L’Iniziativa di sicurezza globale e la nuova visione cinese delle relazioni internazionali

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di Stefano Vernole

La Cina continua a promuovere la costruzione congiunta dell’iniziativa Belt and Road e desidera promuovere insieme alla comunità internazionale la sinergia di quest’ultima con le altre proposte come l’Iniziativa Per lo Sviluppo Globale e l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, al fine di promuovere concretamente l’interconnessione tra i Paesi lungo il percorso della nuova Via della Seta e lo sviluppo sostenibile di tutto il mondo. Lo scorso 16 marzo, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha sottolineato che l’Iniziativa per la Civiltà Globale è un’altra importante ricchezza pubblica fornita dalla Cina alla comunità internazionale per una nuova era, al seguito dell’Iniziativa di Sicurezza Globale e dell’Iniziativa per lo Sviluppo Globale. Essa darà forte energia positiva alla promozione del progresso e della modernizzazione dell’essere umano e alla creazione di una comunità umana dal futuro condiviso.

Negli scorsi mesi, il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato la carta concettuale dell’Iniziativa di Sicurezza Globale, proposta dal presidente Xi Jinping all’intera comunità internazionale per affrontare congiuntamente le questioni di sicurezza transnazionali[1].

In questo primo capitolo, proponiamo la traduzione integrale del documento, sottolineandone gli aspetti più importanti nelle note al testo.

I. Contesto

La questione della sicurezza riguarda il benessere dei popoli di tutti i Paesi, l’elevata causa della pace e dello sviluppo nel mondo e il futuro dell’umanità. Oggi, il nostro mondo, i nostri tempi e la nostra storia stanno cambiando come mai prima d’ora e la comunità internazionale si trova di fronte a molteplici rischi e sfide raramente visti prima. I punti caldi della sicurezza regionale continuano a divampare, i conflitti e le turbolenze locali si verificano frequentemente, la pandemia di COVID-19 persiste, l’unilateralismo e il protezionismo sono aumentati in modo significativo e le minacce alla sicurezza tradizionali e non tradizionali sono intrecciate. Il deficit in termini di pace, sviluppo, sicurezza e governance sta crescendo e il mondo si trova ancora una volta a un bivio della storia.

Questa è un’era piena di sfide. È anche piena di speranza. Siamo convinti che le tendenze storiche di pace, sviluppo e cooperazione vantaggiosa per tutti siano inarrestabili. Sostenere la pace e la sicurezza nel mondo e promuovere lo sviluppo e la prosperità globali dovrebbero essere l’obiettivo comune di tutti i Paesi. Il presidente cinese Xi Jinping ha proposto la Global Security Initiative (Iniziativa di Sicurezza Globale, GSI), invitando i Paesi ad adattarsi al panorama internazionale in profondo cambiamento in uno spirito di solidarietà e ad affrontare le complesse e intersecate sfide alla sicurezza con una mentalità vantaggiosa per tutti. La GSI mira a eliminare le cause profonde dei conflitti internazionali, migliorare la governance della sicurezza globale, incoraggiare gli sforzi internazionali congiunti per portare maggiore stabilità e certezza a un’era volatile e mutevole, e per promuovere una pace durevole e lo sviluppo nel mondo.

II. Concetti e principi fondamentali

1. Rimanere impegnati nella visione di una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile. Nel 2014, il presidente Xi Jinping ha inaugurato una nuova visione per una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile, che è stata ampiamente riconosciuta e sostenuta dalla comunità internazionale. L’essenza di questa nuova visione della sicurezza è sostenere un concetto di sicurezza comune, rispettando e salvaguardando la sicurezza di ogni Paese; un approccio olistico, mantenendo la sicurezza sia nei domini tradizionali che in quelli non tradizionali e migliorando la governance della sicurezza in modo coordinato; un impegno alla cooperazione, a garantire la sicurezza attraverso il dialogo politico e il negoziato pacifico[2]; e alla ricerca di una sicurezza sostenibile, risolvendo i conflitti attraverso lo sviluppo ed eliminando il terreno fertile per l’insicurezza. Riteniamo che la sicurezza sarà saldamente stabilita e sostenibile solo quando sarà sostenuta da moralità, giustizia e idee giuste.

2. Rimanere impegnati a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale di tutti i Paesi. L’uguaglianza sovrana e la non ingerenza negli affari interni sono i principi fondamentali del diritto internazionale e le norme più fondamentali che governano le relazioni internazionali contemporanee[3]. Crediamo che tutti i Paesi, grandi o piccoli, forti o deboli, ricchi o poveri, siano membri uguali della comunità internazionale. I loro affari interni non tollerano interferenze esterne, la loro sovranità e dignità devono essere rispettate e il loro diritto di scegliere autonomamente sistemi sociali e percorsi di sviluppo deve essere rispettato. L’indipendenza e l’uguaglianza sovrane devono essere sostenute, e dovrebbero essere compiuti sforzi affinché tutti i Paesi godano dell’uguaglianza in termini di diritti, regole e opportunità.

3. Restare impegnati a rispettare gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite. Lo scopo e i principi della Carta delle Nazioni Unite incarnano la profonda riflessione dei popoli di tutto il mondo sulle amare lezioni delle due guerre mondiali. Sono il disegno istituzionale dell’umanità per la sicurezza collettiva e la pace duratura. I vari scontri e le ingiustizie nel mondo di oggi non si sono verificati perché gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite sono obsoleti, ma perché non sono effettivamente mantenuti e attuati. Chiediamo a tutti i Paesi di praticare un vero multilateralismo[4]; sostenere fermamente il sistema internazionale con l’ONU al centro, l’ordine internazionale sostenuto dal diritto internazionale e le norme fondamentali delle relazioni internazionali sostenute dalla Carta delle Nazioni Unite; e sostenere l’autorità delle Nazioni Unite e il suo status di piattaforma principale per il governo della sicurezza globale. La mentalità da guerra fredda, l’unilateralismo, il confronto tra blocchi e l’egemonismo contraddicono lo spirito della Carta delle Nazioni Unite e devono essere rifiutati e respinti.

