Donne e tecnologia: l’ascesa delle figure femminili nell’industria tech cinese

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L’industria tecnologica cinese, tra le più dinamiche e innovative al mondo, sta vivendo una trasformazione profonda: l’emergere di figure femminili di primo piano. In un settore tradizionalmente dominato dagli uomini, le donne cinesi stanno gradualmente conquistando posizioni di rilievo, dimostrando straordinarie capacità di leadership, innovazione e resilienza. Questo cambiamento, che rappresenta una vera e propria “rivoluzione silenziosa”, è il risultato di una serie di fattori che vanno oltre la semplice partecipazione femminile al mondo del lavoro.

“Le donne cinesi moderne devono affrontare sia la tradizione che la modernità, ma è proprio in questa tensione che possono trovare la loro forza.”
Wang Anyi (scrittrice cinese)

“Le donne tengono in piedi metà del cielo.”
Mao Zedong

Anche le figlie femmine possono essere eroiche”
Wang Zhenyi (scienziata della dinastia Qing)


Il seguente articolo fa parte del focus Cina 2024: l’anno del Drago

Nell’immaginario collettivo, il tech è spesso associato a figure maschili, con imprenditori e ingegneri uomini in prima linea. Tuttavia, in Cina, un Paese che ha conosciuto una crescita esplosiva nel settore tecnologico negli ultimi decenni, le donne stanno assumendo ruoli di leadership e influenzando profondamente l’evoluzione del settore. Questo panorama, caratterizzato da un ritmo frenetico e da una competizione agguerrita, sta aprendo spazi sempre più significativi anche per le donne, che si affermano in settori cruciali come il management, l’ingegneria e l’imprenditoria.

La crescente presenza femminile nell’industria tech cinese è frutto di molteplici fattori. Da un lato, la modernizzazione e l’urbanizzazione hanno ampliato le opportunità educative e professionali per le donne, permettendo loro di accedere a settori una volta inaccessibili. Dall’altro, politiche governative mirate a sostenere l’uguaglianza di genere hanno incoraggiato la partecipazione femminile in tutti i campi della vita economica e sociale, creando un ambiente più inclusivo e aperto al talento femminile.

Tuttavia, l’ascesa delle donne nel tech cinese non è solo una questione di numeri. Questo fenomeno riflette un cambiamento culturale più ampio, in cui le donne non solo partecipano, ma plasmano attivamente il futuro tecnologico del Paese. Le figure femminili non sono più una presenza marginale, ma si stanno affermando come leader visionarie, innovatrici e imprenditrici di successo.

Ma come si è arrivati a questo punto? Quali sono i fattori che hanno facilitato l’ascesa delle donne nell’industria tech cinese e quali sfide restano ancora da superare? Per rispondere a queste domande, è essenziale partire dal contesto storico: dalle pioniere come Xia Peisu e Zhang Lizhu, che hanno gettato le basi durante l’era maoista, fino alle figure contemporanee che stanno ridefinendo il settore. Attraverso l’analisi delle esperienze di queste donne e l’esame dei cambiamenti sistemici che stanno avvenendo, questo articolo esplorerà l’evoluzione di un fenomeno che sta ridefinendo non solo il ruolo delle donne nella tecnologia, ma anche l’industria stessa in uno dei mercati più dinamici al mondo.

“Le donne tengono in piedi metà del cielo” dichiarò nel 1968 il Presidente Mao Zedong, vent’anni dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese. Queste parole, simbolo di un’epoca di grandi trasformazioni, riflettono non solo il ruolo cruciale delle donne nella società, ma anche la determinazione di un’intera nazione nel risollevarsi da un passato di difficoltà.

Prima del 1° ottobre 1949, la Cina era un Paese segnato da decenni di instabilità politica, invasioni straniere e guerre civili. L’economia era fragile, il livello di istruzione basso, e la popolazione soffriva per la povertà e la fame. Tuttavia, con la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, il nuovo governo intraprese un percorso ambizioso di modernizzazione e ricostruzione. Le sfide erano immense, ma esse hanno paradossalmente costituito la base per la rinascita di una potenza che sarebbe diventata poi una delle principali economie mondiali.

