i “due obiettivi centenari” di costruire una società moderatamente prospera sotto tutti i punti di vista entro il 2020 e di trasformare la nazione in un moderno Paese socialista, prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato e armonioso entro la metà del XXI secolo, la Cina ha promosso attivamente la costruzione di un’economia di mercato socialista, di una democrazia socialista, di una cultura avanzata, di una società armoniosa e di una civiltà ecologica. La Cina aderisce alla politica estera indipendente della pace ed è ferma nell’attuazione della politica di apertura. La Cina è pronta ad ampliare gli interessi comuni con altri Paesi, a promuovere la costruzione di un nuovo tipo di relazioni internazionali con al centro la cooperazione win-win e a forgiare una comunità dal futuro condiviso”.
Gli estensori del white paper riconoscono che lo sviluppo della Repubblica Popolare Cinese non “è possibile senza lo sviluppo di altri Paesi in via di sviluppo, compresi i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Dal 2013, la leadership cinese ha avviato una serie di importanti iniziative e misure per rafforzare le relazioni e la cooperazione della Cina con l’America Latina e i Caraibi in un’ampia gamma di settori, che hanno fornito nuovi obiettivi di sviluppo e nuove forze trainanti per le relazioni. Sulla base dei risultati ottenuti in precedenza, il Governo cinese pubblica il suo secondo documento politico sull’America Latina e i Caraibi, per riassumere l’esperienza, tracciare un progetto per il futuro, fornire una spiegazione completa delle nuove idee, proposte e iniziative della politica cinese per l’America Latina e i Caraibi per la nuova era e promuovere la cooperazione della Cina con l’America Latina e i Caraibi in vari settori”.
Nel 2014 – attuando quanto auspicato dal Governo cinese nel 2008 con il primo documento politico sull’America Latina e i Caraibi di raggiungere l’obiettivo di stabilire un partenariato globale e cooperativo caratterizzato da uguaglianza, mutuo beneficio e sviluppo comune con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi – i leader delle due parti si sono incontrati a Brasilia e hanno annunciato congiuntamente l’istituzione di tale partenariato globale; da allora, le relazioni sono entrate in una nuova fase di cooperazione globale in cui l’istituzione del Forum della Cina e della Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi (Forum Cina-CELAC) ha fornito una nuova piattaforma per la cooperazione tra le due parti, tracciando la strada per lo sviluppo simultaneo e complementare della cooperazione bilaterale e collettiva tra Cina e America Latina e Caraibi: “basato sull’uguaglianza e sul mutuo vantaggio, il partenariato globale e cooperativo tra la Cina e l’America Latina e i Caraibi è orientato allo sviluppo comune. Non ha come obiettivo né esclude alcuna terza parte. Si conforma agli interessi fondamentali delle due parti e alle tendenze del nostro tempo, caratterizzate dalla pace, dallo sviluppo e dalla cooperazione a livello mondiale, e costituisce un esempio lampante di collaborazione tra Paesi in via di sviluppo per ricercare uno sviluppo comune, assumersi responsabilità comuni e affrontare sfide comuni nella nuova era”.
Il documento prosegue sottolineando il fatto che la Cina è impegnata a costruire una nuova relazione con la regione LAC sulla base di cinque caratteristiche salienti: “la sincerità e la fiducia reciproca in campo politico, la cooperazione win-win sul fronte economico, l’apprendimento reciproco nella cultura, lo stretto coordinamento negli affari internazionali, nonché il rafforzamento reciproco tra la cooperazione della Cina con la regione nel suo complesso e le sue relazioni bilaterali con i singoli Paesi della regione. Il nostro obiettivo è quello di portare il partenariato globale e cooperativo a un nuovo livello, facendo entrare le due parti in una comunità dal futuro condiviso in cui tutti i Paesi si uniscono nello sviluppo”.
Il principio dell’uguaglianza e del sincero sostegno reciproco è la premessa fondamentale dello sviluppo delle relazioni tra la Cina e l’America Latina e i Caraibi: “la Cina aderisce ai Cinque principi della coesistenza pacifica e sostiene che tutti i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, ricchi o poveri, sono membri uguali della comunità internazionale. La Cina rispetta il diritto dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi di scegliere il proprio percorso di sviluppo ed è pronta a collaborare con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi per rafforzare gli scambi di esperienze di governance, approfondire la fiducia reciproca strategica e continuare a comprendersi e sostenersi reciprocamente su questioni di interesse fondamentale e di grande preoccupazione, come la sovranità dello Stato, l’integrità territoriale, la stabilità e lo sviluppo”.
La ricerca di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa e di uno sviluppo comune è la forza motrice endogena dello sviluppo delle relazioni: “la Cina è pronta a collaborare con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi per costruire il nuovo quadro di cooperazione pragmatica “1+3+6” (ovvero guidato dal Piano di cooperazione Cina-Paesi dell’America Latina e dei Caraibi (2015-2019), utilizzando il commercio, gli investimenti e la cooperazione finanziaria come forze trainanti e individuando l’energia e le risorse, la costruzione di infrastrutture, l’agricoltura, l’industria manifatturiera, l’innovazione scientifica e tecnologica e l’informatica come priorità di cooperazione), esplorare attivamente il nuovo modello “3×3” per la cooperazione sulle capacità (che si riferisce alla costruzione congiunta dei tre principali passaggi della logistica, dell’elettricità e dell’informazione in America Latina, consentendo interazioni sane tra le imprese, la società e il governo, e ampliando i tre canali di finanziamento dei fondi, dei prestiti di credito e delle assicurazioni), e accelerare il miglioramento della qualità e l’aggiornamento della cooperazione tra Cina e America Latina e Caraibi”.
