di Giulio Chinappi
Il presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha preso parte come invitato di lusso al vertice dei BRICS in Sudafrica, incontrando i leader di numerosi altri Paesi e lanciando la proposta di un “cambiamento storico” dettato dal coordinamento tra i Paesi in via di sviluppo.
In questi giorni, la città sudafricana di Johannesburg sta ospitando il XV vertice dei BRICS, al quale sono stati invitati, oltre ai cinque Paesi membri (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), anche i rappresentanti di numerosi altri Stati che intrattengono relazioni positive con l’organizzazione e che in molti casi hanno proposto la propria candidatura per l’adesione.
Tra i partecipanti, anche il presidente cubano Miguel Díaz-Canel, che ha approfittato di quest’occasione per incontrare i leader di altri Paesi e per promuovere la sua visione secondo la quale il coordinamento tra i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti potrà dare vita ad un “cambiamento storico” nell’ordine internazionale. Invitato anche come presidente del G77 + Cina, Díaz-Canel ha sottolineato che il meccanismo di integrazione promosso al vertice di Johannesburg “apre attese e speranze nel cammino di rafforzamento del multilateralismo che oggi è tanto urgente quanto essenziale per il destino stesso dell’umanità”.
Il leader cubano ha anche sottolineato l’importanza simbolica del fatto che “questo avvenimento si svolge in terre africane, culla di una parte dei nostri antenati, che fondamentalmente alimenta l’essenza stessa dell’identità cubana“. Nel caso di Cuba e del Sudafrica, come ha ricordato il presidente Díaz-Canel, le tracce dell’amicizia “sono solide e indelebili come la memoria dei leader storici delle nostre nazioni. Non potremo mai dimenticare l’abbraccio di Nelson Mandela e Fidel Castro quando si incontrarono qui e chiesero reciprocamente di reincontrarsi, come avviene solo tra fratelli molto vicini”.
Díaz-Canel ha poi ricordato che i Paesi in via di sviluppo e le economie emergenti rappresentano la maggioranza della comunità internazionale e della popolazione globale: “Siamo 134 Paesi, due terzi dei membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, dove vive quasi l’80% della popolazione del pianeta, di fronte alle sfide colossali di un mondo sempre più diseguale, in cui, dopo due anni di pandemia, l’esclusione e la povertà si sono moltiplicate, e a cui hanno fatto seguito conflitti drammatici”. Il capo di Stato ha insistito che “se non agiamo immediatamente, lasceremo in eredità ai nostri figli e nipoti un pianeta non solo irriconoscibile per noi che veniamo dal secolo precedente, ma tristemente destinato a diventare inabitabile”.
“Sicuramente l’estensione di questo meccanismo ad altri Paesi aiuterebbe ad alleviare gli squilibri dell’attuale sistema monetario“, ha affermato Díaz-Canel, facendo riferimento al probabile allargamento dei BRICS con l’ingresso di nuovi membri. Il presidente cubano ha infatti considerato che molte delle iniziative proposte a questo riguardo, se applicate nei rapporti con altri Paesi in via di sviluppo, potrebbero ridurre “il monopolio abusivo della moneta statunitense, che rafforza e garantisce un’egemonia dannosa per il resto del mondo”. Il G77+Cina e i BRICS,, ha affermato Díaz-Canel, hanno la responsabilità e la possibilità di agire per realizzare un cambiamento storico nell’attuale ordine mondiale ingiusto.
Come detto, il presidente della maggiore delle isole caraibiche ha anche avuto modo di incontrare alcune delle più importanti personalità della politica internazionale, come il presidente cinese Xi Jinping, il primo ministro indiano Narendra Modi, il presidente dell’Unione Africana e delle isole Comore Azali Assoumani, e la nuova presidente della Banca dei BRICS ed ex presidente del Brasile Dilma Rousseff, tra gli altri. Complimentandosi con Rousseff, il leader cubano ha sottolineato che la Nuova Banca di Sviluppo creata dai BRICS può e deve diventare un’alternativa alle attuali istituzioni finanziarie, che da quasi un secolo applicano ricette draconiane per trarre profitto dalle riserve del Sud e riprodurne gli schemi di sottomissione e dominio. La creazione di linee di credito reciproche in valute locali da parte delle banche dei paesi BRICS e la possibilità di creare una moneta unica per le loro operazioni, ha aggiunto, sono altre iniziative che potrebbero essere applicate nelle relazioni con altri paesi in via di sviluppo.
Il presidente dell’isola caraibica ha concluso il suo discorso invitando i membri del G77 + Cina a prendere parte al vertice dei capi di Stato e di governo che avrà luogo nel mese di settembre a L’Avana, su scienza, tecnologia e innovazione come premessa per lo sviluppo. “Crediamo fermamente nel potere dell’unità nella diversità e che sia giunto il momento di agire insieme in difesa delle rivendicazioni storiche che, poiché non sono state affrontate in tempo, hanno moltiplicato i problemi che le nostre nazioni devono affrontare oggi. Per procedere verso un futuro più giusto e sostenibile, il momento dell’azione collettiva non è domani, ma oggi”, ha terminato Díaz-Canel.
Il CeSE-M sui social