a cura di ASAF (Associazione di sostegno all’esercito francese) Asafrance.fr | Traduzione per il CeSE-M di Stefano Vernole
Lo testimonia l’udienza del 18 ottobre del delegato nazionale dell’Asaf, colonnello (h) Christian Châtillon, davanti alla Commissione di difesa dell’Assemblea nazionale.
Il colonnello Christian Châtillon, delegato nazionale dell’ASAF, ha rappresentato l’Associazione durante l’udienza delle Associazioni dei Veterani (conosciuta come Gruppo dei 12) da parte dei deputati membri della Commissione Difesa dell’Assemblea Nazionale mercoledì 18 ottobre 2023.
I 24 deputati presenti hanno ascoltato con attenzione gli interventi delle associazioni che hanno riguardato in particolare le questioni della rivalorizzazione delle pensioni, dei punti di pensionamento, la presa in considerazione dei feriti e dei traumi di guerra, le condizioni di attribuzione della tessera di combattente e le questioni della memoria …
La presentazione dell’ASAF riportata di seguito è stata del tutto unica tra queste osservazioni convenzionali.
FONTE ARTICOLO: https://www.asafrance.fr/item/l-esprit-de-defense-un-devoir-d-engagement-septembre-2023.html
AUDIZIONE dell’ASAF presso la COMMISSIONE DIFESA dell’ASSEMBLEA NAZIONALE | 18 ottobre 2023
Signor Presidente,
Signore e signori,
Sono il colonnello Christian Châtillon, delegato nazionale dell’ASAF e in tale veste ho il compito di condividere con voi le osservazioni della nostra associazione, riconosciuta di Interesse Generale (IG) e creata 40 anni fa per sostenere l’esercito francese.
Il contesto del passato è molto cambiato, ma è paradossale constatare come i nostri Eserciti, che ormai godono di una buona immagine presso la società civile, non riescano a reclutare il personale di cui hanno bisogno ogni anno.
Il ruolo dell’ASAF è quello di rendere consapevoli i nostri concittadini e in particolare i nostri giovani che la libertà non è un patrimonio acquisito in modo definitivo ma impone una condizione fondamentale per preservarla: è lo spirito di difesa della nazione.
Quale formazione, o addirittura informazione, offre lo Stato ai nostri giovani sulle Forze Armate e sullo spirito di difesa?
Se segmentiamo le giovani generazioni interessate, distinguiamo due livelli:
Il primo livello riguarda la gioventù francese nel suo complesso.
Il secondo livello riguarda più in particolare le future élite dominanti.
Al primo livello, ci sono due attività nell’azione 8 del programma 169 per sensibilizzare i nostri giovani allo spirito di difesa:
1°- La Giornata della Difesa e della Cittadinanza (JDC), obbligatoria fino ai 25 anni, ha coinvolto quest’anno 802.567 partecipanti per un budget di 112,7 milioni di euro, che ha rappresentato un costo pro capite di 140,43 euro.
Tuttavia, notiamo che questo JDC ha in particolare l’obiettivo di “rilevare l’emarginazione e l’analfabetismo”. Possiamo allora legittimamente chiederci se non spetti al Ministero dell’Educazione Nazionale finanziare questo JDC, il cui scopo non è realmente votato agli eserciti o allo spirito di difesa.
2°- L’altra attività dell’azione 8 è il Servizio Militare Volontario (SMV) della durata di un anno e che ha beneficiato nel 2023 di un budget di 52 milioni di euro.
Tuttavia, nei 6 centri metropolitani attivi, c’erano solo 1.230 tirocinanti volontari in totale, il che rappresentava un costo annuo per tirocinante di 42.000 euro, più del doppio del costo di formazione per gli studenti delle classi preparatorie per le scuole superiori.
Il che solleva la seguente domanda: è concepibile mantenere così com’è questa misura costosa, soprattutto perché solo 25 volontari su 1.230 si sono arruolati nell’esercito?
In sintesi, né la JDC né la SMV offrono soluzioni soddisfacenti per lo sviluppo dello spirito di difesa tra i nostri giovani, soprattutto per quanto riguarda il rapporto costo/efficacia. E non è un Servizio Nazionale Universale (UNS), anche se destinato a sostituirli ma dai contorni ancora vaghi, che darà a questi giovani uno spirito di difesa attraverso una conoscenza realistica e concreta degli eserciti.
Al secondo livello, vale a dire la formazione delle nostre future élite, la situazione è molto più preoccupante.
Si tratta della conoscenza dell’istituzione militare da parte dei nostri futuri alti funzionari, i decisori politici di domani, formati presso la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (ENA) divenuta poi Istituto Nazionale del Servizio Pubblico (INSP) o presso altre Scuole sotto il potere sovrano, come la Scuola Nazionale di Magistratura (ENM), l’Istituto Nazionale di Studi Territoriali (INET), la Scuola di Studi Avanzati in Sanità Pubblica (EHESP), la Scuola Nazionale Superiore di Polizia (ENSP) o anche la Scuola Nazionale di Amministrazione Penitenziaria (ENAP).
Il rapporto Thiriez del 30 gennaio 2020 propone una formazione di base comune per tutte queste Scuole. Si ricorda che questo nucleo comune della durata di 6 mesi raccomandava un servizio nazionale di 6 settimane, così suddiviso: preparazione militare superiore di 3 settimane e supervisione del Servizio Nazionale Universale (SNU) di 3 settimane.
Niente di eccezionale, certo, ma quantomeno più serio della Giornata della Difesa e della Cittadinanza (JDC).
In effetti, il rapporto Thiriez è stato accuratamente sepolto.
Infine, e per concludere, il 17° rapporto dell’Alto Comitato per la Valutazione della Condizione Militare (HCECM) del luglio 2023 preconizza nella sua raccomandazione 11, cito: “instillare a lungo termine la consapevolezza degli studenti INSP (ex-ENA) alle questioni della difesa e al mondo militare” fine citazione, richiamando così un’identica proposta formulata dallo stesso HCECM nel suo 13° rapporto pubblicato nel 2017 e a cui non è stato dato seguito.
Prendendo l’esempio dall’alto, come stupirsi della disaffezione della società civile, a cominciare dalle sue future élite, verso un’istituzione militare di cui non sa nulla?
L’ASAF desidera denunciare con fermezza questo grave fallimento del potere sovrano.
Grazie per l’attenzione.
Colonnello Christian Châtillon.
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