Alessandro Fanetti, “America Latina e Caraibi. “Alba” e “Cuore” del nuovo mondo multipolare”, (Eiffel Edizioni, 2024)

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Recentemente uscito per i tipi di Eiffel Edizioni, il libro di Fanetti si propone di analizzare la storia – più o meno recente – dell’America Latina collocandola in una prospettiva multipolare.

La multipolarità si è definitivamente affacciata, e con la sua forza sta travolgendo quell’ordine costituito che sembrava inattaccabile. É così che l’America Latina e i Caraibi sono passati da essere il cortile di casa degli Stati Uniti a campo di battaglia destinato a cambiare gli equilibri tra Washington, Beijing e Mosca, le tre grandi potenze mondiali in competizione serrata per imporre la propria visione del mondo nella lotta dicotomica unipolarismo – multipolarismo.

Lotte, indipendenza e unità dell’area decisiva della geopolitica globale

L’area latinoamericana e caraibica ha una storia profonda e complessa, con popolazioni e civiltà
antiche che hanno lasciato un segno indelebile nel cammino dell’umanità.

Dagli Olmechi agli Aztechi e dagli Inca ai Maya (solo per fare alcuni esempi), infatti, lo sviluppo
umano di questa parte di mondo ha fatto di essa un luogo dove erano presenti alcune delle Civiltà
più significative della storia dell’umanità e dell’intero globo.

A partire dal XV secolo, però, la situazione si è radicalmente modificata con l’inizio della
“conquista & colonizzazione” da parte del Vecchio Continente.

Un XV secolo riassumibile con queste parole: Fortuna europea vs. Disastro “precolombiano”.
Infatti, un’attività meticolosa di sfruttamento delle terre e riduzione in schiavitù dei nativi da parte
dei “conquistadores” ha sostanzialmente cancellato l’America Latina & Caraibi “pre – Colombo”,
rendendo l’intera area terreno “fertile” per il proselitismo religioso di stampo europeo da un lato e
fonte di immense ricchezze materiali per il Vecchio Continente dall’altro.

Sfruttamento “materiale & immateriale” di stampo europeo che ha visto un suo continuo ed
impetuoso sviluppo almeno fino alla data simbolo del 1823, ossia quando l’allora Presidente degli
Stati Uniti d’America dichiarò quella che è passata alla storia come “Dottrina Monroe”: l’America
agli americani. Dove per americani si intendono gli USA.

Da questo momento l’intera area latinoamericana e caraibica ha vissuto un lento ma inesorabile
cambiamento, con le Potenze europee sostituite dal sempre più potente vicino del nord con Capitale
Washington D.C.

Vicino del nord che ha scelto un impegno “a tempo indeterminato” nel Continente e con quest’area
del mondo che ha visto e vissuto anche l’ampio utilizzo di vari elementi e tecniche di “Guerra
Ibrida” (mescolando “Hard & Soft Power”).

Vicino del nord che è riuscito, principalmente basando le proprie politiche su tale Dottrina e sul
“Manifest Destiny” (locuzione che racchiude l’idea di eccezionalità degli USA e la missione che
essi hanno di esportare il proprio modello), a divenire una Grande Potenza.

Vicino del nord che però ha trovato ostacoli in America Latina & Caraibi, in continuità con le lotte
emancipatrici già viste contro gli europei da parte dei nativi dell’area.

Ostacoli che hanno trovato terreno fertile su un certo sentimento “anti – egemonico” decisamente
presente (sia in riferimento al periodo di egemonia europea che al seguente) e che si sono espressi
con lotte armate da un lato & proposte unitarie e sovrane dall’altro.

Lotte e proposte guidate da personalità che hanno avuto nel “Libertador” Simón Bolívar una guida
imprescindibile. Uno scontro continuo, dunque, fra chi aspira a mantenere un ruolo di leadership nell’intero Continente e chi invece opera per fare dell’America Latina & Caraibi un polo unito e sovrano.

In altre parole, uno scontro fra chi ha una visione unipolare del mondo e vede il Continente
americano come un’ “Isola geopolitica” di fondamentale importanza per il mantenimento del suo
ruolo di Grande Potenza e chi invece ha una visione multipolare.

Uno scontro che nella sostanza ha vissuto varie tappe in varie epoche, con visioni e proposte
alternative ma complementari da una parte e dall’altra:

  • Potenze del Vecchio Continente – Civiltà Precolombiane
  • USA – Libertadores
  • USA – “Comunismo & Teologia della Liberazione”
  • USA – “Multipolarismo sovrano & Russia – Cina (e non solo)”

In conclusione, dunque, è possibile affermare che l’area latinoamericana e caraibica è quella
fondamentale nel decisivo (per l’intera umanità) scontro geopolitico globale “Unipolarismo vs.
Multipolarismo”. Se gli USA sono infatti riusciti (partendo dalla Dottrina Monroe) a garantirsi
“capacità unipolare” in primis grazie a un Continente senza un’altra Grande Potenza al proprio
interno (mentre le altre Grandi Potenze del globo non possono dire altrettanto), gli attori
latinoamericani e caraibici impegnati a far divenire l’area a sud del Río Bravo un polo sovrano e
unitario (visti di “buon occhio” in primis da Russia e Cina) darebbero la spinta decisiva al “mondo
multipolare” appena raggiunto il loro scopo (a tal proposito, CELAC, ALBA – TCP e Socialismo del
XXI Secolo sono le proposte più direttamente concorrenziali al c.d. “Washington Consensus”).

Uno scontro dove l’Italia gioca un ruolo significativo di “ponte di dialogo” (anche all’interno dei
consessi dei quali essa fa parte), in primis grazie ai legami storici fra Roma e i vari Paesi dell’area
latinoamericana e caraibica (in primis con l’Argentina).

Dialogo per accordi “win – win” che dovrebbe essere sempre il filo conduttore delle relazioni
geopolitiche regionali e globali, prima di arrivare a rischi incalcolabili e/o a situazioni irreparabili
per l’intera umanità.

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