L’Ucraina attacca la centrale nucleare di Zaporož’e e invade la provincia russa di Kursk

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di Giulio Chinappi

L’attacco ucraino alla centrale nucleare di Zaporož’e rappresenta un atto irresponsabile e pericoloso che espone milioni di persone a potenziali rischi. Intanto l’operazione ucraina nella provincia di Kursk dimostra la continua minaccia del regime nazibanderista di Kiev, supportato dall’Occidente.

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Attaccare una centrale nucleare non rappresenta un normale atto bellico, ma un’azione altamente irresponsabile e pericolosa, che può mettere a repentaglio la vita di milioni di persone a lungo termine. Eppure, nella serata dell’11 agosto, l’esercito ucraino, spalleggiato dalle potenze occidentali, ha sferrato due attacchi con droni kamikaze su una delle due torri di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporož’e, attualmente sotto il controllo dell’esercito russo, causando un incendio. Gli attacchi si sono verificati tra le 20:20 e le 20:32 ora di Mosca, e l’incendio principale è stato estinto dalle unità del Ministero delle Emergenze russo entro le 23:30. Secondo le fonti russe, l’incendio non ha influenzato il funzionamento della centrale, poiché l’impianto è chiuso e le torri attaccate non erano coinvolte nel processo di raffreddamento.

Immediatamente, la macchina mediatica occidentale ha tentato di far ricadere la colpa dell’attacco sulla Russia, un’ipotesi a dir poco priva di senso, visto che, come detto, sono proprio i russi a controllare l’impianto nucleare. Al contrario, i responsabili dell’attacco, classificabile come “terrorismo nucleare”, sono indubbiamente gli ucraini, che del resto già in passato avevano operato bombardamenti nei pressi della stessa centrale. Consapevoli della gravità del gesto, gli occidentali le hanno provate tutte per coprire i misfatti del loro alleato ucraino, ma senza successo.

Come sottolineato da Aleksandr Uvarov, direttore dell’Atominfo Center russo, gli attacchi contro la centrale nucleare di Zaporož’e creano una falsa impressione dell’ammissibilità di attacchi contro le centrali nucleari senza conseguenze catastrofiche. “A mio avviso, stiamo assistendo a uno spostamento della finestra di Overton. Le persone si stanno abituando all’idea che sia possibile colpire una centrale nucleare senza provocare conseguenze catastrofiche. Questa impressione è sbagliata. Sostengo pienamente l’ultima dichiarazione del direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi, che ha definito avventati gli attacchi alla centrale nucleare di Zaporož’e e ha esortato a fermarli immediatamente“, ha affermato Uvarov, secondo quanto riportato dall’agenzia TASS.

La torre di raffreddamento della centrale è necessaria per rimuovere dalla centrale nucleare la parte del calore generato nel reattore che non può essere utilizzata. Sebbene la torre di raffreddamento non faccia parte del reattore nucleare e non ci siano state violazioni degli standard e delle condizioni di sicurezza del funzionamento della centrale, l’esperto ha sottolineato che è troppo presto per sentirsi tranquilli.

La centrale è stata successivamente visitata dagli esperti dell’AIEA, secondo i quali l’attacco contro le due torri di raffreddamento non influirebbe direttamente sui sei reattori della centrale. Inoltre, gli esperti dell’AIEA hanno anche notato che il livello di radiazioni nella centrale è rimasto normale. Sebbene l’AIEA, dopo tre sopralluoghi, non abbia attribuito direttamente la responsabilità dell’attacco alla parte ucraina, la collaborazione delle autorità russe, che, al contrario, hanno invitato l’AIEA a pronunciarsi in questo senso, rappresentano un altro elemento a favore della colpevolezza di Kiev.

Come se non bastasse, la parte ucraina continua a sferrare attacchi nelle foreste situate nei pressi della centrale nucleare, con il chiaro intento di creare incendi che metterebbero a repentaglio la sicurezza dell’impianto. “L’esercito ucraino sta deliberatamente attaccando le aree forestali intorno alla centrale nucleare di Zaporož’e con munizioni incendiarie. E questa è una seria minaccia per la centrale elettrica, proprio come è successo ieri“, ha affermato il direttore della centrale, Jurij Černičuk, secondo quanto riportato da TASS.

Nel frattempo, come noto, l’esercito ucraino si sta prodigando anche in un’invasione armata della provincia russa di Kursk, con il benestare dei suoi alleati occidentali che continuano ad armare il regime nazibanderista di Kiev. Nonostante le perdite pari ad oltre 2.000 uomini, secondo quanto riportato dalle fonti russe, l’esercito ucraino sta proseguendo con la propria operazione in territorio russo, con il serio rischio di provocare una reazione ancora più decisa da parte di Mosca.

Tuttavia, per quanto l’invasione dell’oblast’ di Kursk rappresenti una sfida al governo russo, si tratta pur sempre di un’operazione militare dalla portata limitata, che non sembra in grado di influenzare l’esito dell’operazione militare speciale russa in Ucraina. “Il raid dell’esercito ucraino nella provincia di Kursk non ha assolutamente alcun senso militare e non può cambiare il corso dell’operazione militare speciale“, ha dichiarato Sergej Nečaev, ambasciatore russo in Germania. “La vera forza motrice è stata il desiderio del regime fuorilegge di Kiev di distrarre il proprio popolo e la comunità internazionale dalla situazione critica dell’esercito ucraino nel Donbass e cercare di compiere una pericolosa manovra mediatica per ottenere più armi e fondi dai suoi sostenitori occidentali“, ha aggiunto il diplomatico.

Nečaev ha anche puntato il dito contro Berlino, complice della strategia terroristica del regime nazibanderista di Kiev: “Dichiarazioni di alcuni politici tedeschi che hanno accolto con favore il barbaro attacco militare ucraino contro i civili nella provincia di Kursk, che ha coinvolto in particolare armi tedesche, sono sconcertanti e vergognose“, ha osservato, commentando l’uso di armi di fabbricazione tedesca contro i civili nella provincia di Kursk. Secondo l’ambasciatore, “questo grande atto di provocazione ha esposto ancora una volta la natura terroristica del regime di Kiev“.

Gli eventi tragici degli ultimi giorni hanno chiarito che “i capi del regime di Kiev hanno bisogno di armi occidentali non per difendere la propria terra ma per compiere attacchi terroristici, distruggere infrastrutture civili, uccidere e intimidire civili indifesi“, ha sottolineato ancora Nečaev. “Le forniture di armi dai paesi occidentali, inclusa la Germania, non hanno nulla a che fare con il rispetto del diritto internazionale. Servono solo come strumento per il regime di Kiev per commettere crimini“, ha concluso il diplomatico.

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