di Chris Devonshire-Ellis
Martedì 28 marzo si era tenuta in Indonesia una riunione ufficiale di tutti i ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali dei Paesi dell’ASEAN. In cima all’agenda vi sono state le discussioni per ridurre la dipendenza delle transazioni finanziarie dal dollaro statunitense, dall’euro, dallo yen e dalla sterlina britannica e passare ad accordi di scambio nelle valute locali.
Durante questo incontro di fine marzo, si è discusso degli sforzi da attuare per ridurre la dipendenza dalle principali valute attraverso il programma LCT (Local Currency Transaction), un’estensione del precedente schema di regolamento in valuta locale (LCS) che aveva già iniziato ad essere implementato tra i membri dell’ASEAN.
Ciò significa che un sistema di pagamento digitale transfrontaliero già in uso all’ASEAN verrebbe ulteriormente ampliato e consentirebbe, così, agli stati dell’ASEAN di utilizzare le valute locali per il commercio. Un accordo su tale cooperazione è stato raggiunto tra Indonesia, Malesia, Singapore, Filippine e Thailandia già nel novembre 2022.
Ciò deriva dall’autorità di regolamentazione bancaria dell’Indonesia che ha affermato, il 27 marzo, che la Banca d’Indonesia si sta preparando a introdurre il proprio sistema di pagamento interno; il presidente indonesiano Joko Widodo ha esortato le amministrazioni regionali a iniziare a utilizzare le carte di credito emesse dalle banche locali e ad abbandonare gradualmente l’utilizzo i sistemi di pagamento esteri. Ha sostenuto, inoltre, che l’Indonesia aveva il bisogno di proteggersi dalle perturbazioni geopolitiche, citando le sanzioni contro il settore finanziario russo a causa del conflitto in Ucraina adottate degli Stati Uniti, parte dell’UE e dei loro alleati; allontanarsi dai sistemi di pagamento occidentali è necessario per proteggere le transazioni da “possibili ripercussioni geopolitiche“, ha affermato Widodo.
Delle nazioni dell’ASEAN, solo Singapore ha imposto sanzioni alla Russia, mentre tutti gli altri Stati membri continuano a commerciare con Mosca.
C’è stato, inoltre, un allarme sul fatto di poter essere coinvolti in sanzioni secondarie imposte dagli Stati Uniti – poiché sono a corto di impatto sui paesi dell’Asia centrale e meridionale coinvolti nella produzione di cotone, una delle principali industrie della regione che impiega milioni di persone.
Alla luce di una decisione in sospeso sul commercio di valuta dell’ASEAN, gli investitori stranieri in Asia potrebbero voler tenere conto dell’ammontare di dollari USA, euro e yen detenuti nei loro conti; dovrebbero, così, essere intraprese discussioni professionali in merito a qualsiasi movimento di fondi aziendali verso valute alternative.
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