di Lucia Gentili
Le relazioni turistiche tra Italia e Cina hanno radici profonde che si estendono attraverso secoli di storia e cultura. L’incontro tra queste due antiche civiltà ha dato vita a una sinergia che si riflette non solo nei flussi turistici, ma anche in uno scambio culturale ed economico. Questo articolo esplorerà l’evoluzione delle relazioni turistiche tra Italia e Cina, con un’analisi dei fattori culturali, storici e delle dinamiche degli ultimi anni, oltre a un’occhiata alle prospettive future.
Radici Culturali e Storiche
Le radici delle relazioni turistiche tra Italia e Cina affondano nelle profonde culture di entrambi i Paesi. La Cina antica è stata sempre interessata all’esplorazione e al commercio, motivo per cui viaggiatori e commercianti cinesi intraprendevano lunghe spedizioni attraverso la Via della Seta. Dall’altra parte del mondo, l’Italia è conosciuta per essere stata il cuore dell’Impero romano e del Rinascimento, il che ha attratto visitatori e studiosi da tutto il mondo. Per entrambe le parti sono quindi sempre cresciuti i miti e le storie dei Paesi lontani con aspetti architettonici, culturali, di prodotto che hanno create le leggende del “Viaggio in occidente alla ricerca dei sutra buddhisti”, uno dei più grandi classici della letteratura cinese, oppure dei racconti di Marco Polo lungo la via della seta, che in epoca moderna si sono trasformati nel fascino per le pregiatissime “cineserie”, prodotti provenienti dalla Cina e di altissima qualità ed appannaggio solo delle classi più ricche che potevano permettersi questi lussi, spesso si fa riferimento a: ceramiche, prodotti di stoffa e seta, ventagli o pitture. Da un punto di vista del pubblico cinese, questa contaminazione e fascino per l’Occidente ha creato soprattutto nelle nuove generazioni l’attenzione e il senso di “bello” nelle nuove tendenze della moda, infatti i giovani cinesi oggi, vivono in equilibrio fra il senso nostalgico e il fascino dell’occidente e del moderno generando lo stile 国潮 guochao, ossia abbinano abiti estremamente tradizionali in stile 汉服 hanfu, quindi risalenti allo stile di abbigliamento della dinastia Ming, con brand estremamente occidentali e moderni come Vans, creando quello stesso equilibrio che in Occidente si va a creare abbinando le “cineserie” a un oggetto di produzione occidentale.
Visione dei Viaggi: Prospettive Culturali
La cultura cinese storica considera i viaggi come un mezzo per espandere le conoscenze e per stabilire relazioni commerciali. Gli antichi cinesi erano noti per i loro viaggi transcontinentali, che hanno contribuito a creare legami con altre culture. Fin dall’antichità la Cina imperiale ha sempre organizzato viaggi e spedizioni verso il continente africano e verso gli altri Paesi allo scopo di coltivare una relazione e una scoperta reciproca, e questi si possono rivedere ancora oggi nei rapporti con le altre nazioni della stessa macroregione. Un tipo di viaggio politico molto diverso da quello della nostra tradizione occidentale che sempre ha visto un concetto archetipico differente: per noi fin dall’antichità il viaggio ha rappresentato un rito di passaggio, infatti, abbiamo i viaggi di nozze, quelli della maggiore età o il viaggio di maturità. Noi abbiamo l’idea di spostarci e visitare un luogo per segnare una fine ed un nuovo inizio. Questa, concetto di rito di passaggio esisteva anche in Cina, ma si faceva riferimento al percorso che veniva svolto, non c’era il viaggio di nozze ma era il viaggio che la sposa doveva compiere dalla propria casa paterna fino alla casa del futuro marito; quindi, il viaggio non segna un momento fermo per dividere un inizio da una fine ma il viaggio stesso è il processo di cambiamento. Oggi per i turisti cinesi esistono completamente i concetti di viaggio come li viviamo noi oggi, anche i più giovani organizzano i viaggi di maturità, se facciamo riferimento al loro esame di chiusura delle scuole superiori e valutazione di accesso al mondo universitario cinese, chiamato 高考 gaokao, oppure i viaggi post-laurea, ma si tratta di una cultura del viaggio tendenzialmente più moderna.
