di Vinod Dsouza

Fino al 2022, la Russia, membro dei BRICS, ha utilizzato il dollaro USA per regolare oltre l’80% dei suoi pagamenti commerciali. Anche l’euro era anche la valuta principale in Russia per regolare le transazioni transfrontaliere prima delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Tuttavia, la situazione ha subito una drastica inversione di tendenza dopo che la Casa Bianca ha imposto sanzioni alla Russia per l’invasione del Paese confinante, l’Ucraina. Mentre l’amministrazione Biden cercava di paralizzare l’economia russa, l’idea opposta sta cominciando a dare i suoi frutti.

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L’economia russa è sopravvissuta alle sanzioni perché i Paesi BRICS hanno iniziato ad acquistare petrolio dal Paese e a riciclarlo in Europa. Il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), l’alleanza ASEAN e i BRICS hanno sostenuto la Russia accettando il Rublo come valuta di pagamento per le transazioni.

Inoltre, la Russia ha ricambiato il gesto accettando lo Yuan cinese come pagamento per il commercio internazionale.

La Russia utilizzava il dollaro USA per quasi l’80% di tutte le transazioni a livello globale prima delle sanzioni, ma, adesso, la quota è diminuita del 67%. Attualmente, la Russia, membro dei BRICS, paga in dollari USA solo il 13% di tutto il suo commercio internazionale.

Si tratta di un brusco calo – registrato in soli due anni – che rende il dollaro USA irrilevante nel Paese.

Inoltre, negli ultimi due anni, in Russia, lo yuan cinese ha registrato una forte ascesa come metodo di pagamento.

Lo yuan cinese era utilizzato solo per il 3% di tutte le transazioni in Russia, mentre, adesso, la sua quota è salita al 34%.

Anche il Presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto il cambiamento nei pagamenti in una recente intervista con Tucker Carlson. “Fino al 2022, quasi l’80% delle transazioni estere in Russia era regolato in dollari o euro. Attualmente, la percentuale è scesa al 13%. Non siamo stati noi a vietare l’uso del dollaro. Le nostre transazioni in yuan cinese erano del 3% prima del 2022, ma oggi sono del 34%. Anche i pagamenti in rubli russi sono aumentati”, ha concluso.

Lo sviluppo di questa dinamica ha favorito l’economia russa che non ha subito alcun ostacolo alla sua crescita nonostante le sanzioni statunitensi. Le pressanti sanzioni della Casa Bianca hanno, piuttosto, cementato l’alleanza dei BRICS, la quale, ora, risulta attraente anche per altri Paesi in via di sviluppo.

Circa 34 Paesi, infatti, stanno cercando di entrare a far parte dei BRICS, in quanto è l’unico blocco che sta dando importanza alle valute locali rispetto al dollaro USA.

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