La Repubblica Popolare Cinese e l’America Latina condividono, oggi, una responsabilità globale nella promozione della cooperazione internazionale, dell’equità e della giustizia. La Cina, così, si dichiara è pronta a rafforzare la comunicazione e la cooperazione con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi nell’ambito dei meccanismi multilaterali internazionali e a salvaguardare congiuntamente l’ordine e il sistema internazionale con al centro gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite; la Cina, inoltre, “farà progredire la multipolarizzazione, promuoverà la democrazia e lo Stato di diritto nelle relazioni internazionali e rafforzerà la rappresentanza e la voce dei Paesi in via di sviluppo. La Cina è pronta ad approfondire la cooperazione Sud-Sud con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, a consolidare i sistemi commerciali multilaterali, a promuovere la riforma della governance globale e a costruire un sistema economico mondiale aperto”.
Per raggiungere tale risultato, c’è la stringente esigenza di dare risposta in modo adeguato alla necessità di promuovere lo sviluppo complementare della cooperazione collettiva e bilaterale e farne il percorso strategico privilegiato per lo sviluppo delle relazioni Cina-America Latina e Caraibi: “sostenendo il principio dell’uguaglianza, ricercando il vantaggio reciproco e i risultati “win-win” con modalità di collaborazione flessibili e pragmatiche e in uno spirito di apertura e inclusione, la Cina promuoverà la cooperazione collettiva con l’America Latina e i Caraibi principalmente attraverso la piattaforma del Forum Cina-CELAC e rafforzerà il dialogo e la cooperazione con le organizzazioni sub-regionali e le istituzioni finanziarie multilaterali pertinenti, in modo da creare una rete equilibrata e a tutto tondo di cooperazione collettiva tra Cina e America Latina e Caraibi”.
La chiusa del Documento di politica cinese sull’America Latina e i Caraibiè una dichiarazione di intenti – ed insieme una promessa rivolta alla regione – dal momento che – si legge – “sulla base dello spirito e degli obiettivi principali della Dichiarazione di Pechino della prima riunione ministeriale del Forum Cina-CELAC, del Piano di cooperazione Cina-Paesi dell’America Latina e dei Caraibi (2015-2019) e degli accordi istituzionali e delle regole di funzionamento del Forum Cina-CELAC, la Cina è pronta a collaborare con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi per sostenere i principi del rispetto, dell’uguaglianza, della diversità, del vantaggio reciproco, della cooperazione, dell’apertura, dell’inclusività e dell’incondizionalità, e a promuovere attivamente la cooperazione in vari settori nel quadro del Forum. Si cercherà di sfruttare appieno il ruolo di meccanismi quali la riunione ministeriale, il dialogo tra i ministri degli Esteri cinesi e il “quartetto” della Celac e la riunione dei coordinatori nazionali, di organizzare con successo i sotto-forum sui partiti politici, la legge, i giovani, i think tank, le infrastrutture, l’innovazione nella scienza e nella tecnologia, imprenditori, agricoltura, amicizia non governativa e locale, nonché il Forum di cooperazione economica e commerciale Cina-Caraibi, migliorare costantemente la costruzione istituzionale del Forum Cina-CELAC e organizzare vertici a cui parteciperanno i leader di Stato della Cina e degli Stati membri della CELAC quando le condizioni saranno mature.
Come il documento redatto nel 2008, anche quello del 2016 contiene un richiamo alla questione di Taiwan nel seguente passaggio: “il principio di una sola Cina è un’importante base politica per lo sviluppo delle relazioni della Cina con gli altri Paesi del mondo. Il Governo cinese apprezza il fatto che la stragrande maggioranza dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi si attenga al principio dell’unicità della Cina e sostenga la grande causa della riunificazione cinese. La Cina è pronta a stabilire e sviluppare relazioni tra Stati con i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi sulla base del principio “una sola Cina””. D’altronde, al mondo esiste una sola Cina – la Repubblica Popolare Cinese – il cui governo è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite e in tutto il mondo come l’unico Governo legale che rappresenta l’intero popolo cinese e di cui l’isola di Taiwan è parte inalienabile.
Secondo il diritto internazionale, uno Stato sovrano può essere rappresentato solo da un unico Governo centrale. In quanto parte della Cina, Taiwan non ha il diritto di rappresentare la Cina nella comunità internazionale, né può stabilire legami diplomatici o entrare in relazioni di natura ufficiale con Paesi stranieri; così, tutti i Paesi che mantengono relazioni diplomatiche con la Cina si sono impegnati, in conformità con il diritto internazionale e con il principio di una sola Cina, con un accordo formale o un’intesa con il governo cinese a non stabilire alcun legame di natura ufficiale con Taiwan. Taiwan è riconosciuto come Stato indipendente da un numero limitato di paesi: Belize, Guatemala, Haiti, Honduras (fino al marzo 2023, ha poi rotto le relazioni diplomatiche), Paraguay, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Eswatini (Swaziland), Tuvalu, Isole Marshall, Nauru, Città del Vaticano; stiamo, dunque, parlando di piccoli Stati insulari o nazioni con economie in via di sviluppo. In passato, un numero maggiore di Paesi riconosceva Taiwan, ma negli ultimi decenni molti hanno cambiato la loro posizione per stabilire relazioni diplomatiche con la Cina continentale, attratti dalle possibilità economiche e commerciali prospettate da una stretta cooperazione con Pechino.
In un articolo apparso sul sito internet dell’organizzazione, il Council of Foreign Policy sottolineava come “La spinta della Cina a isolare Taiwan è un altro fattore importante. Con il rifiuto di Pechino di intrattenere relazioni diplomatiche con i Paesi che riconoscono la sovranità di Taiwan, il sostegno dell’America Latina all’isola è diminuito negli ultimi anni; solo sette Paesi della regione la riconoscono ancora. Nel 2023, l’Honduras è stato l’ultimo a passare a Pechino dopo che Taipei ha negato al Paese la richiesta di miliardi di dollari di aiuti. Altri recenti cambi di rotta sono stati la Repubblica Dominicana e il Nicaragua. Gli esperti sostengono che i rimanenti, come Haiti, stanno affrontando una maggiore pressione.