Uno dei settori con il maggior potenziale per catalizzare questa rinascita era proprio quello tecnologico. Negli anni precedenti, molti scienziati e studiosi cinesi erano emigrati all’estero, attratti dalle opportunità di studio e ricerca in Paesi più avanzati. Tuttavia, con il nuovo corso della Cina, molti di questi talenti decisero di tornare in patria, portando con sé un bagaglio di conoscenze e competenze accumulate in Occidente. Questi “ritornati”, noti come 海归 hǎiguī (letteralmente “tartarughe di mare” che ritornano a riva[1]), furono fondamentali nel trasferire know-how tecnologico e scientifico, che sarebbe diventato la spina dorsale del progresso cinese.

All’inizio, la Cina dovette contare su aiuti esterni, soprattutto dall’Unione Sovietica, che fornì attrezzature, tecnologia e personale specializzato per sostenere la nascente industria. Tuttavia, il percorso verso l’autosufficienza non fu lungo. Grazie alla determinazione del governo e agli sforzi congiunti di scienziati e tecnici locali, la Cina riuscì a sviluppare le proprie capacità tecnologiche, riducendo progressivamente la dipendenza dall’estero. Già negli anni ‘60 la Cina aveva compiuto passi significativi verso l’indipendenza tecnologica, un processo che avrebbe portato il Paese a diventare, quasi in autonomia, la potenza economica e tecnologica che conosciamo oggi.

Questa storia di riscatto e progresso è emblematica della trasformazione della Cina, ma anche del ruolo cruciale che le donne hanno avuto in questo percorso. Le figure femminili nel settore tecnologico hanno contribuito a plasmare questo sviluppo, riflettendo la flessibilità e la capacità di innovazione che caratterizzano l’industria cinese. Attraverso il loro lavoro e la loro dedizione, queste donne hanno incarnato lo spirito di una nazione in rinascita, dimostrando che il progresso non conosce genere.

Nel vasto panorama della storia della tecnologia cinese, pochi nomi brillano quanto quello di Xia Peisu[2], conosciuta anche come “la madre dell’informatica in Cina”. La sua storia è un esempio emblematico di come il ritorno dei talenti cinesi dall’estero abbia contribuito a costruire le fondamenta dell’industria tecnologica del Paese.

Nata nel 1923, Xia Peisu si laureò in ingegneria elettrica nel 1945 presso l’Università Centrale Nazionale, e successivamente proseguì gli studi a livello di dottorato presso l’Università di Edimburgo. Durante il suo soggiorno in Scozia, Xia sviluppò metodologie avanzate per l’analisi dei sistemi elettronici non lineari, aprendo la strada a innovazioni che avrebbero avuto applicazioni in vari campi, dai sistemi radiofonici ai primi computer. Nel 1950, dopo aver conseguito il dottorato, Xia sposò Yang Liming, un altro brillante scienziato cinese, e insieme decisero di tornare in Cina con l’obiettivo di contribuire al progresso scientifico del loro Paese. Al suo ritorno in Cina, Xia Peisu assunse il ruolo di ricercatrice associata, ma ben presto il suo talento e la sua visione la portarono ad essere reclutata dalla prestigiosa Accademia Cinese delle Scienze. Fu qui che Xia ricevette l’incarico di guidare un progetto cruciale per la modernizzazione del Paese: lo sviluppo del primo computer elettronico cinese. Inizialmente affiancata da due altri scienziati, Xia divenne ben presto la sola responsabile del progetto, dimostrando una determinazione e una competenza straordinarie. Il risultato fu la Model 107, la prima macchina elettronica a scopi generali progettata interamente in Cina. Il successo del Model 107 fu un risultato straordinario, che gettò le basi per lo sviluppo dell’industria informatica cinese. Il contributo di Xia Peisu non si fermò alla creazione di hardware innovativo. Fu una figura chiave nella fondazione dell’Istituto di Tecnologia Informatica dell’Accademia Cinese delle Scienze, dove trascorse il resto della sua carriera. Durante questo periodo, non solo formò le nuove generazioni di scienziati cinesi, ma contribuì anche alla creazione di due importanti riviste accademiche e scrisse il primo manuale sistematico di informatica in Cina, intitolato “Principi del Computer Elettronico”. Nel corso della sua carriera, Xia Peisu non solo guidò la Cina verso l’indipendenza tecnologica, ma contribuì anche a plasmare una nuova generazione di scienziati e ingegneri, il cui lavoro continua a risuonare nell’industria informatica cinese di oggi. La sua eredità è onorata in molteplici modi, tra cui il prestigioso Lifetime Achievement Award della Federazione Cinese di Informatica, che le fu conferito nel 2010[3].

