Il diritto all’autodifesa della Repubblica Popolare Democratica di Corea

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di Giulio Chinappi

Di fronte alle accuse della propaganda occidentale, il governo nordcoreano sostiene che le sue azioni siano una forma legittima di autodifesa contro provocazioni esterne, mentre la collaborazione con la Cina e la Russia rientra nelle prerogative di uno Stato sovrano.

La Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC), comunemente nota come Corea del Nord, si trova da tempo costretta a rispondere alle accuse occidentali di presunta cooperazione militare illecita con la Federazione Russa e con la Repubblica Popolare Cinese e di eccessivo militarismo. Tali questioni riemergono ogni volta che Pyongyang sperimenta nuove armi e tecnologie, come avvenuto in queste ore con il lancio del nuovo satellite da ricognizione nordcoreano, ribattezzato dalla stampa occidentale “satellite spia”. Tuttavia, la RPDC sostiene che le sue azioni siano una forma legittima di autodifesa contro provocazioni esterne, in particolare di Stati Uniti, Repubblica di Corea (Corea del Sud) e Giappone, mentre la collaborazione con la Cina e la Russia è giustificata come parte di un rapporto di amicizia e cooperazione tradizionale, e rientra nelle prerogative di uno Stato sovrano.

A smentire la propaganda occidentale non sono solamente le fonti ufficiali nordcoreane, infatti anche la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Marija Zacharova, ha respinto categoricamente le affermazioni del main stream occidentale riguardanti la presunta cooperazione militare illecita tra Russia e RPDC. Secondo la diplomatica, tali accuse sono prive di fondamento e non supportate da prove concrete. Zacharova ha inoltre sottolineato che la Russia rispetta i propri obblighi internazionali, comprese le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (ONU), e che la cooperazione con la RPDC è basata su relazioni di amicizia e collaborazione tradizionali.

Dal canto suo, il Ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha respinto come mere voci di corridoio le affermazioni degli Stati Uniti secondo cui la Corea del Nord avrebbe fornito assistenza militare a Mosca nel corso dell’operazione militare speciale in Ucraina. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha respinto le dichiarazioni del Segretario della Difesa americano, Lloyd Austin, secondo cui Russia e Cina avrebbero aiutato la RPDC a eludere le sanzioni sul controllo delle armi.

Un altro aspetto che viene spesso taciuto è che la collaborazione tra RPDC e Russia non si limita agli aspetti militari, affondando le sue radici nella storica amicizia tra Pyongyang e Mosca sin dai tempi dell’Unione Sovietica e della liberazione della penisola coreana dai colonialisti giapponesi nel 1945. Di recente, ministri e delegazioni di entrambi i Paesi si sono incontrati per rafforzare i legami in vari settori, inclusi commercio, economia, scienza e tecnologia. A tal proposito, il Ministro delle Risorse Naturali e dell’Ambiente russo, Aleksandr Kozlov, ha sottolineato l’impegno continuo nell’intensificare le relazioni bilaterali in tutte le aree.

La decima sessione della commissione intergovernativa russo-nordcoreana ha confermato l’impegno per espandere la cooperazione nei settori del commercio, dell’economia, della scienza e della tecnologia. Questi sforzi sono in linea con gli accordi stabiliti nel vertice storico tra i leader della RPDC e della Russia nel settembre 2023, quando Kim Jong Un ha incontrato Vladimir Putin in territorio russo. La cooperazione bilaterale, poi, si estende anche a settori come l’esplorazione geologica congiunta e l’esplorazione offshore degli idrocarburi.

In occasione della sua recente visita in Corea, il Ministro Kozlov ha annunciato che la Russia potrebbe iniziare le forniture di prodotti a base di carne alla Corea del Nord all’inizio del 2024. Questa misura si inserisce in un quadro più ampio di incremento degli scambi commerciali, che hanno superato i 28 milioni di dollari dall’inizio dell’anno.

Mentre al confine settentrionale Pyongyang può contare sull’amicizia di Russia e Cina, è a sud che deve guardarsi dalle provocazioni congiunte di Seoul e Washington. Di recente, le forze armate statunitensi e sudcoreane hanno infatti insensificato le esercitazioni congiunte ai confini con la RPDC, portando il governo di Pyongyang ad annunciare la decisione di non osservare l’accordo militare del 19 settembre 2018 con la Corea del Sud. In risposta, la Corea del Sud ha annunciato la sospensione parziale dell’accordo riguardo alla no-fly zone.

Ancora una volta, la RPDC ha giustificato la propria azione come un esercizio legittimo del diritto all’autodifesa e delle prerogative di uno Stato sovrano. Inoltre, ha criticato la Corea del Sud per la sua reazione “isterica” e ha sostenuto che la situazione nella penisola coreana è ora la più pericolosa e intabile al mondo, con il rischio di un conflitto armato su vasta scala causato non già da Pyongyang, ma dalle provocazioni congiunte di Washington e Seoul.

In sintesi, la politica di difesa della RPDC non può che essere considerata come una risposta legittima alle minacce percepite, mentre la cooperazione con la Cina e la Russia considerata una componente essenziale per rafforzare la sicurezza del Paese e promuovere lo sviluppo economico e sociale in numerosi ambiti. Le provocazioni e le accuse da parte dei governi e della stampa occidentale non hanno presa sul governo di Pyongyang, che ha storicamente dimostrato di non lasciarsi intimidire dagli atti di bullismo degli imperialisti.

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