Il riconoscimento della Repubblica Popolare Cinese e la conseguente e crescente presenza cinese come principale partner commerciale e investitore in America Latina hanno contribuito a cambiare la geopolitica regionale, con Pechino che, oggi, è divenuto il principale destinatario delle esportazioni di molti Paesi latinoamericani e ha investito in infrastrutture e risorse naturali mentre Paesi come il Brasile, il Messico e l’Argentina hanno cercato nel tempo di diversificare le loro alleanze, perseguendo politiche estere più autonome e meno dipendenti dagli Stati Uniti che adesso sentono minacciata la loro egemonia regionale già, di per sé, in declino.
Washington vede in Pechino un concorrente strategico nella regione e sta cercando modi per contrastarne la crescente influenza; i politici e i funzionari militari statunitensi hanno espresso preoccupazione per la crescente presenza della Cina in America Latina, anche se Washington rimane concentrata altrove, soprattutto sulle conseguenze della guerra in Ucraina. “Stiamo perdendo il nostro vantaggio posizionale in questo emisfero ed è necessaria un’azione immediata per invertire questa tendenza”, ha affermato nel 2021 l’ammiraglio Craig S. Faller, ex capo del Comando meridionale degli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump, ad esempio, ha adottato un approccio più duro rispetto ai suoi predecessori, imponendo sanzioni a diversi Paesi e riducendo i finanziamenti alle organizzazioni regionali; secondo alcuni analisti, ciò ha spinto alcuni governi ad avvicinarsi a Pechino. L’attuale Presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, sostiene da tempo che gli Stati Uniti dovrebbero rinnovare il loro ruolo di leadership nella regione per contrastare la Cina in ascesa. Definendo la Cina un “concorrente strategico” e impegnandosi a rafforzare i partenariati statunitensi nell’emisfero occidentale, Biden ha lanciato Build Back Better World (B3W) con i suoi omologhi del Gruppo dei Sette (G7). L’iniziativa mirava a contrastare il BRI della Cina sviluppando infrastrutture nei Paesi a basso e medio reddito, anche in America Latina. Tuttavia, l’Amministrazione Biden ha stanziato solo 6 milioni di dollari per il B3W nel suo primo anno, ed è stato successivamente rinominato Partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali. Al Vertice delle Americhe del 2022, Biden ha promesso una serie di nuove iniziative economiche destinate all’area LAC35. Possiamo dire che la postura degli Stati Uniti contro la Cina nel LAC si basa su un mix di contenimento, competizione economica e diplomatica, e promozione di alternative che cercano di mantenere la regione nell’orbita dell’influenza statunitense; l’America Latina si trova, così, in una posizione di navigazione complessa tra vari poli di potere globali e non deve stupire se la strategia estera generale è caratterizzata dal tentativo di mantenere un equilibrio tra l’attrazione di investimenti e opportunità economiche, la gestione delle influenze esterne e delle pressioni dei grandi attori internazionali e la risoluzione delle sfide interne e le possibilità di rafforzare il proprio ruolo sulla scena globale.
In tale contesto, come anticipato nel corso della trattazione, la Repubblica Popolare Cinese è diventata uno dei principali partner commerciali per la maggior parte dei Paesi dell’America Latina. Ad esempio, è il principale importatore di materie prime da Argentina, Brasile (il Paese ha un forte legame economico con Pechino visto che, ad oggi, è il principale esportatore di soia e carne bovina verso la Cina), Cile, Perù e Venezuela, mentre esporta nella regione prodotti manufatti e tecnologici (nell’ultimo decennio, le esportazioni dell’America Latina e dei Caraibi verso la Cina sono quasi raddoppiate rispetto al prodotto interno lordo (PIL) dell’America Latina e dei Caraibi, mentre le esportazioni della Cina verso l’America Latina e dei Caraibi sono aumentate del 70%36). L’America Latina ed i Caraibi si sono, dunque, dimostrati un mercato promettente per i beni di consumo e gli investimenti cinesi (le imprese cinesi hanno investito miliardi di dollari in settori strategici, tra cui l’energia, le miniere e le telecomunicazioni); la Cina, dal canto suo, può sfruttare l’accesso alle risorse naturali di cui la regione è ricca e che sono necessarie allo sviluppo economico cinese.
L’edizione 2024 del China – Latin America and the Caribbean Economic Forum informa il lettore che le relazioni economiche dell’America Latina e dei Caraibi con la Cina sono state storicamente dominate da due aspetti: le esportazioni di materie prime, soprattutto prodotti agricoli e minerari, e il finanziamento di grandi progetti infrastrutturali, in particolare nei settori dell’energia e dei trasporti. Le visite presidenziali del 2023 hanno dimostrato la continua importanza di questi settori. Brasile, Cile, Colombia, Honduras, Uruguay e Venezuela hanno firmato nuovi protocolli fitosanitari per le esportazioni di carne, frutta e altri prodotti alimentari37; progetti relativi alle telecomunicazioni e infrastrutturali hanno un forte rilevanza nei rapporti Cina – LAC ma, negli ultimi anni, i progetti relativi “alla sostenibilità energetica e le catene di approvvigionamento di energia rinnovabile hanno assunto una maggiore importanza nelle relazioni Cina-ALC, una tendenza che è stata molto visibile durante le visite presidenziali del 2023. Tutti gli otto presidenti hanno discusso o firmato accordi relativi alle energie rinnovabili e allo sviluppo sostenibile. Argentina e Cile hanno entrambi sottolineato gli investimenti nell’estrazione del litio e nella produzione di prodotti a valore aggiunto, come catodi e batterie. Brasile, Colombia e Uruguay hanno firmato protocolli d’intesa relativi allo sviluppo verde e sostenibile, anche per una cooperazione congiunta su progetti di idrogeno verde. La Guyana ha sottolineato il suo desiderio di svolgere un ruolo nella sicurezza energetica e la Cina ha accettato di assistere il Venezuela negli sforzi di conservazione dell’acqua. Il progetto idroelettrico Patuca dell’Honduras è un esempio di come la cooperazione energetica cinese all’estero si stia orientando verso le energie rinnovabili. Questi sviluppi dimostrano la convergenza degli interessi dell’America Latina e della Cina per sostenere la transizione energetica e affrontare il cambiamento climatico”38.