Possiamo dire che la percezione del viaggio verso il resto del mondo, fuori dai confini cinesi dell’antichità era visto come un’azione occasionale e di estrema formalità. Può, probabilmente, essere considerata connessa al fatto che la Cina ha un’estensione talmente ampia che non sente il bisogno di dover andare oltre i propri confini. Se è vero che il Giappone soffre della “sindrome” dell’isola, la Cina vive la “sindrome” dell’espansione del continente.
Dinamiche Recenti
Negli ultimi anni, le relazioni turistiche tra Italia e Cina hanno conosciuto un significativo incremento. Secondo i dati del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo italiano, il numero di turisti cinesi in Italia è aumentato costantemente, contribuendo in modo sostanziale all’economia del Paese. Questo aumento è stato reso possibile anche da una serie di iniziative reciproche, come la semplificazione dei visti e la promozione congiunta di attrazioni turistiche.
Un esempio di azione concreta è stato il 2018 China-Italy Tourism Year, un’iniziativa bilaterale per promuovere il turismo e lo scambio culturale tra i due Paesi. Questo evento ha portato a una maggiore visibilità reciproca e a un aumento dei flussi turistici. Inoltre, l’apertura di nuove rotte aeree dirette tra le principali città cinesi e italiane ha reso i viaggi più convenienti e accessibili.
Anche la sensibilità degli organi recettori dei turisti cinesi in Italia è cambiata moltissimo in questi anni, dalle traduzioni linguistiche, all’adattamento dei mezzi digitali con l’uso di WeChat e della tipologia di comunicazione adottata e dei servizi offerti per essere sempre più familiare e con una accoglienza più confortevole e specifica. Questo vale per tutti i livelli: istituzionali, privati, aziendali e di influencer.
Parlando di WeChat c’è un caso studio molto recente, la realtà Digital to Asia nata come ente di scambio e promozione culturale, ha di recente aperto un proprio account ufficiale WeChat con un mini program. Con il termine mini program si intende un’applicazione per telefono, che può svolgere diverse funzioni: blogging, tessera fedeltà, e-commerce, acquisto biglietti, live streaming, e tanto altro, con l’unica differenza che non viene installata sul telefono, non occupa spazio o memoria ma rimane attiva e salvata online ed è accessibile solo tramite l’applicazione di WeChat. Digital to Asia all’interno del suo mini program si è fatto portavoce della cultura italiana per favorire il turismo cinese sia come mezzo di promozione che di divulgazione. Attualmente è stata attivata una collaborazione con diverse realtà che riesce a coprire 12 città, dalle principali come Roma e Milano a siti turistici sempre molto importanti ma secondari come Genova e Torino; attraverso questa applicazione i turisti cinesi possono acquistare più facilmente i biglietti per i siti culturali da visitare direttamente con i sistemi di pagamento cinesi, avere una loro introduzione e presentazione, trovare informazioni e consigli su come organizzare la visita nella città oppure trovare i luoghi di visita attraverso la funzione mappa. Fra le varie attività di promozione ci sono dei live streaming, un’attività online cresciuta tantissimo in Cina e molto apprezzata dagli utenti digitali. Si è svolta verso il pubblico cinese un’importante attività di marketing e promozione e durante la loro prima diretta in live streaming sul mini program di WeChat si sono registrate 100.000 visualizzazioni del video per un periodo medio lungo come spettatori e circa 1 milione di impression, ossia persone che hanno visto l’avvio del video o ricevuto la notifica e si sono avvicinate per qualche secondo. Per il futuro, si stanno organizzando attività con influencer e con altre realtà. Questa è un’ottima attività di adattamento non solo culturale ma strategico omnichannel e che si sviluppa secondo concetti cross-culturali. Queste tipologie di attività se ben strutturate possono creare l’opportunità – grazie a grandi siti famosi in tutto il mondo come il Colosseo o gli Uffizi – di dare spazio e scoprire altri luoghi ancora non così noti ed esplorati dai turisti cinesi.