Grazie alla sua visione e al suo impegno incrollabile, Xia Peisu ha trasformato quella che era una curiosità scientifica in un’industria vitale, dimostrando che, anche in condizioni difficili, la determinazione e il talento possono guidare un’intera nazione verso il progresso.

Vediamo dunque come il progresso della Cina nel campo della tecnologia e della scienza è stato segnato da figure straordinarie, tra cui spiccano donne che hanno non solo partecipato, ma anche guidato rivoluzioni nei loro rispettivi settori. Se Xia Peisu ha gettato le basi dell’informatica cinese, aprendo la strada all’indipendenza tecnologica del Paese, un’altra donna, Zhang Lizhu, ha rivoluzionato la medicina e la scienza della riproduzione, diventando una figura altrettanto cruciale per il progresso scientifico cinese.

Il legame tra l’informatica e la medicina può sembrare, a prima vista, distante, ma entrambe queste discipline hanno in comune l’uso innovativo della scienza per migliorare la vita delle persone. Mentre Xia Peisu ha trasformato il panorama tecnologico cinese attraverso il suo lavoro pionieristico sui computer, Zhang Lizhu ha cambiato la vita di milioni di famiglie con il suo lavoro sulla fertilizzazione in vitro (FIV), dimostrando come la scienza applicata possa risolvere problemi reali e urgenti.

Zhang Lizhu[4], come Xia Peisu, operava in un contesto storico in cui la Cina stava cercando di raggiungere i Paesi più avanzati in termini di innovazione scientifica. Laureatasi in medicina e specializzatasi in ginecologia e ostetricia, Zhang ha visto nella fertilizzazione in vitro una soluzione rivoluzionaria ai problemi di infertilità che affliggevano molte coppie. Nonostante le sfide tecniche e le limitazioni di risorse, Zhang fu determinata a portare avanti la ricerca e lo sviluppo di queste tecniche in Cina. Il 10 marzo 1988, Zhang Lizhu realizzò un’impresa storica: la nascita del primo bambino in provetta in Cina. Questo evento, come il primo computer sviluppato da Xia Peisu, segnò un punto di svolta nella scienza cinese, mostrando al mondo che la Cina era capace di innovare anche nei campi più complessi e avanzati.

Tu Youyou[5] è infatti una figura centrale nella storia della scienza, non solo in Cina, ma a livello globale. È infatti la scienziata che ha scoperto l’artemisinina, un farmaco salvavita contro la malaria, frutto di un progetto di ricerca avviato durante la Rivoluzione Culturale. Grazie a questa scoperta, Tu ha salvato milioni di vite e ha dimostrato la straordinaria capacità delle donne cinesi di eccellere in circostanze estremamente difficili. Nel 2015, questo lavoro le è valso il Premio Nobel per la Medicina, il primo mai assegnato a una cittadina cinese.

