FONTE ARTICOLO: https://www.azerbaycan24.com/en/end-of-us-dollar-dominance-approaching-top-russian-banker/
Il CEO della banca statale russa VTB Andrey Kostin, in una intervista, ha sottolineato anche l’inevitabile aumento dello yuan cinese.
L’egemonia del dollaro USA è seriamente messa in discussione dall’ascesa dello yuan cinese e dal tentativo fallito di Washington di distruggere l’economia russa utilizzando come arma il biglietto verde; così si è espresso rispondendo alle domande dei giornalisti di Reuters Andrey Kostin, capo della banca russa VTB.
L’importante figura bancaria russa ha affermato che nelle attuali circostanze geopolitiche sempre più nazioni si stanno allontanando dagli accordi commerciali in dollari ed euro, mentre la Cina si sta muovendo verso la rimozione delle rigide proprie politiche valutarie.
“La lunga era storica caratterizzata dal dominio del dollaro americano sta volgendo al termine”, ha detto Kostin all’agenzia di stampa Reuters. “Penso anche che sia giunto il momento in cui la Cina rimuoverà gradualmente le proprie restrizioni valutarie“.
Secondo Kostin, la banca VTB di cui è a capo ha discusso dell’utilizzo della valuta nazionale cinese negli accordi con paesi terzi. “La Cina capisce che non diventerà la prima potenza economica mondiale se manterrà il suo yuan come valuta non convertibile“, ha spiegato, aggiungendo che, inoltre, era pericoloso per la Repubblica Popolare mantenere riserve investite in titoli del Tesoro USA.
Dopo essere riuscito a incorporare la sterlina britannica, il dollaro USA ha goduto dello status di valuta di riserva mondiale per più di un secolo . All’inizio di questo mese, gli analisti di JPMorgan Chase hanno affermato che l’economia globale sta mostrando segni dell’emergere della de-dollarizzazione, in un contesto di crescenti sforzi da parte delle economie asiatiche per sfidare l’egemonia della valuta americana.
Lo status di lunga data del biglietto verde come valuta dominante del mondo è stato costantemente eroso negli ultimi anni a causa delle crescenti preoccupazioni circa l’impennata del debito degli Stati Uniti e a causa delle sanzioni ampiamente implementate utilizzando la valuta statunitense come leva.
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