4. Rimanere impegnati a prendere sul serio le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi. L’umanità è una comunità di sicurezza indivisibile. La sicurezza di un Paese non dovrebbe andare a scapito di quella degli altri[5]. Riteniamo che tutti i Paesi siano uguali in termini di interessi di sicurezza. Le preoccupazioni di sicurezza legittime e ragionevoli di tutti i Paesi dovrebbero essere prese sul serio e affrontate adeguatamente, non costantemente ignorate o sistematicamente contestate. Qualsiasi Paese, pur perseguendo la propria sicurezza, dovrebbe tener conto delle ragionevoli preoccupazioni di sicurezza degli altri. Sosteniamo il principio della sicurezza indivisibile, sostenendo l’indivisibilità tra sicurezza individuale e sicurezza comune, tra sicurezza tradizionale e sicurezza non tradizionale, tra diritti di sicurezza e obblighi di sicurezza, e tra sicurezza e sviluppo. Ci dovrebbe essere un’architettura di sicurezza equilibrata, efficace e sostenibile, in modo da realizzare la sicurezza universale e la sicurezza comune.

5. Rimanere impegnati a risolvere pacificamente le differenze e le controversie tra i Paesi attraverso il dialogo e la consultazione. Guerra e sanzioni non sono la soluzione principale alle controversie; solo il dialogo e la consultazione sono efficaci per risolvere le divergenze. Chiediamo ai Paesi di rafforzare la comunicazione strategica, migliorare la sicurezza reciproca, disinnescare le tensioni, gestire le differenze ed eliminare le cause profonde delle crisi. I Paesi più importanti devono sostenere la giustizia, adempiere alle proprie responsabilità, sostenere la consultazione su un piano di parità e facilitare i colloqui per la pace, svolgere buoni uffici e mediare alla luce dei bisogni e della volontà dei Paesi interessati. La comunità internazionale dovrebbe sostenere tutti gli sforzi che favoriscono la risoluzione pacifica delle crisi e incoraggiare le parti in conflitto a creare fiducia, risolvere le controversie e promuovere la sicurezza attraverso il dialogo. Abusare delle sanzioni unilaterali e della giurisdizione a braccio lungo non risolve un problema, ma crea solo maggiori difficoltà e complicazioni[6].

6. Rimanere impegnati a mantenere la sicurezza sia nei domini tradizionali che in quelli non tradizionali. Nel mondo di oggi, sia l’intensità che l’estensione della sicurezza si stanno ampliando. La sicurezza è più interconnessa, transnazionale e diversificata. Minacce alla sicurezza tradizionali e non tradizionali si sono intrecciate. Incoraggiamo tutti i Paesi a mettere in pratica i principi di ampia consultazione, contributo congiunto e benefici condivisi nella governance globale, e lavorare insieme per affrontare le controversie regionali e le sfide globali come il terrorismo, i cambiamenti climatici, la sicurezza informatica e la biosicurezza[7]. Dovrebbero esserci sforzi concertati per esplorare più canali, sviluppare una soluzione olistica e migliorare le norme pertinenti, in modo da trovare soluzioni sostenibili, promuovere la governance della sicurezza globale e prevenire e risolvere problemi di sicurezza.

Questi sei impegni sono interconnessi e si rafforzano a vicenda, e sono un insieme organico di unità dialettica. Tra questi, la visione di una sicurezza comune, globale, cooperativa e sostenibile fornisce una guida concettuale; il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale di tutti i Paesi è la premessa di base; il rispetto degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite è un punto di riferimento primario; prendere sul serio le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi è un principio importante, risolvere pacificamente le differenze e le controversie tra i Paesi attraverso il dialogo e la consultazione è una scelta obbligata; e il mantenimento della sicurezza sia nei domini tradizionali che in quelli non tradizionali è un requisito intrinseco.

III. Priorità della cooperazione

È nostra comune aspirazione raggiungere una pace mondiale duratura, in modo che tutti i Paesi possano godere di un ambiente esterno pacifico e stabile e che i loro popoli possano vivere una vita felice con i loro diritti pienamente garantiti. Come passeggeri a bordo della stessa nave, i Paesi devono lavorare in solidarietà per promuovere una comunità di sicurezza condivisa per l’umanità e costruire un mondo libero dalla paura e che goda di sicurezza universale.

Per realizzare queste visioni, la Cina è pronta a condurre una cooperazione di sicurezza bilaterale e multilaterale con tutti i Paesi e le organizzazioni internazionali e regionali nel quadro della Global Security Initiative e promuovere attivamente il coordinamento dei concetti di sicurezza e la convergenza degli interessi. La Cina invita tutte le parti a svolgere una cooperazione singola o multipla in aspetti tra cui – ma non limitati a quelli seguenti – in modo da perseguire l’apprendimento reciproco e la complementarità e promuovere congiuntamente la pace e la tranquillità nel mondo:

1. Partecipare attivamente alla formulazione una nuova agenda per la pace e altre proposte presentate nella Nostra Agenda Comune dal Segretario generale delle Nazioni Unite. Sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite per migliorare la prevenzione dei conflitti e sfruttare appieno l’architettura di costruzione della pace per assistere gli Stati postbellici nella costruzione della pace. Sfruttare ulteriormente il quadro per la pace e la sicurezza del Segretario generale del fondo fiduciario Cina-ONU per la pace e lo sviluppo e sostenere un ruolo maggiore delle Nazioni Unite negli affari di sicurezza globale.

Sostenere le Nazioni Unite nel potenziamento della capacità di attuazione del loro mandato di mantenimento della pace, sostenere i tre principi di “consenso delle parti, imparzialità e non uso della forza se non per autodifesa e difesa del mandato” per le operazioni di mantenimento della pace, dare priorità alle soluzioni politiche, e adottare un approccio olistico per affrontare sia i sintomi che le cause alla radice[8]. Fornire alle operazioni di mantenimento della pace risorse adeguate. Sostenere la fornitura di un’assistenza finanziaria sufficiente, prevedibile e sostenibile all’Unione Africana (UA) affinché possa svolgere operazioni autonome di mantenimento della pace.