Oltre che nei settori dell’estrazione mineraria, energetico e agricolo, Pechino ha investito in modo massiccio nello sviluppo infrastrutturale della regione visto che molti dei Paesi dell’area, infatti, si trovano a dover soddisfare il bisogno di modernizzare le loro infrastrutture; così, sebbene il grande progetto infrastrutturale Belt and Road Initiative (da qui BRI) lanciato da Xi Jinping nel 2013 fosse stata pensato prevalentemente per il continente eurasiatico, ha esteso il suo raggio di azione anche al LAC nonostante la regione si trovi – tecnicamente – al di fuori delle rotte terrestri e marittime principali della BRI: sono ventidue, infatti, i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi che hanno firmato memorandum d’intesa per aderire all’iniziativa cinese, aprendo la porta a investimenti massicci cinesi in infrastrutture come aeroporti, porti, ferrovie, autostrade, reti energetiche e telecomunicazioni – questo fa parte del più ampio sforzo di connettere meglio l’America Latina ai mercati globali, facilitando il trasporto di merci e persone. La BRI in America Latina è vista come uno strumento per creare una maggiore integrazione economica e favorire la cooperazione nelle infrastrutture e nella connettività tecnologica, come reti di telecomunicazione e trasporto e, con la sua azione, la Cina si è posizionata, così, come il più grande finanziatore e costruttore di infrastrutture nella regione, con progetti che vanno dal settore energetico (idrocarburi e rinnovabili) all’industria estrattiva.
Davanti a questo scenario, la redazione di Radio Cina Internazionale si è domandata come mai questa iniziativa è sempre più apprezzata in America Latina. La risposta è stata perché la cooperazione che promuove è ampia e profonda, a tutto beneficio dei popoli di Cina e America Latina.
Attualmente, la Cina è il secondo partner commerciale dell’America Latina da dieci anni consecutivi. L’anno scorso, il volume totale degli scambi tra Cina e America Latina ha raggiunto i 485,79 miliardi di dollari, registrando un nuovo record. Da ciò emerge che il risultato più diretto della costruzione congiunta della BRI è l’incremento del volume degli scambi tra le due parti, il che permette all’America Latina di condividere i benefici della crescita economica della Cina. Inoltre, visto che alcuni progetti di cooperazione dell’iniziativa “Belt and Road” sono localizzati in aree remote dei Paesi dell’America Latina, la loro attuazione ha promosso direttamente lo sviluppo e l’occupazione locale e ha migliorato le condizioni di vita della popolazione. Ancora più importante è che l’iniziativa “Belt and Road” ha iniettato nuovo slancio nello sviluppo dei Paesi della regione e favorito la loro capacità di sviluppo autonomo. Ora la costruzione delle infrastrutture di nuovo tipo sta diventando un punto saliente della cooperazione Cina-America Latina. Nel corso del nono forum sulla cooperazione infrastrutturale Cina-America Latina conclusosi da poco, molti partecipanti latino americani hanno affermato che la Cina è dotata di vantaggi in termini di tecnologia ed esperienza e, attraverso la cooperazione nel quadro di BRI, ha promosso la cooperazione e lo sviluppo di alta qualità nell’ambito delle infrastrutture dell’economia verde, dell’economia digitale e delle tecnologie avanzate, iniettando nuovo slancio per la trasformazione e lo sviluppo dell’America Latina.
Al momento, il mondo è entrato in un periodo di turbolenti cambiamenti, la crescita economica è evidentemente rallentata e i Paesi in via di sviluppo stanno generalmente affrontando maggiori difficoltà. Mentre esplorano i propri percorsi di sviluppo, i Paesi latino americani si rendono sempre più conto che il trapianto delle esperienze occidentali non ha dato risultati positivi, mentre l’iniziativa “Belt and Road” proposta dalla Cina e basata su ampie consultazioni, contributi congiunti e benefici condivisi, può offrire una buona soluzione ai loro problemi di sviluppo3935”.
Il quadro generale degli sviluppi più recenti della cooperazione tra Cina e regione LAC la fornisce il Council of Foreign Policy: “Nel 2000, il mercato cinese rappresentava meno del 2% delle esportazioni dell’America Latina, ma la rapida crescita della Cina e la conseguente domanda hanno guidato il successivo boom delle materie prime della regione. Nel corso dei prossimi otto anni, il commercio è cresciuto a un tasso medio annuo del 31 percento, raggiungendo un valore di $180 miliardi nel 2010. Nel 2021, il commercio ammontava a $450 miliardi e gli economisti prevedono che potrebbe superare $700 miliardi entro il 2035. La Cina è attualmente il principale partner commerciale del Sud America e il secondo più grande per l’America Latina nel suo insieme, dopo gli Stati Uniti.
Le esportazioni latinoamericane in Cina sono principalmente semi di soia, rame, petrolio e altre materie prime di cui il Paese ha bisogno per guidare il suo sviluppo industriale. In cambio, la regione importa principalmente manufatti ad alto valore aggiunto Pechino ha stipulato accordi di libero scambio con Cile, Costa Rica e Perù, e finora venti Paesi dell’America Latina hanno firmato Iniziativa cinese per la cintura e la strada (BRI). In prima linea c’è il desiderio della Cina di espandere la sua sfera di influenza attraverso ciò che chiama “Cooperazione Sud-Sud”, un quadro di sviluppo incentrato su aiuti, investimenti e commercio. L’attenzione della Cina sul soft power—compreso il rafforzamento dei legami culturali ed educativi — ha aiutato Pechino a costruire buona volontà politica con i governi locali e presentarsi come un valido partner alternativo agli Stati Uniti e agli Stati europei.
