Venezuela: certificata la vittoria di Nicolás Maduro

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di Giulio Chinappi

Quasi un mese dopo le elezioni del 28 luglio, la Corte Elettorale del Tribunale Supremo di Giustizia venezuelano ha confermato la vittoria di Nicolás Maduro, respingendo la propaganda dell’opposizione e riaffermando la legittimità del processo elettorale.

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Quasi un mese dopo le elezioni dello scorso 28 luglio e in seguito all’azione di propaganda lanciata dall’opposizione con il sostegno delle forze imperialiste mondiali, la Corte Elettorale del Tribunale Supremo di Giustizia (Tribunal Supremo de Justicia, TSJ) del Venezuela ha emesso una sentenza riguardo all’indagine sulle presidenziali che avevano visto la vittoria del Presidente in carica Nicolás Maduro con oltre il 51% delle preferenze.

Prima di emettere la sentenza definitiva, il TSJ ha sottolineato che, dei 38 partiti politici che hanno partecipato alle elezioni presidenziali, tutti si sono presentati alle udienze presso la Corte Elettorale, e che 33 di questi hanno depositato il proprio materiale elettorale. Inoltre, sono intervenuti nove dei dieci candidati convocati, con la sola eccezione di Edmundo González, il principale avversario di Maduro, che in questo modo ha ottenuto l’unico risultato di venir dichiarato in disobbedienza per non essersi conformato all’ordine costituzionale. Oltretutto, i partiti che non hanno depositato il materiale elettorale sono proprio quelli che hanno sostenuto l’ex candidato della Piattaforma Unitaria Democratica (Plataforma Unitaria Democrática, PUD).

La magistratura ha inoltre confermato che nel Paese si è verificato un tentativo di colpo di Stato accompagnato da un attacco informatico su larga scala. Per questo, ha provveduto ad inviare con urgenza copia della sentenza al Procuratore Generale della Repubblica per determinare responsabilità in relazione a presunti reati di sostituzione di funzioni, reati informatici, associazione a delinquere e incitazione a provocare disordini, tra gli altri. Ha infine ringraziato la collaborazione degli osservatori e degli esperti internazionali che si sono impegnati nella perizia delle elezioni presidenziali.

In seguito alla pubblicazione della sentenza, il legittimo Presidente venezuelano Nicolás Maduro ha affermato questo giovedì che il Tribunale Supremo di Giustizia ha emesso una sentenza storica e decisiva riguardo al contenzioso elettorale del 28 luglio: “Noi diciamo: Santa Parola. Si faccia la pace. Rispetto assoluto per i poteri pubblici, per il diritto alla pace, per la sovranità nazionale e per la giustizia. E, attraverso la giustizia, continuare a percorrere il cammino della pace, del dialogo, dell’unione nazionale, del rispetto della Costituzione e del futuro, del presente e del popolo“.

Allo stesso modo, ha manifestato il suo accordo con la proposta emersa in questa giornata nella sessione ordinaria del Parlamento venezuelano di riformare le leggi elettorali, affinché non possano occupare cariche pubbliche coloro che non rispettano quanto legislato, i poteri pubblici, la Costituzione e che pretendono di imporre un regime fascista: “La campagna per giustificare la violenza è stata intensa sui social network e hanno cercato di macchiare il clima del Paese e di giustificare la violenza terroristica e criminale. E quando emerge un conflitto elettorale, un contenzioso da risolvere, lo risolviamo con la Sala Elettorale del Tribunale Supremo di Giustizia“, ha sottolineato, enfatizzando che la Costituzione venezuelana ha risposte per tutti i dilemmi del Paese.

Maduro ha sottolineato alcuni degli atti vandalistici e criminali che si sono verificati dopo le elezioni del 28 luglio, con l’unico obiettivo di destabilizzare il Paese al fine di preparare il terreno ad un possibile colpo di Stato della destra, sostenuto dalle potenze imperialiste straniere. Ad esempio, nello Stato di La Guaira alcuni oppositori del governo hanno distrutto una statua raffigurante il Comandante Hugo Chávez. Al momento dell’emissione della sentenza del TSJ, Maduro si trovava proprio all’inaugurazione della nuova statua dedicata al fondatore della Rivoluzione Bolivariana: “Perché cercano di vendicarsi su Hugo Chávez? Vogliono distruggere la forza ideologica, spirituale e morale di un popolo“, ha affermato il leader venezuelano.

Inoltre, si sono verificati altri episodi violenti e terroristici in altre regioni del Paese, compresa la capitale Caracas: “Pensavano di sabotare il servizio elettrico e lasciare il Venezuela senza elettricità e, in quel momento, sarebbero usciti i gruppi a compiere attacchi. Un attacco criminale, quali costoro sono, contro la Repubblica. Hanno bruciato 253 veicoli della polizia in tutto il Paese. Abbiamo 90 funzionari della Guardia Nazionale e della polizia con ferite gravi, hanno ucciso vilmente due umili sergenti. Hanno assassinato 27 venezuelani e venezuelane, tutti lavoratori, umili, del popolo. Hanno bruciato più di 30 centri di salute che abbiamo già recuperato completamente, tra ambulatori e ospedali“.

Dopo la pubblicazione della sentenza del TSJ anche le forze armate (Fuerza Armada Nacional Bolivariana, FANB) hanno comunicato che rispettano la decisione del Tribunale Supremo, riaffermando il proprio attaccamento alla Costituzione e alle leggi del Venezuela, sottolineando l’importanza di preservare la pace e la stabilità del Paese di fronte alla minaccia di gruppi estremisti di destra che hanno tentato di destabilizzare la nazione sudamericana con atti violenti, terroristici e cibernetici. Il comunicato evidenzia anche la risposta dell’unione civico-militare-poliziesca che è riuscita a fronteggiare e controllare i tentativi di destabilizzazione promossi dai settori della destra venezuelana.

L’astio nei confronti del governo di Caracas da parte della destra venezuelana e delle forze dell’imperialismo mondiale deriva unicamente dal fatto che la Rivoluzione Bolivariana ha incamminato il Venezuela sul cammino del socialismo e della vera indipendenza nazionale, abbandonando la strada preimpostata del neoliberismo e del servilismo nei confronti di Washington. Lo stesso Maduro lo ha recentemente ricordato in un programma televisivo: “Se la Rivoluzione ha un senso, è quello di cambiare tutto e costruire un nuovo sistema di governo, un governo diretto, con la pace e la democrazia come percorso“, ha affermato il Presidente, annunciando la realizzazione di quattro consultazioni popolari nazionali nel corso dell’anno.

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