2. Promuovere il coordinamento e una solida interazione tra i principali Paesi e costruire relazioni tra grandi Paesi caratterizzate da coesistenza pacifica, stabilità generale e sviluppo equilibrato. I principali Paesi si assumono responsabilità particolarmente importanti per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Invitare i principali Paesi a dare l’esempio nell’onorare l’uguaglianza, la buona fede, la cooperazione e lo Stato di diritto e nel rispettare la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale[9]. Aderire al rispetto reciproco, alla coesistenza pacifica e alla cooperazione vantaggiosa per tutti, attenersi alla linea di fondo di nessun conflitto e nessun confronto, cercare un terreno comune mettendo da parte e gestendo le differenze.

3. Sostenere fermamente il consenso secondo cui “una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”. Rispettare la dichiarazione congiunta sulla prevenzione della guerra nucleare ed evitare la corsa agli armamenti rilasciata dai leader dei cinque Stati dotati di armi nucleari nel gennaio 2022. Rafforzare il dialogo e la cooperazione tra gli Stati dotati di armi nucleari per ridurre il rischio di una guerra nucleare. Salvaguardare il regime internazionale di non proliferazione nucleare basato sul Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (TNP) e sostenere attivamente gli sforzi dei Paesi nelle regioni interessate per stabilire zone libere da armi nucleari. Promuovere la cooperazione internazionale sulla sicurezza nucleare, in modo da costruire un sistema internazionale di sicurezza nucleare equo, collaborativo e reciprocamente vantaggioso.

4. Attuare in forma completa la risoluzione sulla promozione della cooperazione internazionale sugli usi pacifici nel contesto della sicurezza internazionale, adottata dalla 76ma sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Svolgere la cooperazione nell’ambito di quadri quali il Comitato 1540 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, la Convenzione sulle armi chimiche (CWC) e la Convenzione sulle armi biologiche (BWC), promuovere il divieto totale e la completa distruzione delle armi di distruzione di massa e costruire la capacità di tutti i Paesi in settori quali il controllo delle esportazioni, della non proliferazione, della biosicurezza e della protezione contro le armi chimiche[10].

Sostenere il processo di controllo globale degli armamenti convenzionali. Sostenere la cooperazione tra Cina, Africa ed Europa sul controllo delle armi leggere e di piccolo calibro con la premessa del rispetto della volontà dell’Africa. Sostenere l’attuazione dell’iniziativa “Silenziare le armi in Africa”. Svolgere attivamente la cooperazione e l’assistenza internazionale sullo sminamento umanitario e fornire aiuto ai Paesi colpiti nella misura consentita dalle proprie capacità.

5. Promuovere la soluzione politica ai problemi relativi ai punti caldi internazionali e regionali. Incoraggiare i Paesi interessati a superare le divergenze e a risolvere i punti critici attraverso un dialogo e una comunicazione schietti. Sostenere la comunità internazionale nella partecipazione costruttiva alla soluzione politica dei punti di crisi, sulla base della premessa della non interferenza negli affari interni, principalmente attraverso l’agevolazione dei colloqui di pace, con l’equità e la praticità come atteggiamento principale, e principalmente seguendo l’approccio di affrontare sia i sintomi che le cause profonde. Sostenere la soluzione politica delle questioni critiche come la crisi ucraina attraverso il dialogo e la negoziazione[11].

6. Sostenere e migliorare il meccanismo e l’architettura di cooperazione per la sicurezza regionale incentrati sull’ASEAN e aderire al modo in cui l’ASEAN costruisce il consenso e si adatta al livello di comfort reciproco per rafforzare ulteriormente il dialogo sulla sicurezza e la cooperazione tra i Paesi della regione[12]. Sostenere gli sforzi per promuovere la cooperazione in aree di sicurezza non tradizionali nell’ambito della cooperazione Lancang-Mekong (LMC), attuare progetti di cooperazione pertinenti nell’ambito del Fondo speciale LMC e adoperarsi per promuovere una zona pilota per la GSI per salvaguardare congiuntamente la pace e la stabilità regionali.

7. Implementare la proposta in cinque punti proposta sull’implementazione della pace e della stabilità in Medio Oriente, comprese la promozione del rispetto reciproco, la difesa dell’equità e della giustizia, la realizzazione della non proliferazione, la promozione congiunta della sicurezza collettiva e l’accelerazione della cooperazione allo sviluppo, in modo da stabilire congiuntamente un nuovo quadro di sicurezza in Medio Oriente[13]. Sostenere lo slancio positivo e gli sforzi dei Paesi del Medio Oriente per rafforzare il dialogo e migliorare le loro relazioni, soddisfare le ragionevoli preoccupazioni di sicurezza di tutte le parti, rafforzare forze interne di salvaguardia della sicurezza regionale e sostenere la Lega degli Stati Arabi e altre organizzazioni regionali affinché svolgano un ruolo costruttivo in tal senso. La comunità internazionale dovrebbe adottare misure pratiche per portare avanti la soluzione dei due Stati alla questione palestinese, e convocare una conferenza di pace internazionale più ampia, più autorevole e più influente, in modo da raggiungere quanto prima una soluzione giusta alla questione palestinese.

8. Supportare gli sforzi dei Paesi africani, dell’UA e delle organizzazioni subregionali per risolvere i conflitti regionali, combattere il terrorismo e salvaguardare la sicurezza marittima, invitare la comunità internazionale a fornire sostegno finanziario e tecnico alle operazioni antiterrorismo guidate dall’Africa e sostenere i Paesi africani nel rafforzare la loro capacità di salvaguardare la pace in modo indipendente[14]. Sostenere la risoluzione dei problemi africani alla maniera africana e promuovere la risoluzione pacifica dei punti di crisi nel Corno d’Africa, nel Sahel, nella regione dei Grandi Laghi e in altre aree. Attuare attivamente le prospettive sulla pace e lo sviluppo nel Corno d’Africa, promuovere l’istituzionalizzazione della conferenza Cina-Corno d’Africa per la pace, la governance e lo sviluppo e lavorare attivamente per avviare progetti pilota di cooperazione.