Le piattaforme e le attività non si limitano a WeChat e a questa iniziativa, sempre di più ci sono seconde generazioni di cinesi o cinesi di prima generazione arrivati in Italia come studenti universitari che decidono poi di diventare travel blogger o influencer di viaggio dello stivale. Per questa tipologia i social più apprezzati ed utilizzati sia da parte dei creatori di contenuti che da parte degli utenti sono: 小红书 xiǎohóngshū, conosciuto anche come RED, e 抖音 dǒuyīn, la versione originale di Bytedance che noi in occidente conosciamo come Tik-Tok. Queste due piattaforme si basano sul video e sulle immagini, se ben usate riescono ad essere un potentissimo strumento per raccontare qualcosa di estremamente visivo come una meta lontana e a trasmettere anche la sua cultura e le sue abitudini. RED è un social più dedicato ad un pubblico femminile, che spesso viene paragonato al nostro Instagram che alternata contenuti per immagini, caroselli di immagini a video brevi, l’effetto può essere in modo semplicistico paragonato a quello generato nel feed di Instagram, in quanto il focus centrale non sono i testi. Per quello che riguarda 抖音 dǒuyīn questo è quasi completamente identico alla sua versione occidentale e come per Tik-Tok grazie al suo algoritmo e alla sua esplosione e grande apprezzamento da parte del pubblico ha avuto un’esplosione pazzesca. La tipologia di travel blogger che raccontano l’Italia è ampissima: ci sono quelle che si focalizzano di più sulla moda e il lifestyle delle grandi città e degli eventi come Amelie, una studentessa cinese universitaria arrivata qui per portare avanti i suoi studi ed oggi travel influencer dell’Italia su RED, oppure su 抖音 dǒuyīn possiamo menzionare Siyu Yang che fa la blogger a tema vino e propone viaggi, mete ed esperienze enogastronomiche in tutta Italia; però non si può limitare solo a loro perché la lista sarebbe infinita e sulle tematiche più diverse: l’arte, la natura, i fiori, i paesaggi, lo sport, ecc.
Chi sono i turisti cinesi di oggi?
Attività come queste portate avanti da Digital to Asia permettono all’Italia di rimanere al passo con i grandi cambiamenti e bisogni del turista cinese che arriva nel nostro Paese per le sue vacanze, potendo accogliere sempre di più sfumature diverse dentro questo pubblico.
Il turista cinese che viaggia su grandi pullman e in grandi gruppi non è scomparso perché c’è una fascia d’età e tipologia di profilo cinese che ama ancora questi viaggi che danno sicurezza. Si tratta di persone prevalentemente fra i cinquanta e sessant’anni all’incirca che visitano spesso l’Italia per la prima volta e quindi la cosa per loro più importante è vedere e vivere l’esperienza dei grandi manufatti e siti culturali quali il Colosseo, gli Uffizi di Firenze, Piazza San Marco a Venezia, oppure fare shopping a Milano e visitare il museo Ferrari a Modena. A questa tipologia si accompagnano tante altre sfumature differenti che cercheremo di vedere piano piano e uno ad uno: gli studenti universitari, le prime e seconde ed oggi anche terze generazioni che vivono in Italia, coloro che visitano l’Italia per la seconda volta o quelli che visitano l’Italia per la prima volta ma che si muovono da soli, infine ci sono sempre i super ricchi. Un fattore comune e che unisce quasi tutte queste tipologie di turisti è il fatto che sono molto più consapevoli, formati e desiderosi di autonomia per vivere l’esperienza che loro ritengono più autentica del luogo visitato e che sempre più spesso hanno scoperto tramite il web in diverse piattaforme cinesi oppure tramite influencer, amici o conoscenti.
