di Giulio Chinappi
FONTE ARTICOLO: https://giuliochinappi.wordpress.com/2023/04/13/le-menzogne-del-dalai-lama-smentite-dagli-accademici-cinesi/
In seguito all’incidente riguardante il Dalai Lama che ha destato scalpore in tutto il mondo, gli esperti cinesi hanno smentito le giustificazioni del leader del Buddhismo tibetano, mettendo in risalto il suo ruolo politico che mette a repentaglio l’unità della Repubblica Popolare Cinese. Di seguito la traduzione dell’articolo del Global Times.
Il Dalai Lama ha suscitato un enorme clamore pubblico dopo che il video di lui che bacia un bambino sulle labbra e poi chiede al ragazzo di “succhiargli la lingua” durante un evento nel nord dell’India è diventato virale e ha suscitato ampie critiche, con molti internauti che hanno condannato l’azione come inappropriata Gli esperti hanno affermato che mostrare la lingua agli altri potrebbe essere un modo tradizionale per salutare le persone nella regione cinese dello Xizang (Tibet), ma chiedere alle persone di succhiarsi la lingua non è affatto una forma accettata di etichetta.
L’incidente sarebbe avvenuto a fine febbraio in un tempio a Dharamshala.
Il Dalai Lama in seguito si è scusato. In una dichiarazione di lunedì, l’ufficio del Dalai Lama ha dichiarato di “essere dispiaciuto” per l’incidente e di “desiderare scusarsi con il ragazzo e la sua famiglia, così come con i suoi numerosi amici in tutto il mondo, per il dolore che le sue parole possono aver causato“.
In un video diventato virale, il ragazzo si è avvicinato a un microfono dell’evento e ha chiesto al Dalai Lama: “Posso abbracciarti?“.
Il Dalai Lama ha detto al ragazzo di salire sulla piattaforma dove era seduto. Facendo un cenno alla sua guancia, si sente dire “prima qui“, dopodiché il bambino lo bacia e lo abbraccia.
Il Dalai Lama ha trattenuto il ragazzo, dicendo “penso anche qui” e poi gli ha piantato un bacio sulle labbra. “E succhiami la lingua“, ha detto poi il Dalai Lama, tirando fuori la lingua, fronte contro fronte con il ragazzo.
Mentre il video si diffondeva su Internet, l’atto di Dalai è stato ampiamente condannato da molti internauti, che lo hanno definito “inappropriato“, “scandaloso” e “disgustoso“.
“Sua Santità spesso prende in giro le persone che incontra in modo innocente e scherzoso, anche in pubblico e davanti alle telecamere“, si legge nella nota.
Alcuni media occidentali hanno cercato di minimizzare la volgarità di un tale atto del Dalai Lama. Citando l’Institute of East Asian Studies presso l’Università della California, Berkeley, la CNN ha riferito che tirare fuori la lingua è un segno di rispetto o accordo ed è stato spesso usato come saluto nella cultura tradizionale tibetana.
Hu Zhiyong, un ricercatore presso l’Istituto di relazioni internazionali dell’Accademia delle scienze sociali di Shanghai, ha sottolineato che chiedere ad altri di succhiarsi la lingua per mostrare cortesia non è affatto un’usanza nello Xizang, e che tale retorica è essenzialmente un tentativo di coprire l’orrendo comportamento del Dalai Lama. Il Dalai Lama ha cercato di presentarsi come una figura vicina al popolo, ma lo scopo è mantenere la sua influenza e raggiungere l’obiettivo di dividere il Paese, avvertono gli esperti.
Secondo la CNN, in risposta all’incidente, un gruppo per i diritti dei bambini con sede a Delhi, denominato Haq: Center for Child Rights, ha condannato condanna “tutte le forme di abuso sui minori“. Ha aggiunto: “Alcune notizie si riferiscono alla cultura tibetana sul mostrare la lingua, ma questo video non riguarda certamente alcuna espressione culturale, e anche se lo fosse, tali espressioni culturali non sarebbero accettabili“.
“In che modo baciare un ragazzo minorenne è ‘giocoso?’ È disgustoso e il Dalai Lama dovrebbe essere accusato di pedofilia. Non ci sono scuse valide per farlo a nessun bambino al mondo, non importa “la cultura” o la religione“, ha detto su Twitter un internauta che utilizza il nome “UnTalFredo”.
La cricca del Dalai è da tempo impegnata in tentativi secessionisti, con il sostegno provati della CIA, volti a separare lo Xizang dalla Cina.
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