9. Sostenere i Paesi dell’America latina e dei Caraibi nell’adempiere attivamente agli impegni dichiarati nella Proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come zona di pace e sostenere la Comunità degli Stati dell’America Latina e dei Caraibi e altre organizzazioni regionali e subregionali affinché svolgano un ruolo attivo nel sostenere la pace e la sicurezza regionali e gestire adeguatamente i punti di crisi regionali[15].

10. Prestare grande attenzione alla situazione speciale e alle legittime preoccupazioni dei Paesi insulari del Pacifico per quanto riguarda il cambiamento climatico, i disastri naturali e la salute pubblica, sostenere gli sforzi dei Paesi insulari del Pacifico per affrontare le sfide globali e sostenere i Paesi insulari nell’attuazione della Strategia 2050 per il Continente blu del Pacifico[16]. Aumentare la fornitura di materiali, fondi e talenti per aiutare i Paesi insulari a migliorare la loro capacità di affrontare le minacce alla sicurezza non tradizionali.

11. Rafforzare il dialogo marittimo, lo scambio e la cooperazione pratica, gestire adeguatamente le divergenze marittime e lavorare insieme per affrontare i crimini transnazionali in mare, comprese la pirateria e le rapine a mano armata, in modo da salvaguardare congiuntamente la pace e la tranquillità marittima e la sicurezza delle rotte marittime[17]. Invitare i Paesi a monte e a valle lungo i fiumi transfrontalieri a impegnarsi attivamente nella cooperazione internazionale, risolvere le controversie rilevanti attraverso il dialogo e la consultazione, garantire la sicurezza della navigazione sui fiumi transfrontalieri, utilizzare e proteggere in modo razionale le risorse idriche e proteggere l’ambiente ecologico dei fiumi transfrontalieri.

12. Rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite come coordinatore centrale nella lotta globale contro il terrorismo, sostenere la comunità internazionale nella piena attuazione delle risoluzioni antiterrorismo dell’Assemblea generale e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e della strategia globale antiterrorismo delle Nazioni Unite, e reprimere congiuntamente tutte le organizzazioni terroristiche e gli individui designati dal Consiglio di sicurezza. Convogliare più risorse globali antiterrorismo verso i Paesi in via di sviluppo per potenziare la loro capacità di lotta al terrorismo. Opporsi alla pratica di collegare il terrorismo con qualsiasi particolare Paese, gruppo etnico o religione[18]. Migliorare gli studi e le risposte all’impatto delle tecnologie emergenti sugli sforzi globali di lotta al terrorismo.

13. Approfondire la cooperazione internazionale nel campo della sicurezza delle informazioni. La Cina ha presentato l’Iniziativa globale sulla sicurezza dei dati e chiede sforzi congiunti per formulare regole globali in materia governance digitale che rifletta la volontà e rispetti gli interessi di tutte le parti. Seguire l’Iniziativa di cooperazione Cina – Lega Araba sulla sicurezza dei dati e l’Iniziativa di cooperazione sulla sicurezza dei dati Cina – Asia centrale, affrontare congiuntamente varie minacce informatiche e lavorare per stabilire un sistema di governance globale sul cyberspazio caratterizzato da apertura e inclusione, giustizia ed equità, sicurezza e stabilità, vigore e vitalità[19].

14. Rafforzare la gestione dei rischi relativi alla biosicurezza. Promuovere congiuntamente una ricerca bioscientifica responsabile e incoraggiare tutte le parti interessate a fare riferimento alle Linee guida sulla biosicurezza di Tianjin per i codici di condotta per gli scienziati su base volontaria. Rafforzare congiuntamente la creazione di capacità di biosicurezza dei laboratori, ridurre i rischi relativi alla biosicurezza e promuovere il sano sviluppo della biotecnologia.

15. Rafforzare la governance della sicurezza internazionale sull’intelligenza artificiale (AI) e altre tecnologie emergenti e prevenire e gestire i potenziali rischi per la sicurezza. La Cina ha pubblicato documenti di posizione sulla regolamentazione delle applicazioni militari e sul rafforzamento della governance etica dell’AI, ed è pronta a rafforzare la comunicazione e lo scambio con la comunità internazionale sulla governance della sicurezza dell’AI, promuovere l’istituzione di un meccanismo internazionale con ampia partecipazione, e sviluppare quadri di governance, standard e norme basati su un ampio consenso.

16. Rafforzare la cooperazione internazionale nello spazio extraatmosferico e salvaguardare l’ordine internazionale nello spazio extraatmosferico sostenuto dal diritto internazionale. Svolgere attività nello spazio in conformità con il diritto internazionale, salvaguardare la sicurezza degli astronauti in orbita e il funzionamento a lungo termine e sostenibile delle strutture spaziali. Rispettare e garantire l’uguale diritto di tutti i Paesi di utilizzare lo spazio in modo pacifico. Respingere risolutamente l’armamento e la corsa agli armamenti nello spazio e sostenere la negoziazione e la conclusione di uno strumento giuridico internazionale sul controllo degli armamenti nello spazio[20].

17. Sostenere l’Organizzazione Mondiale della Sanità affinché svolga un ruolo di primo piano nella governance globale nella sanità pubblica e coordinare e mobilitare efficacemente le risorse globali per rispondere congiuntamente al COVID-19 e alle altre principali malattie infettive globali[21].

18. Salvaguardare la sicurezza alimentare ed energetica globale. Rafforzare il coordinamento delle azioni per mantenere il buon funzionamento del commercio agricolo internazionale, garantire una produzione stabile di cereali e catene di approvvigionamento agevoli ed evitare di politicizzare e utilizzare come armi le questioni di sicurezza alimentare. Rafforzare il coordinamento della politica energetica internazionale, creare un ambiente sicuro e stabile per garantire il trasporto di energia e mantenere congiuntamente la stabilità del mercato globale dell’energia e dei prezzi dell’energia[22].

