di Giulio Chinappi
Nel corso della sua visita in Cina, il presidente venezuelano ha sottolineato il grande contributo dato da Pechino alla costruzione di un mondo multipolare in cui non esistano più potenze imperialiste che puntano all’egemonia mondiale.
Su invito del presidente cinese Xi Jinping, il presidente venezuelano Nicolás Maduro Moros si trova nella Repubblica Popolare Cinese per una visita di Stato dall’8 al 14 settembre. Si tratta del primo viaggio del leader della Repubblica Bolivariana del Venezuela in Cina dal 2018, e questo evento è stato positivamente accolto dalla stampa e dall’opinione pubblica di entrambi i Paesi.
Commentando il viaggio, il portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha affermato che, in quanto partner strategici globali, Cina e Venezuela hanno resistito alla prova del panorama internazionale in evoluzione e sono rimasti amici solidi come la roccia. “La fiducia politica reciproca tra i due Paesi si è rafforzata e la cooperazione in vari settori si è ulteriormente approfondita”, ha affermato il diplomatico cinese. “Attraverso la visita del presidente Maduro, la Cina è pronta a portare il partenariato a un nuovo livello e a fornire nuovi contributi alla pace e alla stabilità mondiale, nonché all’equità e alla giustizia internazionale”, ha aggiunto Mao.
La visita di Maduro ha fatto seguito a quella del ministro degli Esteri Delcy Rodríguez, che la settimana precedente l’arrivo del presidente aveva incontrato il suo omologo Wang Yi. In quell’occasione, Rodríguez ha ringraziato la Cina per il suo fermo sostegno alla giusta causa del Venezuela, in quanto Pechino si oppone alle sanzioni unilaterali e ai blocchi irragionevoli e sostiene il Venezuela nella costruzione di un Paese indipendente e dignitoso. Dal canto suo, Wang ha affermato che Cina e Venezuela hanno stretto “un’amicizia indissolubile e ferrea”, confermando il sostegno di Pechino a Caracas nella salvaguardia della sua indipendenza e della dignità nazionale.
Intervistato dall’agenzia stampa Xinhua, il presidente Maduro ha affermato che Cina e Venezuela sono entrambi impegnati nella costruzione di un mondo di cooperazione e integrazione, senza imperialismo o egemonismo, ribadendo che sono due Paesi impegnati per la pace, lo sviluppo e la cooperazione, tra i quali si è stabilito un modello di relazione che contribuirà alla costruzione di un mondo senza egemonismo. Nell’intervista, il capo di Stato sudamericano ha affermato che le nazioni e i popoli di Cina e Venezuela condividono “un destino comune nel mondo a venire” e mantengono “un rapporto modello […] tra una superpotenza come la Cina, la grande superpotenza del 21° secolo e un Paese emergente, eroico, rivoluzionario e socialista come il Venezuela“.
Secondo Maduro, l’umanità si sta dirigendo verso un’opportunità storica, con la possibilità dell’emergere di un mondo multipolare senza potenze egemoni, anche grazie all’ascesa della Cina come nuova superpotenza del nostro secolo. Il leader bolivariano ha sottolineato che la possibilità di un orizzonte senza imperialismo e colonialismo è il risultato della tenace lotta dei popoli e dell’esistenza di un gruppo di nazioni emergenti e sovrane, un processo che ha contribuito “a far sì che l’umanità ritrovi se stessa, a costruire il suo diritto alla felicità sociale, all’uguaglianza, alla libertà, alla democrazia, e la Cina è in prima linea nella costruzione di quel nuovo mondo“.
Secondo l’analisi di Maduro, la Cina sta dando un grande contributo alla realizzazione di un mondo più giusto, inaugurando “una nuova era di ascesa di superpotenze non coloniali, non imperialiste e non egemoniche“. Il presidente venezuelano ha sottolineato anche che Pechino rappresenta un esempio che indica ai Paesi in via di sviluppo “il percorso dello sviluppo economico, dello sviluppo tecnologico, della stabilità sociale, dell’indipendenza conquistata, costruita e rafforzata“. A questo proposito, ha apprezzato che l’iniziativa promossa dal presidente Xi Jinping con il progetto Belt and Road stimolerà l’integrazione e il rispetto della diversità, e donerà all’umanità una comunità dal destino condiviso, “unendo i popoli in tutti gli aspetti dell’economia, della del commercio, della cultura, e gettando le basi per lasciarsi alle spalle il vecchio mondo del colonialismo e dell’imperialismo“.
Nella giornata di sabato, in occasione della visita di Maduro alla città di Shenzhen, i due Paesi hanno firmato il Memorandum d’Intesa tra la Sovrintendenza Nazionale delle Zone Economiche Speciali del Paese sudamericano e il Centro di Ricerca sulle Zone Economiche Speciali dell’Università di Shenzhen. Il documento riguarda il campo della cooperazione, dello sviluppo e della modernizzazione delle zone economiche speciali, istituite in Venezuela con il fine di rafforzare un modello di sviluppo economico sovrano e di produzione nazionale che garantisce la catena produttiva, la sicurezza giuridica, la giustizia sociale e mezzi ambientalmente sostenibili.
Maduro ha sottolineato che, dal punto di vista economico, nonostante la guerra economica e altre cospirazioni imperialiste, il Venezuela “ha resistito e ha dimostrato di essere in grado di riprendersi da tutto questo assalto“. “Siamo andati avanti nella costruzione di un nuovo modello economico basato sulla diversificazione produttiva, sul dialogo nazionale, sulla pace e sulla stabilità e sul recupero dello stato sociale”, ha affermato il leader sudamericano. Secondo Maduro, il 2023 e il 2024 consolideranno i risultati economici e produttivi del Venezuela, che serviranno meglio il popolo, le famiglie e le comunità, attraverso la costruzione di alloggi, l’istruzione, la salute e il diritto all’alimentazione, tra gli altri diritti fondamentali.
Da notare che Maduro ha anche confermato l’interesse di Caracas ad aderire al gruppo BRICS, che secondo il capo di Stato sta diventando più forte “come il grande motore per accelerare il processo di nascita di un nuovo mondo, un mondo di cooperazione, dove il Sud del mondo ha la voce principale“. Maduro ha inoltre sottolineato l’importante contributo della piattaforma BRICS e dei suoi Paesi membri per accelerare la dedollarizzazione e l’emergere di un nuovo sistema finanziario internazionale e di un nuovo ordine economico giusto.
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