Dall’ex tour di tredici giorni dell’ex presidente cinese Jiang Zemin in America Latina nel 2001, ci sono state dozzine di scambi politici di alto livello. Il presidente Xi Jinping ha visitato la regione undici volte da quando è entrato in carica nel 2013. Oltre a numerosi accordi bilaterali con i Paesi della regione, la Cina ha firmato partenariati strategici globali — la massima classificazione assegna ai suoi alleati diplomatici — con Argentina (2004), Brasile (1993 e 2004), Cile (2005), Ecuador, Messico (2003), Perù (2008) e Venezuela (2001).
Quali sono le altre principali aree della cooperazione bilaterale?
Energia. Tra il 2000 e il 2018, la Cina ha investito 73 miliardi di dollari nel settore delle materie prime dell’America Latina, anche attraverso la costruzione di raffinerie e impianti di trasformazione in Paesi con quantità significative di carbone, rame, gas naturale, petrolio e uranio. Più recentemente, Pechino ha investito circa $4,5 miliardi in produzione di litio in Messico e nei cosiddetti Paesi del Triangolo del litio di Argentina, Bolivia e Cile; insieme, questa triade contiene più della metà del litio del mondo, un metallo necessario per la produzione di batterie.
Le imprese statali cinesi sono fortemente coinvolte nello sviluppo energetico; PowerChina, ad esempio, ha più di cinquanta progetti in corso in quindici Paesi dell’America Latina. […] La Cina si è anche interessata al settore delle energie rinnovabili della regione. La China Development Bank ha finanziato importanti progetti solari ed eolici, come il più grande impianto solare dell’America Latina a Jujuy, in Argentina, e il parco eolico Punta Sierra a Coquimbo, in Cile.
Infrastrutture. Argentina, Brasile, Cile, Ecuador, Perù e Uruguay sono membri della Asian Infrastructure Investment Bank. Anche Pechino ha finanziato progetti di costruzione in tutta la regione, concentrandosi su dighe, porti e ferrovie. Tuttavia, diversi sforzi su larga scala, tra cui un enorme canale in Nicaragua e una mega ferrovia che collega Brasile e Perù, rimangono bloccati a causa di preoccupazioni ambientali, questioni finanziarie e opposizione politica locale. La Cina è concentrata su “nuove infrastrutture”, come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, le città intelligenti e la tecnologia 5G di aziende di telecomunicazioni come Huawei. Nonostante gli avvertimenti degli Stati Uniti contro l’uso delle apparecchiature Huawei, che secondo i politici lascia i Paesi vulnerabili alle minacce informatiche cinesi, Argentina e Brasile, tra gli altri, dipendono da queste aziende per le loro reti cellulari
Spazio. Pechino ha anche cercato di rafforzare la cooperazione spaziale con l’America Latina, a partire dalla ricerca e produzione congiunta satellite Cina-Brasile nel 1988. La più grande struttura spaziale non domestica della Cina si trova nel deserto della Patagonia in Argentina e ha stazioni terrestri satellitari in Bolivia, Brasile, Ecuador e Venezuela40.
Un focus del giugno del 2023 redatto dal Congressional Research Service e titolato China’s Engagement with America Latina and the Caribbean riporta alcuni dati che favoriscono la comprensione del livello raggiunto dai rapporti e dalla cooperazione tra Cina e LAC: “I dati pubblicati dall’Amministrazione generale delle dogane della RPC stimano il valore totale del commercio Cina-ALC a 482,6 miliardi di dollari nel 2022. In quell’anno, le importazioni cinesi dall’America Latina e dai Caraibi ammontavano a 231,1 miliardi di dollari e consistevano principalmente in minerali (32%), semi oleosi (18%) e combustibili e oli minerali (12%). Le esportazioni cinesi verso la regione sono state pari a 251,5 miliardi di dollari, con le principali esportazioni di macchinari e attrezzature elettriche (23%), macchinari e apparecchi meccanici (14%) e veicoli a motore e parti (8%).
La Cina è il principale partner commerciale di Brasile, Cile, Perù e Uruguay e il secondo partner commerciale di molti altri Paesi. La Cina ha stipulato accordi di libero scambio con Cile, Costa Rica, Perù e, a partire da maggio 2023, Ecuador.
Secondo il China Global Investment Tracker dell’American Enterprise Institute, tra il 2005 e il 2022 le entità cinesi hanno investito 148,9 miliardi di dollari nei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, di cui 66 miliardi (44%) in Brasile e 25,5 miliardi (17%) in Perù. I progetti energetici hanno rappresentato il 62% degli investimenti e i metalli/estrazione il 21%. Il database mostra anche che nello stesso periodo i progetti di costruzione della RPC nei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi sono stati valutati in 68,6 miliardi di dollari, principalmente nei settori dell’energia (50%) e dei trasporti (30%).
Le banche statali cinesi (la China Development Bank e la Export-Import Bank of China) hanno assunto numerosi impegni di prestito nei confronti della regione negli ultimi 20 anni). Secondo il Inter-American Dialogue, dal 2005 al 2022, i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno ottenuto prestiti per un totale di 136,5 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali è stata destinata ai settori dell’energia (66%) e delle infrastrutture (19%). Questi prestiti sono tipicamente privi delle condizionalità politiche e delle salvaguardie ambientali associate alle principali istituzioni finanziarie internazionali; spesso contengono un mix di condizioni agevolate e commerciali e includono severe clausole di riservatezza.
Negli ultimi anni, tuttavia, i prestiti sono diminuiti a causa di fattori quali la minore domanda di finanziamenti della RPC da parte dei Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, i cambiamenti nel modo in cui la RPC gestisce le sue riserve di valuta estera, che utilizza per erogare i prestiti, e la maggiore avversione al rischio da parte dei prestatori della RPC. Attualmente, 22 Paesi dell’America Latina e dei Caraibi hanno firmato memorandum relativi alla Belt and Road Initiative (BRI), un’iniziativa di politica economica estera dalle molteplici sfaccettature che mira a espandere la portata e l’influenza economica globale della Cina attraverso lo sviluppo di infrastrutture, trasporti, commercio e reti produttive globali incentrate e controllate dalla Cina.