19. Attuare pienamente ed efficacemente la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale. Incoraggiare tutti i Paesi a concludere o aderire a trattati internazionali, convenzioni o accordi, o a stipulare accordi istituzionali per combattere i crimini transnazionali. Sostenere le tre convenzioni internazionali sul controllo della droga delle Nazioni Unite, salvaguardare il sistema internazionale di controllo della droga e sostenere il coordinamento, la responsabilità condivisa e la sincera cooperazione nella comunità internazionale per affrontare congiuntamente le sfide poste dal problema della droga e costruire una comunità con un futuro condiviso per l’umanità che sia esente dal danno delle droghe. Condurre attivamente la cooperazione tra le forze dell’ordine sulla base del rispetto della sovranità di ciascun Paese, in modo da migliorare congiuntamente capacità delle forze dell’ordine e la governance della sicurezza. Sostenere l’istituzione di un sistema di formazione globale per addestrare nei Paesi in via di sviluppo un maggior numero di agenti delle forze dell’ordine che rispondano alle esigenze di sicurezza dei loro Paesi[23].

20. Sostenere la cooperazione tra i Paesi nell’affrontare il cambiamento climatico e mantenere catene di approvvigionamento e industriali stabili e regolari e accelerare l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile al fine di promuovere la sicurezza sostenibile attraverso lo sviluppo sostenibile[24].

IV. Piattaforme e meccanismi di cooperazione

1. Impegnarsi in dibattiti e comunicazioni ad ampio raggio sulla pace e la sicurezza presso l’Assemblea generale, i pertinenti Comitati delle Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza, le istituzioni competenti e altre organizzazioni internazionali e regionali sulla base dei rispettivi mandati, e avanzare iniziative e proposte comuni per creare consenso nella comunità internazionale per affrontare le sfide alla sicurezza.

2. Sfruttare il ruolo dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai, la cooperazione BRICS, la Conferenza sulle misure di rafforzamento della fiducia e dell’interazione in Asia, il meccanismo “Cina + Asia centrale” e i relativi meccanismi di cooperazione dell’Asia orientale, e svolgere la cooperazione in materia di sicurezza in modo incrementale per raggiungere obiettivi simili o uguali. Promuovere la creazione di una piattaforma di dialogo multilaterale nella regione del Golfo e implementare il ruolo dei meccanismi di coordinamento e cooperazione come l’Incontro dei Ministri degli Esteri dei Paesi limitrofi dell’Afghanistan e della Conferenza sullo sviluppo, la pace e la governance Cina-Corno d’Africa per promuovere la pace e la stabilità a livello regionale e globale[25].

3. Tenere conferenze ad alto livello sulla GSI a tempo debito per rafforzare la comunicazione politica nel campo della sicurezza, promuovere il dialogo e la cooperazione intergovernativi e favorire ulteriormente la sinergia nella comunità internazionale per affrontare le sfide alla sicurezza.

4. Sostenere il Forum per la pace e la sicurezza Cina-Africa, il Forum per la sicurezza in Medio Oriente, il Forum Xiangshan di Pechino, il Forum globale di cooperazione per la sicurezza pubblica (Lianyungang) e altre piattaforme di dialogo internazionale nel contribuire all’approfondimento dello scambio e della cooperazione in materia di sicurezza. Promuovere la creazione di forum sulla sicurezza più globali per fornire nuove piattaforme a governi, organizzazioni internazionali, gruppi di riflessione e organizzazioni sociali per sfruttarne i vantaggi e partecipare alla governance della sicurezza globale.

5. Costruire più piattaforme e meccanismi internazionali per lo scambio e la cooperazione al fine di affrontare le sfide della sicurezza in settori quali l’antiterrorismo, la cybersicurezza, la biosicurezza e le tecnologie emergenti, e per migliorare la capacità di governance nel dominio della sicurezza non tradizionale. Incoraggiare maggiori scambi e cooperazione tra le accademie militari e di polizia. La Cina è disposta a fornire ad altri Paesi in via di sviluppo 5.000 opportunità di formazione nei prossimi cinque anni per formare professionisti che affrontino problemi di sicurezza globale.

La GSI, seguendo il principio di apertura e inclusività, accoglie con favore e attende con impazienza la partecipazione di tutte le parti per arricchire congiuntamente la sua sostanza ed esplorare attivamente nuove forme e aree di cooperazione. La Cina è pronta a lavorare con tutti i Paesi e i popoli che amano la pace e aspirano alla felicità per affrontare tutti i tipi di sfide alla sicurezza tradizionali e non tradizionali, proteggere la pace e la tranquillità della Terra e creare insieme un futuro migliore per l’umanità, in modo che la fiaccola della pace sia trasmessa di generazione in generazione e risplenda in tutto il mondo.

Stefano Vernole

NOTE AL TESTO

[1] L’INIZIATIVA DI SICUREZZA GLOBALE – CARTA CONCETTUALE, a cura di Giulio Chinappi, www.cese-m.eu, 22/02/2023. Al momento della stesura della GSI, in Cina erano ancora in vigore le misure di protezione dal Covid-19 che poco dopo sono però state eliminate; in particolare non vige più l’obbligo di quarantena per chi arriva e viaggia nel Paese.

[2] Viene quindi confermata l’attitudine che ha contraddistinto l’ascesa della Repubblica Popolare Cinese, la cui diplomazia si basa sui cinque principi della coesistenza pacifica formulati nel 1954. Più recentemente, nel riprendere questi principi, il Presidente Xi Jinping ha sottolineato la necessità di favorire un nuovo approccio nelle relazioni internazionali, persistendo nella parità tra i Paesi, nella sicurezza e nello sviluppo comuni, nella cooperazione di mutuo vantaggio, nella tolleranza, nella conoscenza reciproca, nell’imparzialità e nella giustizia, cfr. Conference Marking the 60° Anniversary of the Five Principles of Peaceful Coesistence, Pechino, 28/06/2014.