La connessione tra queste due figure è evidente: entrambe hanno utilizzato la loro competenza scientifica per affrontare le sfide più urgenti del loro tempo, contribuendo non solo allo sviluppo tecnologico e medico della Cina, ma anche all’affermazione delle donne in ruoli di leadership scientifica. Il loro lavoro ha posto le basi per ulteriori progressi, come quelli realizzati da Tu Youyou, che avrebbero ulteriormente rafforzato la posizione della Cina come potenza scientifica globale.

Nata a Ningbo, nella provincia dello Zhejiang, Tu Youyou era inizialmente una figura poco conosciuta. Dopo aver contratto la tubercolosi all’età di 16 anni, decise di iscriversi alla facoltà di medicina presso l’Università di Pechino, dove ebbe l’opportunità di approfondire lo studio delle piante medicinali e delle loro strutture biochimiche. Ciò che rende la sua scoperta ancora più notevole è il fatto che Tu riuscì a sconfiggere la malaria attingendo proprio alla medicina tradizionale cinese.

Durante la Rivoluzione Culturale, la Cina si trovò ad affrontare il grave problema della malaria, in particolare tra i soldati del Vietnam del Nord, appoggiato dalla Cina, impegnati in guerra contro il Vietnam del Sud, appoggiato dagli Stati Uniti. La malaria si rivelava una minaccia più letale delle bombe statunitensi[6], portando alla morte di un numero crescente di soldati. In risposta a questa crisi, il Governo nordvietnamita chiese aiuto al Presidente Mao Zedong, che avviò nel maggio 1967 il progetto di ricerca 523, così chiamato dalla data del suo avvio, il 23 maggio. Tu Youyou fu coinvolta in questo progetto insieme a oltre 200 scienziati.

Tu si trasferì sull’isola di Hainan, epicentro dell’epidemia di malaria, dove poté studiare la malattia e i suoi effetti direttamente sul campo. Nel corso del progetto, esaminò circa 640 trascrizioni derivanti da un elenco di 2.000 ricette della medicina tradizionale cinese e testando ben 380 estratti di erbe[7]. Nonostante i risultati tardassero ad arrivare, Tu riuscì infine a identificare un estratto basato sull’Artemisia annua che si dimostrò efficace nel ridurre significativamente la presenza di parassiti nel sangue.

La ricerca di Tu fu pubblicata solo nel 1977, ma il suo impatto è ancora oggi di fondamentale importanza, dimostrando come la sinergia tra tradizione e modernità possa portare a risultati straordinari. La scoperta dell’artemisinina non solo ha rivoluzionato il trattamento della malaria, ma ha anche riaffermato il valore della medicina tradizionale cinese nel contesto della scienza moderna.

Restando ancora negli anni di Mao, è importante citare un’altra donna passata alla storia la quale, negli anni ‘50-’60, ha contribuito in modo cruciale allo sviluppo dell’industria dei semiconduttori, un tema che oggi è sempre più centrale, soprattutto nella competizione con l’Occidente. Lin Lanying[8], laureatasi in fisica negli Stati Uniti, decise di tornare in Cina, dove divenne una pioniera nella ricerca sui materiali semiconduttori, in particolare il silicio e il gallio arsenico, fondamentali per l’elettronica moderna. Il suo lavoro ha gettato le basi per l’industria dei semiconduttori cinese, contribuendo direttamente allo sviluppo tecnologico del Paese e rafforzando l’indipendenza tecnologica della Cina. Chiamata in Cina la “madre dei materiali aerospaziali” e la “madre dei materiali semiconduttori”, Lin Lanying ha dimostrato come l’esperienza acquisita all’estero potesse essere utilizzata per spingere avanti il progresso scientifico in patria.

