di Giulio Chinappi
La fornitura di munizioni a grappolo statunitensi a Kiev non farà altro che aumentare le vittime civili del conflitto ucraino, e dimostra l’assenza di scrupoli dei guerrafondai di Washington, che si rendono apertamente colpevoli di crimini di guerra.
Negli scorsi giorni hanno destato scalpore le dichiarazioni del presidente statunitense Joe Biden, il quale ha annunciato la fornitura di munizioni a grappolo all’esercito ucraino. Secondo l’inquilino della Casa Bianca, l’Ucraina sarebbe a corto di munizioni ordinarie, e a Washington non resterebbe altra scelta se non quella di ricorrere alla fornitura di munizioni a grappolo, come dichiarato dallo stesso presidente alla CNN. Biden ha poi aggiunto che le munizioni a grappolo sono necessarie per rafforzare le possibilità della controffensiva ucraina.
Le parole di Biden non hanno fatto altro che confermare quanto affermato lo scorso 7 luglio da Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, il quale aveva dichiarato che Washington ha deciso di inviare munizioni a grappolo all’Ucraina, anche se le Nazioni Unite si oppongono al loro utilizzo. Sullivan ha aggiunto che Kiev avrebbe fornito a Washington assicurazioni scritte che quelle armi saranno utilizzate in modo da ridurre al minimo i rischi per i civili. Successivamente, anche il portavoce del Pentagono Patrick Ryder ha dichiarato che gli Stati Uniti sono pronti a fornire all’Ucraina munizioni a grappolo.
Prima di procedere, i lettori dovrebbero sapere che le munizioni a grappolo possono contenere centinaia di submunizioni. Quando la bomba viene fatta esplodere in aria, le submunizioni si disperdono su un’area di decine di metri quadrati. Alcune di esse non esplodono immediatamente, trasformandosi in una minaccia per la popolazione civile anche molti anni dopo la fine del conflitto. A tal proposito, nel 2008 venne adottata una Convenzione internazionale (la Convenzione di Oslo, entrata in vigore nel 2010) che proibisce l’uso di tali armi esplosive. Al momento vi aderiscono 111 Paesi, ma tra questi non figurano gli Stati Uniti, la Russia né l’Ucraina.
Subito dopo la diffusione della notizia della fornitura di munizioni a grappolo all’Ucraina, Anatolij Antonov, ambasciatore della Federazione Russa a Washington, ha dichiarato che gli Stati Uniti stanno ricorrendo a questo tipo di armi per disperazione: “Le munizioni a grappolo sono un gesto disperato. Questa misura ci dice che gli Stati Uniti e i suoi satelliti si sono resi conto di essere impotenti. Tuttavia, non vogliono ammettere i propri fallimenti, né il fallimento dei tentativi delle forze ucraine di condurre un’offensiva contro le regioni russe. Da qui quest’ultima follia da parte loro“, ha dichiarato l’ambasciatore.
Il diplomatico ha inoltre affermato di ritenere che, alzando la posta in gioco nel conflitto ucraino, Washington stia avvicinando l’umanità a un conflitto globale: “L’attuale livello delle provocazioni statunitensi è davvero fuori scala, stanno avvicinando l’umanità a una nuova guerra mondiale. Gli Stati Uniti sono così ossessionati dall’idea di sconfiggere la Russia che non si rendono conto della gravità delle proprie azioni. Stanno solo aumentando il numero di vittime e prolungando l’agonia del regime di Kiev“. “La crudeltà e il cinismo con cui Washington ha affrontato la questione del trasferimento di armi letali a Kiev è stupefacente. L’amministrazione ha completamente ignorato esperti, attivisti per i diritti umani e legislatori che hanno espresso la tesi che una tale mossa sarebbe stata disumana. Ha chiuso un occhio su vittime civili. Ora c’è il rischio che le sottomunizioni facciano saltare in aria civili innocenti per molti anni a venire a causa di ciò che gli Stati Uniti stanno facendo“, ha aggiunto Antonov.