La Cina sta espandendo la sua impronta finanziaria anche in America Latina. Dal 2005, due delle principali banche cinesi – China Development Bank e China-Export Import Bank – hanno fornito più di 141 miliardi di dollari in impegni di prestito ai Paesi dell’America Latina e alle imprese statali, più della Banca mondiale, della Banca interamericana di sviluppo (BID) o della Banca latinoamericana di sviluppo (CAF). Essi hanno riguardano principalmente quattro Paesi (Argentina, Brasile, Ecuador e Venezuela), che rappresentano quasi il 93% del totale. La maggior parte di questi prestiti è stata spesa per progetti energetici (69%) e infrastrutturali (19%). In totale, l’America Latina è stata destinataria del 24% dei prestiti concessi dalle istituzioni ufficiali cinesi nel mondo tra il 2005 e la fine del 2021, posizionandosi in termini di destinazione geografica dietro l’Asia (29%) ma davanti all’Africa (23%). Fattore importante è che, diversamente dalle istituzioni finanziarie internazionali, Pechino non impone standard di governance e di fattibilità dei progetti ai suoi prestiti41.
Per quanto riguarda, invece, gli investimenti diretti esteri cinesi, questi sono comunque cresciuti in modo significativo dalla metà degli anni 2000. In termini di destinazione geografica, i principali Paesi destinatari sono cambiati nel tempo: Brasile e Argentina per il periodo 2010-2014, poi Cile, Colombia, Messico e Perù dal 2017, mentre, in termini di settori economici, tra il 2000 e il 2020 i cinesi si sono concentrati principalmente in energia (36,7%), metalli, minerali e miniere (35,7%), ricambi auto e automobili (4,1), elettronica (2,4%), telecomunicazioni (2,4%) e trasporti (2,2%)42 . La presenza cinese in America Latina è, dunque, destinata a crescere in tutti i campi così come l’importanza di questa regione nel contesto internazionale contemporaneo e futuro; il passo che l’America Latina e l’area dei Caraibi devono compiere è quello di comprendere come sfruttare al meglio la crescita significativa delle loro economie; la ricchezza di risorse naturali come petrolio, minerali e metalli preziosi le rendono cruciali per le catene di approvvigionamento globali; la grandezza del proprio mercato potenziale, fattore rilevante per attrarre investimenti delle imprese e aziende di tutto il mondo; la ricca eredità culturale e la crescente fascia di popolazione giovane che rappresenta una forza demografica significativa.
In sintesi, l’America Latina è un attore chiave nel contesto globale odierno, con un impatto significativo su economia, politica, cultura e questioni globali. E questo dalle parti di Pechino sembrano averlo ben compreso.
NOTE AL TESTO
1 Avviso al lettore: nel testo il termine America Latina è da considerarsi, per estensione, comprensivo dei Paesi dell’area Caraibica.
2 Si legga a riguardo il seguente articolo: https://www.cese-m.eu/cesem/2024/01/lintegrazione-regionale-in-america-latina/.
3 Il corollario Roosevelt è un’aggiunta del Presidente Theodore Roosevelt alla dottrina Monroe, sintetizzabile nelle parole da questi pronunciate davanti al Congresso nel dicembre 1904: “Stante la dottrina Monroe, comportamenti cronici sbagliati nel continente americano richiedono l’intervento di polizia internazionale da parte di una nazione civilizzata”.
4 Daniele Benzi, Geopolitica e Geoeconomia dell’integrazione. L’America Latina nel sistema mondiale all’inizio del XXI secolo, in Visioni LatinoAmericane, n. 13, luglio 2015, p. 54.
5 Declinata in nome dell’anticomunismo imperante, infatti, durante gli anni della guerra fredda la Dottrina Monroe divenne ancora più rilevante, poiché gli Stati Uniti, cercando di contenere l’influenza sovietica nell’emisfero occidentale, gli Stati Uniti non si fecero scrupoli nell’intervenire in America Latina attraverso il supporto a dittature militari, repressione di movimenti rivoluzionari e colpi di stato.
6 Il Washington Consensus un termine coniato dall’economista Williamson, fa riferimento a un insieme di misure economiche condivise e promosse da istituzioni con sede a Washington, come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), da applicare ai paesi in via di sviluppo, tra cui molti Paesi dell’America Latina. Il Washington Consensus è stato oggetto di forti critiche dopo la decadenza del neoliberismo proprio in America Latina, regione nella quale si è arrivati ad una riduzione del debito pubblico dei paesi e a una crescita economica relativa, ma con costi sociali molto elevati, tra cui un aumento della povertà, della disoccupazione e dell’ineguaglianza.
7 Charles Krauthammer, The Unipolar Moment in Foreign Affairs, vol. 70, n. 1, p. 23.
8 Ibi, p. 24.
9 Nel 1989 lo studioso Francis Fukuyama dette alle stampe il suo controverso The End of History? nel quale sosteneva che con la caduta del Muro di Berlino e la fine della Guerra Fredda, la democrazia liberale è emersa come il sistema politico più valido. Egli postula che la storia, intesa come scontro tra ideologie concorrenti (ad esempio, monarchie, fascismo, comunismo), stia giungendo al termine perché nessun altro sistema sembra in grado di fornire soluzioni migliori della democrazia liberale.
10 Nerio Nesi e Ivan Cicconi, Capitalismo e globalizzazione, Koiné Nuove Edizioni, Roma, 2002, p.23.
11 Il documento conclusivo della Conferenza fu redatto sulla base di dieci principi cardine ed inderogabili: 1. rispetto per i diritti umani fondamentali e gli scopi della Carta delle Nazioni; 2. rispetto della sovranità e integrità territoriale di ogni nazione; 3. riconoscimento dell’uguaglianza di tutte le razze e dell’uguaglianza di ogni nazione piccola o grande che sia; 4. astensione dall’intervento o dall’interferenza negli affari interni di un altro Paese sovrano; 5. rispetto per il diritto di ogni nazione di difendere sé stessa, singolarmente o collettivamente, in conformità con i principi espressi dalla Carta delle Nazioni; 6. astensione dall’uso di forme di difesa collettiva per difendere l’interesse particolare di una qualsiasi delle grandi potenze e astensione da parte di ogni Paese nell’esercitare pressioni su altri Paesi; 7. rinuncio all’uso di atti, minacce di aggressione e uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi paese; 8. risoluzione di ogni disputa internazionale attraverso mezzi pacifici; 9. promozione di interessi reciproci e della cooperazione; 10. rispetto per la giustizia e gli obblighi internazionali.