Gli studenti universitari cinesi che vengono a studiare in Italia hanno un grandissimo potenziale per diventare ambasciatori dell’esperienza italiana ai loro connazionali. Spesso passano da un anno a cinque anni della loro vita nel nostro Paese, si spostano e dopo aver scelto di visitare i principali siti culturali decidono di voler scoprire qualche cosa di più, sono alla ricerca di luoghi ed esperienze più particolari e inusuali spesso connesse alle passioni e motivazioni per cui hanno scelto di studiare in Italia. Questa tipologia di turista si muove ed organizza in autonomia in piccoli gruppi di amici con viaggi di pochi giorni nei momenti in cui il calendario accademico lo permette. Per loro è l’occasione non solo di vedere Piazza San Marco a Venezia ma di andare alla scoperta di luoghi speciali e particolari come Murano, oppure fare l’esperienza della “settimana bianca” sulle Alpi, che è un’attività non così semplice da fare in Cina.
Le prime, seconde e sempre più terze generazioni di cinesi che vivono in Italia e in Europa sono totalmente indipendenti e proprio come il turista italiano si spostano alla ricerca di esperienze uniche per soddisfare le loro passioni, uscire dalla routine ed avere l’occasione di rilassarsi e scoprire qualcosa di nuovo. Qui nascono tantissime sfumature diverse: dalla famiglia con i figli, ai ragazzi che fanno il loro viaggio di maturità, la luna di miele, la gita di una giornata, le uscite di coppia, il weekend per l’anniversario, ecc. La loro peculiarità è che combinano l’indipendenza di un turista europeo che utilizza gli strumenti digitali cinesi, ed allo stesso tempo è alla ricerca di esperienze italiane ma che spesso si muove seguendo i calendari tradizionali cinesi; è frequente che durante la giornata del 1 giugno, festa dei bambini in Cina, le mamme amiche si accordino per organizzare una gita di una giornata da sole con i figli o con tutta la famiglia. In questo caso le attività principali sono dedicate ai bambini e senza fare grandi spostamenti saranno preferite attività come gli acquari vicino a casa, i parchi divertimenti per bambini in prossimità dell’abitazione o le attività del circondario che normalmente non si frequentano ma che sono facilmente raggiungibili in giornata.
Fra tutte le tipologie di pubblico che è in forte crescita e vedrà un trend sempre crescente per il futuro ci sono i turisti cinesi che visitano l’Italia e l’Europa per la seconda volta. Spesso sono ex studenti che hanno studiato qua, oppure figli che dopo aver visto l’Italia insieme ai loro genitori decidono da adulti di tornare indipendenti. Qui si innescano tanti meccanismi differenti nelle preferenze di viaggio: può nascere un momento nostalgico con il desiderio di rivedere i luoghi del periodo di studi e di come sono cambiati, ma anche di non vedere i grandi centri di attrazioni turistiche che hanno visitato durante il primo viaggio ma sono alla ricerca di qualcosa di più particolare e speciale, per cui fra le loro scelte ci sono città secondarie come Torino. Sanno come muoversi e a chi rivolgersi per l’organizzazione.
Infine, ci sono i super ricchi che non avendo problemi di spesa sono alla ricerca di esperienze uniche da poter mostrare ai loro amici, spesso scelgono agenzie fidati alle quali rivolgersi per farsi organizzare un viaggio sartoriale accompagnati da un tour leader che li segue in tutti gli spostamenti, a volte tramite auto personale con conducente, e li supporta in tutte le necessità. Sono alla ricerca del meglio e del massimo della qualità che un luogo ha da offrire senza mischiarsi con le masse di turisti presenti.