Nel campo della fisica, possiamo ricordare Li Fanghua[9], la quale ha trasformato il campo della fisica attraverso i suoi contributi alla microscopia elettronica. Specialista nella diffrattometria elettronica e nella microscopia elettronica a trasmissione, Li Fanghua ha sviluppato tecniche che hanno permesso di studiare la struttura dei materiali a livello atomico con una precisione senza precedenti. Il suo lavoro ha trovato applicazioni in molte aree della scienza dei materiali e dell’ingegneria, contribuendo a importanti progressi in settori come l’elettronica e la nanotecnologia. Li Fanghua è stata anche eletta tra le “10 migliori donne eccezionali” dell’Accademia Cinese delle Scienze nel 2001 ed è stata la prima scienziata cinese a ricevere il premio L’Oréal-UNESCO, che riconosce il contributo di eccezionali ricercatrici. Credendo fermamente nell’uguaglianza di genere, Li ha consigliato alle aspiranti scienziate di “attenersi all’argomento che attrae e interessa davvero e di non arrendersi facilmente[10]”.

A partire dagli anni ‘90, la Cina ha intrapreso un percorso di profonda trasformazione, adattandosi rapidamente ai cambiamenti imposti dall’era digitale. Questo decennio segna l’inizio dell’espansione di Internet e della diffusione della tecnologia nelle case dei cittadini cinesi, rappresentando un momento cruciale per l’evoluzione tecnologica del Paese.

In questo contesto, una figura femminile di grande rilievo è certamente Zhang Shuxin, la quale ha fondato nel 1995 a Pechino Yinghaiwei (InfoHighWay), la prima compagnia internet privata della Cina. Come primo Internet Service Provider (ISP) privato del Paese, Yinghaiwei ha svolto un ruolo pionieristico nel fornire accesso a Internet alle famiglie, contribuendo significativamente alla nascita della prima generazione di netizen cinesi.

Parallelamente, si assiste in questi anni a un cambiamento significativo anche a livello governativo. Sotto la leadership di Jiang Zemin si pongono le fondamenta per una fase storica che, negli anni successivi, sarà conosciuta in Occidente come il “decennio dei tecnocrati” (2002-2012). Questo periodo è caratterizzato da un’efficace integrazione tra politica e istruzione, ritenuta essenziale per affrontare le sfide contemporanee. Le figure politiche al potere in questo decennio possedevano infatti un background tecnologico, con formazione nei campi della scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (i cosiddetti settori STEM)[11]. Lo stesso Presidente Jiang Zemin, laureato in ingegneria presso l’Università Jiaotong, aveva ricoperto ruoli chiave come capo ingegnere in diverse fabbriche prima di ascendere a posizioni governative, tra cui Ministro dell’Industria elettronica, Sindaco di Shanghai e infine Presidente della Repubblica nel 1993. La presenza di leader con un retroterra tecnico si rivelò cruciale, richiamando il principio confuciano che vede l’intreccio tra politica e studio come essenziale. Come affermava Mencio, filosofo cinese dell’epoca degli Stati combattenti (V-III secolo a.C.): “Lascia che coloro che lavorano con la testa dominino su coloro che lavorano con le loro mani.[12].

Anche in questo contesto troviamo una figura femminile rilevante. Zhu Lilan, nata a Shanghai nel 1935, ha avuto una carriera di grande rilievo sia come scienziata che come politica. Dopo aver completato i suoi studi presso l’Università di Odessa, è tornata in Cina per dedicarsi alla ricerca scientifica, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità presso l’Istituto di Chimica dell’Accademia Cinese delle Scienze. La sua carriera politica è iniziata nel 1986 con la sua nomina a vicedirettrice esecutiva del Comitato Nazionale per la Tecnologia, dove ha guidato il programma 863, un’iniziativa governativa volta a promuovere lo sviluppo di tecnologie avanzate, riducendo la dipendenza dalla tecnologia straniera. Nel 1998, Zhu è stata nominata Ministra della Scienza e della Tecnologia, carica che ha mantenuto fino al 2001. Durante il suo mandato, ha svolto un ruolo cruciale nel potenziamento della ricerca scientifica e nello sviluppo tecnologico della Cina, promuovendo l’innovazione come motore di crescita economica e sociale. Successivamente, ha presieduto il Comitato per l’Educazione, la Scienza, la Cultura e la Salute Pubblica del Congresso Nazionale del Popolo, continuando a influenzare le politiche scientifiche del Paese fino al 2008. Zhu è inoltre stata nominata quinto e sesto presidente del consiglio d’amministrazione dell’Associazione Cinese delle Invenzioni (associazione nata a Pechino nel 1985)[13].