[3] È l’obbligo posto a carico di tutti gli Stati di non interferire negli affari interni di un altro Stato. Il principio di Non ingerenza vieta tutti quegli interventi volti ad influenzare le scelte di politica interna e internazionale degli Stati e trova il suo fondamento nel principio che stabilisce l’uguaglianza sovrana di tutti gli Stati. Il principio di Non ingerenza si distingue da quello di non intervento, perché quest’ultimo attiene principalmente al rispetto dell’integrità territoriale dello Stato, mentre l’obbligo di non ingerirsi negli affari interni di uno Stato può assumere rilevanza anche sotto altri profili (è ad esempio considerata ingerenza l’aiuto fornito a gruppi di ribelli). Questo principio si richiama all’art. 2 comma 4 dello Statuto delle Nazioni Unite: “I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite”.

[4] Giustamente qui ci si richiama alla storpiatura del concetto di multilateralismo operata dal Washington Consensus, una comoda situazione di facciata che serve solo a distinguere la disuguaglianza tra l’egemone (USA) e i propri vassalli (le nazioni dell’Alleanza Atlantica); sempre più oggi si parla perciò di multipolarismo, un sistema di relazioni internazionali caro a quanti non accettano l’egemonia unipolare statunitense sul Pianeta.

[5] Si tratta di uno dei principi che la Cina ha elaborato per porre fine al conflitto in Ucraina tenendo conto delle legittime preoccupazioni della Russia. Secondo Pechino, aver armato a dismisura l’esercito di Kiev per mano della NATO e aver spostato negli anni le basi militari dell’Alleanza Atlantica sempre più vicino ai confini di Mosca, ha riproposto quella “logica dei blocchi” e la “mentalità da guerra fredda” che Pechino condanna.

[6] Come è stato dimostrato, negli ultimi 30 anni le sanzioni occidentali nei confronti dei cosiddetti “Stati canaglia” hanno ottenuto quale unico risultato di impoverire la popolazione del Paese colpito; si veda quale emblematico esempio, gli effetti delle sanzioni degli Stati Uniti contro Cuba: nessun cambiamento nel regime politico ma seri impedimenti alla capacità dei cubani e delle cubane di avere accesso a rifornimenti, medicinali, tecnologie e risorse

necessari per superare le varie crisi sanitarie, climatiche o alimentari che periodicamente insorgono.

[7] Lo scorso novembre, i Paesi occidentali hanno praticamente sabotato il voto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’indagine sulle attività dei biolaboratori statunitensi in Ucraina, secondo quanto denunciato dal capo delle truppe di difesa radiologica, chimica e biologica delle forze armate russe Igor Chillov. Infatti, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha respinto il 4 novembre 2022 la proposta della Russia di istituire una commissione per indagare sui presunti laboratori per la produzione di armi biologiche in Ucraina. A favore dell’istituzione della commissione di indagine avevano votato solo la Cina e la Russia, Regno Unito, Stati Uniti e Francia avevano votato contro, mentre gli altri nove Paesi che formano il Consiglio di Sicurezza si sono astenuti. Secondo Chillov, lo scorso ottobre la Casa Bianca ha pubblicato la dottrina che prevede che Washington possa intromettersi negli affari interni di altri Stati e che gli Stati Uniti possano contemplare la possibilità di rispondere alle minacce biologiche anche al di fuori del proprio territorio. Allo stesso modo, l’alto militare ha sostenuto che nel tentativo di evitare accuse di attività militari-biologiche, il Pentagono limiterà la partecipazione dei suoi specialisti ai progetti stranieri e opterà per appaltatori civili. In questo modo, gli USA intendono rafforzare il loro “controllo globale” in materia.

[8] Negli ultimi 30 anni, l’esercito cinese ha inviato più di 50mila persone per partecipare alle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite in più di 20 Paesi e regioni, e 27 di queste hanno sacrificato le loro vite. Attualmente, la Cina è il secondo più grande contribuente per mantenimento della pace delle Nazioni Unite e il più grande contributore di truppe tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. Più di 2.200 ufficiali e soldati cinesi svolgono missioni in 8 aree per il mantenimento della pace, e i “Caschi Blu” della Cina sono diventati una forza chiave per le Nazioni Unite, cfr. Mao Ning – Portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, La Cina si impegna a promuovere il miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza delle operazioni di peacekeeping dell’Onu, “China Radio International”, 30/05/2023.

[9] Il rispetto del diritto internazionale è al centro della diplomazia cinese. D’altronde, quello che gli USA stanno effettivamente tentando di fare è alterare la posizione di Taiwan come parte della Cina e creare “due Cine” o “una Cina, una Taiwan” come parte di uno stratagemma politico, usando Taiwan per contenere la Cina. Queste azioni, in violazione della Risoluzione 2758 e del diritto internazionale, costituiscono una evidente contraddizione degli impegni politici assunti da questi Paesi, cfr. Stefano Vernole, Le ingerenze esterne nella questione di Taiwan e il diritto internazionale, www.cese-m.eu, 7/12/2022.

[10] “La Cina è fermamente impegnata in una strategia nucleare difensiva. Ha rispettato la promessa di “non fare il primo uso” delle armi nucleari e ha sempre mantenuto le capacità nucleari al livello minimo richiesto. La Cina è l’unico tra i cinque Stati dotati di armi nucleari ad aver preso questi impegni”, cfr. “La Comunità Internazionale non accetta e non accetterà regole occidentali dominate dal G7”, cfr. CeSEM, 27/05/2023.

[11] I 12 punti del piano cinese per la pace in Ucraina sono stati pubblicati dall’Agenzia stampa AGI il 24/02/2023. Si segnalano in particolare il punto 1: “Rispettare la sovranità di tutti i Paesi. Le leggi internazionali riconosciute, compresi gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, dovrebbero essere rigorosamente osservate e la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale di tutti i Paesi dovrebbero essere effettivamente garantite. Tutti i Paesi sono uguali indipendentemente dalle loro dimensioni, forza o ricchezza. Tutte le parti dovrebbero sostenere congiuntamente le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali e salvaguardare l’equità e la giustizia internazionali. Il diritto internazionale dovrebbe essere applicato in modo equo e uniforme e non dovrebbero essere adottati doppi standard” (la cui applicazione è invece alla base dell’attuale crisi internazionale, un esempio tra tutti: il riconoscimento del referendum dell’indipendenza del Kosovo nel 2008 da parte di molti Paesi occidentali e il loro mancato riconoscimento dei referendum tenutisi in Donbass nel 2014, n.d.r.) e il punto 2: “Abbandonare la mentalità della guerra fredda. La sicurezza di un Paese non può andare a scapito della sicurezza di altri Paesi e la sicurezza regionale non può essere garantita rafforzando o addirittura espandendo i blocchi militari. I legittimi interessi e le preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi dovrebbero essere presi sul serio e adeguatamente affrontati”.