Essendo l’Italia famosa per il suo buon cibo oltre che per la moda, il Made in Italy può offrire tantissime opportunità ed ogni tipologia di turista cinese ha le sue preferenze. In ogni caso ci sono piatti che per un pubblico cinese sono facili da apprezzare e comprendere perché risultano più familiari con i piatti tipici della loro cucina tradizionale. Va detto che tendenzialmente la cucina cinese è molto antica, estremamente variegata e che presenta aspetti anche finissimi nella ricerca ed equilibrio dei sapori e degli ingredienti; allo stesso tempo però è una cucina che si basa su ingredienti molto semplici e decisamente poveri, spesso è facile trovare il pesce arrosto con la salsa che viene presentato intero nel piatto, zuppe che mischiano carne e verdure, è frequente trovare nella cucina cinese le zampe di gallina, la lingua d’anatra, oppure trovare arrosti o bolliti di anatra o maiale più elaborati, oppure i cinesi sono soliti mangiare piatti di pasta in brodo, che noi più facilmente conosciamo come Ramen grazie al Giappone, che hanno una lunghissima tradizione cinese e che sono spesso conosciuti come 拉面 lāmiàn. Quindi fra i piatti che possono essere più facilmente apprezzati e compresi da un pubblico cinese possiamo avere il risotto con l’ossobuco milanese, il lampredotto, i passatelli in brodo, i cappelletti in brodo, la Cassöeula, gli arrosti di pollame anche più particolare come la quaglia, piuttosto che il piccione oppure l’anatra, la porchetta oppure i canederli. Mentre risultano spesso difficili da apprezzare altri prodotti gastronomici tipici come il prosciutto crudo lo speck o il salame e i salumi in genere, i formaggi stagionati a pasta dura come il pecorino o il parmigiano e tutti gli erborinati. Un ultimo aspetto che difficilmente si avvicina alle abitudini alimentari cinesi è la colazione tipica italiana dolce, composta da biscotti, una fetta di torta o un cornetto accompagnato da un caffè o cappuccino, questo perché la colazione per i cinesi è principalmente salata, calda e molto più ricca1.
Quello dei pasti per i viaggiatori cinesi diventa un momento di apprendimento della cultura locale, non solo di scoperta di gusti e combinazione di sapori. Spesso apprezzano scoprire come sapori familiari vengano presentati in modo differente oppure lasciarsi cullare da nuove esperienze. In ogni caso per loro poter assaporare dei piatti locali significa aver vissuto un’esperienza autentica locale, aver imparato qualche cosa di nuovo che li porterà a casa più arricchiti quindi apprezzano quando gli viene spiegato e introdotto un piatto. Farsi spesso foto in questi momenti come durante tutto il viaggio diventa una rappresentazione di status e di posizione del proprio personal brand che ogni cinese coltiva meticolosamente anche sui social networks nei confronti della rete delle proprie conoscenze.
Parlando di volumi di turisti cinesi passati nel territorio italiano secondo i dati ISTAT nel 2019, in pre-pandemia da COVID-19, si era toccato il picco di 5,3 milioni.
Nel 2020, dopo l’annuncio della WHO che dichiarava lo stato pandemico mondiale, l’Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO) ha segnalato che tutte le nazioni hanno attivato diverse e rigide restrizioni di viaggio che hanno fatto crollare gli arrivi turistici di più del 70%, si parla di circa un miliardo di viaggi. L’impatto socio-economico è stato particolarmente pesante, soprattutto se si pensa alla scelta delle misure restrittive portate avanti dal Governo di Pechino, infatti il settore dei viaggi in Cina sta vivendo una più lenta ripartenza segnalata anche dal fatto di aver rimandato più volte la riapertura dei confini inizialmente prevista per inizio gennaio 2023.
Ci sono principalmente due motivazioni che hanno influenzato e stanno influenzando la ripresa del settore turistico, sia di quello outbound che di quello inbound.
La prima sta nella paura intrinseca della malattia e del virus da parte delle persone. La seconda consiste nella scelta della politica zero-covid, senza una forte ed efficace presenza di vaccinazioni, con misure molto forti e drastiche di prevenzione e contenimento che ha causato sia un blocco burocratico amministrativo che un aumento del terrore da parte delle persone negli spostamenti e verso il mondo.