12 Vibrante il resoconto del Ministero Degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese: “Con voce squillante, Fidel Castro ha detto all’assemblea che il governo rivoluzionario di Cuba vorrebbe chiedere al popolo cubano di valutare se accettare di stabilire relazioni diplomatiche con la Repubblica Popolare Cinese. Circa un milione di partecipanti ha alzato la mano, gridando “Sì! Sì!”. Fidel Castro disse loro che il rappresentante cinese era già tra loro. Si è recato in prima fila, dove era seduto Zeng Tao, capo della filiale dell’Agenzia di stampa Xinhua all’Avana. Tenne alta la mano di Zeng Tao e dichiarò che da quel momento Cuba aveva interrotto le “relazioni diplomatiche” con il regime fantoccio di Chiang Kai-shek. Un applauso fragoroso è scoppiato nella piazza e la gente ha cantato “Cina! Cina!”. L’Assemblea adottò la nota Dichiarazione dell’Avana del 1960. L’8 settembre 1960, la Cina designò Zeng Tao come rappresentante del governo cinese per consultarsi con il governo cubano sullo stabilimento di relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Le due parti raggiunsero presto un accordo. Il 28 settembre, il comunicato congiunto sullo stabilimento delle relazioni diplomatiche fu ratificato da entrambi i governi, facendo di Cuba il primo Paese dell’America Latina e dei Caraibi a stringere relazioni diplomatiche con la Nuova Cina”.
https://www.fmprc.gov.cn/eng/zy/jj/zggcddwjw100ggs/jszgddzg/202406/t20240606_11377946.html
13 Jiang Shixue nel suo articolo A New Look at the Chinese Relations with Latin America informa il lettore che l’Ecuador ne è l’esempio più evidente: il Governo di Quito era desideroso di riconoscere la Repubblica Popolare Cinese ma dovette cedere davanti alle pressioni degli Stati Uniti. Jiang Shixue, A New Look at the Chinese Relations with Latin America in “Nueva Sociedad”, n. 42.
14 Nel 1952, Cina e Cile stipularono un accordo commerciale che può essere considerato a tutti gli effetti il primo accordo economico sino-latinoamericano a partire dal 1949. Questo accordo è stato degno di nota perché si è verificato in un periodo in cui molti Paesi esitavano a intraprendere scambi commerciali diretti con la neonata Repubblica Popolare Cinese (RPC), a causa delle tensioni della Guerra Fredda e della posizione internazionale relativamente isolata della Cina in quel periodo. Jiang Shixue, A new look at the Chinese relations with Latin America in “Nueva Sociedad”, n. 42, p. 77.
15 Il testo del comunicato fu pubblicato su Peking Review, n. 2, 8 gennaio, 1971. Il numero in questione è consultabile al seguente indirizzo: https://www.marxists.org/subject/china/peking-review/1971/PR1971-02.pdf
16 Deng Xiaoping fu anche un forte promotore della cooperazione Sud-Sud, mirante al rafforzamento della collaborazione tra i Paesi in via di sviluppo per ridurre la dipendenza dalle grandi potenze occidentali, un approccio che vedeva l’Asia, l’Africa e l’America Latina come regioni chiave.
17 Alcuni Paesi latinoamericani hanno guardato con favore alla “via cinese” di Deng Xiaoping come un esempio per combinare lo sviluppo economico con la pianificazione statale: il Cile, ad esempio, negli anni Ottanta e Novanta adottò modelli di apertura economica e modernizzazione industriale che – pur non seguendo pedissequamente la lezione cinese – combinava il ruolo strategico dello Stato nell’economia nazionale insieme all’attrazione di capitali provenienti dall’estero per stimolare e promuovere la crescita economica.
18 Jiang Shixue, op. cit., p. 78.
19 Jiang Shixue, op. cit, p.78.
20 https://chinayamericalatina.com/jiang-zemin-y-america-latina-en-retrospectiva/
21 L’importanza della cooperazione Sud-Sud era stata già espressa dallo stesso Jiang Zemin nel 1993, durante una sua prima visita in Brasile. Come riporta il sito internet del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese parlando della visita nel Paese sudamericano, “la Cina attribuisce grande importanza alle relazioni di cooperazione amichevole con il Brasile e considera tali relazioni come un’espressione concreta della cooperazione Sud-Sud. Dall’instaurazione delle relazioni sino-brasiliane nel 1974, i due Paesi hanno compiuto progressi senza intoppi in campo politico, economico, scientifico e culturale. Ci sono stati frequenti scambi di visite ad alto livello e i ministeri degli Esteri dei due Paesi si incontrano regolarmente per avere consultazioni politiche. I due Paesi condividono opinioni uguali o simili su molte importanti questioni internazionali e mantengono una buona consultazione e cooperazione negli affari internazionali. Grazie all’attenzione personale prestata dai leader dei due Paesi e agli sforzi congiunti compiuti dalle due parti in molti anni, è stato naturale per la Cina e il Brasile stabilire una partnership strategica. Tale partnership darà impulso alle relazioni sino-brasiliane, porterà benefici a entrambi i popoli e promuoverà la cooperazione Sud-Sud. Da quando hanno deciso di stabilire un partenariato strategico nel 1993, i leader dei due Paesi hanno cercato di dare sostanza a questa relazione e di garantirne una crescita sostenuta e costante. Entrambi i Paesi sono soddisfatti della crescita dei loro legami. Nell’ottobre 1999 è stato lanciato con successo il primo satellite per le risorse terrestri realizzato congiuntamente da Cina e Brasile. Si tratta di un’espressione concreta del partenariato strategico sino-brasiliano e di un esempio di cooperazione Sud-Sud nel campo dell’alta tecnologia. La crescita costante del partenariato strategico tra Cina e Brasile contribuirà alla creazione di un nuovo ordine politico ed economico internazionale giusto ed equo, alla difesa della pace e della stabilità mondiale e al rafforzamento della prosperità comune e della sicurezza economica dei Paesi in via di sviluppo.
