Cina e Russia devono tenere d’occhio il Giappone

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di Timur Fomenko

FONTE ARTICOLO : https://www.rt.com/news/577712-china-russia-militarism-japan/

Il risorgente militarismo e la proiezione del potere statunitense attraverso Tokyo rappresentano un pericolo per la stabilità regionale che potrebbe ostacolare le potenze eurasiatiche.

Cina e Russia hanno condotto un pattugliamento aereo congiunto sul Mar del Giappone e sul Mar Cinese Orientale. È stata la sesta esercitazione di questo tipo dal 2019, da quando cioè sono iniziati tali voli congiunti, una parte di routine del piano di cooperazione militare dei due paesi. Il Giappone, così come la Corea del Sud, hanno risposto facendo alzare velocemente in volo i propri aerei da combattimento.

Cina e Russia sono paesi di vaste dimensioni, ed entrambe le potenze sono in una situazione di stallo con gli Stati Uniti e i loro delegati in vari teatri – che si tratti dell’Ucraina in Europa o di Taiwan nel Mar Cinese Meridionale. Lo spazio geografico dell’Asia nord-orientale occupa una posizione unica poiché è l’unica regione in cui Cina e Russia condividono una frontiera con il Giappone. 

Mentre si spinge verso una rimilitarizzazione sostenuta dagli americani, il Giappone si è sempre più trasformato in un avversario sia di Mosca che di Pechino. Così, le due potenze stanno lavorando insieme contro questo risorgente Paese vassallo degli Stati Uniti.

L’arcipelago che costituisce il territorio del Giappone è un avamposto fondamentale per il dominio americano sull’Asia dal momento che ne consente la proiezione della forza statunitense direttamente sul continente eurasiatico, prendendo di mira sia la Cina che la Russia – estendendosi anche verso sud lungo la critica “prima catena di isole” lungo coste orientali del continente asiatico.

Dopo la resa del Giappone agli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale, Washington ha trasformato il paese in uno stato vassallo dove poter fare ospitare le proprie forze durante l’emergente Guerra Fredda, stabilendo qui basi militari e utilizzando i porti giapponesi per la flotta statunitensi, comprese le portaerei.

Tuttavia, con l’espandersi delle priorità americane in Asia, la dinamica sta cambiando.

Oltre all’attuale presenza militare statunitense, Washington ha dato a Tokyo il via libera di superare i propri limiti costituzionali e perseguire un riarmo su vasta scala con un aumento promesso – sul lungo termine – di oltre il 60% nella spesa per la difesa.

Questo, a sua volta, è stato incoraggiato dai revisionisti militari e storici dell’era imperiale che ha preso il sopravvento politico. Con un Giappone negazionista e impenitente delle sue atrocità risalenti al periodo della seconda guerra mondiale, il riemergere di una Tokyo nazionalista e militarista rappresenta una minaccia per l’intera regione asiatica e aumenta il pericolo di una corsa agli armamenti contro Russia e Cina.

Nonostante sia un partner commerciale ed economico ampiamente integrato con la Cina, Tokyo ora vede l’ascesa di Pechino come una minaccia politica ed economica, in quanto sta per ribaltare la sua posizione di potere in Asia. 

Allo stesso modo, mentre diventa sempre più militarista, il Giappone sta tentando di “globalizzarsi” diventando più strettamente integrato con l’Occidente. Il primo ministro Fumio Kishida è ansioso di portare l’influenza della NATO in Asia (ha visitato Kiev il giorno in cui il presidente cinese Xi Jinping ha visitato Mosca, ha partecipato a un vertice della NATO e sta facendo pressioni per l’apertura di un ufficio della NATO nel suo paese). 

Tokyo si è così resa contemporaneamente antagonista sia di Mosca che di Pechino.

Né la Cina né la Russia vogliono vedere un Giappone risorgente che sta invitando una presenza NATO nella regione. Ciò ha portato a una doppia “risposta” verso Tokyo visto che il Giappone è diventata un’area di interesse ad alta priorità reciprocamente sovrapposta di Pechino e Mosca. 

Sebbene i due paesi abbiano una partnership strategica “senza limiti” , la geografia fa sì che le loro priorità di ciascuno dei due Paesi e le aree di interesse possano differire. Ad esempio, a che serve il Mar Cinese Meridionale per la Russia che non ha una presenza marittima lì? 

Tuttavia, nell’ambito del Nord-est asiatico, non ci sono tali differenze perché la marcia verso il riarmo giapponese, l’espansione dell’influenza della NATO e la proiezione delle forze statunitensi comportano gli stessi rischi per entrambi i paesi. 

Il Mar del Giappone è essenzialmente un cortile comune per questi due Paesi.

Con questo in mente, l’allineamento di Cina e Russia qui è un accordo di equilibrio di potere. 

Una terza parte che i due paesi potrebbero anche considerare “amica” in questa specifica regione è la Corea del Nord – questo scenario fa rivivere i ricordi di l’era ormai lontana della Guerra Fredda. 

Sebbene i programmi nucleari e missilistici di Pyongyang sconvolgano la stabilità regionale, consentano il riarmo giapponese e una maggiore presenza militare statunitense nel sud, il suo valore geografico ne fa un importante contrappeso militare. 

In questo nuovo contesto strategico, non è nell’interesse di nessuno dei due paesi aderire ai programmi di sanzioni guidati dagli Stati Uniti contro la Corea del Nord e consentirne, così, il contenimento. Ma nell’affrontare Washington in quest’area è ovvio che il Giappone è diventato il principale problema militare. 

Sul lungo periodo, questa sarà una regione molto volatile e carica di tensioni, e quindi la cooperazione militare russo-cinese è fondamentale per controllare l’avventurismo giapponese. Tuttavia, la conseguente corsa agli armamenti che ne deriverà significa che la sicurezza regionale continuerà a essere una fune tesa.

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