I dati del crollo del turismo sono evidenti, come evidenziato da Wen e Kozak nel loro studio di ricerca del 2022, si registravano circa 155 milioni di turisti outbound nel mondo mentre nel 2020 il crollo verticale segnava appena 20 milioni.
Gli effetti possono essere evidenti sia da un punto di vista del medio che del lungo termine. Nel breve e medio termine si parla delle dirette perdite economiche dovute alla minore richiesta di viaggi e di spese effettuate nei viaggi outbound dentro a tutto il settore dell’industria turistica. Sul lungo termine si possono considerare degli effetti indiretti connessi alla diffidenza delle informazioni e delle comunicazioni negative e di screditamento reciproco fra le parti avvenute durante la pandemia. Questo ha portato ad una sfiducia reciproca e ad una riduzione dell’implementazione e dello sviluppo delle relazioni, dei progetti e delle relazioni di partnership e sviluppo reciproco. Si dovrà quindi attivare una ricostruzione di tutto il settore turistico e di tutte le relazioni, che sicuramente può generare tante difficoltà ma anche enormi opportunità.
Gli italiani viaggiano in Cina?
Per quello che riguarda il mondo del turismo italiano nella terra del dragone sicuramente i numeri sono in forte crescita. Ma dal lato accoglienza e comunicazione verso questo target specifico di pubblico le azioni da intraprendere sono ancora molte: anche per accedere ai posti più famosi e conosciuti non è semplice districarsi se non si comprende la lingua cinese, come acquistare biglietti … riguardo alle stesse possibilità di entrare in contatto e scoprire località c’è ancora tanto lavoro da fare, perché anche per i più appassionati è difficile reperire le informazioni e le opportunità. Spesso non si mettono a disposizione i mezzi per far sentire a loro agio i turisti italiani che non parlano cinese e creare un ponte cross-culturale di strumenti come metodi di pagamento. Questo per dire che se è vero che per i turisti cinesi è possibile pagare con AliPay in vacanza in Italia non è altrettanto possibile pagare con PayPal per un turista italiano in Cina. Queste implementazioni possono essere fatte e portate avanti solo attraverso un desiderio e un impegno da parte del sistema di accoglienza cinese che è sempre più desideroso di incrementare i suoi volumi di business grazie ai turisti italiani ed europei tendenzialmente più spendenti dei turisti cinesi che decidono di viaggiare nella loro terra.
La tipologia di viaggiatori italiani in Cina si discosta molto rispetto ai viaggiatori cinesi in Italia e le principali tipologie sono: coloro che partono come viaggio di esperienza in cui la Cina è il punto di arrivo di un viaggio più lungo di diversi mesi attraversando tutto il continente euroasiatico, ed il principale rappresentante è “A Pechino col Pandino”, un ragazzo che da un sogno personale è poi diventato un influencer di viaggio e ha creato una vera e propria professione. La seconda tipologia è composta dagli appassionati che visitano la Cina per la prima e seconda volta, si informano attentamente e sanno esattamente cosa vogliono vedere; questi vogliono fare un’esperienza altamente immersiva e autentica, quindi si organizzano il viaggio in modo autonomo o quasi scegliendo mete specifiche. In questo caso chi fa un viaggio per la prima volta si concentra sulle città principali e più note per le loro attrazioni storico culturali quali, solo a scopo esemplificativo, Beijing, Shanghai, Xi’an, alle quali poi aggiungere qualche località ed esperienza di nicchia e particolare, mentre per il secondo viaggio sono alla ricerca di esperienze più autentiche e significative come la scoperta della Mongolia Interna, la regione del Xinjiang, oppure città culturalmente importanti ma meno note come Suzhou o Hanzhou. Infine, il terzo gruppo sicuramente più grande e fedele è rappresentato dagli studenti di lingua cinese che organizzano i loro viaggi su periodi molto lunghi, da tre mesi fino a uno o due anni di permanenza, dove il viaggio principale è per motivi di studio ma che poi durante i mesi si concentrano ad organizzare gite, viaggi esplorativi e turismo alla scoperta di ogni angolo più o meno remoto della Cina, per vivere a pieno la cultura che hanno deciso di studiare. Un gruppo sempre molto stabile e forte è rappresentato dai viaggi di lavoro e di business mentre i viaggi di gruppo sono in forte calo un po’ per tutte le fasce d’età. Infatti, i viaggi sono sempre più individuali, di coppia o per piccoli gruppi che spesso conoscono la cultura cinese e quindi si muovono in autonomia per prenotazioni e spostamenti oppure si affidano ad un occidentale rimasto a vivere in Cina che li accompagna come Tour Leader durante la loro vacanza.