La leadership successiva, guidata da Hu Jintao, laureato anch’esso in ingegneria idroelettrica presso l’Università Tsinghua di Pechino, continua questo percorso di trasformazione e crescita tecnologica. Durante gli anni della sua leadership (2003 – 2013), la Cina ha visto una notevole accelerazione nel settore tecnologico, anche grazie a due eventi di portata mondiale: le Olimpiadi di Pechino del 2008 e l’Expo di Shanghai del 2010. Questi due eventi sono stati fondamentali per la Cina, non solo per il loro impatto culturale e politico, ma anche per l’enorme impulso dato alla crescita tecnologica del Paese. Durante queste due manifestazioni, la Cina ha mostrato al mondo le sue capacità tecnologiche avanzate, mettendo in campo innovazioni in vari settori, dalla costruzione di infrastrutture moderne all’implementazione di tecnologie digitali e di comunicazione all’avanguardia. Entrambi gli eventi sono stati una vetrina dell’innovazione cinese mostrando al mondo intero l’immenso potenziale di un Paese che ha iniziato ad essere conosciuto ancor di più, ma anche ammirato e analizzato sotto la lente internazionale. Importanti investimenti sono stati fatti nelle infrastrutture, nei sistemi di sicurezza ma anche nelle tecnologie legate all’ambiente e alla sostenibilità hanno avuto grande risalto. Le smart city, l’efficienza energetica e le soluzioni urbanistiche innovative sono stati temi centrali, influenzando la successiva pianificazione urbana in Cina.

Ciò ha naturalmente reso possibile la creazione di nuove opportunità per la partecipazione delle donne nel settore tecnologico. Con il consolidamento della tecnologia come pilastro dello sviluppo economico cinese, anche i ruoli professionali all’interno di questo settore hanno iniziato a evolversi. Durante gli anni di Hu Jintao, si è assistito a un progressivo aumento della presenza femminile nei ruoli tecnici e manageriali nel settore della tecnologia.

Le riforme educative e gli investimenti in scienza e tecnologia hanno creato una generazione di giovani donne con competenze avanzate, pronte a entrare in un mercato del lavoro che stava rapidamente espandendosi. Questo ha permesso l’emergere di figure femminili di rilievo, non solo come tecniche o ingegneri, ma anche come leader nel campo dell’innovazione e della gestione aziendale.

Una figura di spicco è Wang Shuton, meglio nota come Daine Wang, conosciuta per il suo ruolo di fondatrice e CEO di DHgate.com, la prima piattaforma di e-commerce B2B transfrontaliera in Cina. Fondata nel 2004, DHgate è stata progettata per connettere le piccole e medie imprese (PMI) cinesi con acquirenti globali, diventando un pilastro nell’ecosistema dell’e-commerce internazionale. Sotto la guida di Diane, DHgate ha conosciuto una crescita esponenziale, raggiungendo oltre 6,2 milioni di acquirenti da 224 Paesi e regioni e offrendo più di 30 milioni di prodotti da circa 1,2 milioni di venditori cinesi. Questo successo non solo ha rivoluzionato il commercio internazionale per le PMI cinesi, ma ha anche stabilito nuovi standard per l’intero settore dell’e-commerce.

Prima di fondare DHgate, Diane Wang ha co-fondato Joyo.com nel 1999, una delle prime piattaforme B2C in Cina, che presto è diventata il marketplace online più grande del Paese. Il successo di Joyo.com culminò con la sua acquisizione da parte di Amazon nel 2004, segnando una delle prime grandi operazioni di acquisizione internazionale nel mercato cinese dell’e-commerce. Diane ha anche accumulato una vasta esperienza nel settore tecnologico, avendo ricoperto posizioni di alto livello presso aziende di prestigio come Microsoft e Cisco. Questa esperienza le ha fornito le competenze necessarie per guidare con successo le sue imprese in un contesto in rapido mutamento[14]. Diane Wang rappresenta un modello di leadership femminile e innovazione, non solo in Cina ma a livello globale, dimostrando come l’imprenditorialità possa essere un potente strumento per trasformare interi settori e creare opportunità su scala mondiale.

