di Andrea Puccio
Cala sempre di più l’interesse degli investitori stranieri nei confronti del debito pubblico statunitense. Gli investitori privati e le banche centrali straniere possiedono attualmente circa il 30% del debito pubblico degli Stati Uniti, rispetto al 43% che avevano un decennio fa.
La domanda straniera per i titoli di debito a lungo termine emessi dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha registrato una diminuzione significativa all’inizio di questo mese, che potrebbe portare a problemi per Washington nel finanziamento del suo deficit pubblico, ha riferito venerdì il Wall Street Journal.
La Cina e il Giappone, che in precedenza erano importanti acquirenti di debito pubblico statunitense, stanno mostrando meno interesse ad acquisire tali titoli. Pechino oltre a non acquistare più il nuovo debito lentamente tende a smobilizzare i titoli detenuti nel proprio portafoglio.
Tuttavia, è stato osservato un aumento dell’offerta di obbligazioni, poiché il Tesoro degli Stati Uniti ha emesso circa due trilioni di dollari netti in un nuovo debito quest’anno. Questo importo ha segnato un massimo storico, escludendo l’ondata di indebitamento legata alla pandemia registrata nel 2020.
“Le emissioni statunitensi sono aumentate considerevolmente e la domanda straniera non è aumentata”, ha detto Brad Setser, membro del Consiglio per le relazioni estere, sottolineando che Pechino e Tokyo non sono elencati come “acquirenti netti [di debito pubblico] in futuro”.
Il Comitato consultivo sui prestiti del Tesoro ha notato che “la domanda delle banche e degli investitori stranieri”, per quanto riguarda l’acquisizione del debito pubblico degli Stati Uniti, dovrebbe essere “più limitata”. Secondo le informazioni della U.S. Securities and Financial Markets Industry Association, la proprietà straniera dei titoli del Tesoro è stata ridotta di circa il 30%, rispetto al 43% di un decennio fa.
Le statistiche del Foreign Relations Council, che traccia gli investimenti per 12 mesi consecutivi, mostrano che il ritmo degli acquisti esteri si è ridotto negli ultimi mesi, passando dai 400 miliardi di dollari dell’anno scorso agli odierni 300 miliardi di dollari.
Nel tentativo di aumentare la domanda di debito pubblico, il Tesoro ha iniziato a emettere obbligazioni a breve termine, che vengono acquisite in quantità maggiore in un lasso di tempo più breve. Gli specialisti sottolineano che questa misura contribuirà a stabilizzare il mercato.
Infine, sottolineano che un dollaro forte è il motivo per cui molte banche centrali, comprese le banche della Cina e del Giappone, hanno smesso di comprare obbligazioni del Tesoro. Tali entità usano i dollari che ottengono dalla vendita di obbligazioni per comprare le proprie valute, aumentando così il loro valore. (RT)
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