Da un punto di vista di esperienza gastronomica il turista italiano è alla ricerca dell’autenticità e alla scoperta delle origini e dei sapori di una cucina ricca e antica cinese, non vuole fermarsi nelle grandi catene di ristoranti e fast food locali. Preferisce i piccoli locali e le piccole mense che possono offrire piatti anche se più semplici ma vicini a ciò che la popolazione cinese mangia ogni giorno. Resta però diffidente e scioccato quando la diversità diventa molto grande come le abitudini di avere larve ed insetti.
La grande difficoltà per il turista italiano che vuole andare in Cina è riuscire a comprendere che per la cultura cinese il concetto di autenticità trova sfumature, significati e rappresentazioni diverse rispetto alle nostre, soprattutto quando si parla di conservazione di opere artistiche e architettoniche. Per questo spesso molti turisti dicono di aver vissuto un’esperienza “finta” dovuta al diverso approccio del restauro. Infatti, in Cina quando si fa un restauro si riporta la struttura o l’opera al suo aspetto originale o a quello che si pensa che dovesse avere sulla base delle fonti storiche e degli scritti, quindi agli occhi occidentali appare come una struttura nuova fatta con sembianze antiche, mentre per noi il restauro è concepito più come un lavoro di mantenimento dell’opera così come ci appare.
Sicuramente l’esperienza di viaggio in Cina non coinvolge un turismo di massa, ma con le giuste attenzioni, investimenti e possibilità di crescita può diventare sicuramente più aperto anche a coloro che non hanno una profonda passione per questa cultura o la conoscenza della lingua cinese. Con una maggiore internazionalizzazione e presenza della lingua inglese a tutti i livelli del turismo, si potrebbe generare interesse e riuscire ad intercettare fette di mercato importanti su altre mete concorrenti attualmente preferite dal pubblico italiano perché più confortevoli.
Prospettive Future
Il futuro delle relazioni turistiche tra Italia e Cina sembra promettente. Entrambi i Paesi continuano a lavorare per rafforzare i legami culturali ed economici. L’industria turistica italiana è attenta a fornire servizi su misura per i visitatori cinesi, rispettando le loro preferenze e abitudini. Ci sono anche grandi opportunità se gli interessati si attivano concretamente tramite un’iniziativa e una sensibilità spontanea e di impegno degli imprenditori cinesi del settore turistico, avviando piani e strategie di adattamento cross-culturale per avvicinarsi ai turisti italiani e occidentali.
Nonostante la pandemia COVID-19 abbia dato un duro colpo al business del turismo, già i primi dati di questo 2023 dimostrano un vivace ambiente che sta riprendendo vita. Si possono notare i primi grandi cambiamenti verso le abitudini di viaggio per entrambi i Paesi: alla ricerca di mete più particolari per vivere a pieno l’essenza del luogo visitato e la sua autenticità, cercando allo stesso tempo di poter trascorrere del tempo con una minore affluenza di persone per godersi maggiormente gli spazi naturali e di relax. Durante questo 2023 e anche per il 2024 assisteremo a grandi cambiamenti che porteranno a tante nuove opportunità nel mondo del turismo e dei viaggi fra Italia e Cina. Sicuramente ciò genererà per la Cina un’importante sfida: ossia identificare e realizzare un nuovo equilibrio nell’isolamento e indipendenza dell’ecosistema digitale. Quali passi e soluzioni verranno sviluppate per facilitare la crescita economica cinese grazie al turismo inbound occidentale che però ha necessità e abitudini di consumo e utilizzo tecnologico estremamente differenti da quelli cinesi. La Cina punta ad essere considerata da tutti paritaria agli Stati Uniti, se per tanti aspetti li ha raggiunti o addirittura superati, per quello che riguarda il fascino del viaggio nel cuore dei turisti italiani il divario con gli Stati Uniti è ancora ampio e si vedranno perciò narrazioni e soluzioni concrete ancora totalmente inesplorate.