Anche il ministero degli Esteri della Federazione Russa ha espresso la propria condanna nei confronti della decisione della Casa Bianca. “La decisione dell’amministrazione di Joe Biden di fornire al regime di Kiev munizioni a grappolo è un’altra palese manifestazione dell’aggressiva politica anti-russa degli Stati Uniti, progettata per prolungare il conflitto ucraino il più a lungo possibile e per condurre la guerra fino all’ultimo ucraino“, secondo le parole della portavoce Marija Zacharova. La rappresentante diplomatica di Mosca ha sottolineato che con l’invio di munizioni a grappolo in Ucraina, Washington “diventerà di fatto complice della saturazione del territorio di mine e condividerà pienamente la responsabilità delle vittime causate dalle esplosioni, compresi bambini russi e ucraini“.
“Washington è ben consapevole che le assicurazioni dei nazisti ucraini di usare queste armi indiscriminate ‘in modo attento’ e ‘responsabile’ sono inutili. I civili saranno presi di mira, come è successo ogni volta quando sistemi di armamenti targati USA-NATO sempre più letali sono stati inviati in Ucraina“, si legge nella nota rilasciata dal ministero degli Affari Esteri. “Il trasferimento di munizioni a grappolo è un gesto di disperazione e una prova di impotenza sullo sfondo del fallimento della propagandata ‘controffensiva’ ucraina. Un’altra ‘arma miracolosa’, su cui Washington e Kiev puntano senza pensare alle terribili ripercussioni, ma che non avrà alcun impatto sul corso dell’operazione militare speciale, poiché i suoi scopi e obiettivi saranno pienamente raggiunti“.
Ma l’invio di munizioni a grappolo a Kiev ha suscitato la reazione anche di molti alleati di Washington, tanto la decisione appare controversa. “La Spagna, sulla base del fermo impegno che ha con l’Ucraina, ha anche un fermo impegno a non consegnare determinate armi e bombe in nessuna circostanza“, ha dichiarato Margarita Robles, ministro della Difesa di Madrid. “È giusto che tali munizioni siano proibite dal governo federale in Germania, e che la Germania sia contraria a tali forniture“, sono state invece le parole del presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier, il quale ha tuttavia ricordato che Berlino non ha il potere di impedire agli Stati Uniti di fornire questo tipo di armi a Kiev. Persino il primo ministro Giorgia Meloni ha ricordato che l’Italia – come del resto quasi tutti i Paesi europei – aderisce alla Convenzione del 2008, per cui è contraria alla produzione, alla fornitura e all’utilizzo delle munizioni a grappolo.
A destare forti critiche è stata anche l’intervista rilasciata domenica di John Kirby (in foto), portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca. In quest’occasione, Kirby ha insistito sul fatto che Washington stava fornendo ordigni a grappolo al regime di Kiev per rifornire i proiettili di artiglieria convenzionali che le forze armate ucraine stanno esaurendo rapidamente: “Useremo questi proiettili di artiglieria aggiuntivi che contengono bombe a grappolo per aiutare a colmare il divario mentre aumentiamo la produzione di normali proiettili di artiglieria 155”, ha detto il portavoce.
Secondo l’ambasciata russa a Washington, nel corso dell’intervista “il funzionario ha de facto confessato che gli Stati Uniti commettono crimini di guerra durante il conflitto ucraino. Ha dichiarato apertamente che i civili sarebbero caduti vittima delle armi a grappolo. Secondo la visione perversa del rappresentante della Casa Bianca, questo fa meno male delle azioni della Russia“, ha osservato la missione diplomatica russa. “Gli Stati Uniti sono pronti a distruggere la vita lontano dai propri confini con le mani degli ucraini”, si legge ancora nella nota dell’ambasciata.
Secondo i diplomatici russi, l’amministrazione americana è coinvolta in questo “solo per amore di un sogno irraggiungibile della sconfitta strategica della Federazione Russa, che difende il suo popolo e la sua terra. Combattiamo i criminali di Kiev che abbracciano il battaglione Azov, mentre gli Stati Uniti stanno aiutando i nazisti ucraini a commettere atti disumani“.
Il CeSE-M sui social