[12] La Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), lo storico accordo siglato nel 2020 dopo otto anni di negoziati ed entrato in vigore a gennaio 2022, è servito a Pechino per consolidare la cooperazione economica nell’area. Ma le reciproche relazioni commerciali non possono essere spiegate senza ricordare la Belt and Road Initiative, l’ambiziosa Nuova Via della Seta lanciata nel 2013 che conta investimenti cinesi per un valore di circa 85 miliardi l’anno. Già agli inizi degli anni Duemila il Sud-Est asiatico si è configurato come un importante target regionale per gli investimenti diretti esteri cinesi. Nel 2020, in piena crisi pandemica, l’ASEAN è salito al primo posto tra le destinazioni degli investimenti BRI.  Malgrado le tensioni per le dispute territoriali, molte nazioni coinvolte hanno continuato a desiderare investimenti cinesi nelle infrastrutture e nella produzione e questo legame geo-economico costituisce la base per un più ampio accordo di sicurezza che coinvolga tutta la regione.

[13] Oltre a ricordare con forza la necessità di risolvere la storica questione palestinese, la Cina ha già ottenuto un risultato di indubbio valore geopolitico favorendo un accordo di pace tra Arabia Saudita ed Iran che mette fine a 40 anni di guerra civile islamica tra sunniti e sciiti. Anche in questo caso, gli investimenti cinesi nella regione mediorientale possono diventare il volano per la stabilizzazione di un’area tradizionalmente conflittuale, cfr. Stefano Vernole, Dalla Vision 2030 alla Belt and Road Initiative. Quale evoluzione per l’Arabia Saudita?, www.cese-m.eu, 16/03/2021.

[14] La Cina ha pubblicato nel dicembre 2021 il suo Libro Bianco per l’Africa che prevede un partenariato tra eguali: Nella lotta per la liberazione nazionale e l’indipendenza, Cina e Paesi africani si sono sostenuti a vicenda e hanno ampliato la fiducia politica reciproca nel processo. Nel perseguire lo sviluppo economico e il ringiovanimento nazionale, entrambe le parti hanno aiutato l’altra e hanno ampliato la portata della cooperazione. Sulle principali questioni internazionali e regionali, hanno coordinato le loro posizioni e tutelato congiuntamente l’uguaglianza e la giustizia internazionali.” Le preoccupazioni di Pechino riguardano il fatto che “gli Stati Uniti stanno usando l’Africa come trampolino di lancio verso la Cina”, cfr. Timur Fomenko, www.cese-m.eu, 25/01/2023. Per il White Paper cinese sull’Africa, cfr. il sito del CeSEM, 7 dicembre 2021, l’articolo a cura di Giulio Chinappi.

[15] In questa zona del mondo, indubbiamente la Cina fa leva su suoi legami privilegiati con il Brasile, Stato perno del continente latino-americano (nel 2022 il commercio bidirezionale sino-brasiliano ha raggiunto i 272 miliardi di dollari); la Banca popolare cinese (PBOC) ha recentemente firmato un memorandum di cooperazione con la Banca centrale del Brasile per stabilire accordi di compensazione del renminbi nella più grande economia dell’America Latina. Questi accordi aiuteranno le imprese e le istituzioni finanziarie dei due Paesi a condurre transazioni transfrontaliere utilizzando lo yuan cinese, inoltre faciliteranno ulteriormente il commercio e gli investimenti bilaterali, cfr. CeSEM, 20/02/2023.

[16] Dopo 21 anni di negoziati, le Nazioni Unite hanno finalmente concordato uno storico trattato per la protezione degli habitat d’alto mare, l’area degli oceani oltre le acque nazionali. Attualmente meno dell’1% delle acque d’alto mare è tutelato ma il nuovo trattato realizzerà un percorso per istituire aree marine protette. Si tratta di uno strumento chiave per l’obiettivo dell’accordo sulla biodiversità di Kunming-Montreal dello scorso dicembre: arrivare ad almeno il 30% di protezione degli oceani (e delle terre) entro il 2030, il livello minimo di protezione necessario per garantire un oceano sano. Il rappresentante di Palau, a nome dei Piccoli Stati insulari in via di sviluppo del Pacifico – 14 Stati oceanici che si estendono per oltre 20 milioni di chilometri quadrati di oceano – nelle ultime fasi delle negoziazioni ha esortato a raggiungere “un ambizioso regime di accesso e condivisione dei benefici a prova di futuro, sostenuto dallo sviluppo di capacità e da finanziamenti adeguati”. La High Ambition Coalition – 52 Stati tra i quali quelli Ue, gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Cina sono stati attore chiave nella conferenza Biodiversity Beyond National Jurisdiction e la mediazione che hanno messo in campo ha portato all’accordo, cfr. Roberto Antonini, Un patto per gli oceani. L’ONU sblocca 21 anni di negoziato, “Huffington Post”, 6/3/2023.

[17] Sulle divergenze marittime, rimando al mio articolo: Il confronto Cina-Stati Uniti. Perché la questione di Taiwan è la più sensibile?, www.cese-m.eu, 24/12/2022: “Con l’inasprirsi delle tensioni si vuole allontanare Pechino dal segmento determinante della catena del valore globale che comprende i semiconduttori e l’intelligenza artificiale”.

[18] Nella sua visione geopolitica, “costruire una comunità dal futuro condiviso per l’umanità” attraverso la Belt and Road Initiative, la Cina guarda oltre ai conflitti religiosi e culturali ma ritiene che si possa garantire la sicurezza ed eliminare il terrorismo alla radice solo attraverso lo sviluppo economico”, cfr. Stefano Vernole, La strategia antiterrorismo della Repubblica Popolare Cinese, www.cese-m.eu, 1 gennaio 2023.