Dal primo dicembre 2023 fino al 30 novembre 2024 la Cina accetterà viaggiatori senza visto per soggiorni della durata massina di 15 giorni dai Paesi europei Italia, Francia, Germania, Olanda e Spagna2.
Dal punto di vista dell’Italia, dopo la lentissima riapertura della Cina dell’8 gennaio 2023, il numero dei turisti in viaggio sta aumentando ma rimane ancora lontano dai volumi di viaggio del periodo pre-pandemico, questo perché la pandemia ha avuto anche effetti sulla capacità di spesa delle persone. Però gli esperti e i principali player del settore si ritengono ottimisti sulle prospettive di lungo periodo per il turismo cinese outbound. Questa positività è collegata ai dati rilasciati delle principali piattaforme di prenotazione di viaggio cinese CTrip e Qyer, che hanno rispettivamente riportato un incremento del 540% e del 90% nella prenotazione dei viaggi outbound nei primi due mesi del 2023. Questo interesse dovrebbe far alzare l’attenzione da parte degli enti ed organizzazioni del turismo italiani nel creare opportunità capaci di fare la differenza o soluzioni che rendano il viaggio in Italia ancora più accessibile e consapevole da parte di questo specifico target di pubblico. Dai dati emersi da un’analisi di Dragon Trail, uno dei principali fattori che incideranno la preferenza di una meta turistica o di una struttura sono le certificazioni e le garanzie di igiene, pulizia e test sulla sicurezza sanitaria sia da parte degli ospiti che del personale.
NOTE AL TESTO
1 La cucina cinese è comunque estremamente ricca e variegata, al punto che nel Paese esistono almeno 8 tipi di cucina principali.
2 http://milano.china-consulate.gov.cn/ita/lsfw/qzfw/
FONTI
- Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo italiano – Dati sul turismo: link
- 2018 China-Italy Tourism Year – Sito ufficiale: link
- Italy and China: History, Art and Culture – Italian Embassy in China: link
- Chinese Travelers in Italy: An Exploratory Study – Journal of Destination Marketing & Management: link
- Tourism in Italy: History, Myths, and Realities – Journal of Tourism History: link
- The Agency that’s bringing Italy to chinese tourists – Jing Culture Crypto: link
- Philip L. Pearce, Mao-Ying Wu, Manuela De Carlo, Andrea Rossi, Contemporary experiences of Chinese tourists in Italy: an on-site analysis in Milan, Journal elsevier Tourism Managment Prospective 7 (2013) 34 – 37
- Richard C.Y. Chang, Jaksa Kivela, Athena H. N. Mak, Food Preference of Chinese Tourists, Annals of Tourism Research (2010), Vol. 37, No. 4, pp. 989 – 1011
- Wen Jun, Kozak Metin, Chinese Outbound tourism behavior, an international perspective, Routledge, 2022
- Su Yuqian, Review of influence of Covid-19 on China’s tourism, Advances in Economics, Business and Management Research, volume 648, 2022
- Wang Can, Meng Xianning, Siriwardana Mahinda, Phan Tien, The impact of COVID-19 on the Chinese Trousims Industry, Tourism Economics, Volume 28 pages 131-152, 2022
- Bettinelli G., La Cina in Vespa, Feltrinelli, Milano 2008
- Calzati S., L’impossibile rappresentazione: la Cina negli scritti di viaggio italiani contemporanei, Italogramma, 2012.
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