La leadership di Xi Jinping, iniziata nel 2013, ha continuato questo progresso tecnologico e scientifico della Cina, in risposta alle sfide globali emergenti come l’intelligenza artificiale, i semiconduttori e le telecomunicazioni. In questo scenario, la tecnologia è diventata un pilastro fondamentale per il rafforzamento della posizione della Cina sul palcoscenico internazionale, specialmente nel contesto della competizione con gli Stati Uniti. La strategia di Xi unisce una centralizzazione efficace del potere con ambizioni tecnologiche di vasta portata, attraverso un approccio proattivo nella gestione del settore tecnologico. Questo ha portato a una serie di politiche orientate a ridurre la dipendenza dalle tecnologie straniere e a promuovere l’autosufficienza nei settori cruciali, contribuendo a rafforzare la capacità innovativa della Cina. Sotto la guida di Xi, il Governo di Pechino ha intensificato gli investimenti in ricerca e sviluppo, sostenendo la crescita di leader nazionali come Huawei e Tencent e promuovendo lo sviluppo di reti 5G e infrastrutture avanzate. Tuttavia, le ambizioni di Xi non si limitano alla crescita interna; il suo obiettivo è anche quello di posizionare la Cina come una superpotenza tecnologica globale. La Belt and Road Initiative, ad esempio, non è solo un progetto di cooperazione internazionale, ma anche una piattaforma per l’espansione dell’influenza tecnologica cinese in regioni strategiche come l’Africa e l’Asia centrale. Questa visione si basa sulla convinzione che la tecnologia sia un motore essenziale per il progresso economico e sociale della Cina, nonché un mezzo per consolidare il suo ruolo di leadership a livello mondiale.

In questa fase storica, diverse figure femminili si sono distinte per il loro contributo straordinario, assumendo ruoli di leadership in alcuni dei più grandi colossi aziendali e scientifici cinesi. Tra queste spicca Zhou Qunfei[15], fondatrice e CEO di Lens Technology, azienda leader nella produzione di schermi touch utilizzati da giganti tecnologici come Apple e Samsung. Il suo successo testimonia la crescente influenza delle donne nel settore manifatturiero avanzato.

Peng Lei[16], co-fondatrice di Alibaba ed ex CEO di Ant Financial, rappresenta un altro pilastro nel panorama tecnologico e finanziario cinese. Il suo ruolo nella costruzione di una delle più grandi fintech del mondo ha avuto un impatto duraturo sull’economia digitale globale.

Infine, non si può omettere il nome di Li Lanjuan[17], pioniera nel campo dell’epidemiologia, il cui contributo è stato fondamentale nella lotta contro il COVID-19. La sua esperienza e leadership hanno giocato un ruolo cruciale nell’attuazione delle misure di controllo della pandemia in Cina, dimostrando l’importanza delle donne nella scienza e nella gestione delle crisi sanitarie globali. Queste donne rappresentano il volto dell’innovazione e del progresso in Cina, incarnando la capacità di leadership femminile nei settori tecnologico e scientifico.

L’ascesa delle donne nell’industria tecnologica cinese, come esplorato in questo articolo, è il risultato di un processo complesso e multiforme che affonda le sue radici nella storia, nella cultura e nelle politiche sociali cinesi. Dalla pioniera Xia Peisu, considerata la “madre dell’informatica cinese”, alle moderne leader come Jean Liu, presidente di Didi Chuxing, le donne hanno progressivamente conquistato posizioni di rilievo nel tech, dimostrando che il talento e la competenza non conoscono barriere di genere.

