La guerra nucleare potrebbe partire dalla penisola coreana

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di Giulio Chinappi

La stampa occidentale ha manipolato le parole del ministro della Difesa nordcoreano Kang Sun Nam, facendole passare per minacce, mentre in realtà metteva in guardia sul rischio di un conflitto nucleare provocato dalle azioni dell’imperialismo statunitense nella penisola.

FONTE ARTICOLO

Mosca sta ospitando in questi giorni il forum tecnico-militare internazionale Army 2023, una fiera internazionale delle armi organizzata su un’area di circa 300.000 metri quadrati con circa 28.000 mostre militari. A tal proposito, il ministero della Difesa russo ha annunciato che al forum Army 2023 dovrebbero essere firmati contratti per un valore di oltre 433 miliardi di rubli (circa 4,3 miliardi di dollari). L’evento, che si svolge in contemporanea con l’undicesima conferenza di Mosca sulla sicurezza internazionale, vede la partecipazione di numerosi Paesi stranieri che portano avanti una fruttuosa cooperazione militare con la Russia.

Tra i Paesi presenti figura anche la Repubblica Popolare Democratica di Corea, rappresentata in particolare dal ministro della Difesa Kang Sun Nam, che ha rilasciato importanti dichiarazioni circa lo status delle tensioni nella penisola coreana. Le parole del ministro Kang sono poi state distorte dalla stampa occidentale, che le hanno fatte passare per minacce di guerra nucleare da parte di Pyongyang, sebbene il rappresentante nordcoreano abbia in realtà messo in guardia sulle possibili conseguenze dell’attività dell’imperialismo statunitense in Asia.

Secondo Kang, gli Stati Uniti stanno usando gli eventi in Ucraina come pretesto per diffondere l’influenza della NATO nella regione Asia-Pacifico (APAC). Il ministro della Difesa ha osservato che le azioni degli Stati Uniti volte a stabilire il dominio militare minacciano seriamente non solo la sicurezza della RPDC, ma anche quella di altri paesi indipendenti della regione. Secondo il suo punto di vista, “l’America, riferendosi agli eventi in Ucraina, sottolinea la connessione tra questioni di sicurezza nell’Atlantico e nell’APAC” per trasformare la NATO “che è sinonimo di guerra e conflitto” in una “alleanza militare globale”.

Dopo la Guerra Fredda, gli Stati Uniti e l’Occidente, avendo ignorato la richiesta razionale ed equa della Russia di fornirle garanzie legali di sicurezza, hanno insistito per forzare l’espansione della NATO verso est e distruggere sistematicamente l’equilibrio delle forze in Europa che ha portato alla prima scontro armato dopo la seconda guerra mondiale“, ha aggiunto l’alto funzionario militare nordcoreano. Kang ha anche sottolineato la presenza di diversi blocchi politico-militari occidentali nell’Asia-Pacifico (AUKUS, QUAD, Five Eyes), riflettendo la linea dura degli Stati Uniti nel distinguere tra “amici e nemici” nella regione.

Dall’inizio dell’anno, gli Stati Uniti hanno dispiegato colossali mezzi nucleari in Corea del Sud, portando la situazione nella penisola coreana sull’orlo di una guerra nucleare, ha avvertito Kang alla conferenza moscovita. “Gli Stati Uniti, che hanno perseguito una politica ostile nei confronti della Corea come politica statale e hanno palesemente violato lo sviluppo indipendente e gli interessi di sicurezza della RPDC, stanno portando la situazione nel nord-est asiatico sull’orlo di uno scoppio di una guerra nucleare“, ha affermato. “L’America [….] dall’inizio di quest’anno ha dispiegato nella Corea meridionale enormi mezzi nucleari strategici, tra cui un sottomarino a propulsione nucleare, un bombardiere strategico e una portaerei nucleare tattica e ha condotto diverse grandi esercitazioni militari congiunte simulando una guerra totale con noi. Queste esercitazioni sono state senza precedenti in termini di scala, intensità e durata“. “In questo momento, la questione non è se scoppi o meno una guerra nucleare nella penisola coreana, la questione è chi, quando e come la scatenerà“, ha sottolineato.

Come sottolineato dal ministro Kang, sarà impossibile risolvere la questione della penisola coreana fino a quando gli Stati Uniti non modificheranno drasticamente la loro politica: “Fino a quando gli Stati Uniti non riconosceranno un totale fallimento della loro politica ostile nei confronti della RDPC e aboliranno per sempre il loro corso di confronto militare contro la nostra repubblica, la risoluzione di qualsiasi problema attraverso il dialogo o i negoziati non sarà affatto possibile, e la forza fisica rimane l’unico modo per proteggere la pace e la stabilità nella penisola coreana. Questa è la nostra posizione immutabile“, ha osservato. Secondo il ministro della Difesa, sono le azioni degli Stati Uniti e dei loro alleati, e non quelle difensive di Pyongyang, a trasformare la penisola coreana in un potenziale campo di battaglia nucleare: “Ciò conferma ancora una volta la filosofia secondo cui la risoluzione della questione della penisola coreana attraverso il dialogo e i negoziati è solo un’eco vuota, e l’unico e preciso modo per prevenire una guerra nucleare nella penisola coreana consiste nell’avere forze di deterrenza militare“.

La RPDC conferma inoltre l’importanza che attribuisce alla cooperazione militare con la Russia, che affonda le proprie radici nel rapporto tra Mosca e Pyongyang ai tempi dell’Unione Sovietica. A tal proposito, il ministro Kang ha letto un messaggio del leader nordcoreano Kim Jong Un, che “ha ripetutamente incontrato il ministro della Difesa, il compagno Sergej Šojgu, ha espresso la sua valutazione e la sua posizione di alto principio sul cambiamento radicale dell’ambiente di sicurezza internazionale e sulla situazione politico-militare nella penisola coreana, e ha sottolineato l’intenzione di sviluppare ulteriormente l’interazione tattica e strategica e la cooperazione tra i due Paesi nel campo della sicurezza e della difesa“. Kang ha sottolineato che la recente visita del ministro della Difesa russo ha dimostrato “il cameratismo nelle armi e la coesione tra la RPDC e la Russia“.

Anche lo stesso Sergej Šojgu ha affermato l’importanza della cooperazione militare russo-nordcoreana, ricordando che lo sviluppo di legami militari cooperativi tra Mosca e Pyongyang corrisponde agli interessi vitali dei Paesi vicini e non rappresenta alcuna minaccia per nessun altro Paese: “Né l’isolamento internazionale, né le sanzioni economiche potrebbero fermare lo sviluppo della repubblica. Il paese ha ottenuto un successo impressionante nella risoluzione di complessi compiti sociali e di difesa”, ha detto Šojgu, parlando del Paese che ha recentemente visitato per partecipare alle celebrazioni del 70° anniversario della vittoria del popolo coreano nella guerra del 1950-1953.

La stessa posizione è stata espressa dal presidente Vladimir Putin nel messaggio inviato a Kim Jong Un per celebrare la liberazione della penisola coreana dagli invasori giapponesi, il 15 agosto 1945, con l’importante contributo sovietico: “Sono fiducioso che continueremo a rafforzare la cooperazione bilaterale in tutte le aree a beneficio dei nostri popoli, allo scopo di rafforzare la stabilità e la sicurezza nella penisola coreana e nella regione del nord-est asiatico nel suo insieme“, ha affermato il leader russo. È stato questo difficile periodo di guerra, nelle parole del presidente russo, che ha dato origine alle tradizioni di amicizia e cooperazione che sono diventate una solida base per lo sviluppo di relazioni di buon vicinato tra Russia e RPDC.

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