(https://www.fmprc.gov.cn/mfa_eng/zy/wjls/3604_665547/202405/t20240531_11367559.html).
Tale concetto fu ribadito anche durante la visita in Brasile del 2001, quando Jiang Zemin affermò che il partenariato strategico tra Cina e Brasile è il prototipo di un nuovo tipo di relazioni statali basate su rispetto reciproco, uguaglianza e reciprocità. Tale relazione, che supera i limiti della geografia, non è diretta contro terzi e ha una forte vitalità. Le relazioni sino-brasiliane contribuiranno alla creazione di un nuovo sistema politico ed economico internazionale equo, giusto e razionale e costituiranno un esempio per la cooperazione Sud-Sud. (http://zw.china-embassy.gov.cn/eng/zt/zgdwzc/200408/t20040816_6849886.htm)
22 Per comprendere meglio la Cina di oggi e il posto che occupa come attore rilevante sulla scena internazionale, dunque, è importante considerare a dovere la figura Jiang Zemin e il ruolo chiave nel credere e nel realizzare l’integrazione della Cina con il sistema internazionale, aderendo alla globalizzazione economica e iniziando a lavorare in modo graduale e chiaro con i Paesi del terzo mondo dell’Africa e dell’America Latina che all’epoca non erano, certo, in cima all’agenda internazionale imposta dagli Stati Uniti al mondo.
23 Nel 2011 la Costa Rica è divenuto il primo Paese dell’America centrale a firmare un accordo di libero commercio con la Cina.
24https://www.mfa.gov.cn/eng/xw/zyjh/202405/t20240530_11339728.html
25Ibidem.
26Sul tema delle relazioni tra Taiwan e la regione LAC torneremo più avanti.
27http://my.china-embassy.gov.cn/eng/zgxw/201206/t20120628_1713023.htm
28 https://www.chinausfocus.com/foreign-policy/latin-america-is-the-latest-focus-of-chinas-major-power-diplomacy.
29 Il Quartetto CELAC (Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici) è un meccanismo di coordinamento all’interno della CELAC, composto da quattro Stati membri con ruoli di guida e rappresentanza. Questo quartetto viene generalmente formato con l’obiettivo di garantire la continuità e il funzionamento della CELAC tra i suoi vertici annuali, nonché per gestire i rapporti con altre organizzazioni internazionali.
30 Il Forum Cina-CELAC si distingue per la sua semplice istituzionalità intergovernativa, ma fornisce un quadro di dialogo e cooperazione tra la Cina e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi. Il livello più alto è la riunione ministeriale, che riunisce i ministri degli Esteri dei Paesi della CELAC e della Cina. Questo incontro si è tenuto in tre occasioni, l’ultima delle quali in Messico nel dicembre 2021. Questi incontri hanno segnato momenti chiave, in quanto non solo hanno permesso ai Paesi partecipanti di coordinare i loro sforzi e definire strategie comuni per affrontare le sfide regionali e globali, ma sono stati anche essenziali per definire l’agenda ed esplorare nuove opportunità di cooperazione. La seconda riunione ministeriale, tenutasi a Santiago del Cile nel gennaio 2018, ha consolidato ulteriormente questo partenariato attraverso la Dichiarazione di Santiago e l’adozione del Piano d’azione 2019-2021. Questo piano riflette l’impegno di entrambe le parti a promuovere lo sviluppo sostenibile nella regione, sfruttando le opportunità offerte dall’iniziativa cinese “Belt and Road”. La terza riunione ministeriale, tenutasi virtualmente nel dicembre 2021 a causa della pandemia COVID-19, ha portato a una dichiarazione congiunta e all’adozione del Piano d’azione 2022-2024. Questo piano rappresenta il passo più recente nella cooperazione tra le due parti, con una rinnovata attenzione a settori quali la politica e la sicurezza, la cooperazione economica, la scienza e la tecnologia, le infrastrutture di alta qualità e la cooperazione sociale e culturale, tra gli altri.
31https://www.mfa.gov.cn/mfa_eng/xw/zyjh/202405/t20240530_11340816.html
32https://www.gov.br/mre/en/contact-us/press-area/press-releases/documentos-aprovados-na-i-reuniao-dos-ministros-das-relacoes-exteriores-do-foro-celac-china-pequim-8-e-9-de-janeiro-de-2016#china
33Ibidem.
34Il testo del Documento di politica cinese sull’America Latina e i Caraibi può essere consultato al seguente indirizzo: https://english.www.gov.cn/archive/white_paper/2016/11/24/content_281475499069158.htm.
35Diana Roy, China’s Growing Influence in Latin America,https://www.cfr.org/backgrounder/china-influence-latin-america-argentina-brazil-venezuela-security-energy-bri
36Rebecca Ray, Zara C. Albright, Enrique Dussel Peters, China – Latin America and the Caribbean Economic Bullettin – 2024 edition, Global Development Policy Center, p. 12.
37Tali esportazioni potrebbero essere rafforzate da nuovi o potenziali accordi di libero scambio (ALS) con Ecuador, Honduras, Nicaragua e Uruguay. Ibidem, p. 9.
38Ibidem, p. 10.
39https://italian.cri.cn/2023/06/06/ARTIlc9WO9lF2TJB8VafNCyf230606.shtml
40https://www.cfr.org/backgrounder/china-influence-latin-america-argentina-brazil-venezuela-security-energy-bri
41Sophie Wintgens, China’s Footprint in Latin America. Recent developments and challenges ahead, European Union Institute for Security Studies,p. 3.
42Ibidem, p. 4.
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