L’analisi storica ha evidenziato come la partecipazione femminile nel settore tecnologico cinese non sia un fenomeno recente, ma il frutto di un percorso evolutivo che ha visto le donne superare ostacoli culturali e strutturali. Le politiche governative a favore dell’uguaglianza di genere e l’espansione delle opportunità educative hanno giocato un ruolo cruciale nell’aprire le porte a una generazione di donne che oggi si trovano al centro dell’innovazione tecnologica cinese.

Naturalmente le sfide e le difficoltà continuano ad esserci ma, in definitiva, la crescente influenza delle donne nell’industria tech cinese rappresenta non solo un cambiamento significativo per il settore, ma anche un modello di trasformazione sociale che potrebbe ispirare altri contesti globali. L’evoluzione in corso dimostra che la diversità di genere può essere un motore di innovazione e crescita, in grado di plasmare un futuro tecnologico più inclusivo e equo.

Le donne che oggi guidano l’industria tech in Cina sono la testimonianza vivente che, nonostante le sfide, è possibile abbattere le barriere e ridefinire i paradigmi tradizionali. Il loro contributo non solo rafforza il settore tecnologico, ma arricchisce la società cinese, offrendo nuovi modelli di leadership e innovazione per le generazioni future.

In conclusione, possiamo affermare che il successo delle donne nell’industria tech cinese è stato facilitato da una combinazione di fattori storici, politici e culturali nonché dalle necessità del tempo, ma che le sfide da affrontare restano significative. Il futuro del settore dipenderà dalla capacità di continuare a promuovere un ambiente che valorizzi il talento indipendentemente dal genere, favorendo così una crescita sostenibile e inclusiva per tutti.


NOTE AL TESTO

[1] Haigui (海归 hǎiguī) significa “di ritorno dall’altra parte del mare”. Questo termine si riferisce a una persona che è tornata nel Paese dopo aver studiato o lavorato all’estero. Queste persone vengono chiamate “tartarughe marine”, poiché molto simile alla parola “海龟 hǎiguī”. Inoltre, le tartarughe marine, come Haigui, intraprendono lunghi viaggi attraverso il mare.

Li M., Kang L., Zongluo Luo, a Chinese Haigui in 1930s. Protein Cell 1, 972–973 (2010). https://doi.org/10.1007/s13238-010-0136-5.

[2] https://www.ed.ac.uk/information-services/about/naming-spaces-after-inspirational-women/xia-peisu 

[3] Leila McNeill, The computer pioneer who built modern China, BBC, 2020, https://www.bbc.com/future/article/20200219-xia-peisu-the-computer-pioneer-who-built-modern-china 

[4] https://embryo.asu.edu/pages/zhang-lizhu-1921 

[5] https://english.pku.edu.cn/news_events/news/people/8927.html 

[6] Pieranni S., Tecnocina, Storia della tecnologia cinese dal 1949 a oggi, Add Editore, 2023, p. 52

[7] https://english.pku.edu.cn/news_events/news/people/8927.html 

[8] https://www.asiaresearchnews.com/content/lin-lanying 

[9] http://www.china.org.cn/english/culture/60664.htm 

[10] https://www.asiaresearchnews.com/content/li-fanghua 

[11] Pieranni S., Tecnocina, Storia della tecnologia cinese dal 1949 a oggi, Add Editore, 2023, p. 122-126

[12] https://www.midwesternmarx.com/articles/mencius-and-marxism-by-thomas-riggins 

[13] https://www.cainet.org.cn/English/ABOUTUS/ABOUTCAI/index.html 

[14] https://corporate.dhgate.com/management/diane-wang/  

[15] https://www.forbes.com/profile/zhou-qunfei/ 

[16] https://www.scmp.com/tech/leaders-founders/article/2139174/meet-one-chinas-most-powerful-businesswomen-helm-e-commerce 

[17] http://english.scio.gov.cn/featured/chinakeywords/2020-09/09/content_76686117.htm 

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