[19] Il 29 marzo 2021, il Ministero degli Affari Esteri della Cina e il Segretariato Generale della Lega degli Stati Arabi (LAS) hanno copresieduto la videoconferenza Cina-LAS sulla sicurezza dei dati. All’incontro erano presenti i funzionari responsabili degli affari informatici e digitali di entrambe le parti, nonché gli Stati membri della LAS. LAS ha accolto con favore l’iniziativa globale sulla sicurezza dei dati presentata dalla Cina e ha sostenuto di affrontare i rischi e le sfide per la sicurezza dei dati insieme alla Cina, sostenendo al contempo il multilateralismo, bilanciando sicurezza e sviluppo e garantendo equità e giustizia, cfr. China-League of Arab States Cooperation Initiative on Data Security, fmprc.gov.cn, 29/03/2021. Lo stesso principio è stato ribadito dal Presidente Xi Jinping al recente vertice tra Cina e Paesi dell’Asia Centrale, cfr. l’Infografica pubblicata sul sito internet del CeSEM il 17/05/2023.

[20] In merito allo spazio, la Cina ha cercato di collaborare con i Paesi occidentali, in particolar modo nelle operazioni sulla Stazione spaziale internazionale, ma la collaborazione è stata rifiutata dagli Stati Uniti, la cui pressione ha costretto anche l’Italia a rinunciarvi, cfr. Erminio Fonzo, Il programma spaziale cinese: cosa ha fatto e cosa può fare la Cina nello spazio, geopop.it, 24/04/2023.

[21] Secondo i dati del 2021 forniti dalla stessa OMS, gli Stati Uniti, che hanno un prodotto interno lordo nominale di oltre 20 mila miliardi di dollari contribuiscono con quasi 240 milioni di dollari all’Organizzazione Mondiale della Sanità (236,911K). Segue la Cina che con un PIL di quasi 13 mila miliardi di dollari “paga” una quota di poco meno di 130 milioni di dollari (129,287K). L’Italia, con un PIL inferiore ai 2 mila miliardi, è il settimo contributore per quota dell’OMS (35,614 k).

[22] A partire dal XVIII Congresso Nazionale del PCC, la Cina ha prestato grande attenzione alla sicurezza alimentare, rafforzando il sostegno alla produzione alimentare. Grazie a questi sforzi, la produzione alimentare cinese è stabile ma elevata, e la produzione alimentare pro-capite rimane stabilmente oltre i 450 kg, con scorte adeguate. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) considera un rapporto scorte/consumo del 17% come la linea di allarme per la sicurezza alimentare. Secondo questo calcolo, la proporzione cinese è già superiore al 50%, cfr. “China Radio International”, 14/09/2022..

[23] L’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (SCO), insieme all’UNODC, ha condotto un evento collaterale “L’ONU e la SCO contro la droga: rafforzare la cooperazione pratica” a margine della 66a sessione della Commissione sugli stupefacenti (Vienna, 13-17 marzo 2023). Il Sig. Zhang Ming, Segretario Generale della SCO, la Sig.ra Ghada Waly, Direttore Esecutivo dell’UNODC, la Sig.ra Ashita Mittal, Rappresentante Regionale dell’UNODC per l’Asia Centrale, e i rappresentanti degli Stati Membri della SCO dell’Asia Centrale, India, Pakistan, La Federazione Russa e la Cina hanno parlato all’evento. Il signor Zhang Ming ha osservato: “Le opinioni dei colleghi espresse oggi dimostrano ancora una volta il nostro impegno nel contrastare la minaccia globale della droga e la nostra volontà di aumentare la cooperazione e consolidare gli sforzi. Rimaniamo impegnati nella lotta al traffico di stupefacenti sulla base delle norme e dei principi del diritto internazionale”. I rappresentanti degli Stati membri della SCO hanno delineato le crescenti minacce del traffico di droga nei paesi dell’Asia centrale e del sud-est asiatico e hanno chiesto sforzi intensi e concertati contro il narcotraffico per affrontare efficacemente questo flagello, cfr. UNODC and Shanghai Cooperation Organization conduct a side event to discuss strategic priorities for further cooperation, unodc.org, 13 marzo 2023.

[24] Nella lettera inviata al Forum internazionale sulle catene industriali e di approvvigionamento resilienti e stabili, Xi Jinping ha affermato che la Cina assicurerà fermamente che le catene industriali e di approvvigionamento siano beni pubblici in natura, salvaguarderà la sicurezza e la stabilità delle sue catene industriali e di approvvigionamento, adotterà misure concrete azioni per approfondire la cooperazione internazionale sulle catene industriali e di approvvigionamento. Le osservazioni di Xi hanno inviato un chiaro segnale sugli sforzi incrollabili della Cina per continuare ad aprire e rafforzare il suo ruolo centrale e fondamentale nelle catene di approvvigionamento globali, in un momento in cui le catene di approvvigionamento globali sono state gravemente interrotte e gli Stati Uniti stanno raddoppiando i tentativi di perseguire un disaccoppiamento, cfr. Li Xuanmin, China to safeguard stability of industrial, supply chains: Xi, “Global Times”, 19/9/2022.

[25] Il 13 aprile 2023 i Ministri degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese, della Federazione Russa, della Repubblica Islamica del Pakistan e della Repubblica Islamica dell’Iran hanno tenuto a Samarcanda, nella Repubblica dell’Uzbekistan, il secondo incontro informale sull’Afghanistan. I Ministri hanno ribadito il rispetto per la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Afghanistan e il sostegno al principio “a guida afgana e di proprietà afgana” per determinare il futuro politico e il percorso di sviluppo del Paese, cfr. Stefano Vernole, Dove vuole andare l’Uzbekistan con il referendum del 30 aprile?, www.cese-m.eu, 25 aprile 2023. Sul sito internet del CeSEM è inoltre disponibile un ampio resoconto del recente vertice tra Cina e Paesi dell’Asia Centrale.

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